中国のアニメ産業は始まったばかりではあるが、生産で3年技術で5から10年で追い抜かれるだろうなと確信。言い方難しいけど中国に組んで"頂ける"のは後数年かなと思います。それ以降は日本と共同事業するメリットが中国にない。
— 福原慶匡 (@fukuhara_ystd) 5 dicembre 2017
Alcuni dei follower di Fukuhara hanno fatto presente che, effettivamente, la Cina ha già di gran lunga superato la produzione del Giappone in quantità e che le tecniche di animazione 2-D e 3-D hanno raggiunto livelli di tutto rispetto.
Fukuhara ha specificato che nonostante ciò sia vero tenendo in considerazione i programmi per bambini, l'animazione Giapponese attira oltreoceano un pubblico più sofisticato e adulto.
Sono in corso collaborazioni tra la Cina e il Giappone, ma il produttore sospetta che questi accordi non abbiano un futuro in Giappone, e che prima o poi la Cina decida di staccarsi dai 'maestri' una volta che padroneggeranno l'arte.
Il problema principale è forse l'atteggiamento del Giappone nei confronti dei progetti condivisi con la cina. Molti fan e persone interne all'industria vedono il Giappone come un dio indiscusso dell'animazione, dando per scontato che la Cina ne rimanga per sempre un'allieva fedele. Ciononostante, vista la sorprendente crescita di quest'ultima, sarebbe un modo di vedere le cose ingenuo.
Un punto forte dell'industria cinese consiste negli alti standard contenutistici a cui si sottopone, simili a quelli della Disney. La Disney, grazie ai suoi contenuti family-friendly può passare oltre il muro di censura imposto dal governo cinese per passare poi al loro fiorente mercato. Invece, l'animazione giapponese, la quale spesso e volentieri contiene scene di violenza o a sfondo sessuale, si ritrova a doversi fare spazio tra la censura dei paesi esteri e a competere in svantaggio contro studi d'animazione meno maturi.
Intanto, in Giappone industrie tradizionali come quella delle autovetture e dell'elettronica stanno cominciando a crollare, come anche l'industria dei videogiochi, che ha avuto un calo delle vendite del 22,2 percento rispetto al 2007. Secondo il produttore perfino nel sumo il Giappone ha perso il proprio primato, lasciando la corona ai mongoli. Fukuhara, però, crede che il Giappone possa competere con le altre potenze mondiali in due cose: anime e cibo giapponese.
L'industria, secondo il produttore, si affida troppo ai profitti provenienti dagli anime delle generazioni precedenti e dai grandi classici. I fan di questi film e serie stanno entrando nell'età adulta e, sempre secondo Fukuhara, sono state lasciate poche opere al livello di Sailor Moon, Dragon Ball o le opere dello Studio Ghibli per introdurre le nuove generazioni al mondo degli anime.
Per risolvere la situazione, l'industria giapponese dell'animazione dovrebbe rivalutare la propria posizione nel mondo e dare più spazio ai propri creatori, per permettere a questi ultimi di produrre opere di qualità: il Giappone, infatti, è noto per i propri problemi riguardo gli orari di lavoro e gli stipendi all'interno degli studi di animazione.
Nonostante l'opinione di Fukuhara possa sembrare controversa, molti netizens giapponesi sembrano concordare con lui:
"Ci stanno facendo fare tanti passi indietro..."
"Penso che ciò stia accadendo perché il Giappone è troppo conservatore, concentrandosi solo su manga economici da produrre e a basso rischio."
"Non sono arrabbiato o disgustato da ciò che la Cina sta facendo, ma questa notizia è frustrante. Ma forse questo potrebbe allarmarci causando il risveglio della società moderna giapponese."
"La cultura otaku cinese è sorprendente...penso che crescerà rapidamente."
"La Cina, la Korea e il Taiwan stanno facendo enormi progressi. Il Giappone ha prosciugato i propri artisti con stipendi deboli e condizioni di lavoro disumane, l'industria è stata stupidamente miope e non ha preparato un terreno fertile per le generazioni future."
"Ah, ma tanto la Cina entrerà presto in una guerra civile."
L'ultimo commento ricorda che non sapremo mai cosa ci riservi il futuro.
Durante gli anni '80 l'USA aveva suonato un campanello d'allarme similare riguardo all'economia sempre più in crescita del Giappone, ma come ben sappiamo non vi è stata una totale presa di controllo da parte del Giappone che molti temevano.
Non resta altro all'industria che esaminare le proprie possibilità e i propri limiti e fare scelte con lungimiranza riguardo le future generazioni di produttori e artisti.
Fonte consultata:
Sora News 24
Ma sicuro che lo farà.
La Cina lo ha fatto in altri campi, prima impara(lentamente), copia, si impegna(anche sfruttando manodopera a basso costo), poi quando ha raggiunto il giusto livello si stacca totalmente dai partner lavorativi e continua da sola. Fanno i furbi.
Comunque per ora io diffido dei cinesi, più volte mi è capitato di avere tra le mani prodotti cinesi che all'apparenza sembrano ottimi ma poi si rivelano pieni di problemi.
Sul piano dell'animazione, ho visto alcune produzioni cinesi, al livello tecnico sono discrete ma le storie sembrano tutte le stesse, il vero problema dell'animazione cinese è che non hanno una sceneggiatura accattivante e non sono varie. Sono in breve NOIOSE.
Comunque il Giappone in futuro dovrà affrontare tantissimi problemi.
Purtroppo anche animazione Giapponese ha i suoi problemi, è la Cina sicuramente ne approfittarà.
Scommetto che molti cinesi tra poco tempo si staccheranno dai partner Giapponesi ed inizieranno ad invadere il mercato in massa con serie TV animate(cinesi) per bambini, ammazzando il mercato.
Già ora lo fanno, ma il fenomeno non è ancora esploso, è contenuto molto nell ambito della Cina (per ora).
Sul fatto che la Cina un giorno supererà il Giappone in campo anime……………sinceramente non credo.
Crescerà come settore, questo si, ma arrivare a soppiantare del tutto il Giappone lo ritengo abbastanza improbabile, è già più sensato che aumentino le co-produzioni (così a memoria io ricordo solo la nuova serie di Mila e Shiro di qualche anno fa come co-produzione cino-giapponese, ma probabilmente sono in difetto io).
Mah, dipende da che genere stiamo parlando ma, se si tratta di battle shonen alla Dragon Ball, Naruto, One Piece ecc., a me non sembra proprio così, anzi, con gli anni si sono moooooooooolto ridotte le scene di violenza, negli anime anni ‘80/’90 ad ogni pugno corrispondeva praticamente sempre qualche goccia o rivolo di sangue (se proprio proprio non vogliamo scomodare anime come Hokuto no Ken e l’Uomo Tigre, che dire che erano violenti è dire poco ), oggi il sangue non lo vedi praticamente più, e se c’è ha comunque una colorazione che varia dal marrone al nero seppia, quindi……
Le scene a sfondo sessuale………anche qui ci sarebbe da discuterne, non dico che non ci sono, e neanche che il fan service troppo esagerato a un certo punto sia fastidioso, però se esiste un motivo c’è: per andare incontro al pubblico di adolescenti ormonali a cui sono rivolte quelle scene, punto…….se poi dobbiamo censurare i contenuti a tutti i costi perché ne possano fruire il pubblico di bambini in età pre-scolare, beh……quello è colpa di chi trasmette gli anime all’estero cambiandone il target, non certo dei giapponesi.
“Hanno vinto i ristoranti giapponesi, che poi sono cinesi anche se il cibo è giapponese…”, mi ha fatto tornare in mente la canzone di Niccolò Fabi (e che un fondo di verità ce l’ha).
Questa è l’unica cosa su cui sono pienamente d’accordo, ma qui purtroppo non penso sia un problema solo degli anime e solo del Giappone, secondo me è un problema di tutta l’industria dell’intrattenimento tout court: il non voler più rischiare e adagiarsi sugli allori, con il risultato che continuiamo a trovarci sequel su sequel che nessuno ha chiesto, o peggio ancora siamo sommersi da copie di copie di copie di copie di copie di copie di copie di serie famose che non aggiungono NULLA di nuovo al mercato e finiscono solo per intasarlo, un continuo “gioco di specchi” che sul lungo termine non aiuta proprio nessuno, né venditori né consumatori.
?? Questa non l’ho proprio capita
Appunto, condivido in pieno, il mercato cinese si espanderà e, al massimo (anche se dubito), affiancherà quello giapponese; tanto rumore per nulla.
Credo che volesse intendere che la Cina è un paese così pieno di contraddizioni che immagina una possibile guerra civile ipotetica futura. XD
Non dimentichiamo che in Cina praticamente metà paese vive in povertà, l'altra metà(concentrato nelle città) vive nel benessere.
Sono metà e metà.
Da quello che ho capito (se sbaglio correggetemi) è una produzione interamente cinese, di cui ho appena visto il primo episodio.
Serie che sembra sfruttare l'attuale interesse del pubblico verso gli anime/RPG, usa un approccio più realistico (abbiamo un pro-gamer o come si chiamano, che gioca per lavoro), rendendo la serie non la solita fotocopia che ci si aspetterebbe, la grafica sembra abbastanza ben fatta, anche se forse si abusa troppo della computer grafica abbastanza altalenante.
Il vero ed unico punto dolente credo sia il doppiaggio, non perché sia in cinese, ma perché dopo 15 anni che guardo anime mi sono trovato per la prima volta a riportare continuamente indetro il video per leggere tutto... non capisco se il problema siano dei doppiatori incapaci, doppiatori che non hanno avuto il tempo di studiare bene il copione o semplicemente che il cinese sia una lingua "veloce", ma se la loro intenzione è esportare nel mondo i loro prodotti, il doppiaggio è di sicuro il punto su cui dovranno lavorare maggiormente...
Detto questo, credo che le paure di Fukuhara siano abbastanza veritiere e che nei prossimi anni vedremo realmente più prodotti esclusivamente cinesi.
Con queste premesse il pronostico di Fukuhara è alquanto fosco.
La crisi creativa di cui parla poi non è solo giapponese, è globale. Neanche le produzioni occidentali (come quelle Disney) brillano ormai per originalità. Dov'è il nuovo Dragon Ball? E dov'è allora il nuovo Re Leone?
Non credo che l'unico problema (senza dubbio concreto) sia lo sfruttamento degli animatori e del settore in generale. Ovunque nel mondo l'entertainment sta riciclando e fagocitando sé stesso. Tutti campano ormai sugli allori passati. Ricicciano Star Wars, i supereroi, gli anni '60, '70, '80...
Anche se invadesse questo mercato cosa offrirà mai di così innovativo la Cina?
Credo che si riferisca ai cosiddetti saoluan, i tumulti che quasi quotidianamente investono il paese. Del resto fra quasi un miliardo e mezzo di individui, sotto l'egida del regime, convivono popoli ed etnie a volte molto diversi fra loro. Inevitabili i problemi sociali, politici ecc. dei quali tra l'altro quasi nulla si viene a sapere, sia all'interno che fuori dal paese, grazie agli organi di censura. E dire che, dati i numeri della Cina, si tratta probabilmente di sommosse che coinvolgono migliaia se non milioni di persone.
E mi sa che la cosa vale anche per il cibo giapponese Un pensiero ricorrente nel mio ultimo viaggio in Giappone è stato: "Ma son cose buonissime! E' possibile che da noi il cibo giapponese sia ancora rimasto associato a sushi e tempura?!?"
(Poi ripeto: è solo una mia impressione e se qualcuno con dati più concreti può smentirmi, ben venga!)
Senza scomodare la trama... non che abbia mai visto tantissimi anime non giapponesi eh, ma di molto bello ho visto solo un film chiamato "Da Yu Hai Tang (Big Fish & Begonia)" e anche quello aveva le sue stranezze.
La Cina (non la Korea, che resterà subordinata) diventerà un concorrente molto ingombrante, da sola ha il potenziale di fare numeri che qui fossili dei dirigenti giappi si sognano.
Delle dimostrazioni di cosa è capace già ci sono, vedetevi il già citato Quan Zhi Gao Shou. E date un'occhiata anche a tutti quei corti e i trailer(Kuiyu chouyuan) visibili su Youtube.
Benvenga l'animazione cinese, così magari i giappi si danno una svegliata!
A) Non si tratta come evidente di semplice "crisi dell'industria dell'intrattenimento", giapponese ed occidentale, che sembra riciclare se stesso, nè di semplicemente affermare "l'Ascesa della Cina" anche nel campo dell'animazione...Negli anni ottanta si parlava dell'Ascesa del Giappone, mi ricordo qualche film allarmistico su come i nipponici avrebbero comprato tutto e tutti, poi venne la crisi da cui i Giapponesi stentano ad uscire ancor oggi.
La Cina ha una sua cultura del fantastico, ed una sua autonomia culturale indubitabile. Qualche anno fà - parecchi anni fà - ho scritto proprio per Animeclick un articoletto su uno dei primissimi film d'animazione cinesi approdati al festival dei Castelli Animati ..( ricordate quel festival ?) .completamente fatto a mano da un solo autore...Sconcertò tutti per la sua efficacia, malgrado i mezzi minimi.
Da diversi anni al Festival Internazionale di Annecy hanno realizzato Focus sull'animazione cinese ( e coreana). Idem, ho visto, ad Angouleme riguardo agli autori di fumetti.
Chi è andato a vedere Mangasia credo si sarà ben reso conto che "oltre il Giappone" c'è un vasto mondo.
E' con questo mondo che tutti noi dobbiamo fare i conti.
2) E facciamo i conti, in realtà. Lo fanno anche i giapponesi, con varie coproduzioni.Con investimenti in Cina. E' un mercato enorme, sul serio. I giovani cinesi apprezzano molto l'animazione nipponica, anche quella OLD!!
E ne traggono ispirazione...Non so se ve lo ricordate...
Il punto è la loro originalità e fruibilità rispetto alla cultura occidentale. Molte cose che producono, troppe, sono indirizzate al mercato interno e molte, francamente, non sono davvero all'altezza, una volta spogliati degli abbellimenti formali, della migliore cinematografia giapponese ed occidentale. Sono belle, vedibili, godibili, ma assolutamente dimenticabili...( con le dovute eccezioni come ricorda @giovva ma ci sono un sacco di ottimi animatori giapponesi che creano corti altrettanto validi, la rete è una grande riserva..e la Scuola Gobelins non dimentichiamola)
..Gli Shigeru in Cina...bhè non li mandano in TV, li zittiscono...Un Gigante di ferro non ve lo aspettate in Cina. Ma neppure un Fantasia. E se cercate una Fenice ( l'opera di Tezuka) avete sbagliato indirizzo....Ci saranno opere di assoluto valore che si trasformeranno in classici, quando la cultura cinese - e la sua società - avranno ripreso, non solo i valori formali, ma pure quelli sostanziali dell'occidente, e magari anche qualcuno dei valori e delle idee della loro più antica cultura, Senza limitarsi ai "bignami pseudo confuciani" e para nazionalistici che oggi gli vengono ammaniti in tavola..
Ma non mi aspetto che accada molto presto considerato l'andazzo militarista che ha preso la Repubblica cinese.
C) La crisi dell'animazione Giapponese e occidentale..ha due capi o tre, ne abbiamo spesso discusso, un mercato che cambia, scarsi investimenti, poca partecipazione degli Studios alla "torta" dei profitti generati dal merchandising, tendenza ad assecondare i gusti del pubblico invece che a creare nuovi sentieri.
Aggiungerei che oggi mancano figure come quella di Osamu Dezaki, e dello stesso Isao Takahata gente capace con le proprie idee di illuminare il panorama dell'animazione. Hideaki Anno ci ha provato e ci prova - e sono molti gli autori, attori, giapponesi che hanno fatto sentire la propria voce per mostrare in quali difficoltà si dibatte la cultura giapponese. La necessità di un rinnovamento, sia tecnico che culturale, di un urgente intervento a favore dell'intero settore, che non si limiti, semplicemente, a mettere una pecetta qui e li.
Una parte della questione si potrebbe affrontare se il governo nipponico iniziase campagne di detassazione sugli investimenti nel cinema e nell'animazione. Forti campagne. Affrontasse il nodo gordiano delle condizioni dei lavoratori - come si è visto dagli articoli di Hachi - un problema generale del Giappone. E se magari il pubblico giapponese ricordasse a se stesso che esiste qualcosa di diverso da guardare che l'ennesimo QUiz insensato.
Scusate il papiro mattutino.
E' esattamente come hai ipotizzato, è una lingua che in poche sillabe esprime diversi concetti, tanto che vi sono appositi studi su come tradurre i copioni in altre lingue mantenendo le tempistiche giuste ad ogni scena.
Vai a chiedere a qualunque bambina sotto gli otto anni che sta aspettando Frozen 2 dov'è il nuovo Re Leone.
Perché, quante serie animate producono all'anno in Cina? Ma soprattutto, dove sono??
Rimangono dove sono. Di serie ne producono uno sfracelo ogni anno, ma la maggior parte sono copie di anime con trama di propaganda governativa. Chi è il distributore occidentale che si azzarderebbe a comprarne i diritti? Gli americani no di sicuro.
Li passerà alla russia
Il tarocco di Kung-fu Panda
https://www.anime-planet.com/anime/tu-xia-chuanqi
Il tarocco di Pretty Cure
https://www.anime-planet.com/anime/ba-la-la-xiao-mo-xian-zhi-qiji-wubu
Cominciamo bene...
-fac simile Holly e Banji
-fac simile Beyblaid
-fac simile Yugiho
-fac simile pretty cure
-fac simile Heidi
ecc
Per ora (per vari motivi) non sono mai usciti fuori dalla Cina.
Ma quindi la Russia è ancora comunista?
Per esempio io di Cinese mi son vista Cupid's Chocolates ma le animazioni e la grafica non era tutto sta bellezza eh, okay che miglioreranno, ma credo che ci metteranno più tempo di 3 anni. Poi parlano troppo veloce, e per me seguire il sub è un casino. Gli anime Giapponesi sono entrati nel cuore di generazioni ormai, nel mio caso infatti continuerei a buttarmi su più prodotti Giapponesi.
Beh vada come vada sono fiduciosa che il Giappone farà di tutto per difendersi e una piccola cosa al produttore Yoshitada Fukuhara:
SU CON LA VITA NON PENSARE IN NEGATIVO! xD
E' inutile che mettiate tuti questi voti negativi giacchè....anche un bel pò di maschietti aspettano di vedere Frozen 2 ( se ne hanno palpabili prove). Fatevene una ragione.
Ed andate a vedervi Kimba ( oppure Fuga dallo Zoo 1-2-3).
Per cortesia me li potresti indicare i cartoni tarocchi cinesi di queste serie?
Per Pretty Cure, secondo me il Balala The Fairies cinese secondo me potrebbe funzionare in Italia, tutto sommato è un mix tra le Pretty Cure e le Winx secondo me potrebbe pure piacere se lo facessero arrivare in Italia su qualche rete. Strano che canali come K2, Pop, Frisbee non ci abbiano ancora pensato...
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