Al Comicon di San Diego si è svolta la cerimonia del Will Eisner Award, un prestigioso premio dedicato ai fumetti.
Nell'edizione di quest'anno, molti artisti giapponesi sono stati nominati o hanno addirittura ricevuto un premio.
Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame ha vinto il premio per la migliore edizione americana di un'opera internazionale (asiatica, in questo caso), spuntandola su Golden Kamui di Satoru Noda, Furari di Jiro Taniguchi, Otherworld Barbara di Moto Hagio e una raccolta di racconti di Junji Ito.
Akira di Katsuhiro Otomo ha vinto il premio per la miglior raccolta e quello per il miglior design con l'edizione dedicata al trentacinquesimo anniversario del manga.
Il compianto Jiro Taniguchi è stato nominato nella categoria miglior artista/scrittore per Furari e il volume dedicato a Venezia realizzato per Louis Vuitton, ma non è riuscito a vincere il premio.
Infine, dopo essere stata nominata più volte negli scorsi anni, Rumiko Takahashi è stata introdotta nella Hall of Fame del Will Eisner Award, unendosi così ai suoi colleghi nipponici Osamu Tezuka (introdotto nel 2002), Kazuo Koike (2004), Goseki Kojima (2004) e Katsuhiro Otomo (2012), Hayao Miyazaki (2014).
Fonte consultata:
Anime News Network 1, 2
È poi ha realizzato opere eccezionali come Ranma, Maison Ikkoku, Urusei Yatsura e Inuyasha.
Detto questo, innanzitutto complimentoni a Tagame e alla sua bellissima opera...ma quanta qualità c'è nelle opere candidate? Per me nessun vincitore avrebbe rubato il premio, c'è davvero l'imbarazzo della scelta.
In America i manga stanno cominciando a prendere sempre più piede, non più come opere "di culto" come poteva essere Lone Wolf & Cub ma come opere sempre più vicine all'accettazione mainstream; basti vedere per esempio l'enorme successo che sta riscuotendo negli USA My Hero Academia (andatevi a vedere la top 20 manga di Bookscan: occupa quasi la metà dei posti!) o al fatto che stanno cominciando ad esportare anche titoli classici, aiutati anche dalle controparti animate; per esempio Devilman o Jojo.
Spero vivamente di vedere molti più giapponesi nell'hall of fame in futuro perchè sei mangaka, anche se di peso, sono pochini. Ma per ora celebriamo Rumiko, che se lo merita ampiamente! Tralaltro insieme a Rumiko è entrata anche un'altra "ragazza terribile" che dagli anni '80 in poi ha contribuito a rivoluzionare il fumetto anche se nei panni di editor, ovvero Karen Berger.
Ps. un fattoide simpatico riguardo gli Eisner: nel 2014 insieme a Miyazaki entrò anche Alan Moore, lo sceneggiatore di Watchmen...mentre quest'anno con la Takahashi è stato il turno del disegnatore della serie, Dave Gibbons.
Eh già, perchè quando hanno deciso di dare il premio per la MIGLIORE EDIZIONE AMERICANA le tematiche sono state la prima cosa presa in esame XD. Oh, ma voi che vedete i "megacomplottidellalobbyLGBT" avete proprio qualche problema XD.
In realtà no, di base il mercato fumettistico è una nicchia, il fatto che My Hero accademia occupi così tanti posti vuol dire che quei volumi non sono presi singolarmente da varie persone ma che un gruppo più ristretto si compra l'intero paccco di numeri usciti.
1) Hai almeno letto l'opera (che io e sicuramente non solo io ho trovato degna di nota, ti basti vedere le recensioni finora scritte a riguardo) prima di dare per scontato che sia lì solo per la tematica?
2) Come fai a definirla una moda?! L'orientamento sessuale non si sceglie e il fatto che di recente si parli di più dell'argomento è perché sempre più gente decide di lottare al fine di cambiare le cose e perché finalmente ci si sta aprendo ai diritti che dovrebbero essere garantiti per tutti aldilà delle proprie preferenze personali.
Aggiunto. Grazie!
E' stata tra i primi autori usciti per la Viz insieme a Araki (Baoh), Kaoru Shintani (Area 88) ecc.
Pss..fino a ieri i trans li sottoponevano a cure psichiatriche perché considerati malati. Giusto ieri l'OMS ha tolto questa possibilità. Con "fino a ieri" non dico tanto per dire, intendo giugno scorso! E si, c'è una grande pubblicità giri di soldi dietro gli LGBT...mi spuntano pubblicità ovunque di libri e cose che non mi interessano, organizzano eventi, non sono più trattati come persone ma come animali protetti, da mettere in mostra:)
Al tuo amaro commento da paladina del web rispondo così:
Ma……una domanda semplicissima (e volendo anche banale): ma almeno il manga in questione l’hai letto? Perché è di quello che si sta parlando in questo articolo (anche se presumo che la risposta sia no).
Beh se lo leggessi ti stupiresti a scoprire che sì, parla di omosessualità, ma non solo, affronta tantissime altre tematiche legate alla sfera dell’emotività: il rapporto tra padre e figlia, la crescita di una bambina con la mancanza di un genitore, il legame tra due fratelli ecc. ecc.
Quindi sì, parla di omosessualità, ma lo fa anche in chiave emotiva, per dare uno spunto su quello che è il mondo dell’affettività nel senso più generale possibile (poi ovvio, è un manga giapponese, e i giapponesi dal punto di vista dell’affettività e dei rapporti intrapersonali hanno molti più problemi di noi occidentali, quindi ovviamente c’è anche questo aspetto).
Anzi, volendo aggiungere ancora, ha delle qualità in più anche dal punto di vista “informativo”, dato che alla fine di quasi tutti i capitoli c’è anche una piccola didascalia narrata da Mike (uno dei protagonisti del manga) riguardo ai temi LGBT, la loro storia nel corso dell’ultimo secolo, un mini-glossario dei termini, alcune curiosità, ecc. ecc.
E’ un manga molto toccante sotto tanti punti di vista, te ne consiglio la lettura e penso anche che sia da stupidi partire prevenuti a non leggerlo solo perché “adesso c’è la moda di parlare dei gay” (anzi, mi viene in mente anche il manga Oltre le Onde pubblicato dalla Jpop, che ha una tematica simile, ma che secondo me è anche più diretto e “cattivo”, perché ti mostra in modo molto efficace la discriminazione e la sofferenza di chi è omosessuale e non può dirlo, ovvero il protagonista).
P.S. Ah, giusto per la cronaca (non penso che normalmente ci sia il bisogno di dirlo, ma va be…), io sono etero al 100% ma non parto prevenuto riguardo a niente, e non penso affatto cose del tipo che la mia “mascolinità” possa essere intaccata dalle tematiche omosessuali (anzi, a dirla tutta forse è proprio il contrario X°DDD ).
E no, non voglio nemmeno fare il paladino del web (qualsiasi cosa possa voler dire), io dico semplicemente quello che penso
P.P.S. dimenticavo di commentare la notizia
Sono contento che Il Marito di Mio Fratello abbia vinto un premio, anche se effettivamente non so quanto l’edizione americana sia meritevole (a giudicare dalla grafica della copertina sinceramente non mi sembra poi così bella, penso che l’edizione italiana sia stata resa meglio).
E sono contento anche per la Takahashi nella Hall of Fame
E lo fa con una narrazione che più innocente non si può, dove l'omosessualità del povero Mike è solo suggerita (perché si sa che era sposato con un uomo), senza che questi si vesta in maniera stravagante o salti addosso ad altri uomini. Anzi, è un personaggio di una bontà incredibile, così com'è il suo autore, che, dichiaratamente gay, disegna scene di sesso estremo negli altri suoi lavori ma non mi pare che organizzi cene di Trimalcione coi suoi fan di sesso maschile durante i firma copie dei suoi fumetti.
Non tutti gli omosessuali seguono lo stereotipo dell'effeminato o dell'eccentrico, così come non tutti gli Italiani sono mafiosi, non tutti i Giapponesi sono dei freddi workaholics, non tutti gli Americani sono Homer Simpson e via dicendo. E, aldilà di tutto, si può tranquillamente essere amici, volersi bene, diventare una famiglia, perché il cuore che accomuna gli esseri umani è più forte delle differenze di etnia, credo, orientamento sessuale.
Io credo che per "edizione" intendano non tanto la qualità della carta, l'impaginazione ecc. ma più semplicemente il fatto che l'opera è stata pubblicata in America. Gli Eisner sono pur sempre un premio americano, quindi qualsiasi produzione inedita negli USA non la giudicherebbero. Diverso il discorso del cofanetto di Akira, dove invece era esplicito il giudizio "tecnico" sull'opera piuttosto che sul contenuto.
Anche per il premio all’opera di Gengoroh Tagame, sono molto contenta: merita veramente perché è bella graficamente, ben narrata, informativa, di grande profondità e anche perché, come già ricordato da altri qui sopra, il fatto che venga malamente giudicata da chi non l’ha neppure letta evidenzia come una voce del genere sia necessaria.
Mi spiace che il bellissimo volume di Taniguchi su Venezia non abbia vinto (lo guardo ogni volta in fumetteria, prima o poi -nonostante il costo- lo prenderò!)
Come dire "diamogli un contentino pure ai giappi "
Notato in fumetteria dove vado di solito e l’ho comprato fantastico disegni fantastici, peccato che non abbia vinto il premio meritava.
Il marito di mio fratello non è un bara (per quanto il background dell'autore sia quello), ma un seinen pubblicato su una rivista per tutti, che in Giappone è stato letto tranquillamente da lettori di tutte le tipologie, persino da studenti.
E' una lettura diversa dai bara e dagli yaoi perché non è incentrata su una storia d'amore/sesso, ma si tratta di una commedia familiare che vuole far riflettere sul modo in cui l'omosessualità viene percepita dalla società giapponese (ma, in senso lato, si parla della discriminazione verso il "diverso", sia questo un omosessuale, uno straniero, un genitore single, finanche una persona con un tatuaggio).
E' un'opera priva di fanservice (se si esclude qualche innocente nudo maschile qua e là mentre i personaggi si fanno la doccia), che si prefigge lo scopo di raccontare la realtà, quindi non usa bishounen ma gente comune: uomini e donne di mezza età, bambini e bambine, giovani studenti.
Hai ragione non è un bara come altre opere dell'autore... comunque la grafica sembra quella di Tom of Finland piuttosto che quella "classica" dei manga... Poi mi puoi rispondere che in effetti non esiste una grafica classica perché nell'universo del fumetto giapponese ci sono tanti modi diversi di disegnare (per intenderci Ikegami non è la Takahashi, Go Nagai non è Fujio Fujiko ecc...)
Non sbagli. Infatti l'autore ha sempre detto di aver costruito il suo stile ispirandosi tantissimo all'arte occidentale (il Tom of Finland che citi, ma anche Caravaggio o Michelangelo). Ma è anche un esperto conoscitore dei fumetti giapponesi, da Tezuka a Jiro Taniguchi, da Thermae Romae a... The seven deadly sins!
E' vero che il suo stile è poco "manga" (infatti è molto più realistico e curato rispetto alla maggior parte dei disegnatori di bara manga), salvo l'espressione dei volti, ma proprio con Il marito di mio fratello si è molto ammorbidito, disegnando anche espressioni più tipicamente "manga" o superdeformed, in modo da realizzare un'opera che sia facilmente leggibile da un pubblico vasto ed eterogeneo.
Ma questo tipo di manga va bene così. E' una storia che racconta di persone comuni, non devono avere gli occhioni a fanale, i capelli a forma di stella a cinque punte, i capelli rosa shocking, l'ottava di seno o essere bellissimi ed effeminati (l'incantesimo che vede i giapponesi eterni ragazzini bellocci si spezza una volta che diventano uomini con moglie e figli).
Si può obbiettare che i due protagonisti maschili sono robusti, come da "fanservice" per un pubblico omosessuale, ma non è poi così strano trovare un canadese grande e grosso (quando il canadese "tipo" è proprio così) e un giapponese ben piazzato perché (vien mostrato nella storia) va in palestra.
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