Al Far East Film Festival "a volte ritornano". Tornano i cinefili, per immergersi nel buio della sala a farsi rapire dalle tante storie che i film asiatici propongono ogni anno. Tornano i registi che quelle storie raccontano, affascinati dall’atmosfera frizzante che si respira a Udine durante quei giorni. Tornano gli attori, inebriati dalla schiera di fan pronti ad assediarli con autografi e selfie. Anche quest’anno il FEFF è stato occasione di ritorni.
 


Di Nobuhiro Yamashita e Ryuhei Matsuda abbiamo già parlato (qui il reportage) quindi oggi ci occupiamo di altri tre graditi ospiti ricorrenti: si tratta del regista Eiji Uchida, un anno dopo l'apprezzato Lowlife Love; della fascinosa attrice Aya Ueto, alla sua seconda apparizione al festival dopo la presentazione di Thermae Romae nel 2012, e dell'attore Takumi Saito, un anno dopo The Kodai Family, questi ultimi entrambi ad accompagnare l'uscita del loro ultimo romantico film Hirugao: Love Affairs in the Afternoon, tratto da una premiata serie televisiva.

 
FEFF Talk: Eichi Uchida, Anthony, Adam Torel Love and other Cults (2017)
 


Considerato uno dei registi giapponesi più interessanti dell’attuale scena indie, Eiji Uchida porta al FEFF la sua ultima fatica Love and Other Cults in anteprima mondiale. Un film che ha molti elementi in comune con i suoi precedenti (in particolare con Greatful Dead, 2013), a cominciare dall'interesse per le storie marginali, per i personaggi problematici, per la gioventù bruciata senza prospettive, perennemente brancolante nel vicolo cieco dell'autodistruzione e del nichilismo. Uno sguardo critico e di traverso su una società che trascura i giovani.
Il linguaggio del film, sanguigno e perturbante come il punk che fa da colonna sonora, mescola toni da commedia grottesca a una varietà di tematiche stridenti, passando dalla religiosità alla pornografia senza soluzione di continuità, con effetti a dir poco spiazzanti.
 
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"Mi piace trattare tante problematiche, ma in maniera pop", spiega il regista facendo riferimento a una spassosa scena del film in cui un vecchio malavitoso impenitente (il bravissimo Denden) sfrutta i sussidi statali per integrare gli introiti del racket, sottolineando come "spesso i soldi delle tasse sono usati molto di più per aiutare gli anziani o, peggio, gente che non ne avrebbe bisogno, rispetto ai giovani".
Insomma, per Uchida la vita per i giovani d’oggi è proprio grama, soprattutto per chi ha una situazione familiare disastrata e disfunzionale come Ai, la quale, ancora bambina viene affidata a una bislacca setta new age simil Scientology da una madre snaturata, fanatica religiosa che nell'arco del film abbraccerà tutta una serie di altri culti. "Sono cresciuto anche io tra più religioni – spiega il regista - ho conosciuto da vicino non solo il buddismo e lo shintoismo che ci sono in Giappone, ma anche il cattolicesimo con cui sono cresciuto, perché fino a 11 anni ho vissuto in Brasile".

 
Presentazione: Love and other Cults
 


Eiji Uchida è nato a Rio de Janeiro e vaghe tracce della sua estrazione apolide sembrano emergere anche nel suo look casual caratterizzato dall’immancabile cappello nero. Eclettico e imprevedibile, come i suoi film, gentile come quasi tutti i giapponesi, è sempre disponibile verso chiunque gli si avvicini per chiedere una foto o un autografo.
Una simpatia che coinvolge anche gli interpreti della sua ultima pellicola, nel caso specifico la dolcissima Sairi Ito (che però nella performance attoriale mostra il suo lato più amaro) e Anthony, attore di colore di origini americane ma giapponese a tutti gli effetti, nato stand up comedian per la tv e prestato al cinema, entrambi a Udine al seguito del regista.

"Do grande importanza alla fase del casting – ci racconta Eiji Uchida - e per un ruolo così particolare (prima trucido picchiatore per una sgangherata banda di giovinastri, poi innamorato fotografo subacqueo, ndr) avevo bisogno di un meticcio. All’inizio cercavo qualcuno con la faccia cattiva, ma poi abbiamo scelto Anthony!". Un gigante buono, al suo esordio come attore caratterista e volto nuovo del film insieme alla brava Sairi Ito nel ruolo di protagonista. "Il suo personaggio riprende quello di un'attrice con un passato difficile. Il film è nato così, con lei che mi ha parlato della sua storia", sottolinea Uchida che rivela anche qualche retroscena del lavoro fatto sul personaggio.
"Nel film c'è una scena di nudo, inserita perché la ritenevo necessaria, ed era la prima per lei. Ne abbiamo discusso tanto, mentre per il resto, per la creazione della psicologia della ragazza, le ho lasciato molta libertà e in questo senso è stata davvero brava".
In Giappone il film uscirà in estate, ma nel frattempo Uchida ha già fra le mani un altro progetto. "Un thriller a tema LGBT, basato su un manga". Passaggio fatale per ogni cineasta nipponico, quello dell'adattamento di un manga, che Uchida per certo saprà firmare con il suo stile ruvido e corrosivo.

 
Trailer: Love and other Cults
 
 
Ancora bambina Ai viene mandata a vivere in una bizzarra setta. Quando il leader viene arrestato la ragazza deve reinserirsi nel mondo a cominciare dalla scuola. Ma il suo mondo è un habitat più ostile che benevolo e la strada di Ai si rivela presto alquanto tortuosa e piena di sinistre deviazioni. L'angelo custode è il mite Ryota, il diavolo tentatore l'affascinante Yuji. Un racconto di formazione anticonvenzionale che si avventura fra le pieghe oscure della società giapponese con graffiante e disincantata ironia.
 
 



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Conferenza stampa: Aya Ueto, Takumi Saito, Horishi Nishitani – Hirugao: Love Affairs in the Afternoon
 


Nel pomeriggio di martedì 24 aprile, presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, abbiamo incontrato la popolare idol giapponese Aya Ueto in occasione dell’anteprima mondiale di Hirugao - Love Affairs in the Afternoon, il film che la vede protagonista al fianco di Takumi Saito, nel ruolo di una giovane divorziata alla prese con il ritorno di fiamma di una passione proibita e mai sopita. L’esordio assoluto del film diretto da Hiroshi Nishitani, che riprende trama e personaggi da una serie televisiva del 2014, è stato senz’altro uno dei momenti più glamour della 19esima edizione del Far East Film Festival. Tutti gli occhi erano su di lei: attrice e cantante classe 1985, è stata senza dubbio la star di questa edizione del festival.

La sua carriera, decollata subito dopo la vittoria a un concorso di bellezza a soli 12 anni, è fatta soprattutto di dorama (serie tv giapponesi), oltre che di dischi e pubblicità, e il successo arriva con Azumi. Da qui la grande popolarità in patria, e quando una cronista le chiede se grazie a Thermae Romae (uscito anche in Italia) ha avvertito la popolarità anche all’estero, lei risponde: "Assolutamente no. Nessuno mi ha riconosciuto all'aeroporto o in giro per la città di Udine. Spero che un giorno qualcuno gridi il mio nome per strada!".

 
Presentazione: Hirugao - Love Affairs in the Afternoon


Nel foyer del teatro però non si fanno attendere i cacciatori di autografi e di selfie. Prima della proiezione ufficiale c'è da sbrigare l’incombenza della conferenza stampa (che vi proponiamo integralmente a video), un veloce controllo al make up sulle scale e via davanti alle telecamere pronte a immortalare l'incontro.
Come una vera star è un po’ in ritardo sul programma, ma giusto pochi minuti (del resto si tratta di giapponesi!). Insieme ad Aya Ueto presenziano anche Takumi Saito, vecchia conoscenza del FEFF che abbiamo già incontrato l’anno scorso (qui il reportage) e Hiroshi Nishitani, il regista, ma gli occhi delle telecamere indugiano quasi esclusivamente su di lei e le domande vertono su linee generali, non avendo ancora assistito alla proiezione.
 
Nel film l'attrice interpreta Sawa, una donna che a causa della relazione con un uomo sposato ha dovuto divorziare e ha perso famiglia, amici e lavoro. L'ostracismo derivato da questa vicenda l'ha costretta a trasferirsi in un’altra città, dove cerca di ricostruirsi una vita con un altro nome. Ma il destino vuole che Sawa incroci di nuovo la strada del suo antico amante, un professore di entomologia con il pallino per le lucciole, e tra i due scoppia ancora una volta la passione.

Il film, sequel di un dorama, è tutto costruito intorno ad Aya Ueto che racconta di “aver avuto paura prima di accettare la parte perché si sente poco portata per le scene d'amore", soprattutto per una sequenza particolarmente osé presente nel film, che uscirà a giugno in Giappone dopo questa anteprima assoluta al Far East Film Festival.
È comunque una tappa importante per la carriera dell'attrice che si è avvicinata al mondo dello spettacolo grazie a un concorso di bellezza, quando lei aveva solo 12 anni. "Il mio sogno era in realtà insegnare in una scuola materna, mi sono ritrovata a fare quel concorso per caso, dopo aver letto un volantino. Ero contenta del premio perché potevo aiutare la mia famiglia".

 
Trailer: Hirugao - Love Affairs in the Afternoon


La vita di Aya Ueto in quel momento è a un bivio e cambia radicalmente. Viene scelta per degli spot pubblicitari e comincia presto anche l'avventura come cantante. "Lo dico solo qui che sono in Italia, ma la verità è che non mi piace tanto cantare, detesto esibirmi", rivela la star giapponese che confessa di ammirare Justin Bieber con cui ha anche collaborato in occasione di una pubblicità televisiva. “Preferisco il lavoro di attrice” afferma, magari pensando anche ai grandi film italiani che cita orgogliosamente, facendo riferimento in particolare a I girasoli di Vittorio De Sica con Sophia Loren e Marcello Mastroianni protagonisti.

Finita la conferenza tutti in sala per la proiezione del film. Qui Aya Ueto, radiosa di fronte agli applausi di una platea gremita, sale sul palco: vestito chiaro, elegantissimo e cosparso di ricami, scarpe color argento con un tacco impegnativo. L'attrice dal vivo appare ancora più magra e minuta rispetto allo schermo. Ma quel fisico da Venere in miniatura sembra racchiudere una grande forza di volontà e determinazione, e i suoi occhi scintillanti esprimono tutta la gioia di essere lì, in mezzo al suo pubblico, a presentare un film al quale sembra tenere davvero molto. Si rivolge direttamente al pubblico salutando affettuosamente in italiano: "Sono felice di essere qui!".
 
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