Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Kokoro Connect, Myriad Colors Phantom World e Tribe Cool Crew.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Kokoro Connect, Myriad Colors Phantom World e Tribe Cool Crew.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Kokoro Connect
9.0/10
"Kokoro Connect" è una serie della stagione estiva 2012 composta da tredici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel di Sadanatsu Anda.
I protagonisti sono i membri del "Club di Ricerca Culturale" dell'Accademia Yamaboshi: Taichi Yaegashi, Iori Nagase, Himeko Inaba, Yoshifumi Aoki e Yui Kiriyama. I cinque giovani studenti sono legati fra loro da una profonda e sincera amicizia, e in alcuni casi anche da altri sentimenti ancora più profondi, quando una strana entità chiamata Fuuzen Kazura entra prepotentemente nelle loro vite cercando di scombussolarle. Tale entità, per non annoiarsi, metterà i ragazzi a dura prova, sottoponendoli a degli strani "esperimenti", il primo dei quali è lo scambio casuale e improvviso di corpi. Chi sia questo strano essere non viene mai spiegato.
La trama si fa subito interessante, non si perde in preamboli o in noiose presentazioni, e riesce immediatamente a coinvolgere lo spettatore. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, analizzati minuziosamente in ogni loro singolo aspetto, e questo è sicuramente il miglior pregio della serie. Tutte le sfide, gli esperimenti, o come li si voglia chiamare, a cui Fuuzen Kazura li sottopone, sono mirati a mostrare e approfondire la loro ben delineata psicologia e i loro rapporti interpersonali, a smascherare le loro debolezze, e a rivelare i loro più intimi segreti. Il fattore introspettivo è veramente curato, e basta solo quello a mantenere alto il livello generale durante tutta la durata dei tredici episodi.
Data la forte pressione psicologia cui saranno sottoposti, i più fragili fra i protagonisti tenderanno come prevedibile a crollare in tempi brevi, e quale potrebbe essere migliore occasione per inserire una buona dose di drammaticità? Il dramma è imperativo, e viene gestito ottimamente senza bisogno di alcuna forzatura, ma soprattutto riesce ad emozionare, cosa ormai rara.
Tecnicamente siamo di fronte a un lavoro nel complesso discreto, ma eccelso sotto alcuni punti di vista. Graficamente il design dei personaggi è tutto sommato gradevole, le animazioni non sono certamente il massimo, e le ambientazioni varie e sufficientemente dettagliate. La delicatezza dei colori utilizzati, uniti alla modalità di narrazione, riescono tuttavia a creare delle atmosfere uniche e suggestive. Il comparto sonoro si difende bene, proponendo un ottimo doppiaggio, delle altrettanto ottime OST e delle sigle di apertura e chiusura molto orecchiabili. Il finale lascia un po' l'amaro in bocca, ma sono già stati prodotti altri quattro episodi conclusivi.
In conclusione, "Kokoro Connect" si è rivelata essere una vera sorpresa, in grado di emozionare e coinvolgere molto più del previsto. Un'opera dolce e malinconica ma anche divertente e misteriosa, in grado di analizzare ottimamente il carattere di cinque personaggi completamente differenti fra loro con una grande naturalezza. Consigliatissima la visione.
I protagonisti sono i membri del "Club di Ricerca Culturale" dell'Accademia Yamaboshi: Taichi Yaegashi, Iori Nagase, Himeko Inaba, Yoshifumi Aoki e Yui Kiriyama. I cinque giovani studenti sono legati fra loro da una profonda e sincera amicizia, e in alcuni casi anche da altri sentimenti ancora più profondi, quando una strana entità chiamata Fuuzen Kazura entra prepotentemente nelle loro vite cercando di scombussolarle. Tale entità, per non annoiarsi, metterà i ragazzi a dura prova, sottoponendoli a degli strani "esperimenti", il primo dei quali è lo scambio casuale e improvviso di corpi. Chi sia questo strano essere non viene mai spiegato.
La trama si fa subito interessante, non si perde in preamboli o in noiose presentazioni, e riesce immediatamente a coinvolgere lo spettatore. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, analizzati minuziosamente in ogni loro singolo aspetto, e questo è sicuramente il miglior pregio della serie. Tutte le sfide, gli esperimenti, o come li si voglia chiamare, a cui Fuuzen Kazura li sottopone, sono mirati a mostrare e approfondire la loro ben delineata psicologia e i loro rapporti interpersonali, a smascherare le loro debolezze, e a rivelare i loro più intimi segreti. Il fattore introspettivo è veramente curato, e basta solo quello a mantenere alto il livello generale durante tutta la durata dei tredici episodi.
Data la forte pressione psicologia cui saranno sottoposti, i più fragili fra i protagonisti tenderanno come prevedibile a crollare in tempi brevi, e quale potrebbe essere migliore occasione per inserire una buona dose di drammaticità? Il dramma è imperativo, e viene gestito ottimamente senza bisogno di alcuna forzatura, ma soprattutto riesce ad emozionare, cosa ormai rara.
Tecnicamente siamo di fronte a un lavoro nel complesso discreto, ma eccelso sotto alcuni punti di vista. Graficamente il design dei personaggi è tutto sommato gradevole, le animazioni non sono certamente il massimo, e le ambientazioni varie e sufficientemente dettagliate. La delicatezza dei colori utilizzati, uniti alla modalità di narrazione, riescono tuttavia a creare delle atmosfere uniche e suggestive. Il comparto sonoro si difende bene, proponendo un ottimo doppiaggio, delle altrettanto ottime OST e delle sigle di apertura e chiusura molto orecchiabili. Il finale lascia un po' l'amaro in bocca, ma sono già stati prodotti altri quattro episodi conclusivi.
In conclusione, "Kokoro Connect" si è rivelata essere una vera sorpresa, in grado di emozionare e coinvolgere molto più del previsto. Un'opera dolce e malinconica ma anche divertente e misteriosa, in grado di analizzare ottimamente il carattere di cinque personaggi completamente differenti fra loro con una grande naturalezza. Consigliatissima la visione.
Tribe Cool Crew
8.0/10
Per molti aspetti, "Tribe Cool Crew" è un anime unico.
In primis, perché, che io sappia, è l'unico interamente dedicato al tema del ballo (se invece mi sbaglio e ne conoscete altri di cui io sono all'oscuro, rendetemi partecipe e ve ne sarò immensamente grato).
Non tratta di ragazzine idol o di ballerine di danza classica (elementi, questi, già visti in altre produzioni), ma il ballo su cui si concentra è una scatenata e moderna street dance, un elemento su cui l'industria cinematografica ha prodotto innumerevoli film, ma che i cartoni animati giapponesi non avevano mai esplorato.
L'unicità di "Tribe Cool Crew" si nota non solo dal tema trattato, ma anche dallo stile con cui sceglie di raccontarlo, a cominciare dalla grafica. Approcciandoci a questo titolo, possiamo dimenticarci delle belle ragazze che ballavano in discoteca mostrate da molti anime degli anni '80, perché l'approccio grafico di "Tribe Cool Crew" è una cosa totalmente diversa.
Lo stile di disegno è caricaturale, infantile, "pop", con orecchie a punta, tratti semplici e irreali, personaggi che hanno i capelli e le fisionomie più strani e disparati: uno stile che rimanda un po' a quello di "Bust a groove" (una serie di videogiochi - tu guarda - sul ballo, usciti per la prima Playstation) e alle tante produzioni non giapponesi che si ispirano allo stile "manga" e fanno del "kawaii" il loro cavallo di battaglia.
Alla sobrietà delle discoteche degli anni '80, "Tribe Cool Crew" sostituisce un'esplosione di colori psichedelici, personaggi strambi, musica elettronica sparata a tutto volume e sequenze di ballo realizzate in computer grafica dove il mondo attorno alla pista può magicamente tingersi degli sfondi astratti più disparati. E' il trionfo dell'esagerazione e sicuramente è uno stile che può risultare sgradevole per chi si aspettava qualcosa di più classico e può restare infastidito dalle anatomie assurde dei personaggi, dalle loro orecchie a punta, dai loro polpastrelli colorati di rosso come se fossero feriti, ma non gli si può dire che non colpisca, che manchi di personalità o che non si adatti perfettamente al mondo esagerato e psichedelico che vuole creare.
E' una serie che evoca stranezza e unicità anche nelle due anime che lo compongono, procedendo parallelamente man mano che avanzano i vari episodi: quella del ballo, raccontata prendendo ad esempio il più classico schema degli anime sportivi, con un gruppo di personaggi che si conoscono, formano una squadra, si allenano e partecipano a varie esibizioni per poi arrivare al mega-torneo, e quella slice of life, che mostra la vita di questi personaggi, scandita anche dal passare delle stagioni e dalle varie ricorrenze che la trasmissione annuale della serie ha toccato in concomitanza col periodo di programmazione.
La componente sportiva viene, però, anch'essa contagiata dalla bizzarria che ammanta la serie, ed ecco che al mega-torneo di ballo che scandisce con le sue varie fasi la vita dei personaggi si affiancano pian piano esageratissimi elementi di spionaggio, fantascienza o sovrannaturale, con personaggi assolutamente sopra le righe, intrighi, colpi di scena, sorprese e momenti in cui l'incredulità dello spettatore sarà destinata a sospendersi più e più volte.
L'impianto fortemente "slice of life" della serie, invece, aiuta moltissimo ad empatizzare con i personaggi, il cui mondo viene esplorato in tutte le sfaccettature possibili: presentandone le famiglie, gli amici o i compagni di scuola, raccontandone la storia passata, creando pian piano profondi legami di rivalità e di amicizia fra loro e senza risparmiarsi vacanze al mare, viaggi fuori porta, uscite insieme, allenamenti, litigi, storie d'amore mostrate o suggerite.
Ci si affeziona immediatamente al piccolo ma energico Haneru, ballerino impulsivo ed esaltatissimo, e alla timida e dolce Kanon, talentuosa ma timida, che si nasconde dietro l'identità fittizia di una ballerina-youtuber estremamente famosa: due personaggi diversissimi tra loro che si trovano per caso a instaurare un'amicizia profonda e indissolubile, che li porterà ad ampliare i propri orizzonti e il proprio mondo, finendo per innamorarsi l'uno dell'altra, anche se la loro giovane età non gli permette di esprimerlo appieno se non attraverso i movimenti del corpo quando ballano sulla pista.
Simpaticissimi e molto azzeccati anche tutti gli altri personaggi, di cui vengono approfonditi le personalità, i legami, i problemi, il passato. A torreggiare su tutto il cast sin dalla prima puntata è, però, il celebre ballerino Jey El: idolo di quasi tutti i personaggi della storia, è un artista di fama internazionale che tutti conoscono ma in pochi hanno visto al di fuori dei suoi stretti collaboratori. Inizialmente presentato come una celebrità mostrata solo da schermi televisivi o manifesti pubblicitari, si scopre via via il suo essere un filantropo che gira il mondo per salvare gli orfani di guerra e lottare in nome della pace. E' una personalità sfuggente ma carismatica, i molti misteri che si porta dietro saranno uno degli elementi più intriganti che sorreggeranno tutta la serie.
"Tribe Cool Crew" è una serie allegra, caciarona, colorata e divertente, ricca di gag, musica e personaggi buffi. Nel suo rappresentare la vita dei personaggi a 360°, però, non manca di farsi, di tanto in tanto, anche sentimentale, riflessiva, toccante, parlandoci di crescita personale, di fiducia in sé stessi, di rapporti coi familiari, di amicizie d'infanzia che cambiano, di amici che prendono la strada sbagliata perché delusi da un fallimento, dell'allontanamento di una persona cara, della guerra e delle sue tragiche conseguenze.
In particolare, come gli anime sportivi da cui mutua in parte la sua struttura, anche qui lo sport che sta alla base della serie, il ballo in questo caso, diventa qualcosa che unisce le persone, donando loro gioia, sogni e bellissime esperienze formative. Così facendo, "Tribe Cool Crew" si premura di insegnare ai suoi spettatori ad avere fiducia in sé stessi, a farsi degli amici sinceri con cui condividere una passione, a rispettare i propri avversari perché l'amore per lo sport che si pratica è più forte di qualsiasi rivalità. E che forse, chissà, condividere una pista da ballo con altre persone e divertirsi a ballare insieme può abbattere le diversità e i conflitti e, in qualche modo, "salvare il mondo", come si dice nell'ultima puntata della serie.
Dispiace un po' che, pur essendo la musica un elemento assolutamente fondamentale, la serie non sia riuscita a valorizzarla appieno. Le sequenze di ballo sono ottime, ricche di diversi brani musicali molto accattivanti e variegati e con coreografie spettacolari che invogliano a provarle dal vivo e fanno andare in brodo di giuggiole gli appassionati di ballo. Peccato, però, che da una serie sul ballo ci si aspetterebbe molte più canzoni e infiniti CD in commercio, invece non è stato così. La colonna sonora, affidata alla prolifica e sempre apprezzatissima Avex, è molto bella e pregevole, ma la sigla d'apertura è solo una, "Heartbeat" degli emergenti e pubblicizzatissimi lol. Molto ben valorizzata all'interno della serie, con diversi arrangiamenti più o meno hip hop, comparsate degli artisti come guest star in un episodio e splendidi siparietti "live" a corredo degli episodi da essi presentati, in cui diversi giovani ballerini giapponesi si esibivano in spettacolari coreografie (questi stacchetti non sono stati incorporati negli episodi reperibili in rete, ma ho avuto la fortuna di guardarli in TV in Giappone). Da una serie del genere, però, ci si aspettava un numero maggiore di sigle, invece qui non c'era nemmeno la sigla di chiusura (imposizioni della rete televisiva, pare) e la bellissima ed enorme colonna sonora della serie (due dischi, uno per le musiche delle sequenze di ballo e uno per il resto degli score orchestrati) è stata commercializzata con molto ritardo, solo alla conclusione dell'anime.
"Tribe Cool Crew" è una serie talmente particolare da essere praticamente unica nel suo genere e a suo modo inimitabile, grazie al suo strambo stile grafico, al bizzarro e allegro miscuglio di colori, computer grafica e musica, e alla sua storia un po' sportiva, un po' sentimentale, un po' fantascientifica, assolutamente sopra le righe ma affascinante e calorosa. Non è una serie per tutti, perché la sua bizzarria può spaesare e lasciare scontenti. Tuttavia, i suoi personaggi strambi ma simpatici, i suoi balli così coinvolgenti e il suo ritmo che batte forte, all'unisono col cuore caldo e appassionato dei suoi personaggi, non si dimenticano facilmente. Se, come il sottoscritto, siete degli appassionati di ballo, vi piace l'hip hop e non riuscite ad ascoltare una canzone senza che il vostro corpo cominci a muoversi seguendo il ritmo, questa è la serie che fa per voi. Non ci saranno magari ragazze che ballano in discoteca, ma di coreografie ne vedrete tante, vi piaceranno e c'è un'altissima probabilità che vi metterete a rifarle dal vivo divertendovi un mondo.
In primis, perché, che io sappia, è l'unico interamente dedicato al tema del ballo (se invece mi sbaglio e ne conoscete altri di cui io sono all'oscuro, rendetemi partecipe e ve ne sarò immensamente grato).
Non tratta di ragazzine idol o di ballerine di danza classica (elementi, questi, già visti in altre produzioni), ma il ballo su cui si concentra è una scatenata e moderna street dance, un elemento su cui l'industria cinematografica ha prodotto innumerevoli film, ma che i cartoni animati giapponesi non avevano mai esplorato.
L'unicità di "Tribe Cool Crew" si nota non solo dal tema trattato, ma anche dallo stile con cui sceglie di raccontarlo, a cominciare dalla grafica. Approcciandoci a questo titolo, possiamo dimenticarci delle belle ragazze che ballavano in discoteca mostrate da molti anime degli anni '80, perché l'approccio grafico di "Tribe Cool Crew" è una cosa totalmente diversa.
Lo stile di disegno è caricaturale, infantile, "pop", con orecchie a punta, tratti semplici e irreali, personaggi che hanno i capelli e le fisionomie più strani e disparati: uno stile che rimanda un po' a quello di "Bust a groove" (una serie di videogiochi - tu guarda - sul ballo, usciti per la prima Playstation) e alle tante produzioni non giapponesi che si ispirano allo stile "manga" e fanno del "kawaii" il loro cavallo di battaglia.
Alla sobrietà delle discoteche degli anni '80, "Tribe Cool Crew" sostituisce un'esplosione di colori psichedelici, personaggi strambi, musica elettronica sparata a tutto volume e sequenze di ballo realizzate in computer grafica dove il mondo attorno alla pista può magicamente tingersi degli sfondi astratti più disparati. E' il trionfo dell'esagerazione e sicuramente è uno stile che può risultare sgradevole per chi si aspettava qualcosa di più classico e può restare infastidito dalle anatomie assurde dei personaggi, dalle loro orecchie a punta, dai loro polpastrelli colorati di rosso come se fossero feriti, ma non gli si può dire che non colpisca, che manchi di personalità o che non si adatti perfettamente al mondo esagerato e psichedelico che vuole creare.
E' una serie che evoca stranezza e unicità anche nelle due anime che lo compongono, procedendo parallelamente man mano che avanzano i vari episodi: quella del ballo, raccontata prendendo ad esempio il più classico schema degli anime sportivi, con un gruppo di personaggi che si conoscono, formano una squadra, si allenano e partecipano a varie esibizioni per poi arrivare al mega-torneo, e quella slice of life, che mostra la vita di questi personaggi, scandita anche dal passare delle stagioni e dalle varie ricorrenze che la trasmissione annuale della serie ha toccato in concomitanza col periodo di programmazione.
La componente sportiva viene, però, anch'essa contagiata dalla bizzarria che ammanta la serie, ed ecco che al mega-torneo di ballo che scandisce con le sue varie fasi la vita dei personaggi si affiancano pian piano esageratissimi elementi di spionaggio, fantascienza o sovrannaturale, con personaggi assolutamente sopra le righe, intrighi, colpi di scena, sorprese e momenti in cui l'incredulità dello spettatore sarà destinata a sospendersi più e più volte.
L'impianto fortemente "slice of life" della serie, invece, aiuta moltissimo ad empatizzare con i personaggi, il cui mondo viene esplorato in tutte le sfaccettature possibili: presentandone le famiglie, gli amici o i compagni di scuola, raccontandone la storia passata, creando pian piano profondi legami di rivalità e di amicizia fra loro e senza risparmiarsi vacanze al mare, viaggi fuori porta, uscite insieme, allenamenti, litigi, storie d'amore mostrate o suggerite.
Ci si affeziona immediatamente al piccolo ma energico Haneru, ballerino impulsivo ed esaltatissimo, e alla timida e dolce Kanon, talentuosa ma timida, che si nasconde dietro l'identità fittizia di una ballerina-youtuber estremamente famosa: due personaggi diversissimi tra loro che si trovano per caso a instaurare un'amicizia profonda e indissolubile, che li porterà ad ampliare i propri orizzonti e il proprio mondo, finendo per innamorarsi l'uno dell'altra, anche se la loro giovane età non gli permette di esprimerlo appieno se non attraverso i movimenti del corpo quando ballano sulla pista.
Simpaticissimi e molto azzeccati anche tutti gli altri personaggi, di cui vengono approfonditi le personalità, i legami, i problemi, il passato. A torreggiare su tutto il cast sin dalla prima puntata è, però, il celebre ballerino Jey El: idolo di quasi tutti i personaggi della storia, è un artista di fama internazionale che tutti conoscono ma in pochi hanno visto al di fuori dei suoi stretti collaboratori. Inizialmente presentato come una celebrità mostrata solo da schermi televisivi o manifesti pubblicitari, si scopre via via il suo essere un filantropo che gira il mondo per salvare gli orfani di guerra e lottare in nome della pace. E' una personalità sfuggente ma carismatica, i molti misteri che si porta dietro saranno uno degli elementi più intriganti che sorreggeranno tutta la serie.
"Tribe Cool Crew" è una serie allegra, caciarona, colorata e divertente, ricca di gag, musica e personaggi buffi. Nel suo rappresentare la vita dei personaggi a 360°, però, non manca di farsi, di tanto in tanto, anche sentimentale, riflessiva, toccante, parlandoci di crescita personale, di fiducia in sé stessi, di rapporti coi familiari, di amicizie d'infanzia che cambiano, di amici che prendono la strada sbagliata perché delusi da un fallimento, dell'allontanamento di una persona cara, della guerra e delle sue tragiche conseguenze.
In particolare, come gli anime sportivi da cui mutua in parte la sua struttura, anche qui lo sport che sta alla base della serie, il ballo in questo caso, diventa qualcosa che unisce le persone, donando loro gioia, sogni e bellissime esperienze formative. Così facendo, "Tribe Cool Crew" si premura di insegnare ai suoi spettatori ad avere fiducia in sé stessi, a farsi degli amici sinceri con cui condividere una passione, a rispettare i propri avversari perché l'amore per lo sport che si pratica è più forte di qualsiasi rivalità. E che forse, chissà, condividere una pista da ballo con altre persone e divertirsi a ballare insieme può abbattere le diversità e i conflitti e, in qualche modo, "salvare il mondo", come si dice nell'ultima puntata della serie.
Dispiace un po' che, pur essendo la musica un elemento assolutamente fondamentale, la serie non sia riuscita a valorizzarla appieno. Le sequenze di ballo sono ottime, ricche di diversi brani musicali molto accattivanti e variegati e con coreografie spettacolari che invogliano a provarle dal vivo e fanno andare in brodo di giuggiole gli appassionati di ballo. Peccato, però, che da una serie sul ballo ci si aspetterebbe molte più canzoni e infiniti CD in commercio, invece non è stato così. La colonna sonora, affidata alla prolifica e sempre apprezzatissima Avex, è molto bella e pregevole, ma la sigla d'apertura è solo una, "Heartbeat" degli emergenti e pubblicizzatissimi lol. Molto ben valorizzata all'interno della serie, con diversi arrangiamenti più o meno hip hop, comparsate degli artisti come guest star in un episodio e splendidi siparietti "live" a corredo degli episodi da essi presentati, in cui diversi giovani ballerini giapponesi si esibivano in spettacolari coreografie (questi stacchetti non sono stati incorporati negli episodi reperibili in rete, ma ho avuto la fortuna di guardarli in TV in Giappone). Da una serie del genere, però, ci si aspettava un numero maggiore di sigle, invece qui non c'era nemmeno la sigla di chiusura (imposizioni della rete televisiva, pare) e la bellissima ed enorme colonna sonora della serie (due dischi, uno per le musiche delle sequenze di ballo e uno per il resto degli score orchestrati) è stata commercializzata con molto ritardo, solo alla conclusione dell'anime.
"Tribe Cool Crew" è una serie talmente particolare da essere praticamente unica nel suo genere e a suo modo inimitabile, grazie al suo strambo stile grafico, al bizzarro e allegro miscuglio di colori, computer grafica e musica, e alla sua storia un po' sportiva, un po' sentimentale, un po' fantascientifica, assolutamente sopra le righe ma affascinante e calorosa. Non è una serie per tutti, perché la sua bizzarria può spaesare e lasciare scontenti. Tuttavia, i suoi personaggi strambi ma simpatici, i suoi balli così coinvolgenti e il suo ritmo che batte forte, all'unisono col cuore caldo e appassionato dei suoi personaggi, non si dimenticano facilmente. Se, come il sottoscritto, siete degli appassionati di ballo, vi piace l'hip hop e non riuscite ad ascoltare una canzone senza che il vostro corpo cominci a muoversi seguendo il ritmo, questa è la serie che fa per voi. Non ci saranno magari ragazze che ballano in discoteca, ma di coreografie ne vedrete tante, vi piaceranno e c'è un'altissima probabilità che vi metterete a rifarle dal vivo divertendovi un mondo.
Myriad Colors Phantom World
4.0/10
Annunciato nel tardo 2015, "Myriad Colors Phantom World" rappresenta un nuovo tentativo del famoso studio Kyoto Animation di uscire dalla sua sfera di competenza abituale. Non tutti i precedenti depongono a favore dell'azienda, in quanto l'ultimo tentativo di peso, "Kyoukai no Kanata", è risultato un confuso pasticcio in salsa sovrannaturale.
Ed è proprio il sovrannaturale l'elemento che rincontriamo anche qui, visto che la "trama" (le virgolette sono d'obbligo) ruota attorno a un gruppo di studenti che, come attività extrascolastica, utilizzano i loro poteri paranormali per dare la caccia a entità sovrannaturali chiamate Phantom. Non si sa molto di questi esseri, a parte il fatto che si sono manifestati in seguito a un incidente scientifico (che nel contempo ha portato allo sviluppo di capacità paranormali in determinati soggetti umani).
Come potete constatare, a questo giro hanno tentato di giocare almeno un po' in casa. Vi sono infatti diversi elementi comuni alle altre produzioni KyoAni: ambiente scolastico, gruppo di studenti, generali tendenze slice of life. Naturalmente potreste pensare che ciò sia dovuto a mancanza di intraprendenza e a una generale attitudine conservativa... e in effetti avreste ragione: "Phantom World" non presenta nulla che indichi un distacco con il passato, ne fa intuire che dietro di esso ci sia un progetto finalizzato alla produzione di un'opera destinata a rimanere "nei cuori delle persone".
Quello che invece noterete è l'estrema propensione all'utilizzo del fanservice. Nei primi episodi infatti potrete ammirare la prosperosa Mai, membro iniziale del progressivamente sempre più numeroso cast femminile, mentre attiva i suoi poteri per il combattimento corpo a corpo in maniera alquanto "peculiare" (e 'sballonzolosa'). Senza contare che, durante lo "sviluppo" (altra parolona) dell'opera, si accumulano ragazze per tutti i gusti: la perfettina un po' timida, la loli, la tipa impacciata nelle relazioni interpersonali e infine la piccola fatina phantom petulante. Insomma: la fiera delle stereotipie.
Questo può benissimo dare un'idea del tipo di fanservice sessuale a cui andremo incontro. Tipologia che, tutto sommato, in un bilancio finale risulta piuttosto contenuta e in calo progressivo (a parte qualche impennata episodica). Eppure quello non è l'unico tipo di fanservice presente nell'opera, di certo non è il peggiore e non è nemmeno il più subdolo.
Per indagare questo nuovo, inquietante aspetto, dovrete per prima cosa indirizzare l'attenzione sull'unico membro maschile dell'intera brigata (no, non è un harem, anche se c'è qualche strizzatina d'occhi occasionale). Il suo nome è Haruhiko Ichijo, ed è uno degli esseri più pedanti che potreste incontrare sul piccolo schermo. All'inizio di quasi ogni episodio tenterà di mettere a dura prova i vostri nervi per mezzo di uno 'spiegone' di qualche minuto, e solo a fine episodio realizzerete che l'attinenza di quel fiume di cose a caso con ciò che avete visto è, nella migliore dell'ipotesi, solo minima. Questo è un altro tipo di fanservice utilizzato dall'opera, ovvero le sparate intellettualoidi per fingere di darsi un tono che, altrimenti, la serie non avrebbe nella maniera più assoluta.
Un altro pessimo aspetto di quest'opera è la sceneggiatura. E, non ci crederete ma è così, il fanservice sale di nuovo sul banco degli imputati. Il format della serie è essenzialmente quello autoconclusivo, e ciò significa che ci troveremo di fronte a dodici storie diverse (le puntate 12 e 13 formano un mini-arco). Naturalmente si fa necessaria una certa pianificazione per ogni episodio, al fine di rendere ogni storia interessante e non ripetitiva. Tuttavia in "Phantom World" assistiamo a una fondamentale fusione di fanservice e sceneggiatura, dove la seconda spesso si mette al servizio della prima.
Avremo dunque un episodio di ricerca del gatto smarrito dove le nostre eroine diventeranno nekomimi (ragazze gatto); un altro episodio dove la fatina diverrà grande, per la gioia di tutti coloro che volevano shippare l'unico maschio del mazzo con l'essere più improbabile, e cose simili.
Sostanzialmente si è deciso di dedicare ogni episodio a un certo elemento (nekomimi, shipping ecc.) e gli si è costruita attorno una sceneggiatura ad hoc. E questo spiega la mediocrità della quasi totalità dei vari episodi autoconclusivi.
Il tutto condito, ovviamente, dai già citati 'spiegoni' al limite dell'inutilità (quasi come volessero dare una parvenza di giustificazione a ciò che vi accingete a vedere).
Ma non è tutto: in quest'opera c'è anche margine per un deciso excursus fra i diversi generi, e vi troverete addirittura a vedere degli episodi più o meno drammatici. Tuttavia i più smaliziati (oppure i meno tramortiti dallo 'spiegone' iniziale) si renderanno ben presto conto che, per via della caratterizzazione dei personaggi (o meglio, la mancata caratterizzazione), è impossibile imbastire qualcosa di serio o addirittura drammatico, generando situazioni surreali dove si raggiunge un'elevata seriosità senza motivo. Null'altro che l'ennesimo tentativo di dare un tono all'opera in modo furbo, senza tentare di agire sugli elementi che la rendono pessima.
La conseguenza è che, paradossalmente, gli episodi più godibili sono quelli più espliciti, ovvero quelli che tentano di mascherare meno la vera natura dell'anime. Tali episodi sono quelli più tendenti alla commedia (forse il genere di quelli utilizzati che risente di meno della mancata caratterizzazione).
L'opera dunque continua a barcamenarsi in questo modo, con pochi alti poco alti e molti bassi alquanto bassi, fino al mini-arco finale. Visto il doppio minutaggio, avrebbero potuto costruire qualcosa con una maggiore profondità, ma, con una perfetta quanto fuori luogo coerenza con sé stessi, gli autori hanno deciso di regalarci un finale con tematiche e idee talmente abusate e stereotipate da sfiorare il ridicolo.
E ora veniamo all'unico punto veramente convincente dell'opera: il comparto video.
Le animazioni sono fluide e generalmente ben fatte, e i combattimenti sono piacevoli da vedere. Anche le animazioni del seno di Mai sono di ottima qualità, e i fondali sono generalmente di buon livello. Il chara design è piuttosto in linea con quello che KyoAni ci ha già mostrato in altri suoi lavori. Sul lato audio invece devo constatare la presenza di scelte piuttosto anonime, dove si salvano solo le sigle.
In conclusione, "Myriad Colors Phantom World" è senz'altro una serie da evitare. Le poche idee, unite alla loro pessima realizzazione, le impediscono di prendere il volo, e le furberie utilizzate per tentare di nobilitare la mediocrità giocano senz'altro a suo sfavore. Solo la confezione ha una parvenza di decenza, cosa che senz'altro non basta per un giudizio positivo. Non è nemmeno consigliata a chi cerca un intrattenimento leggero: vi sono opere realmente senza pretese che mixano bene i loro pochi ingredienti per dare vita a un intrattenimento decente, e vi consiglio vivamente di orientarvi verso di esse. Quest'opera invece finge di essere ciò che non è, e spera che voi fingiate di non accorgervene. Vedetevi altro.
Ed è proprio il sovrannaturale l'elemento che rincontriamo anche qui, visto che la "trama" (le virgolette sono d'obbligo) ruota attorno a un gruppo di studenti che, come attività extrascolastica, utilizzano i loro poteri paranormali per dare la caccia a entità sovrannaturali chiamate Phantom. Non si sa molto di questi esseri, a parte il fatto che si sono manifestati in seguito a un incidente scientifico (che nel contempo ha portato allo sviluppo di capacità paranormali in determinati soggetti umani).
Come potete constatare, a questo giro hanno tentato di giocare almeno un po' in casa. Vi sono infatti diversi elementi comuni alle altre produzioni KyoAni: ambiente scolastico, gruppo di studenti, generali tendenze slice of life. Naturalmente potreste pensare che ciò sia dovuto a mancanza di intraprendenza e a una generale attitudine conservativa... e in effetti avreste ragione: "Phantom World" non presenta nulla che indichi un distacco con il passato, ne fa intuire che dietro di esso ci sia un progetto finalizzato alla produzione di un'opera destinata a rimanere "nei cuori delle persone".
Quello che invece noterete è l'estrema propensione all'utilizzo del fanservice. Nei primi episodi infatti potrete ammirare la prosperosa Mai, membro iniziale del progressivamente sempre più numeroso cast femminile, mentre attiva i suoi poteri per il combattimento corpo a corpo in maniera alquanto "peculiare" (e 'sballonzolosa'). Senza contare che, durante lo "sviluppo" (altra parolona) dell'opera, si accumulano ragazze per tutti i gusti: la perfettina un po' timida, la loli, la tipa impacciata nelle relazioni interpersonali e infine la piccola fatina phantom petulante. Insomma: la fiera delle stereotipie.
Questo può benissimo dare un'idea del tipo di fanservice sessuale a cui andremo incontro. Tipologia che, tutto sommato, in un bilancio finale risulta piuttosto contenuta e in calo progressivo (a parte qualche impennata episodica). Eppure quello non è l'unico tipo di fanservice presente nell'opera, di certo non è il peggiore e non è nemmeno il più subdolo.
Per indagare questo nuovo, inquietante aspetto, dovrete per prima cosa indirizzare l'attenzione sull'unico membro maschile dell'intera brigata (no, non è un harem, anche se c'è qualche strizzatina d'occhi occasionale). Il suo nome è Haruhiko Ichijo, ed è uno degli esseri più pedanti che potreste incontrare sul piccolo schermo. All'inizio di quasi ogni episodio tenterà di mettere a dura prova i vostri nervi per mezzo di uno 'spiegone' di qualche minuto, e solo a fine episodio realizzerete che l'attinenza di quel fiume di cose a caso con ciò che avete visto è, nella migliore dell'ipotesi, solo minima. Questo è un altro tipo di fanservice utilizzato dall'opera, ovvero le sparate intellettualoidi per fingere di darsi un tono che, altrimenti, la serie non avrebbe nella maniera più assoluta.
Un altro pessimo aspetto di quest'opera è la sceneggiatura. E, non ci crederete ma è così, il fanservice sale di nuovo sul banco degli imputati. Il format della serie è essenzialmente quello autoconclusivo, e ciò significa che ci troveremo di fronte a dodici storie diverse (le puntate 12 e 13 formano un mini-arco). Naturalmente si fa necessaria una certa pianificazione per ogni episodio, al fine di rendere ogni storia interessante e non ripetitiva. Tuttavia in "Phantom World" assistiamo a una fondamentale fusione di fanservice e sceneggiatura, dove la seconda spesso si mette al servizio della prima.
Avremo dunque un episodio di ricerca del gatto smarrito dove le nostre eroine diventeranno nekomimi (ragazze gatto); un altro episodio dove la fatina diverrà grande, per la gioia di tutti coloro che volevano shippare l'unico maschio del mazzo con l'essere più improbabile, e cose simili.
Sostanzialmente si è deciso di dedicare ogni episodio a un certo elemento (nekomimi, shipping ecc.) e gli si è costruita attorno una sceneggiatura ad hoc. E questo spiega la mediocrità della quasi totalità dei vari episodi autoconclusivi.
Il tutto condito, ovviamente, dai già citati 'spiegoni' al limite dell'inutilità (quasi come volessero dare una parvenza di giustificazione a ciò che vi accingete a vedere).
Ma non è tutto: in quest'opera c'è anche margine per un deciso excursus fra i diversi generi, e vi troverete addirittura a vedere degli episodi più o meno drammatici. Tuttavia i più smaliziati (oppure i meno tramortiti dallo 'spiegone' iniziale) si renderanno ben presto conto che, per via della caratterizzazione dei personaggi (o meglio, la mancata caratterizzazione), è impossibile imbastire qualcosa di serio o addirittura drammatico, generando situazioni surreali dove si raggiunge un'elevata seriosità senza motivo. Null'altro che l'ennesimo tentativo di dare un tono all'opera in modo furbo, senza tentare di agire sugli elementi che la rendono pessima.
La conseguenza è che, paradossalmente, gli episodi più godibili sono quelli più espliciti, ovvero quelli che tentano di mascherare meno la vera natura dell'anime. Tali episodi sono quelli più tendenti alla commedia (forse il genere di quelli utilizzati che risente di meno della mancata caratterizzazione).
L'opera dunque continua a barcamenarsi in questo modo, con pochi alti poco alti e molti bassi alquanto bassi, fino al mini-arco finale. Visto il doppio minutaggio, avrebbero potuto costruire qualcosa con una maggiore profondità, ma, con una perfetta quanto fuori luogo coerenza con sé stessi, gli autori hanno deciso di regalarci un finale con tematiche e idee talmente abusate e stereotipate da sfiorare il ridicolo.
E ora veniamo all'unico punto veramente convincente dell'opera: il comparto video.
Le animazioni sono fluide e generalmente ben fatte, e i combattimenti sono piacevoli da vedere. Anche le animazioni del seno di Mai sono di ottima qualità, e i fondali sono generalmente di buon livello. Il chara design è piuttosto in linea con quello che KyoAni ci ha già mostrato in altri suoi lavori. Sul lato audio invece devo constatare la presenza di scelte piuttosto anonime, dove si salvano solo le sigle.
In conclusione, "Myriad Colors Phantom World" è senz'altro una serie da evitare. Le poche idee, unite alla loro pessima realizzazione, le impediscono di prendere il volo, e le furberie utilizzate per tentare di nobilitare la mediocrità giocano senz'altro a suo sfavore. Solo la confezione ha una parvenza di decenza, cosa che senz'altro non basta per un giudizio positivo. Non è nemmeno consigliata a chi cerca un intrattenimento leggero: vi sono opere realmente senza pretese che mixano bene i loro pochi ingredienti per dare vita a un intrattenimento decente, e vi consiglio vivamente di orientarvi verso di esse. Quest'opera invece finge di essere ciò che non è, e spera che voi fingiate di non accorgervene. Vedetevi altro.
Visto che è un'opera organizzata in archi narrativi, più che altro trovo che alcuni di essi siano meno efficaci di altri.
Questo perché è un'opera che utilizza diversi cliché ben assodati (body swap, regressione d'età, ecc...), ma alcune volte li utilizza bene, altre un po' meno.
Invece l'OAV Michi Random l'ho trovato un'aggiunta abbastanza inutile (e qualitativamente non riuscita).
L'altra opera che ho visto è Phantom World, e ovviamente ne sconsiglio la visione per i motivi argomentati.
Su phantom world concordo con meganoide, nel giudizio e nella valutazione numerica. Si muove tra il noioso e il trash.
È davvero stancante.
Quanto è diventato ostico questo sito...
Su Myriad Colors Phantom World mi trovo d'accordo sui commenti e sul fatto che non ne consiglierei la visione, dato che ci son opere nettamente migliori. Tuttavia, nella marea di confusione e fanservice, mi sento di dire che qualcosa di positivo me l'ha lasciato, anche se sono stati pochi momenti, sono pur sempre stati dei bei momenti, quindi io almeno un 6 tirato glielo avrei dato.
Qualcosa?
O "qualcosa"? XD
(che poi in realtà, come ho scritto, il fanservice sessuale è una delle cose "meno peggiori" dell'opera).
Certo che è proprio un lavoro ingrato lavorare su AC visto il livello delle critiche.
Che poi avere xs-4 e xs-8 sia un errore è probabilmente vero, e potrebbero risolvere o togliendo l'immagine o mettendo xs-12 a entrambe (imho le due colonne hanno senso da md in su), ma c'è modo e modo di segnalare la cosa.
Detto questo, stroncatura a Phantom World + avatar di Neko sensei, like obbligatorio a Meganoide.
Inizio a pensare che Ishihara, lavorando da solo, non riuscirà mai a fare una serie di mio gradimento (meno male che in KyoAni lo affiancano spesso, non oso pensare a cosa sarebbe potuto uscire da Euphonium senza la Yamada).
Spero che dopo questa trascurabilissima parentesi tornino alle cose che sanno fare meglio - e che non gli salti in mente di fare una s2, pls.
"Myriad Colors Phantom World" non è piaciuto neanche a me, forse il quattro assegnato è un po' eccessivo, però in linea generale sono d'accordo con la recensione.
sono d'accordo con te, anche se non ha brillato e due episodi sono stati inutili, di certo è un anime che un senso ce l'ha e insegna dei sani principi, e non mi riferisco a quelli di inizio episodio.
@Meganoide
scherzi a parte XD
negli ultimi anni un 6 se lo meritava, soprattutto con la sopraggiunta di molti anime tratti da videogiochi, ad esempio la miriade di Reverse-Harem inconsistenti e incocludenti, oppure serie come Divine Gate.
Insomma, se non si considerassero gli anime inguardabili, sarei anche d'accordo, quindi magari almeno un 6 se lo meritava dato che fra varie morali, il fan service, la sottile trama e l'idea generale. Singolarmente le cose non brillano, tuttavia nel complesso è un'opera decente
Se li analizzi però sono davvero poca cosa, inconsistenti, limitati in genere a un solo episodio e risolto in modo facilone, solitamente sconfiggendo il fantasmino di turno.
Emblematico il "dramma" di Reina, sottomessa ai genitori che non accolgono di buon occhio l'uso dei poteri e la cui sorella, l'unica con cui andava d'accordo, era scappata di casa anni prima.
Il tutto come si conclude? A fine episodio si scopre che off-screen i genitori hanno cambiato totalmente idea e ora accettano che lei faccia parte del club e usi i poteri.
C'era chi pensava che la vicenda sarebbe stata ripresa ed espansa negli episodi successivi... ma ovviamente non è successo niente.
Tutti i drammi si risolvono da soli e senza nessun reale conflitto tra i personaggi, basta sconfiggere il cattivo della settimana.
Roba che i robottoni episodici degli anni '70 erano più profondi.
@Tacchan: Anche su mobile (col-xs su bootstrap) le review hanno una colonna con col-xs-4 per l'immagine e una con col-xs-8 per il testo. Considerando uno schermo 16:9 di un telefono avere un terzo di schermo bianco non è proprio il massimo, e sarebbe molto più leggibile se su mobile il testo della review occupasse tutta la larghezza.
Myriad l'avevo droppato al primo episodio. La grafica era molto bella, come sempre ma il fanservice non riesco a reggerlo.
"Myriad Colors Phantom World" mi deluderà? Chissà... Da fan KyoAni spero di no, ma i presupposti non mi sembrano confortanti...
Partendo dalla parte iniziale che si prende circa 2-3 puntate, ogni episodio successivo (tralasciando i due episodi sopracitati), svela il passato, retroscena, drammi ecc ecc di ogni singolo personaggio. E' palese che non è che siano affrontati con uno spessore sopraffino né con spunti originali, ma a seconda del personaggio a cui è dedicato il plot narrativo dell'episodio. E' una produzione che si prende poco sul serio, tentando di amalgamare serietà (quella poco sventagliata che si presenta) con una comicità (riuscita, imho) e fanservice che ormai contraddistinguono la maggior parte delle produzioni (sfido chiunque ad uno sguardo grossolano a trovarmi una sostanziale differenza tra Absolute Duo, The Asterisk Wars e Rakudai Kishi no Eyuudan, dei tre l'ultimo solamente pare una produzione sufficientemente superiore). Detto questo, ripeto nuovamente, il suo scopo non è certo quello di essere ricordato come la migliore produzione del suo anno o della sua stagione, ma quello di far divertire lo spettatore nell'intera visione. Di sicuro con una formula episodica maggiore, avrebbe di certo goduto di un approfondimento introspettivo migliore, anche per il cast dei personaggi, che alla fine si ricordano sì, ma più per la loro verve comica e non per altro. Quello che rimane è un anime che preso da un punto di vista dell'entertainment e della comicità dice sicuramente la sua, ma è sicuramente povero di quello spessore che caratterizza le maggiori produzioni. Il voto è francamente esagerato, specie quando in giro ci sono produzioni molto (e sottolineo molto) peggiori.
Myriad Colors Phantom World è stata una delusione che salvo solo sul lato tecnico che è veramente pregevole. La trama è semplicemente ingiudicabile in quanto non c'è: la formula episodica è stato un fallimento e per tappare i buchi si è ricordo ad un fanservice forse troppo sfacciato ed invadente.
Solo due? DUE?
Tralasciando i primi 2 episodi, dove il fanservice sessuale è più vistoso, secondo te nel resto dell'opera questo scompare?
Vogliamo parlare dell'episodio dove lo spiegone iniziale verte su uno dei dettami della meccanica quantistica (incarnato nel paradosso del gatto di Schrodinger) al fine di giustificare un episodio con le nekomimi?
Vogliamo parlare dell'episodio della sorgente termale?
Vogliamo parlare dell'episodio dove la petulante fatina ha finalmente la possibilità di diventare una possibile spasimante per il nostro pedante protagonista?
E questo solo per tirare in ballo le puntate con una componente più o meno sessuale maggiormente marcata.
Autoquotandomi un passaggio:
vorrei far notare che il fanservice di quest'opera in molti episodi è proprio insito a livello sistemico, e ne impregna quasi ogni aspetto.
E aggiungo altre cose non menzionate in modo esplicito nella recensione: per prima cosa il fanservice sessuale in quest'opera è stato utilizzato solo come un'esca. È abbastanza palese che sia stato messo per strizzare un occhio verso gli amanti dell'ecchi (assieme al largo cast femminile di corredo all'unico gallo), e questa è una delle furberie che svalorizzano l'opera.
Chibi Goku poi ha già argomentato esaurientemente i problemi di fondo di quello che è stato "l'apice drammatico" dell'opera, ma vorrei fare un'aggiunta.
Visto che, secondo te, quest'opera è:
allora perché hanno inserito così tante divagazioni?
Bene: anch'esse sono parte del fanservice dell'opera (da ricordare che fanservice non significa necessariamente fanservice sessuale), in quanto è stato è stato tirato su un drammino privo di sufficiente background (sia nei personaggi, sia nelle premesse) per andare incontro agli amanti degli pseudodrammi.
Discorso simile si può fare con l'episodio "fantasy".
E allora perché mettere gli spiegoni pseudo-intellettuali?
Oltre ad ammazzarti di noia, danno un tono che viene costantemente disatteso.
Quest'opera è stata costruita con estrema confusione e furberia, tenta costantemente di dare un colpo alla botte e un colpo al cerchio ma fallisce quasi sempre. Insomma: era un disastro già prima di andare in onda.
Forse il quattro assegnato a Myriad Colors Phantom World è un po' eccessivo ma non si può negare che la serie sia stata una delusione dal punto di vista della trama e dei personaggi.
> ci si lamenta del fanservice sessuale e della trama banale
=
> ordina una pizza ai 4 formaggi
> ci si lamenta del formaggio e in particolare del gorgonzola
E vabbeh
Adesso oltre al fanservice drammatico esiste anche il fanservice intellettualoide...eh, dovete scusarmi ma io son della vecchia scuola; per me esiste solo tecnico, violenza e tette.
quindi secondo questo ragionamento:
>è un anime ecchi
>deve essere solo bocce e niente trama, ed è inconcepibile aspettarsi dell'altro
e vabbeh
In sintesi è inconcepibile dare un 4 ad un ecchi solo per l'eccessiva presenza di fanservice o per la mancanza di una trama più sviluppata. Vuol dire che tu, che hai scritto il commento, non fai parte del target al quale è destinata l'opera
Ogni serie si basa sul far successo su una determinata tipologia di pubblico, ovvio che per piacerti devi far parte di quella determinata categoria di persone.
Fix'd.
Meganoide ti sfugge il semplicistico fatto che, e sottolineo nuovamente, è un anime comico. Ma che background gli vuoi andare a trovare ? Ma divagazione di cosa poi ? Un minimo di plot e background ci deve essere. Sì, ci sono dei momenti (melo)drammatici, secondo la mia modesta opinione amalgamati bene, ma nulla di che, è un pretesto "costruito" per dedicare le puntate ai personaggi ed introdurli nella loro interezza. Le due puntate a cui mi riferisco, sono state concepite e strutturate per il fanservice in sé e per sé, senza nulla aggiungere alla trama, per questo ho sottolineato la cosa. Per quanto riguarda infine l'intellettualità, è trattata in maniera marginale e come pretesto per spiegare ciò che accadrà negli episodi, non credo il fine sia di elevarsi a più che una mera introduzione volutamente sarcastica dell'episodio. Secondo me hai guardato l'anime con il piglio completamente sbagliato, decontestualizzandolo dai generi d'appartenenza (Ecchi e Commedia). Ripeto non è una produzione memorabile, ma non è neanche così pessima come sottolineate.
L'assunto fanservice = ecchi però lo stai facendo tu ora.
Il problema che si voleva sottolineare è che il "fanservice" è presente in ogni componente dell'anime, che quindi risulta un pastrocchio neanche troppo ben definibile.
Strizza l'occhio agli amanti delle tette ma a conti fatti sono sempre le stesse quattro scenette, propone citazioni intellettuali ma queste non hanno alcuna rilevanza ai fini della trama, crea situazioni drammatiche ma le stesse si risolvono da sole, inserisce una marea di tizie intorno al protagonista ma non si crea un vero e proprio harem ecc ecc.
A conti fatti un anime che non dice assolutamente niente, un fallimento.
Non trovo nemmeno che faccia ridere, e sicuramente non propone gag originali, per me è impossibile assegnargli una sufficienza (poi 4 o 5 o 5.5 o 6- cambia niente, rimane un anime che va giusto bene per passare 20 minuti se non si ha niente di meglio da fare, e ce ne sono decine di migliori anche in questo).
Ma infatti non ha proprio senso questo ragionamento. Capisco le critiche, anche perché ben argomentate, ma ripeto nuovamente ci sono opere su cui davvero la trama latita, ma non è questo il caso secondo me.
su kokoro connect anche a me è piaciuto tutt' e due le serie
Vero. Dipende sempre dal quantitativo di poppe presente :3 ma per Phantom il problema non sussiste dato che è propriamente un ecchi. Volevano fare una serie dove le poppe e la bellezza delle tizie fossero un carattere predominante. Ci son riusciti alla grande (il web è letteralmente esploso per Reina e Mai). Hanno accontentato il pubblico al quale l'opera era rivolta. Non vedo assolutamente dove sia il fallimento
Perché devono esserci? Ci sono commedie "ignoranti" che fanno sganasciare dalle risate pur avendo personaggi estremamente stereotipati e un background estremamente banale.
Qui invece mettono gli spiegoni a muzzo, elementi ecchi (Phantom World non è totalmente una commedia ecchi, checché ne diciate il contrario), drammini, l'episodio fantasy inutile ecc... ecc...
Dai, non è una commedia ecchi: è uno zibaldone malfatto.
Perché mi aspetto che la gente legga le recensioni?
Ahhhh, perché mi aspetto che la gente legga i commenti?
Certo, chiudiamo gli occhi sul resto.
Quindi gli spiegoni senza senso sono una cosa normale ?
Chissà perchè in "A qualcuno piace caldo " non ho visto nessuna scena in cui si parlava del panteismo Spinoziano. Ci sarebbe stata proprio bene, visto che è una commedia senza pretese.
Quindi è riconducibile ad un "diario personale" delle esperienze (bislacche) dell'autore ? Non credo proprio. Gli spiegoni sono marginalmente trattati ma sono strutturati per avere un compito ben preciso, fare da introduzione, non vedo nessun secondo fine né un'elevazione contenutistica, ma una pura e semplice spiegazione del fenomeno, che ha un minimo risvolto nell'episodio. E' uno spunto, non è messo lì tanto per, dire il contrario significa non aver capito l'intento dell'autore e della produzione. Può piacere, non può piacere ma il suo scopo è quello. Se poi vogliamo parlare dell'aria fritta e buttarla sul parere personale senza guardare oggettivamente i contenuti stiamo belli che freschi. A tuo parere poi la puoi definire come vuoi, ma è e rimane una commedia con stampo fortemente ecchi.
Ma perché Myriad Colors Phantom World cos'è ? Non credo sia la nuova "Critica della Ragion Pratica" né la tragedia shakespeariana di Amleto.
In origine il termine indica un insieme incoerente di cose o persone, un'accozzaglia di roba, in parole povere. Il sommo Leopardi ha scritto sì uno Zibaldone, ma "Zibaldone di pensieri", una raccolta di pensieri non per forza legati l'uno all'altro, da cui l'aspetto di "diario personale". Però no, zibaldone non vuol dire esclusivamente raccolta di pensieri.
Bastava googlare il termine e la risposta appariva da sé.
Quindi possono esistere commedie ecchi divertenti, e commedie ecchi da far lacrimare gli occhi.
Supponendo di dare per buona la definizione di "commedia ecchi" a Phantom World (e non è propriamente giunto in quanto: a) vi sono elementi esterni al genere; b) la comicità è alquanto dozzinale e non sempre centrale nell'opera; c) voglia di tirarmi una raspa proprio non me l'ha fatta venire nemmeno per un minuto), questo non la innalza dalla sua notevole mediocrità.
In effetti...
Non è che lo "Zibaldone" di Leopardi lo si possa identificare come un'opera coerente e ben strutturata, ma diversificata e dettata dalla provvisorietà. Siccome si tende a criticare fortemente l'autore dell'opera, pensavo che la citazione ci stesse, visto che il termine è stato tirato in ballo. Comunque la tua spiegazione è un tantino carente sull'etimologia, ti invito a guardare questo link: http://unaparolaalgiorno.it/significato/Z/zibaldone.
Colgo la frase: "Ma un altro connotato fondamentale di questa parola è l'ironia: l'ordine e la coerenza non sono valori assoluti, anzi; la fantasia e il procedere in ordine sparso permettono l'emersione di idee e sentimenti che non si sarebbero potuti incasellare in un disegno prestabilito. Lo zibaldone lo sa; e se da un lato censura blandamente il disordine, dall'altro sorride al fervore magmatico."
Senza saperlo, Meganoide ha fatto un apprezzamento sull'anime !
Ironia a parte, davvero si sta rasentando un tantino l'esagerazione, mi sembra di vedere la stessa logica con cui certa utenza critica "One Punch Man" perché le scene d'azione a volte sono risicate ed il risultato degli scontri di Saitama è sempre scontato. La comicità non arriva a tutti di un'opera, di certo in parte (è un pensiero personale) la reputo colpa dell'opera stessa, vuoi perché (l'opera) parla di argomenti di nicchia, vuoi perché è strutturata in malo modo da non farne risaltare i momenti apice, ma in parte è anche una mancanza dell'utente, che non riesce a cogliere con il piglio giusto cosa l'opera vuole trasmettere e dire. Non si basa di certo sul parere personale quest'ultimo concetto, in quanto è l'autore stesso a deciderlo ed a circoscriverlo in fase di stesura e lavorazione.
Non penso proprio, visto che si sta argomentando sulla verve comica dell'opera, altro sua caratteristica principale. Se a te poi come ben dici non t'ha fatto granché ridere ma non ti ha dato l'intenzione di darti la suddetta "zappa sui piedi", forse dovresti rivedere la tua valutazione, perché se una produzione è mediocre come ben dici, analizzando i voti in sé e per sé, lo deve essere in ogni suo aspetto. Con questa affermazione hai affermato il contrario.
Perché dovrei?
Ho ampiamente argomentato la carenza nella caratterizzazione dei personaggi, la scarsissima fattura della sceneggiatura, il deplorevole tentativo di attirare consenso toccando in maniera superficiale diversi generi, l'utilizzo di diversi tipi di fanservice per sostenere la struttura dell'opera.
Alla fine i fatti sono questi.
Detto questo stai andando parecchio OT, cerchi di attribuire ai discorsi degli altri un senso che in realtà non hanno e le tue argomentazioni sono più labili di un cristallo di gesso. La discussione di qui in poi mi pare inutile
Ehi voi, il web è dalla vostra
Ironia questa sconosciuta. Prendete la vita con più montana ogni tanto (cit.). Detto questo ho solamente fatto notare che il significato della parola non calzava a pennello, e solamente detto che la tua definizione era grossolona e mancante, visto che ha diversi significati il termine. Prendo atto che non ti piacciono le mie argomentazioni, dopodiché concludo anche perché stiamo andando a finire sul personale. Il mio l'ho detto, le critiche le ho argomentate, se poi non piace quel che dico amen, me ne farò una ragione. Una buona continuazione.
(ironic mode on) E tu sei un bel semi-troll che non manca mai in una sana discussione ! Inserire Sgarbi è un must have ormai. (ironic mode off)
Di una cosa ti debbo dare sicuramente atto, le protagoniste dell'anime sono divenute famigerate, per gli ovvi motivi stilistici (anche). Penso che la produzione, uno dei suoi obiettivi, lo abbia pienamente raggiunto ! xD
Per le tizie sì :3 tutti i portali e i vari chan son stati letteralmente invasi dalle tipe di quella serie xD
Ha lasciato una bella impronta sopratutto su quelle che poi diventano le fragilità dei ragazzi.
Non avrei scommesso un soldo bucato sulla modalità scambio, ma ricordo che quella volta rimasi sorpreso sopratutto per via di una componente più seriosa.
Kokoro Connect: E' uno dei miei 10/10, dopo averlo rivisto più volte. E' un anime che amo soprattutto per aver ridotto il sovrannaturale a un perfetto strumento per esplorare il vero cuore dell'opera, che sono i rapporti fra i protagonisti e la loro crescita come "gruppo" e come individui. E l'arco finale chiude almeno una parte della cosa, ma si sente che avrebbe dovuto esplorare il resto del materiale (del resto l'anime copre 4 volumi su 12 della LN), ma non lo vedremo mai per via del famoso scandalo che ha chiuso la possibilità di altri adattamenti animati.
Phantom World: Qui sarei un filo meno cattivo come voto finale (5/10) ma effettivamente è l'esempio di come anche la KyoAni, pur regalandoci al solito animazioni, disegno e uso di alcune inquadrature superiore come sempre al resto che si vede in giro, se il materiale di partenza e l'adattamento come sceneggiatura è carente, poco può fare. E' un anime mediocre, anche bruttino, che soffre profondamente di una mancanza cronica di qualità della sceneggiatura (e la logica mi dice che anche il materiale originale non fosse quindi di grandissima qualità). E' un filler che chi vuole vedere dei combattimenti bene animati e un bel po' di fanservice può anche vedere, per il resto... passate oltre. Vediamo cosa la KyoAni riuscirà a tirare fuori dall'adattamento del miglior manga degli ultimi anni (Koe no Katachi) che è nelle mani migliori possibili (la Yamada)...
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