Chi è stato a Lucca durante i giorni del Lucca Comics sa che le cose da vedere erano tante e in posti diversi. Ma per gli appassionati di anime e manga la Japan Town è praticamente una meta obbligatoria. Chi è passato di lì sicuramente avrà notato, proprio al centro del Giardino degli Osservanti, delle griglie con su la mostra "Becoming Mecha - La storia fotografica dei robot giapponesi".
Presentata dall'Associazione Culturale EVA IMPACT, e con gli scatti di Paolo S. Cavazza che ritraggono una selezione di mecha toy della collezione dello storico di Mitologia Moderna Fabrizio Modina, la mostra celebra la storia dei robot giapponesi ma soprattutto il rapporto tra uomo-autore, creatore-fruitore e macchina-prodotto. Un viaggio vero e proprio alla scoperta delle principali icone robotiche dell'immaginario collettivo.
La mostra, esposta durante tutta la durata della kermesse lucchese, è stata poi presentata con un panel venerdì 1 novembre, presso la Sala incontri Cappella Guinigi.
Il panel ha visto la presenza come relatori di Ilaria Azzurra Caiazza e Filippo Petrucci (Distopia Evangelion), Alessandro Falciatore (AnimeClick.it), Italo Scanniello (Anime & Manga [ITA]) e Mario Pasqualini (Dimensione Fumetto), ed è stato dedicato all'approfondimento delle tappe fondamentali del genere mecha.
Ecco alcune della tappe fondamentali.
- 1952. La storia dei mecha inizia con Astro Boy di Osamu Tezuka, un un bambino robot dai sentimenti però umani (chiara l'ispirazione a Pinocchio).
- 1956. Tetsujin 28-Gou di Mitsuteru Yokoyama, il primo robot gigante dalle forme umanoidi e controllato a distanza da un ragazzino.
-1972. Mazinger Z di Go Nagai prende ispirazione dai suoi predecessori ma crea qualcosa di totalmente nuovo. Il robot ha l'aspetto di un'automobile ed è il primo mecha ad essere pilotato dall'interno.
-1979. Mobile Suit Gundam di Yoshiyuki Tomino (design di Kunio Ōkawara). Si abbandona l'idea del robot come entità divina/demoniaca e si passa invece a quella di "real robot". Dai robot coscenti e con una propria volontà si passa ai robot da combattimento, possibili di distruzione e non sempre pilotati da eroi. Strano ma vero la serie stenta a decollare per i toni troppo drammatici e viene salvata dalla creazione, da parte di Bandai, dei Gunpla (modellini assemblabili).
-1995. Arriva Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno e nulla sarà più come prima. Insieme a Ikuto Yamashita, Anno concepisce un nuovo tipo di mecha, ispirato agli oni giapponesi, e difficile da pilotare per un essere umano. Il successo della serie è ormai storia.
Il progetto "Becoming Mecha" è a cura di Ilaria Azzurra Caiazza, Ivan Ricci e Filippo Petrucci.
Vi lasciamo alla gallery del resto della mostra, che come avrete notato è stata vittima dell'incessante pioggia.
Presentata dall'Associazione Culturale EVA IMPACT, e con gli scatti di Paolo S. Cavazza che ritraggono una selezione di mecha toy della collezione dello storico di Mitologia Moderna Fabrizio Modina, la mostra celebra la storia dei robot giapponesi ma soprattutto il rapporto tra uomo-autore, creatore-fruitore e macchina-prodotto. Un viaggio vero e proprio alla scoperta delle principali icone robotiche dell'immaginario collettivo.
La mostra, esposta durante tutta la durata della kermesse lucchese, è stata poi presentata con un panel venerdì 1 novembre, presso la Sala incontri Cappella Guinigi.
Il panel ha visto la presenza come relatori di Ilaria Azzurra Caiazza e Filippo Petrucci (Distopia Evangelion), Alessandro Falciatore (AnimeClick.it), Italo Scanniello (Anime & Manga [ITA]) e Mario Pasqualini (Dimensione Fumetto), ed è stato dedicato all'approfondimento delle tappe fondamentali del genere mecha.
Ecco alcune della tappe fondamentali.
- 1952. La storia dei mecha inizia con Astro Boy di Osamu Tezuka, un un bambino robot dai sentimenti però umani (chiara l'ispirazione a Pinocchio).
- 1956. Tetsujin 28-Gou di Mitsuteru Yokoyama, il primo robot gigante dalle forme umanoidi e controllato a distanza da un ragazzino.
-1972. Mazinger Z di Go Nagai prende ispirazione dai suoi predecessori ma crea qualcosa di totalmente nuovo. Il robot ha l'aspetto di un'automobile ed è il primo mecha ad essere pilotato dall'interno.
-1979. Mobile Suit Gundam di Yoshiyuki Tomino (design di Kunio Ōkawara). Si abbandona l'idea del robot come entità divina/demoniaca e si passa invece a quella di "real robot". Dai robot coscenti e con una propria volontà si passa ai robot da combattimento, possibili di distruzione e non sempre pilotati da eroi. Strano ma vero la serie stenta a decollare per i toni troppo drammatici e viene salvata dalla creazione, da parte di Bandai, dei Gunpla (modellini assemblabili).
-1995. Arriva Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno e nulla sarà più come prima. Insieme a Ikuto Yamashita, Anno concepisce un nuovo tipo di mecha, ispirato agli oni giapponesi, e difficile da pilotare per un essere umano. Il successo della serie è ormai storia.
Il progetto "Becoming Mecha" è a cura di Ilaria Azzurra Caiazza, Ivan Ricci e Filippo Petrucci.
Vi lasciamo alla gallery del resto della mostra, che come avrete notato è stata vittima dell'incessante pioggia.
Grazie comunque per questo reportage!
Mi piacerebbe davvero tanto poter vedere una mostra con (quasi!) tutti i pezzi della collezione di Fabrizio Modina! Spero che in futuro possa venir proposta... non lontano da dove abito!
Lo sai che me lo chiedevo anche io?
Grazie mille per il supporto costante!
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