Attenzione: l'editoriale potrebbe contenere spoiler per chi non è in pari con la serie, considerato che al momento della stesura, l'ultimo episodio uscito è il 24.
Inutile girarci intorno: la conclusione dell'ultimo episodio andato in onda di Tiger Mask W mi ha lasciato come il famoso "shocked Undertaker guy", che tanti meme ha generato in passato, spingendomi a delle riflessioni su questa serie che, per mille motivi, si è ritrovata sulle spalle sin dalla nascita il difficile fardello di portare avanti non solo il mito dell'originale, ma anche quel sottostrato, molto importante ma non visibile a tutti, di cultura pop e di "atmosfera" incastonata in un preciso periodo storico di cui le vicende di Naoto Date erano pregne.
Al di là del mantenuto citazionismo a wrestler reali vari ed eventuali, ben difficile compito era quello di ricreare l'atmosfera originale e, allo stesso tempo, non risultare anacronistici: diciamocelo, Naoto Date era un concentrato di sfiga, circondato da persone concentrate di sfiga, mentre al giorno d'oggi è improbabile (voglio sperare) che un paese sviluppato come il Giappone abbia orfanelli in baracche d'amianto e legno ricavato da alberi del male, ragion per cui, per forza di cose, il background dei personaggi e la loro drammaticità intrinseca hanno dovuto subire uno spostamento: la serie è più leggera di quella storica perché stiamo vivendo un'epoca più leggera (per fortuna) noi stessi, l'unica alternativa era quella di ambientare la serie in Kosovo, o in Medio Oriente, ma l'orgoglio nazionalista di cui è impregnata la figura dell'Uomo Tigre non lo avrebbe mai permesso.
Il Giappone è cambiato, e il wrestling è cambiato: se un tempo era molto più "posato", dopo l'Hulkamania e la Rock & Wrestling Connection che hanno colpito le federazioni americane negli anni '80, il wrestling è diventato sempre più cultura pop kitsch e bizzarra, ed era impossibile far finta di nulla nel generare un nuovo anime sul tema: fingere che non esistano le musiche d'entrata, i fuochi d'artificio, le gimmick (personalità dei wrestler) bizzarre, soprattutto in Giappone, dove intere federazioni si basano su un wrestling "comico", fatto di onde energetiche e bambole gonfiabili lottatrici sarebbe stato come nascondere la testa sotto la sabbia, nel nome di bei tempi andati che oggi non si riconoscono più.
Giusto, quindi, allontanarsi da un wrestling "demodè" come quello della serie originale per avvicinarsi a qualcosa di più moderno, attuale, e l'introduzione del personaggio di Fukuwara Mask (che però viene approfondito abbastanza da farci capire come non sia solo una figura comica) non fa che rendere ancora più "realistico" il mondo di Tiger Mask W, rispetto a quello reale: la figura del wrestler comico, che sia un James Ellsworth o un Ryusuke Taguchi, piaccia o non piaccia ha il suo senso all'interno dello show, ed era impossibile ignorarla in un anime che vuole parlare, principalmente, del wrestling e dell'anima del wrestler.
Altro profondo cambiamento che Tiger Mask W non ha, saggiamente, potuto ignorare è la recente "Women's Revolution", che ha portato a una rivalutazione del wrestling femminile, mettendo in luce tante brave lottatrici che fino a qualche anno fa avevano ben poco tempo a disposizione per poter mostrare le loro capacità sul ring (e questo è un problema che, in un episodio, viene messo in luce), senza dover essere anche (o soprattutto) delle supermodelle.
Tutta la sottotrama dedicata ad Haruna e al suo allenamento come Spring Tiger offre la possibilità di parlare di wrestling femminile e di dargli l'attenzione che merita, per quanto la "rivoluzione" sia partita dall'America (e questo i giapponesi lo sanno bene, tant'è che in un episodio Miss X omaggia Charlotte Flair con la sua Figure-Eight Leglock), anche perché gli occhi di tutto il mondo, ora, sono puntati su una fortissima lottatrice giapponese che negli Stati Uniti sta facendo quello che le pare con qualsiasi avversario, infrangendo record su record: Asuka, ex principessina delle federazioni femminili giapponesi, ora imperatrice di NXT.
Tutto cambia perché nulla cambi, quindi, e Tiger Mask W abbandona molti tratti distintivi della serie storica per poter rimanere fedele a sé stesso e alla disciplina che vuole raccontare: meno sangue (d'altronde non capita praticamente mai che dei lottatori sanguinino come facevano nella serie storica, a meno che non ci siano incontri con vetro e filo spinato di mezzo), più realismo, in fondo, ciò che conta è che vengano trasmesse emozioni, e gli ultimi minuti del ventiquattresimo episodio, tra pathos, shock, belle animazioni e ottima regia, mi hanno coinvolto come solo i più grandi momenti del wrestling reale riescono a fare: e il venticinquesimo (che guarda caso andrà in onda nel WrestleMania Weekend, il fine settimana più importante dell'anno per il mondo del wrestling) si preannuncia esplosivo, e, si spera, all'altezza di molti grandi momenti della serie storica.
Ci sono scene precise che ci ricordano perché amiamo l'animazione giapponese, e la conclusione del secondo scontro scioglilingua Tigre contro Tigre, per me, è una di queste.
Inutile girarci intorno: la conclusione dell'ultimo episodio andato in onda di Tiger Mask W mi ha lasciato come il famoso "shocked Undertaker guy", che tanti meme ha generato in passato, spingendomi a delle riflessioni su questa serie che, per mille motivi, si è ritrovata sulle spalle sin dalla nascita il difficile fardello di portare avanti non solo il mito dell'originale, ma anche quel sottostrato, molto importante ma non visibile a tutti, di cultura pop e di "atmosfera" incastonata in un preciso periodo storico di cui le vicende di Naoto Date erano pregne.
Al di là del mantenuto citazionismo a wrestler reali vari ed eventuali, ben difficile compito era quello di ricreare l'atmosfera originale e, allo stesso tempo, non risultare anacronistici: diciamocelo, Naoto Date era un concentrato di sfiga, circondato da persone concentrate di sfiga, mentre al giorno d'oggi è improbabile (voglio sperare) che un paese sviluppato come il Giappone abbia orfanelli in baracche d'amianto e legno ricavato da alberi del male, ragion per cui, per forza di cose, il background dei personaggi e la loro drammaticità intrinseca hanno dovuto subire uno spostamento: la serie è più leggera di quella storica perché stiamo vivendo un'epoca più leggera (per fortuna) noi stessi, l'unica alternativa era quella di ambientare la serie in Kosovo, o in Medio Oriente, ma l'orgoglio nazionalista di cui è impregnata la figura dell'Uomo Tigre non lo avrebbe mai permesso.
Il Giappone è cambiato, e il wrestling è cambiato: se un tempo era molto più "posato", dopo l'Hulkamania e la Rock & Wrestling Connection che hanno colpito le federazioni americane negli anni '80, il wrestling è diventato sempre più cultura pop kitsch e bizzarra, ed era impossibile far finta di nulla nel generare un nuovo anime sul tema: fingere che non esistano le musiche d'entrata, i fuochi d'artificio, le gimmick (personalità dei wrestler) bizzarre, soprattutto in Giappone, dove intere federazioni si basano su un wrestling "comico", fatto di onde energetiche e bambole gonfiabili lottatrici sarebbe stato come nascondere la testa sotto la sabbia, nel nome di bei tempi andati che oggi non si riconoscono più.
Giusto, quindi, allontanarsi da un wrestling "demodè" come quello della serie originale per avvicinarsi a qualcosa di più moderno, attuale, e l'introduzione del personaggio di Fukuwara Mask (che però viene approfondito abbastanza da farci capire come non sia solo una figura comica) non fa che rendere ancora più "realistico" il mondo di Tiger Mask W, rispetto a quello reale: la figura del wrestler comico, che sia un James Ellsworth o un Ryusuke Taguchi, piaccia o non piaccia ha il suo senso all'interno dello show, ed era impossibile ignorarla in un anime che vuole parlare, principalmente, del wrestling e dell'anima del wrestler.
Altro profondo cambiamento che Tiger Mask W non ha, saggiamente, potuto ignorare è la recente "Women's Revolution", che ha portato a una rivalutazione del wrestling femminile, mettendo in luce tante brave lottatrici che fino a qualche anno fa avevano ben poco tempo a disposizione per poter mostrare le loro capacità sul ring (e questo è un problema che, in un episodio, viene messo in luce), senza dover essere anche (o soprattutto) delle supermodelle.
Tutta la sottotrama dedicata ad Haruna e al suo allenamento come Spring Tiger offre la possibilità di parlare di wrestling femminile e di dargli l'attenzione che merita, per quanto la "rivoluzione" sia partita dall'America (e questo i giapponesi lo sanno bene, tant'è che in un episodio Miss X omaggia Charlotte Flair con la sua Figure-Eight Leglock), anche perché gli occhi di tutto il mondo, ora, sono puntati su una fortissima lottatrice giapponese che negli Stati Uniti sta facendo quello che le pare con qualsiasi avversario, infrangendo record su record: Asuka, ex principessina delle federazioni femminili giapponesi, ora imperatrice di NXT.
Tutto cambia perché nulla cambi, quindi, e Tiger Mask W abbandona molti tratti distintivi della serie storica per poter rimanere fedele a sé stesso e alla disciplina che vuole raccontare: meno sangue (d'altronde non capita praticamente mai che dei lottatori sanguinino come facevano nella serie storica, a meno che non ci siano incontri con vetro e filo spinato di mezzo), più realismo, in fondo, ciò che conta è che vengano trasmesse emozioni, e gli ultimi minuti del ventiquattresimo episodio, tra pathos, shock, belle animazioni e ottima regia, mi hanno coinvolto come solo i più grandi momenti del wrestling reale riescono a fare: e il venticinquesimo (che guarda caso andrà in onda nel WrestleMania Weekend, il fine settimana più importante dell'anno per il mondo del wrestling) si preannuncia esplosivo, e, si spera, all'altezza di molti grandi momenti della serie storica.
Ci sono scene precise che ci ricordano perché amiamo l'animazione giapponese, e la conclusione del secondo scontro scioglilingua Tigre contro Tigre, per me, è una di queste.
Assolutamente si. La serie ha tantissimi riferimenti a quella classica, ma riesce ad essere un perfetto compromesso fra lo spirito della serie classica e le necessità dell'animazione moderna
Si, ci sono lottatrici così come esiste il wrestling femminile nella realtà.
Nella serie vengono messe in gioco veramente per pochissimo tempo, quasi si contano sulle dita di una mano, ed il risultato è purtroppo altalenante.
Diciamo che la scelta di mettere anche lottatrici per mezzo probabilmente serviva per colmare alcuni buchi di produzione (39 episodi non sono pochi), ma anche se non convincono come la controparte maschile devo dire che di fanservice non ce n'è assolutamente e le donzelle sono trattate per quello che sono: lottatrici (a parte le bocce iperboliche di Miss X, ma questo è un altro discorso).
Vale la pena di vederlo? Per chi ha amato la serie classica assolutamente si, ma si tratta pur sempre di un'operazione "nostalgia" per gli amanti della serie classica e del wrestling orientale (non a caso ci sono molti cameo di veri lottatori delle varie leghe nipponiche disegnati, fra le altre cose, in modo anche abbastanza fedele: figata )
Comunque resta uno dei migliori prodotti della Toei degli ultimi anni, soprattutto nelle scene di lotta e nel dinamismo di queste ultime.
Tuttavia, la serie proseguendo ha mostrato di avere tutte le carte in regola per piacere a tutti, sia ai vecchi fan che ai nuovi.
C'è il dramma, anche se in misura minore, ma sopratutto c'è tanto wrestling ben animato e una storia con molti colpi di scena, ed è vero che l'ultimo episodio andato in onda è stato molto emozionante in questo senso.
C'è pure qualche momento di calo, qualche episodio puramente riempitivo di carattere comico, ma considerato il risultato di quanto visto finora, si possono ben sopportare un paio di episodi leggeri, che non sono brutti comunque, per arrivare a momenti epici come il finale dell'episodio 24.
Personalmente ho visto la serie fino all'episodio 13 (dove si so fermati gli WhineSubs) e si è rivelata mediocre sotto tutti i punti di vista.
L'anime mi sta piacendo poco, apprezzo solo l'entrata in scena di Grande Tigre, il Diavolo Giallo e la citazione alla piramide di Tiger Mask II.
Presente. Ho visto e amato la serie classica, e non solo sono contentissimo di questa serie: la sto amando proprio. Concordo in pieno colla recensione.
Pensa te...
Ma a mio parere sono gli episodi migliori fai tu, strano....
Il mio giudizio su questi è di metà e metà, cioè 2 episodi mi sono piaciuti, 2 episodi NO(gli ho trovati mediicri). Quando avrò tempo darò un occhiata a qualche altro episodio.
...mi spiace, ma questo non lo condivido proprio!
Se poi qualcuno mi conferma la presenza di Minoru Suzuki e Tomohiro Ishii,diventa il mio anime preferito del 2016/2017,da principio.
La cosa che mi ha maggiormente colpito e che però mi sta ugualmente piacendo è che... in realtà, il Tiger Mask propriamente detto non conta poi tanto nell'economia generale della storia, che è molto più incentrata su un contorno di altri personaggi, tra i quali spicca l'eccelso Fukuwara Mask (ben più di una macchietta).
Dove la vecchia serie perdeva tempo per parlare di orfanelli che frignavano e facevano i capricci, Tiger Mask W si prende molto tempo per esplorare il mondo della NJPW e il mondo del wrestling in generale, in episodi più rilassati ma non per questo meno belli. Dove lo trovi un altro anime che ti fa un episodio con protagonista Togi Makabe? Tanto poi quando c'è dal far sul serio, Tiger Mask W lo fa, e quest'ultimo episodio 24 lo ha ben dimostrato.
Al contrario. E' la serie storica ad avere come target i bambini (dell'epoca), come dimostrato dai numerosissimi giocattoli d'annata che è possibile trovare nei Mandarake giapponesi. Poi, come accade per ogni serie anime o manga (con l'unica eccezione di Dragon Ball), si segue la crescita del target originario e si presenta una continuazione in linea con quello che è il target di adesso: i vecchi fans bambini ormai cresciuti. Infatti, Tiger Mask W è un anime di iper-nicchia dedicato soltanto ai fans (adulti) del wrestling: va in onda alle 3 di notte, viene pubblicizzato unicamente nell'ambito di eventi legati al wrestling, il suo merchandise è assai ristretto ed è venduto agli stand della NJPW.
Yep. Quello è Tomoaki Honma. E c'è anche Tomohiro Ishii, come da sito ufficiale: http://www.toei-anim.co.jp/tv/tigermask_w/character/njpw/07.php#character
[img] https://199xhokutonoken.files.wordpress.com/2015/07/tiger-mask-02.jpg [/img]
Guardate questa immagine, il chara ha quasi 50 anni, ma è visivamente molto superiore alla qualità della serie odierna... semplice e triste devoluzione del digitale.
Quotissimo, concordo anche con KazuyaRyuzaki in parte, Tiger Mask W poteva essere una serie più interessante se appunto fossero stati curati meglio certi aspetti, il design in primis che spesso è un pugno nell'occhio, la faccia di Naoto è inguardabile e lui come personaggio è davvero insulso, non trasmette niente, troppo banalotto e stereotipato, sono più interessanti Tigre Nera e i villain storici, Miss X è l'unico nuovo personaggio che mi ha abbastanza convinto nonostante l'ecchi che trasuda.
@magna magna
E' kawaii per lo stile dei disegni e l'insieme molto soft...
Cos'è? il ritorno della setta Aum Shinrikyo??
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