Dragon Ball: Vita da Yamcha (in originale: Dragon Ball Gaiden: Tensei-shitara Yamcha Datta Ken) è un manga di un solo volume, disegnato dal maestro Dragon Garow Lee, basato sull’opera originale di Akira Toriyama. In Giappone è stato pubblicato in versione digitale sull’app ufficiale della rivista Weekly Shonen Jump, Shonen Jump +, per poi essere successivamente raccolto in volume, mentre in Italia è stato pubblicato da Star Comics, casa editrice che diffonde già la serie principale di Dragon Ball e il sequel Dragon Ball Super.
La storia del manga ha per protagonista un liceale, grande fan di Dragon Ball, che per caso perde la vita cadendo dalle scale di un passaggio pedonale. Con sua grande sorpresa, si risveglia proprio nel mondo di Dragon Ball! Purtroppo per lui, scopre di essersi reincarnato in Yamcha.
Ma chi è Yamcha? Tutti i fan di Dragon Ball lo conoscono bene: uno dei primi rivali del protagonista Goku, a cui riesce persino a tenere testa, e soprattutto, colui che riesce a conquistare il cuore dell’eroina, Bulma. Con il proseguire della storia però, Yamcha finisce sempre più in disparte, e con l’aumentare della potenza dei nemici e la comparsa dei Saiyan, fa anche una brutta fine e perde l’amata Bulma.
Sapendo di tutto questo, da grande fan del manga e conoscendo la storia in anticipo, il nostro protagonista cerca di cambiare il destino di Yamcha, e per non perdere l’amore di Bulma, decide di allenarsi duramente, a differenza del vero Yamcha, in modo da poter sopravvivere alla battaglia contro Vegeta. Ci riuscirà?
Questa la premessa alla base del fumetto. Un’idea un po’ banale, praticamente la stessa alla base di tutte le opere di genere “isekai” esistenti, ma che comunque funziona e si rivela riuscita. Tutti i fan di Dragon Ball, cresciuti leggendo e guardando le avventure di Goku in tv hanno sognato almeno una volta di essere lì, in quel mondo, a combattere al fianco di Goku, o di essere al suo posto. Che cosa faremmo, però, se finissimo nel corpo di un personaggio destinato alla sconfitta e alla morte? Soprattutto sapendo che ci sono metodi per diventare più forti che i protagonisti ancora non conoscono? Sapendo quando un certo nemico userà la sua tecnica più potente?
Il protagonista reincarnato in Yamcha decide di sfruttare la sua conoscenza del mondo di Dragon Ball a suo completo vantaggio, e ciò crea una storia divertente e molto simpatica da leggere, soprattutto per un fan, che magari ha pensato più volte le stesse cose, come ad esempio “se solo Yamcha si fosse allenato di più…”
La storia si compone di solo tre capitoli principali più due capitoli extra, per un totale di appena 140 pagine, un po’ meno rispetto ai soliti tankoubon che si aggirano sulle 190 pagine. La narrazione è molto veloce e le poche battaglie presenti all’interno dei capitoli sono molto compresse e si svolgono in poche pagine, finendo con l'essere un aspetto quasi secondario. L’attenzione è sul personaggio di Yamcha e sui suoi pensieri e stratagemmi per uscire indenne dalle battaglie che affronta. È un peccato che già dall’inizio ci sia un enorme time skip che porta la storia dalla prima serie a Dragon Ball Z, e che tutto sia così breve e termini in un solo volume, quando si poteva creare invece una miniserie di almeno quattro o cinque volumi, sfruttando i vari tornei e combattimenti ai quali i personaggi prendevano parte nel manga originale.
L’atmosfera che si respira nelle pagine è però quella tipica del primo Dragon Ball, quello scanzonato dei primi volumi, prima che tutto diventasse solo battaglie, urla e trasformazioni. Anche le gag presenti nel manga ricordano quelle tipiche di Toriyama, e ciò contribuisce a farlo sembrare parte integrante dell’opera originale, al punto che leggendolo ci si dimentica di star sfogliando un assurdo spin-off comico.
A questo contribuisce anche l’aspetto grafico. Lo stile di disegno del maestro Lee è molto bello e parecchio somigliante a quello del maestro Toriyama, al punto che, ad esempio, nelle scene della battaglia contro i Saiyan si fa fatica a distinguerlo dall’originale. Il disegnatore è infatti famoso per le sue fan art e doujinshi su Dragon Ball (la più famosa è un crossover tra Dragon Ball Z e One Punch Man) ed è stato scelto per disegnare questo spin-off su Yamcha proprio grazie al suo tratto molto fedele a quello del papà di Dragon Ball.
Ovviamente, questo volume è un prodotto destinato solo ai fan di Dragon Ball che conoscono la storia originale, ma vale la pena segnalare poi che Vita da Yamcha, essendo stato realizzato nel 2017, fa riferimento al suo interno anche a personaggi introdotti in Dragon Ball Super e ad alcuni videogame abbastanza recenti, principalmente quello per cellulari Dragon Ball Z:Dokkan Battle. Il manga è perfettamente comprensibile, ma conoscere le ultime opere correlate permette di cogliere appieno i rimandi fatti.
L’edizione italiana curata da Star Comics è quella semplice da edicola, al prezzo standard di 4,50 euro, praticamente identica a quella di Dragon Ball Super, ha lo stesso formato e le bandelle alla copertina. Data la quantità inferiore di pagine rispetto ai volumi standard, l’albo è molto comodo da tenere in mano e sfogliare o da portare in giro. Non sono presenti pagine a colori, ma queste non c’erano nemmeno nell’originale. La traduzione del volume è ad opera di Yupa, un nome noto del settore, e si rifà a quella dell’ultima edizione italiana del manga originale, in linea anche con il già citato Dragon Ball Super.
La storia del manga ha per protagonista un liceale, grande fan di Dragon Ball, che per caso perde la vita cadendo dalle scale di un passaggio pedonale. Con sua grande sorpresa, si risveglia proprio nel mondo di Dragon Ball! Purtroppo per lui, scopre di essersi reincarnato in Yamcha.
Ma chi è Yamcha? Tutti i fan di Dragon Ball lo conoscono bene: uno dei primi rivali del protagonista Goku, a cui riesce persino a tenere testa, e soprattutto, colui che riesce a conquistare il cuore dell’eroina, Bulma. Con il proseguire della storia però, Yamcha finisce sempre più in disparte, e con l’aumentare della potenza dei nemici e la comparsa dei Saiyan, fa anche una brutta fine e perde l’amata Bulma.
Sapendo di tutto questo, da grande fan del manga e conoscendo la storia in anticipo, il nostro protagonista cerca di cambiare il destino di Yamcha, e per non perdere l’amore di Bulma, decide di allenarsi duramente, a differenza del vero Yamcha, in modo da poter sopravvivere alla battaglia contro Vegeta. Ci riuscirà?
Questa la premessa alla base del fumetto. Un’idea un po’ banale, praticamente la stessa alla base di tutte le opere di genere “isekai” esistenti, ma che comunque funziona e si rivela riuscita. Tutti i fan di Dragon Ball, cresciuti leggendo e guardando le avventure di Goku in tv hanno sognato almeno una volta di essere lì, in quel mondo, a combattere al fianco di Goku, o di essere al suo posto. Che cosa faremmo, però, se finissimo nel corpo di un personaggio destinato alla sconfitta e alla morte? Soprattutto sapendo che ci sono metodi per diventare più forti che i protagonisti ancora non conoscono? Sapendo quando un certo nemico userà la sua tecnica più potente?
Il protagonista reincarnato in Yamcha decide di sfruttare la sua conoscenza del mondo di Dragon Ball a suo completo vantaggio, e ciò crea una storia divertente e molto simpatica da leggere, soprattutto per un fan, che magari ha pensato più volte le stesse cose, come ad esempio “se solo Yamcha si fosse allenato di più…”
La storia si compone di solo tre capitoli principali più due capitoli extra, per un totale di appena 140 pagine, un po’ meno rispetto ai soliti tankoubon che si aggirano sulle 190 pagine. La narrazione è molto veloce e le poche battaglie presenti all’interno dei capitoli sono molto compresse e si svolgono in poche pagine, finendo con l'essere un aspetto quasi secondario. L’attenzione è sul personaggio di Yamcha e sui suoi pensieri e stratagemmi per uscire indenne dalle battaglie che affronta. È un peccato che già dall’inizio ci sia un enorme time skip che porta la storia dalla prima serie a Dragon Ball Z, e che tutto sia così breve e termini in un solo volume, quando si poteva creare invece una miniserie di almeno quattro o cinque volumi, sfruttando i vari tornei e combattimenti ai quali i personaggi prendevano parte nel manga originale.
L’atmosfera che si respira nelle pagine è però quella tipica del primo Dragon Ball, quello scanzonato dei primi volumi, prima che tutto diventasse solo battaglie, urla e trasformazioni. Anche le gag presenti nel manga ricordano quelle tipiche di Toriyama, e ciò contribuisce a farlo sembrare parte integrante dell’opera originale, al punto che leggendolo ci si dimentica di star sfogliando un assurdo spin-off comico.
A questo contribuisce anche l’aspetto grafico. Lo stile di disegno del maestro Lee è molto bello e parecchio somigliante a quello del maestro Toriyama, al punto che, ad esempio, nelle scene della battaglia contro i Saiyan si fa fatica a distinguerlo dall’originale. Il disegnatore è infatti famoso per le sue fan art e doujinshi su Dragon Ball (la più famosa è un crossover tra Dragon Ball Z e One Punch Man) ed è stato scelto per disegnare questo spin-off su Yamcha proprio grazie al suo tratto molto fedele a quello del papà di Dragon Ball.
Ovviamente, questo volume è un prodotto destinato solo ai fan di Dragon Ball che conoscono la storia originale, ma vale la pena segnalare poi che Vita da Yamcha, essendo stato realizzato nel 2017, fa riferimento al suo interno anche a personaggi introdotti in Dragon Ball Super e ad alcuni videogame abbastanza recenti, principalmente quello per cellulari Dragon Ball Z:Dokkan Battle. Il manga è perfettamente comprensibile, ma conoscere le ultime opere correlate permette di cogliere appieno i rimandi fatti.
L’edizione italiana curata da Star Comics è quella semplice da edicola, al prezzo standard di 4,50 euro, praticamente identica a quella di Dragon Ball Super, ha lo stesso formato e le bandelle alla copertina. Data la quantità inferiore di pagine rispetto ai volumi standard, l’albo è molto comodo da tenere in mano e sfogliare o da portare in giro. Non sono presenti pagine a colori, ma queste non c’erano nemmeno nell’originale. La traduzione del volume è ad opera di Yupa, un nome noto del settore, e si rifà a quella dell’ultima edizione italiana del manga originale, in linea anche con il già citato Dragon Ball Super.
Vita da Yamcha è un piacevole extra, una storia breve (troppo breve, peccato) ma molto divertente, che farà piacere ai lettori di Dragon Ball che almeno una volta hanno sognato di combattere al fianco di Goku e compagni, ed è assolutamente consigliato ai fan della serie e del personaggio che qui si prende finalmente la sua rivincita, o quasi.
Pro
- Storia simpatica e divertente.
- Disegni molto simili a quelli dell'opera originale.
Contro
- Dura troppo poco.
Bella storia ma troppo corta.
sì, l'unico vero difetto è che è cortissimo anche nel concludere la storia sembra tutto "buttato lì" per mancanza di tempo per sviluppare il tutto un po' meglio.
la rivincita di lui e Radish sarebbe divertente in effetti
Penso di non aver mai goduto tanto come quando finalmente era crepato male contro i saiban
L'idea dell'opera è carina ma potevano farla su qualcun'altro (già crilin è molto meglio e poi anche lui muore quindi l'ansia di prodigarsi da parte del protagonista per evitarlo restava)
Se ti sta sul pene un personaggio non vuol dire che non ne debbano fare un fumetto, inoltre, secondo me, anche se hanno pressappoco le stesse premesse Krilin ormai era stato abbastanza approfondito e sviscerato diventando un vero e proprio meme vivente per cui, chi più e chi meno, scommettevano che sarebbe crepato a ogni nuovo arco narrativo(in pratica, il suo ruolo l'aveva ormai svolto)...Yamcha, invece, a un certo punto era stato abbandonato(quasi al pari di Tensing) e lasciato in disparte senza più essere approfondito!
Personalmente, seppur si tratta di uno spin-off comico ho trovato interessante l'idea di scegliere Yamcha, un personaggio non approfondito del tutto e quindi l'ideale per essere sfruttato in una storia simile!
Inoltre, sinceramente, seppur anche io qualche volta l'abbia trovato irritante o odioso, preferisco che seppur in uno spin-off ci si sia concentrati su di lui piuttosto che sui meme "viventi" di DB o sui soliti Goku, Vegeta e Co impegnati per l'ennesima volta nel combattere diventando degli arcobaleni viventi in grado di raggiungere il livello di Super Sayan centordici! >. <' XD
Già com viene spiegato nel manga, se Yamcgha uccidesse Vegeta per tenersi Bulmka, perderemmo Trunks con conseguenti sconvolgimenti surante la saga di Cell e Majin BU ( e pure in quella di Freezer, eh ).
Inoltre non sono chiare alcune cose : perché il nostro, va su Namecc a farsi potenziare dall' Anziano , nopn chiede invece alle sfere del loro pianeta il desiderio di diventare immortale o addirittura di diventare un saiyan, così da poter raggiungere i livelli di potenza di Goku e co . ?
Insomma,se ci pensate bene , sarebbe potuto diventare una cosa assurda che avrebbe creato non poca confusione nei lettori e forse fatto pure con concorrenza a Super ( per me lo hanno stoppato prematuramente anche per quello )
Un altro aspetto di questa storia cvvolutamente trascurato , è ce il liceale che entra in Yamcha, alla fine fa sesso con Bulma, prima che conosca Vegeta
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