Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
CONTRO
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
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Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Saint Seiya... da noi noto anche come I cavalieri dello zodiaco. Uno dei titoli più discussi dagli appassionati. Doppiaggio storico / aulico o fedele, personaggi virili o effeminati, myth cloth originali o meno, Lost Canvas o Next Dimension, disegno di Araki o Kurumada, ecc...
Qui parliamo dell'opera prima, il manga da cui è partito tutto. Si tratta di un classico degli anni '80, meritevole di essere tramandato ai posteri, oppure è un titolo ormai illeggibile per i lettori moderni, superato da titoli più recenti e relegato ormai alla nostalgia dei vecchi appassionati?
Qui parliamo dell'opera prima, il manga da cui è partito tutto. Si tratta di un classico degli anni '80, meritevole di essere tramandato ai posteri, oppure è un titolo ormai illeggibile per i lettori moderni, superato da titoli più recenti e relegato ormai alla nostalgia dei vecchi appassionati?
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
Chi ha detto che la cultura non può essere diffusa attraverso un fumetto o che il fumetto non può essere di per sé cultura, ignora l'esistenza di Saint Seiya, capolavoro di Masami Kurumada, conosciuto e apprezzato in Italia con il nome di "I Cavalieri delle Zodiaco", uno shonen di stampo classico datato 1986.
Saint Seiya è un eccezionale veicolo di trasmissione culturale, mitologica, religiosa e filosofica, che, negli anni di maggior successo, si immetteva prepotentemente nel movimento della globalizzazione. Così, se da un lato ha diffuso in Occidente diverse nozioni indo-buddhiste, ha anche portato in Oriente rilevanti riferimenti danteschi e mitologici. Ed è proprio alla mitologia che Kurumada strizza l'occhio, scegliendo lo scenario greco quale incipit della sua storia.
Seiya, Hyoga, Shiryu, Shun e Ikki, protagonisti indiscussi del manga, in seguito ad uno sfibrante allenamento ottengono l’investitura a Saints, i leggendari guerrieri della dea Atena, chiamati a difendere in suo nome la pace sulla Terra. Il loro potere scaturisce dalla consapevolezza di come il proprio microcosmo interiore possa riflettere la struttura dell’universo e possa esprimere la stessa, immensa energia del big-bang. Energia convertita in potenti onde energetiche e raffiche di pugni e calci attraverso l'armatura, che assume, così, una duplice funzione. Se da un lato ha la finalità di convogliare l'energia dei Saints in colpi concreti, svolge anche un'indispensabile funzione difensiva. Senza di essa la morte è assicurata. I cinque protagonisti hanno raggiunto solo il grado d’investitura più basso, ossia il titolo di Bronze Saints. Ma questo non impedirà loro di affrontare i guerrieri più tenaci e abili, nemici della giustizia e della Dea Atena. Un'innata caparbietà e un totale disprezzo per la morte porterà i cinque Saints a scontrarsi, addirittura, con i Gold Saints, dotati della potenza dalle dodici costellazioni zodiacali e in grado di muoversi alla velocità della luce. Ma nulla può fermare i protagonisti di tale manga quando in ballo c'è il destino della Terra.
Come già detto, Saint Seiya è quello che gli americani chiamano "melting pop", ossia la perfetta convivenza di svariati elementi appartenenti a culture diverse. Appaiono evidenti, come già detto, i continui riferimenti mitologici. La cultura ellenica non si limita, però, al semplice ruolo di senario della narrazione ma va oltre, assumendo un ruolo di prim'ordine. Secondo la mitologia greca Zeus, dopo aver ucciso il padre Crono e liberato i fratelli Ade e Nettuno, divise con loro il dominio del mondo. Egli governò i cieli e la terra, Ade l'aldilà e Nettuno i sette mari. Da tale richiamo storico Kurumada forgia le tre saghe che compongono l'intera storia di Saint Seiya. Accanto alla modernizzazione della millenaria storia greca, Kurumada effettua anche un complicato processo di unione di elementi buddisti e danteschi. Un esempio di come Saint Seiya sia specchio fedele di tradizioni buddhiste è dato dal primo, grande avversario che i Cavalieri devono affrontare: Saga. Il Gold Saint dei Gemelli, infatti, non è un semplice antagonista, ma un nemico interno; il nemico tipico della religione buddista, che tenta e corrompere dall'interno. Ma è forse il Gold Saint Shaka il vero compendio della filosofia buddhista. Già alla sua prima presenza, infatti, ci viene presentato come il bambino che nasce da un fiore di loto come reincarnazione del Buddha. Per di più, è l'unico a possedere l'ottavo senso, ovvero l'innata capacità di essere consapevoli di appartenere al tutto e di coincidere con esso. Proprio tale caratteristica rende Shaka l'"uomo più vicino a Dio". Se le prime due saghe sono interamente dominate da allusioni e rimandi greci e buddisti, è nella terza, ed ultima saga, che Kurumada celebra la figura di Dante e del suo mondo, facendo muovere i Saint nel percorso infernale da lui creato. La descrizione dei luoghi visitati dai Saints ricalca la narrazione dantesca. Si va, così, dalla drammatica frase "Lasciate ogni speranza voi ch’entrate" scolpita sulla porta d'ingresso del reggono demoniaco, alla trattazione della sofferenza degli ignavi; dal fiume Acheronte, con tanto di traghettatore, al cane Cerbero; passando per il Cocito e la Giudecca dimora del signore del mondo infernale.
Particolare è il discorso grafico. Se Kurumada, infatti, cura minuziosamente i primi piani e i paesaggi, chiaro esempio ci viene offerto dalle rappresentazioni dei luoghi danteschi, tralascia spesso gli elementi secondari. Basti vedere le varie vignette dove i Saints sono circondati da una moltitudine di nemici: le loro facce sono spesso sproporzionate o deformate e assumono un tono tipico dei manga demenziali. Ma Kurumada è famoso per la statuarietà che riesce a immettere nei Saints, che ricordano le scultoree statue greche. Particolare è anche la rappresentazione delle scene di lotta. Nel manga non troveremo mai dei colpi diretti che sbattono sul corpo dell'avversario, ma tavole nelle quali il colpo è già stato sferrato e il nemico o il Saints di turno che vola via in fin di vita.
In definitiva Saint Seiya può definirsi un manga unico nel suo genere, in grado di unire all'azione la cultura antica e la riflessione filosofica/religiosa. Proprio per questo deve essere una di quelle serie che non devono mancare nella collezione di un vero appassionato di manga.
Saint Seiya è un eccezionale veicolo di trasmissione culturale, mitologica, religiosa e filosofica, che, negli anni di maggior successo, si immetteva prepotentemente nel movimento della globalizzazione. Così, se da un lato ha diffuso in Occidente diverse nozioni indo-buddhiste, ha anche portato in Oriente rilevanti riferimenti danteschi e mitologici. Ed è proprio alla mitologia che Kurumada strizza l'occhio, scegliendo lo scenario greco quale incipit della sua storia.
Seiya, Hyoga, Shiryu, Shun e Ikki, protagonisti indiscussi del manga, in seguito ad uno sfibrante allenamento ottengono l’investitura a Saints, i leggendari guerrieri della dea Atena, chiamati a difendere in suo nome la pace sulla Terra. Il loro potere scaturisce dalla consapevolezza di come il proprio microcosmo interiore possa riflettere la struttura dell’universo e possa esprimere la stessa, immensa energia del big-bang. Energia convertita in potenti onde energetiche e raffiche di pugni e calci attraverso l'armatura, che assume, così, una duplice funzione. Se da un lato ha la finalità di convogliare l'energia dei Saints in colpi concreti, svolge anche un'indispensabile funzione difensiva. Senza di essa la morte è assicurata. I cinque protagonisti hanno raggiunto solo il grado d’investitura più basso, ossia il titolo di Bronze Saints. Ma questo non impedirà loro di affrontare i guerrieri più tenaci e abili, nemici della giustizia e della Dea Atena. Un'innata caparbietà e un totale disprezzo per la morte porterà i cinque Saints a scontrarsi, addirittura, con i Gold Saints, dotati della potenza dalle dodici costellazioni zodiacali e in grado di muoversi alla velocità della luce. Ma nulla può fermare i protagonisti di tale manga quando in ballo c'è il destino della Terra.
Come già detto, Saint Seiya è quello che gli americani chiamano "melting pop", ossia la perfetta convivenza di svariati elementi appartenenti a culture diverse. Appaiono evidenti, come già detto, i continui riferimenti mitologici. La cultura ellenica non si limita, però, al semplice ruolo di senario della narrazione ma va oltre, assumendo un ruolo di prim'ordine. Secondo la mitologia greca Zeus, dopo aver ucciso il padre Crono e liberato i fratelli Ade e Nettuno, divise con loro il dominio del mondo. Egli governò i cieli e la terra, Ade l'aldilà e Nettuno i sette mari. Da tale richiamo storico Kurumada forgia le tre saghe che compongono l'intera storia di Saint Seiya. Accanto alla modernizzazione della millenaria storia greca, Kurumada effettua anche un complicato processo di unione di elementi buddisti e danteschi. Un esempio di come Saint Seiya sia specchio fedele di tradizioni buddhiste è dato dal primo, grande avversario che i Cavalieri devono affrontare: Saga. Il Gold Saint dei Gemelli, infatti, non è un semplice antagonista, ma un nemico interno; il nemico tipico della religione buddista, che tenta e corrompere dall'interno. Ma è forse il Gold Saint Shaka il vero compendio della filosofia buddhista. Già alla sua prima presenza, infatti, ci viene presentato come il bambino che nasce da un fiore di loto come reincarnazione del Buddha. Per di più, è l'unico a possedere l'ottavo senso, ovvero l'innata capacità di essere consapevoli di appartenere al tutto e di coincidere con esso. Proprio tale caratteristica rende Shaka l'"uomo più vicino a Dio". Se le prime due saghe sono interamente dominate da allusioni e rimandi greci e buddisti, è nella terza, ed ultima saga, che Kurumada celebra la figura di Dante e del suo mondo, facendo muovere i Saint nel percorso infernale da lui creato. La descrizione dei luoghi visitati dai Saints ricalca la narrazione dantesca. Si va, così, dalla drammatica frase "Lasciate ogni speranza voi ch’entrate" scolpita sulla porta d'ingresso del reggono demoniaco, alla trattazione della sofferenza degli ignavi; dal fiume Acheronte, con tanto di traghettatore, al cane Cerbero; passando per il Cocito e la Giudecca dimora del signore del mondo infernale.
Particolare è il discorso grafico. Se Kurumada, infatti, cura minuziosamente i primi piani e i paesaggi, chiaro esempio ci viene offerto dalle rappresentazioni dei luoghi danteschi, tralascia spesso gli elementi secondari. Basti vedere le varie vignette dove i Saints sono circondati da una moltitudine di nemici: le loro facce sono spesso sproporzionate o deformate e assumono un tono tipico dei manga demenziali. Ma Kurumada è famoso per la statuarietà che riesce a immettere nei Saints, che ricordano le scultoree statue greche. Particolare è anche la rappresentazione delle scene di lotta. Nel manga non troveremo mai dei colpi diretti che sbattono sul corpo dell'avversario, ma tavole nelle quali il colpo è già stato sferrato e il nemico o il Saints di turno che vola via in fin di vita.
In definitiva Saint Seiya può definirsi un manga unico nel suo genere, in grado di unire all'azione la cultura antica e la riflessione filosofica/religiosa. Proprio per questo deve essere una di quelle serie che non devono mancare nella collezione di un vero appassionato di manga.
CONTRO
megna1
-
Nel periodo a cavallo tra la fine degli Ottanta e l'inizio dei Novanta imperversavano due fazioni ben distinte: I sostenitori sfegatati di "Ken il Guerriero" (tra i quali me) e gli irriducibili fan de "I Cavalieri dello Zodiaco", che in TV facevano audience incredibili per un cartone animato in fascia pre-serale. Ma se per la versione anime, la Bandai, unica ideatrice della linea di action-figure e detentrice dei diritti, chiamò a sé i migliori elementi della Toei senza badare a spese, non si poté affermare altrettanto per ciò che concerneva il manga.
È nato prima l'uovo o la gallina? In questo caso aveva visto la luce prima la gamma di giocattoli, e solo in un secondo tempo le varie trasposizioni animate e su carta stampata. Questa prassi è la legge per la maggior parte dei colossi dell'intrattenimento di Tokyo, i quali talvolta non sembrano essere molto lucidi nell'assegnare i propri personaggi a chi di dovere, e addirittura restie a controllare il lavoro delle case editrici coinvolte. Per l'appunto l'opera di Masami Kurumada non rispecchiava proprio per niente la controparte televisiva, magistralmente realizzata da Shingo Araki e Michi Himeno.
Quando visionai le prime pagine (e sto parlando della vetusta edizione Granata) non nascondo che mi era preso un colpo (in negativo, purtroppo).
Che è? Dinamicità e dilatazione dei muscoli del corpo, che sono le prima cose da sapere nell'abbecedario del provetto mangaka, se le è proprio dimenticate. Pegasus, Crystal e gli altri comprimari sembrano sagome di legno ritagliate e incollate sui fondali, o almeno quei pochi elementi che si possono definire così, dal momento che sono risicati ai minimi termini. Le risapute magnificenze dell'architettura egea? Palazzi minori, ville, templi? La bellezza e l'armonia delle sinuose sculture? Figuriamoci, un paio di colonne qua e là e qualche architrave sparuta e spoglia - senza stare lì troppo a stressare gli assistenti - erano più che sufficienti. Tanto per far capire agli alunni di prima elementare che di Antica Grecia si trattava. (Vogliamo un po' mostrare agli esimi signori della Shueisha come venivano rappresentate Atene e le rovine del Partenone da fumettisti come Cavazzano o Giovan Battista Carpi - due fra tanti - nelle storie del nostrano Topolino?)
Il chara è piuttosto pedestre e inevoluto, ancora inchiodato alla subcultura videoludica degli Rpg per Famicom, e talvolta non si capisce bene se sia shojo oppure shonen: quando si oltrepassa la cerchia della decina di personaggi c'è da aguzzare la vista per riconoscerli tutti al primo colpo. Le fattezze del nutrito manipolo di cavalieri, poco più che adolescenti, sono composte dai canonici angoli spigolosi e dai classici occhioni con pupille fuori misura: le mimiche facciali sono giust'appunto quattro in croce. Quel che è certo e che queste espressioni, queste pose solenni, questi combattimenti (amatissimi dai bambini), imperavano a quell'epoca sulle scatole di giocattoli e nelle coloratissime istruzioni d'uso di software per console.
Nonostante si parli di un fumetto d'azione a tutti gli effetti, la velocità e l'impressione di movimento sono troppo forzati, quasi inconsistenti. Il rapporto tra altezza e larghezza non viene nemmeno preso in considerazione, alla faccia della ricerca della perfezione degli artisti ellenici. Le ombreggiature. Chi le ha viste? Lo scopo era meramente quello di fare apparire sempre nuovi nemici ed alleati con armature leggermente ritoccate per catturare l'attenzione dei più piccoli e per essere facilmente messi in commercio senza andare a modificare troppo la catena di montaggio.
Su incipit e trama non c'è da esaltarsi granché, da una base così complessa, dalle appassionanti leggende nate in seno a una civiltà dalle mille sfaccettature, si poteva e si doveva tirare fuori qualcosa di più articolato che un mucchio di guerrieri narcisisti con la lacrima facile che si sfidano a suon di frasi roboanti per proteggere la sventurata dea Athena (rapita ogni due per tre).
Con franchezza, questo è uno di quei manga che in patria meriterebbero di essere serializzati esclusivamente sulle frivole paginette di Terebi Magazine, e che, oltretutto, fa gongolare i critici occidentali detrattori dei fumetti giapponesi, i quali in fondo non hanno tutti i torti quando asseriscono che alcuni di questi non sono classificabili nella cosiddetta nona arte.
La sua collocazione ideale, almeno da noi, sarebbe stata all'interno delle confezioni di merendine o in omaggio nella cartolibreria di fiducia. Non certo in edicola, se non come inserto nel Corriere dei Piccoli. Rincaro la dose, per me era meglio non pubblicarlo neppure e ricordare le puntate del cartone animato con infinita devozione. A conti fatti, definirlo un caposaldo degli anni '80 o il capolavoro definitivo di Kurumada mi sembrano affermazioni che non stanno né in cielo né in terra. Nemmeno i colori delle copertine (tremendi) invogliavano l'acquisto...
È nato prima l'uovo o la gallina? In questo caso aveva visto la luce prima la gamma di giocattoli, e solo in un secondo tempo le varie trasposizioni animate e su carta stampata. Questa prassi è la legge per la maggior parte dei colossi dell'intrattenimento di Tokyo, i quali talvolta non sembrano essere molto lucidi nell'assegnare i propri personaggi a chi di dovere, e addirittura restie a controllare il lavoro delle case editrici coinvolte. Per l'appunto l'opera di Masami Kurumada non rispecchiava proprio per niente la controparte televisiva, magistralmente realizzata da Shingo Araki e Michi Himeno.
Quando visionai le prime pagine (e sto parlando della vetusta edizione Granata) non nascondo che mi era preso un colpo (in negativo, purtroppo).
Che è? Dinamicità e dilatazione dei muscoli del corpo, che sono le prima cose da sapere nell'abbecedario del provetto mangaka, se le è proprio dimenticate. Pegasus, Crystal e gli altri comprimari sembrano sagome di legno ritagliate e incollate sui fondali, o almeno quei pochi elementi che si possono definire così, dal momento che sono risicati ai minimi termini. Le risapute magnificenze dell'architettura egea? Palazzi minori, ville, templi? La bellezza e l'armonia delle sinuose sculture? Figuriamoci, un paio di colonne qua e là e qualche architrave sparuta e spoglia - senza stare lì troppo a stressare gli assistenti - erano più che sufficienti. Tanto per far capire agli alunni di prima elementare che di Antica Grecia si trattava. (Vogliamo un po' mostrare agli esimi signori della Shueisha come venivano rappresentate Atene e le rovine del Partenone da fumettisti come Cavazzano o Giovan Battista Carpi - due fra tanti - nelle storie del nostrano Topolino?)
Il chara è piuttosto pedestre e inevoluto, ancora inchiodato alla subcultura videoludica degli Rpg per Famicom, e talvolta non si capisce bene se sia shojo oppure shonen: quando si oltrepassa la cerchia della decina di personaggi c'è da aguzzare la vista per riconoscerli tutti al primo colpo. Le fattezze del nutrito manipolo di cavalieri, poco più che adolescenti, sono composte dai canonici angoli spigolosi e dai classici occhioni con pupille fuori misura: le mimiche facciali sono giust'appunto quattro in croce. Quel che è certo e che queste espressioni, queste pose solenni, questi combattimenti (amatissimi dai bambini), imperavano a quell'epoca sulle scatole di giocattoli e nelle coloratissime istruzioni d'uso di software per console.
Nonostante si parli di un fumetto d'azione a tutti gli effetti, la velocità e l'impressione di movimento sono troppo forzati, quasi inconsistenti. Il rapporto tra altezza e larghezza non viene nemmeno preso in considerazione, alla faccia della ricerca della perfezione degli artisti ellenici. Le ombreggiature. Chi le ha viste? Lo scopo era meramente quello di fare apparire sempre nuovi nemici ed alleati con armature leggermente ritoccate per catturare l'attenzione dei più piccoli e per essere facilmente messi in commercio senza andare a modificare troppo la catena di montaggio.
Su incipit e trama non c'è da esaltarsi granché, da una base così complessa, dalle appassionanti leggende nate in seno a una civiltà dalle mille sfaccettature, si poteva e si doveva tirare fuori qualcosa di più articolato che un mucchio di guerrieri narcisisti con la lacrima facile che si sfidano a suon di frasi roboanti per proteggere la sventurata dea Athena (rapita ogni due per tre).
Con franchezza, questo è uno di quei manga che in patria meriterebbero di essere serializzati esclusivamente sulle frivole paginette di Terebi Magazine, e che, oltretutto, fa gongolare i critici occidentali detrattori dei fumetti giapponesi, i quali in fondo non hanno tutti i torti quando asseriscono che alcuni di questi non sono classificabili nella cosiddetta nona arte.
La sua collocazione ideale, almeno da noi, sarebbe stata all'interno delle confezioni di merendine o in omaggio nella cartolibreria di fiducia. Non certo in edicola, se non come inserto nel Corriere dei Piccoli. Rincaro la dose, per me era meglio non pubblicarlo neppure e ricordare le puntate del cartone animato con infinita devozione. A conti fatti, definirlo un caposaldo degli anni '80 o il capolavoro definitivo di Kurumada mi sembrano affermazioni che non stanno né in cielo né in terra. Nemmeno i colori delle copertine (tremendi) invogliavano l'acquisto...
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Cominciamo ad essere un bel pò di gente da eventualmente picchiare..
Lc è un opera molto sopravvalutata, per fortuna anche dimenticata, alla fine non serve a nulla.
Sempre meglio di episodio G comunque.
Concordo, sé non erro fu trasmesso l'anime la mattina, un orario noto per avere basso audience.
È tipo quando trasmettono un'anime alle 3 del mattino. È chiaro che non può avere un audience alto.
Quando lo davano nelle TV regionali tra altro non lo censuravano, mediast invece ci dava dentro con le censure.
Non sono molto d'accordo. Hokuto no Ken è la base degli shonen di quel periodo (ed è nato anche prima di Saint Seiya oltre ad essere più famoso e di maggior qualità), leggendo e guardando Hokuto no Ken si possono vedere tutti gli elementi che hanno poi ereditato gli shonen moderni (al contrario Saint Seiya ha solo alcuni elementi), e lo stile di Jojo è chiaramente inspirato a quello del mitico Hokuto (in particolare nelle prime saghe).
Ma volendo essere davvero sinceri ciò che ha davvero ispirato gli shonen moderni non è né Hokuto, né Saint Seiya, ma piuttosto Dragonball (che tra parentesi è nato sempre prima di Saint Seiya ed è, senza ombra di dubbio, la serie più famosa mai creata... a parte forse One Piece).
Dragonball ha posto le basi per Naruto, One Piece lo scarsissimo Fairy Tail (che in realtà nasce mezza generazione dopo i primi due, anche se è chiaramente una mezza copia di Rave, stesso autore ovviamente) ecc....
Insomma, Saint Seiya è sicuramente un classico, ma non penso abbia ispirato moltissimo il filone shonen, non quanto dragonball o hokuto almeno (e stiamo parlando di opere di quegli anni nate entrambe prima di saint seiya quindi non credo ci siano dubbi).
Persino 20th Century Boys, che è un seinen, ha venduto di più. Pure Berserk e Crayon Shin-chan. Per tacere di Vagabond
"Fallì"? Da cosa lo deduci scusa? Non ho i dati degli ascolti, so solo che sono andati avanti a merchandising ITALIANO per tipo 2 anni tra i vari modellini, cards, back to school ecc. e dubito che una produzione simile sia conseguente ad un fallimento del (ri)passaggio in TV... Anche perchè ricordo benissimo che avevano iniziato con 2 episodi a settimana (sabato e domenica mi pare) e poi hanno reso la trasmissione giornaliera... per i bassi ascolti? Non credo. Sulle censure sono d'accordo con te.
Beh, ken il guerriero è nato prima di tutti.
Dragon ball deve molto. Un ogni rivista del settore, del passato, si scriveva questo , a ragione direi.
Dopo ken, gli scontri furono cosi, e lo sono tutt'ora.
Si, è in confronto a oltre 5000 manga a venduto molto di più
Solo 5000 manga
Cioè non capisco come si possa pensare che un manga che venduto decine di milioni di copie non sua di successo. Boooo....
Comunque non conoscevo quella classifica grazie del Link.
Riporto
Il manga ha influenzato molti anime e manga successivi, sia come concept (si pensi alle serie anime I Cinque Samurai e Shurato, uscite in Giappone sull'onda della serie televisiva classica e che riprendono il format di ragazzi che indossano armature mistiche), che come personaggi e tecniche (è il caso di Bleach, il cui autore Tite Kubo, ha ammesso di aver preso spunto dai Cavalieri per la ideazione di armi e tecniche della sua opera)[29], oppure opere come Guyer e altre opere meno conosciute, oltre che opere come B't X o Silent Knigth Shō e anime/manga come Gullkeeva o Gundam Wing. Negli anni ottanta Saint Seiya era considerato l'unico rivale in grado di competere con la serie Dragon Ball in quanto a audience e merchandising.
Varie citazioni dell'opera e camei dei suoi personaggi più famosi sono presenti sia in diverse serie animate e manga (da School Rumble, Full Metal Panic? Fumoffu, Proteggi la mia terra), yugioh che in opere occidentali ma anche videogiochi; una fra tutte il film Scontro tra titani del 2011, il cui regista, Louis Leterrier, ha ammesso di essersi ispirato al manga originale dei Cavalieri per il design delle armature indossate dalle divinità, cosa che portò ad affidare la realizzazione di alcuni poster promozionali del film per il Giappone a Kurumada. Il successo della serie ha portato alla creazione in tutto il mondo di forum, blog, fanfiction, siti web ad essa dedicati.
Si parla del 2008, dove mi pare invece avvenne il contrario: da una trasmissione giornaliera si passò a quella solo nel weekend.
i primi 3 sono chiaramente nipoti di dragonball, gli ultimi 2 di Hokuto no ken. Se proprio vogliamo trovare le influenze di Saint Seya, direi i 5 samurai che ne è il plagio, e Sailor Moon che è Saint Seya con le Majokko.
Ci sono i dati audience del 2008 e 2009:
Capitolo Santuario trasmesso domenica al mattino
14 settembre 2008
848.000
| 11,20%
20 settembre 2008
838.000
11,86%
12 ottobre 2008
831.000
11,83%
2 novembre 2008
811.000
12,61%
9 novembre 2008
809.000
11,34%
16 novembre 2008
827.000
12,20%
24 novembre 2008
955.000
12,22%
30 novembre 2008
829.000
10,63%
7 dicembre 2008
810.000
11,41%
28 dicembre 2008
815.000
9,66%
Capitolo Inferno trasmesso al primo pomeriggio
17 febbraio 2009
1.597.000
9,23%
| 19 febbraio 2009
1.401.000
7,83%
24 febbraio 2009
1.651.000
9,13%
26 febbraio 2009
1.475.000
8,52%
3 marzo 2009
1.744.000
10,00%
5 marzo 2009
1.661.000
9,50%
10 marzo 2009
1.446.000
8,15%
12 marzo 2009
1.488.000
9,23%
17 marzo 2009
1.418.000
8,80%
19 marzo 2009
1.774.000
10,89%
24 marzo 2009
1.551.000
9,10%
26 marzo 2009
1.534.000
9,37%
In pratica sono come audience simile a Dragon Ball Super che è andato in onda un paio di mesi fa
Ma che cazzo c'entrano gli altri 5000 manga. Si sta parlando di shonen di Jump famosi e manga "influenti".
Non conoscevi la classifica? Ce ne siamo accorti LOL
Vero ma hanno anche molto di Saint Seiya, soprattutto nella tipologia di combattimenti a turni. Inoltre alcuni di questi shonen presentano personaggi con fattezze e poteri simili a quelli di Saint Seiya. In Fairy Tail c'è persino il rimando ai segni dello zodiaco.
XD
Scusa eh se rido, sé per te 34 milioni di copie sono poche
Qui in Italia quando un libro vende tipo 800mila copie lo chiamano bestseller dell'anno. XD Figuriamoci 34 milioni XD
Praticamente facendo il conteggio é il circa 70° manga più venduto di sempre.
Cioè ci sono solo 69 manga più venduti ma migliaia di manga che gli stanno sotto.
è dimenticata perchè incompleta ed è incompleta perchè "uccisa" da Kurumada stesso che doveva iniziare il suo Next Dimension con lo stesso argomento. Non serve a nulla perchè scanonizzata.
La lezione è: non metterti a fare manga con le licenze degli altri
Next Dimension é iniziato prima di lc.
Comunque era già chiaro che lc era un opera non canonica perché sin dal primo capitolo di Nd veniva riportato "seguito ufficiale canonico del manga originale di Saint Seiya".
Sólo che quelli che lessero lc non sapevano o non avevano letto o non ci avevano fatto caso a quella frase, è sono caduti in errore. Kurumada sin dall'inizio era stato chiaro.
Concordo.
In Giappone è una serie bella che morta da almeno 2 o 3 anni, infatti hanno smesso totalmente di fare mercadaising su questa serie già da un paio d'anni. Hanno chiuso.
Il bello che c'è gente che aspetta qualcosa che probabilmente non avverrà mai. Mi dispiace dirtelo sé non lo sapevi.
Poi mettici pure che sono passati quasi 8 anni dalla stagione 2.
In Giappone forse non se la ricorderanno neppure sto anime XD
Cercalo insieme a Nadia & Eva xd
Io sono tra questi, LC è l'unico anime spinoff su SS che mi ha davvero convinto (certo il mio preferito resta sempre il classico ma LC mi ha piacevolmente sorpreso soprattutto per una narrazione diversa e per alcuni aspetti più matura ed introspettiva, non vi è la solita corsa contro il tempo per salvare Athena e il reparto tecnico è di tutto rispetto).
Mi dispiace davvero se non verrà mai completato, speravo almeno in un film epilogo al massimo, lasciare incompleta un'opera così è molto triste specie poi ora che è stata doppiata anche in italiano.
Voglio i bluray di Nadia.
La parte finale di lc, gli ultimi 15 volumi circa (edizione italiana) sono una corsa contro il tempo.
Lc = serie sopravvalutata, oltre che poco originale e piena di errori di congruenza, vabe quelli alla fine ci stanno perché non è canonica.
In Giappone, quel che resta nel tempo è l'opera originale, e tutti questi spin off realizzati da altri autori lasciano un po' il tempo che trovano, per quanto possano essere belli (stesso discorso per quelli di Ken il guerriero, per il remake di Occhi di gatto e via dicendo). Tra trent'anni, nessuno ricorderà mai Lost Canvas, ma trent'anni dopo tutti ricordano ancora Saint Seiya.
Infatti, tra altro parliamo di due opere totalmente di diverso peso, sopratutto sé consideriamo l'anime.
L'Anime di Saint Seiya anni 80 l'anno scorso fu votato dai Giapponesi sé non ricordo male in 107° posizione tra tutti gli anime ma realizzati in Giappone nei primi 100 anni della storia dell'animazione Giapponese.
Tutte le altre opere animate Spinoff vari di Saint Seiya niente invece, cilecca.
Sui manga, a livello puramente tecnico si può discutere. Ci sta che si dica che magari i disegni di Lost Canvas sono più belli di quelli di Kurumada (ma, ehi, certi accorgimenti stilistici come le decorazioni delle armature o i balloon "sparati" sempre da Kurumada li riprende, per quanto poi possa abbellire i personaggi), ma un manga che di fatto vive di luce riflessa non potrà mai superare l'originale quanto a popolarità, per quanto belli possano essere i suoi disegni.
Ma chi cazzo ha scritto che 34 milioni sono poche in assoluto? Non sapete leggere. Ho scritto che ha venduto poco in confronto agli altri di Jump
Che cazzo c'entra l'Italia, in tutto questo?
Ti do l'ultima risposta poi mi sono stancare di questo topic XD, è da quasi 30 anni uno dei 50 manga più venduti della Jump, c'è la classifica 2018 su y., praticamente è un bestselling della J.
OT: tra i tuoi esempi ci ficcherei pure Sailor Moon Crystal
Che poi le uniche argomentazioni che fairyelsa adduce sono solo i traguardi commerciali raggiunti dall'opera. Scusa a te il fumetto piace soltanto perchè vende milioni di copie? Bah
Dimmi quello che vuoi ma secondo me molti di questi voti sono viziati dal ricordo che la gente ha dell'anime.
Narra la leggenda (ma in realtà è vero), che numerosi fan giapponesi dell'anime non furono affatto felici di vedere com'era il manga, tanto che scrissero pure lettere di protesta per cambiare il disegnatore! Eppure decenni dopo nonostante tutto il manga di Saint Seiya ha raggiunto questi numeri. Non è che la gente compra roba che gli fa schifo, in genere.
Vuoi altre argomentazioni?
Su il manga di Saint Seiya continuano dopo 30 anni a sfornare merchandising, ci sono il 99% manga che dopo 2 o 3 anni non ci fanno più nulla.
È che sarà mai, la gente dopo 30 anni continua a comprare e richiedere roba su quest'opera.
Un'inezia XD
Poi bo, pure questo sondaggio ci dà un risultato più che positivo, che ti devo di.
Narra la leggenda (ma è vero) che autore di Saint Seiya dopo i primi volumi di Saint Seiya passò da l'essere un persona normale a ricco sfondato, in un intervista dice che in quel periodo si comprava una macchina sportiva ogni 3 o 4 mesi e che il successo del manga gli cambiò la vita. XD
Il bello che in un intervista c'è Tezuka Osamu il dio papà dei manga che dice che un manga per avere successo deve principalmente avere una storia che attrae il lettore è lo invoglia a leggere e comprare, i disegni e gli orpelli sono di secondo piano per il successo di un manga. Quindi sé un manga vende tanto significa che ha fatto il suo lavoro più importante cioè attrarre e invogliare a comprare. (by Osamu T.).
Appunto, è la cosa che sto dicendo io da diversi post. XD
Questa cosa delle proteste non la sapevo proprio (e non mi stupisce!), ma la tua affermazione finale non smentisce la mia ipotesi, e cioè che questi numeri siano lievitati dopo la trasmissione dell'anime. Ma è chiaro che uno che si appassiona da matti ad una serie (ne so giusto qualcosina) acquisterà AUTOMATICAMENTE il manga e quindi non è vero che la gente non compra anche roba che poi gli piace così cosà... tu non hai mai preso nulla a scatola chiusa e poi sei rimasta delusa? Non ci credo. E poi tra il "mi piace" e il "non mi piace" ci sono infinite sfumature ed emozioni che diventano positive in presenza di un solido fattore che motiva COMUNQUE all'acquisto, in questo caso l'anime.
@fairyelsa: Okay, quindi a te il manga di Saint Seiya piace perchè:
...non c'è che dire, i tuoi gusti si basano sull'intimo e sul personale, ti ha proprio toccato nell'anima. Se Kurumada dovesse rendere pubblico il suo estratto conto che fai? Ti ci appassioni ancora di più? Sempre più BAH
Troppe assurdità in un sola citazione, che sia di Tezuka o del Papa in persona:
1. Un autore che è bravo solo nelle storie scrive libri, non fa fumetti;
2. Il disegno è il ♥, l'anima del fumetto, ciò che lo rende tale e speciale. Fumetto = Disegno, storia ILLUSTRATA. E non mi rispondere con "...si ma anche la storia bla bla" perché non ho mai detto il contrario.
3. Se un manga vende tanto può essere per mille fattori; quello più verosimile è che diventa di moda, che va in tendenza come avviene per qualsiasi prodotto: un film, un disco ma anche un paio di scarpe. E ciò non è certo negativo: di base c'è la capacità di arrivare a più persone che è fondamentale e non va vista come un qualcosa di negativo. Dubito però che "la vendita" sia il fine ultimo di un disegnatore o di un qualsiasi altro vero artista.
Amici, Uomini e Donne, L'Isola dei Famosi, Grande Fratello, Pomeriggio Cinque, tutti programmi seguiti, che vengono prodotti da anni e richiesti e gran voce dal pubblico italico.
Sono programmi che hanno dimostrato di avere qualità? No.
Lo stesso vale per qualunque altra cosa.
Il successo è dovuto a vari fattori, di cui buona parte sono pilotati dalla pubblicità e quindi dal denaro pompato per renderlo un fenomeno. Un anime/manga che viene strombazzato tutti i giorni, su tutti i giornali, che riempie i negozi di gadget può sopperire tranquillamente a qualunque mancanza di qualità.
Oltre a questo, spesso la scelta del tempo, per moda o altro, incide enormemente sul successo del prodotto.
In pratica, esistono fior fior di amenità che incassano soldi e campano di rendita nonostante siano prodotti qualitativamente scarsi, perchè sono facilmente trasformabili in profitto.
Questo lo dico per spiegare, non tanto in relazione al caso Saint Seiya.
Sicuramente però è una serie che possiede tutte le caratteristiche per essere commerciale e questo penso abbia inciso molto sul successo ottenuto.
Non è la realtà.
C'è un intervista di Shingo Araki dove dice che Toei commissionò l'anime di Saint Seiya (il manga era arrivato al volume 2), perché il manga aveva un successo enorme è pensavano di andare a colpo sicuro(infatti così è stato). Inoltre era tutto studiato a tavolino per il successivo lancio di giocattoli abbinati i quali ebbero un successo per Bandai enorme.
Mi piace perché ha una bella trama di base, personaggio a cui ci si affeziona, ha vari elementi di mitologica greca, religioni varie, ect, propone scene in cui vengono esaltati gli ideali di amicizia, lealtà, spirito di sacrificio.
Ha tanti personaggi con tante Armature e tante tecniche.
Per la cronaca non è il mio manga preferito ma lo considero sicuramente un classico shonen, è ci sono tantissimi shonen e tantissimi manga che non lo saranno mai, a differenza di Saint Seiya.
Ho diversi manga anni 80 che hanno venduto uno sfracello, è che se li vedi oggi fanno ridere come disegni.
Eppure come vendite superano di gran lunga certi manga meravigliosamente realizzati..
Che dice avranno avuto torto nel fare quei manga, forse gli autori dovevano scrivere libri?
È personalmente mi fido più di quello che dice il papà dei manga che di quello che dice qualche utente di passaggio
Su questo concordo, ma sé vende tante dipende anche da altri fattori. Sono molteplici, tra cui uno dei fattori è sicuramente che PIACE.
È tra altro il successo continua dopo 30 anni, il prossimo anno ci faranno un remake e un Live Action.
Ma chissene frega dei sequel e prequel di oggi, che non ho mai seguito. Io ho detto che la serie originale ha venduto molto meno di altri di Jump come HnK e persino meno di alcuni seinen molto meno commerciali come 20th CB. Quindi è un'anomalia, tra le jumpate più famose. C'è una differenza enorme tra la popolarità di SS in Giappone e il successo ottenuto nei paesi europei e sudamericani. Punto. Tutto il resto non c'entra niente e sono argomentazioni buttate lì a casaccio.
....che gli fa schifo no ... che fa schifo sì!
Non lo sapevo, non ho mai letto il manga di LC infatti, mi riferivo solo a quello visionato nell'anime. Non dico che le corse contro il tempo non mi piacciano, anzi, però inframmezzate da altre situazioni narrative non è male, come del resto è stato anche il classico precedente all'avventura in Grecia.
E' vero che è commerciale ma offre anche altro oltre al promo dei modellini in armature, si respira epicità, si trasmettono vari valori e insegnamenti di vita, vi è lo spettacolo dei combattimenti che all'epoca erano una novità assoluta agli occhi dei fans, vi è una narrazione efficace, coinvolgente, che non annoia, che ti prende dall'inizio alla fine (Kurumada ha il gran pregio di saper incollare il lettore alle tavole che è poi quello che più conta per essere un buon mangaka, anche più di disegni curatissimi o di soggetti iperoriginali).
Inoltre la caratterizzazione degli eroi per l'epoca era abbastanza innovativa, è chiaro che oggi sembra tutto stereotipato, ma all'epoca non era affatto così, Saint Seiya ha posto le basi insieme agli altri titoloni di quel periodo per tutti gli shonen delle decadi successive che tanto hanno amato le nuove generazioni e merita rispetto e il suo meritato posto tra i grandi classici da leggere a tutti i costi per capire meglio le opere attuali.
Aspetta. Non è un principio matematico che puoi applicare a tutto. Io allora ti potrei dire One Piece o che ne so... Titanic... o i Beatles... l'esempio che fai sulla televisione spazzatura non è proprio calzante perchè la gente NON SBORSA SOLDI per vederla, qua invece si parla di gente che volontariamente COMPRA qualcosa.
oooh... questa mi piace decisamente di più.
ah ah... un grande
Oddio... forse l'hai sparata un pò grossa
parli per te giusto?
Vero. Con l'anime tutti questi aspetti vengono amplificati a meraviglia.
Si vabbé... ora se vorrete leggervi Naruto o Dragon Ball dovrete prima superare il test d'ammissione Saint Seiya
No, io ho detto che sono due cose separate, quindi che sono indipendenti tra di loro, non ho mai sostenuto che non esistano cose di successo e di qualità. IO parlo di "dimostrare". Avere successo non dimostra nulla a parte che vende. A volte il successo ha anche dietro la qualità, ma non puoi dimostrare matematicamente la seconda perchè c'è la prima.
Il successo non è un termometro della qualità, soprattutto oggi dove il potere del capitale permette di distorcere la percezione del pubblico in maniera molto più capillare di prima.
Giustizia, amore, fratellanza, spirito di sacrificio per te cosa sono?
Saint Seiya non ti coinvolge? Come si fa a non farsi prendere dal ritmo incalzante della narrazione frenetica?
E' un classico importante che va letto per capire le origini di tanti shonen attuali, i loro autori sono cresciuti con Saint Seiya, HNK, etc. e ne sono rimasti influenzati nel creare le loro opere.
Il secondo, però, è valutarla secondo gli standard moderni, ed è questo che, secondo me, ha più peso. È vero che un'opera può essere talmente innovativa da modificare radicalmente il panorama mediatico dei suoi tempi, ma se la si riguardasse a venti anni di distanza, avrebbe lo stesso impatto? Probabilmente no, ed è questo che, secondo me, veniva chiesto nella domanda iniziale ("Grande classico o girella ammuffita?"). Nel secolo scorso, "Io sono tuo padre" poteva essere un colpo di scena inaspettato, ma se lo riproponessi oggi in un mio ipotetico film, avrebbe lo stesso impatto? Non credo proprio.
Per intenderci, cito uno degli ultimi commenti di questa pagina:
Può essere vero che per l'epoca fu innovativo e sicuramente si tratta di un pregio dell'opera, ma ai giorni d'oggi può ancora essere considerato tale? E alla luce di ciò, vi sentireste di consigliarlo a chi ha già guardato molte delle opere che da Saint Seiya hanno preso spunto?
Io non prendo una posizione, credo che la verità non sia sempre bianca o nera e in questo caso mi piace pensare che non sia neanche un grigio, ma che coesista in entrambi gli stati contemporaneamente (ovvero che sia un grande classico, ma anche un po' invecchiato e forse non molto bene).
Io questa anomalia non c'è la vedo, il manga classico di Saint Seiya è tra i 50 manga più venduti della Jump uno dei 50 bestsellers della Jump, che ci vuoi pretendere di più?
Riporto articolo:
Weekly Shōnen Jump e Weekly Jump, è una delle più longeve testate settimanali di manga pubblicate in Giappone da Shūeisha, con una tiratura di oltre 3 milioni di copie. Edizioni mensili della rivista sono pubblicate anche nel Nord America e in Europa. Shōnen Jump è rivolto principalmente ai ragazzi, come indica il termine shōnen (少年 ragazzo). Al suo interno sono pubblicati manga di azione e avventura, spesso aventi ragazzi come protagonisti. Sulla rivista sono stati pubblicati molti manga di fama internazionale e di successo mondiale, alcuni di essi sono : Dragon Ball, Saint Seiya, Hokuto No Ken, My Hero Academia, Slam Dunk, Naruto, One Piece, Bleach, Death Note e Ginga: Nagareboshi Gin. ect
OH ma guarda, Saint Seiya è citato tra i grandi successi Jump, Ahaha, ma sarà un caso oppure no?
:D
Per la cronaca girando su internet ho saputo pure che in Giappone c'è un museo dedicato a Saint Seiya
Sinceramente per esperienza personale i manga di DB e Saint Seiya gli ho letti interamente con piacere, Naruto lo abbandonato ai primi volumi non c'è lo fatta proprio a continuarlo, preferisco 100 mila volte l'anime di Naruto, anche sé i filler rompono le scatole a tutti.
Peccato solo che in Italia probabilmente non lo vedremo mai doppiato per intero.
Dovè dovè ^^
Adesso ti mando un messaggio con i link. ?
Yeah, Saint Seiya capolavoro immortale ^^
Perfect
Non ricordo, dovrei risfogliare il Catechismo
Semplice, perché non lo è! Ma dico anche tu avrai visto prima l'anime no? Quello si che ha un ritmo incalzante, è veramente epico. Io amo Saint Seiya ma il manga, a parte i meriti storici, è decisamente sottotono. Nella tua lista dei valori aggiungici l'obiettività.
Eh no... Una recensione è attendibile se rilasciata contestualmente all'uscita del prodotto e soprattutto se priva di condizionamenti dovuti al trascorrere del tempo e degli eventi (per cui toglietemi i vari "ha influenzato questo o quello"). Rivalutare un'opera dopo 30 anni è tutto un altro discorso.
Secondo me te lo tirano dietro. È troppo datato e troppo imperfetto per essere considerato un classico (parlo sempre del MANGA).
Attualmente il manga classico di Saint Seiya è in pubblicazione con enorme successo di vendite in Brasile, capite le fesserie che stanno dicendo gli Haters del manga di Saint Seiya?
Immagino che secondo voi i brasiliani si saranno rimbeciliti a comprare in massa codesto manga
Passo è chiudo che mi sono stancata ed è tempo perso, tanto è tipo 2 giorni che la recensione di Matteo91 ha largamente vinto in questo sondaggio. XD
Sì, questo è quello che molti dicono anche di opere come Devilman o i manga di Tezuka...
Ma di solito sono solo bambocci ignoranti a pensarlo..
?
No. Le opere che citi non hanno imperfezioni o personaggi caratterizzati in maniera approssimativa; non spingono troppo la storia a discapito di quei preziosi approfondimenti che possono dare al fumetto quel "di più", quell'andare oltre ad un semplice shonen quale è Saint Seiya: originale, innovativo per certi versi, ma fine a se stesso. Infine, le opere di Tezuka sono indirizzate ad un target di età molto più basso, è un paragone da stupidi saputelli
Beh, questo non ce l'ha nemmeno Saint Seiya. Certo, non ti spiega vita, morte e miracoli di tutti i Silver Saint che son solo carne da macello (ma a qualcuno interessa davvero di loro?), ma non si può dire che i cinque protagonisti, Atena o i vari Gold Saint non siano caratterizzati bene. Anzi nel manga sono spesso caratterizzati meglio che nell'anime, dove per dirne una hanno completamente cannato la caratterizzazione di Shun, che nel manga evolve e cresce mentre nell'anime è sempre rappresentato come una femminella che si deve far salvare dal fratello altrimenti non sa far nulla.
Si, sempre e solo i protagonisti però... Intendevo che strutturando una storia con decine di personaggi hai a disposizione una serie di spunti per fare di meglio. Boh raga io nel manga a parte Seiya e qualche altro li vedo tutti un pò a senso unico... Io non trovo che Shun dell'anime sia mal rappresentato: è una di quelle figure che nelle battaglie supporta il compagno più forte; riesce ad essere una valida spalla per tutti gli altri non avendo paura di mostrare anche le sue fragilità, ma quale femminuccia? Solo nei flashback da bambini forse...
Sia nell'anime che nel manga ognuno dei cinque protagonisti ha una sua storia personale, dei flashback sul passato e delle relazioni con altri personaggi che portano avanti lungo tutto il manga, quindi non direi che sono caratterizzati male.
Per Shun dell'anime, pensa ai vari filler e ai film cinematografici, dove viene appunto sempre salvato dal fratello, quando invece nel manga accade spesso e volentieri il contrario. Senza contare come lo hanno reso molto più femminile nel design (armatura con le tette) e ambiguo nei comportamenti (scena dove si sacrifica per salvare Hyoga dal congelamento), cosa che nel manga non era così marcata.
Mai sentito parlare di MacGuffin ? Molti degl'altri personaggi non hanno funzioni se non essere come ostacolo ai protagonisti in quel momento. Non serve raccontare la loro vita perchè l'opera stà raccontando quella dei protagonisti. Vuoi approfondire la storia di altri personaggi ? Fai uno spin-off a loro dedicato.
MUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDAMUDA!!
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