Il quotidiano giapponese Nikkei, specializzato in economia e finanza, ha pubblicato un interessante articolo che riguarda i possibili impatti della "fuga" di animatori dal Giappone, allettati da compagnie estere che promettono una migliore qualità della vita lavorativa e salari più corposi. L’articolo fa riferimento, in particolare, a due studi di animazione: Tonko House, in California e Color Pencile Animation Japan, che appartiene ad una compagnia cinese, famoso soprattutto per aver prodotto The King's Avatar. Entrambi gli studi stanno assumendo sempre più animatori giapponesi.
Il direttore di Tonko House, Daisuke Miyake, ha dichiarato che in America i migliori animatori ricevono ottimi stipendi, e sono quindi spronati a dare il meglio di sé. “Vorrei che le nuove generazioni percepissero apprezzamento per il proprio lavoro anche in Giappone” dice Miyake. Attualmente lo staff dello studio conta tre dipendenti, ma è destinato ad aumentare. E lo stipendio che percepiscono gli animatori è più alto della media degli studi giapponesi. Ciononostante ai dipendenti sono concesse regolari ferie.
Il CEO di Colored Pencil Animation, Bunjiro Eguchi, ha dichiarato invece che il numero di animatori giapponesi impegnati in progetti finanziati da compagnie straniere, come Amazon o Netflix, è in continuo aumento. In particolare, Eguchi aspira a formare creator in patria per poi supportare la crescita del mercato cinese. Ha inoltre pianificato di ampliare lo staff da 10 a 15 dipendenti entro maggio. Lo studio paga i nuovi dipendenti formatisi presso scuole specialistiche circa 173 000 yen (circa 1470 euro) al mese, rimborsando, tra l’altro, tutti i costi di trasporto e alloggio. Secondo Eguchi si tratta di un guadagno che in Giappone spetterebbe solo a pochi eletti. La Japan Animation Creators Association (JAniCA) stima che, nel 2017, il 54,7% dei degli animatori giapponesi ha guadagnato meno di 4 milioni di yen (circa 35 000 euro) in un anno.
L’articolo di Nikkei cita poi l'annuncio di Netflix della partnership con sei creator giapponesi, al fine di rimpolpare la libreria di anime sulla piattaforma e la loro qualità. Che questo fenomeno segni davvero l'inizio della svolta, per politiche del lavoro più umane e sostenibili nel campo dell’animazione nel Sol Levante? Non ci resta che essere ottimisti.
Ricordiamo che Tonko House e Netflix stanno lavorando alla serie Oni, ispirata alla mitologia giapponese (vedi news).
Fonte Consultata:
Anime News Network
Il direttore di Tonko House, Daisuke Miyake, ha dichiarato che in America i migliori animatori ricevono ottimi stipendi, e sono quindi spronati a dare il meglio di sé. “Vorrei che le nuove generazioni percepissero apprezzamento per il proprio lavoro anche in Giappone” dice Miyake. Attualmente lo staff dello studio conta tre dipendenti, ma è destinato ad aumentare. E lo stipendio che percepiscono gli animatori è più alto della media degli studi giapponesi. Ciononostante ai dipendenti sono concesse regolari ferie.
Il CEO di Colored Pencil Animation, Bunjiro Eguchi, ha dichiarato invece che il numero di animatori giapponesi impegnati in progetti finanziati da compagnie straniere, come Amazon o Netflix, è in continuo aumento. In particolare, Eguchi aspira a formare creator in patria per poi supportare la crescita del mercato cinese. Ha inoltre pianificato di ampliare lo staff da 10 a 15 dipendenti entro maggio. Lo studio paga i nuovi dipendenti formatisi presso scuole specialistiche circa 173 000 yen (circa 1470 euro) al mese, rimborsando, tra l’altro, tutti i costi di trasporto e alloggio. Secondo Eguchi si tratta di un guadagno che in Giappone spetterebbe solo a pochi eletti. La Japan Animation Creators Association (JAniCA) stima che, nel 2017, il 54,7% dei degli animatori giapponesi ha guadagnato meno di 4 milioni di yen (circa 35 000 euro) in un anno.
L’articolo di Nikkei cita poi l'annuncio di Netflix della partnership con sei creator giapponesi, al fine di rimpolpare la libreria di anime sulla piattaforma e la loro qualità. Che questo fenomeno segni davvero l'inizio della svolta, per politiche del lavoro più umane e sostenibili nel campo dell’animazione nel Sol Levante? Non ci resta che essere ottimisti.
Ricordiamo che Tonko House e Netflix stanno lavorando alla serie Oni, ispirata alla mitologia giapponese (vedi news).
Fonte Consultata:
Anime News Network
Quindi sta preparando in Giappone dei creator non per il Giappone stesso ma, per la Cina. ??
Ma...?
1) Rifiuto (socio-culturale come sempre) di considerare l'estero, specie il mondo anglofono che è un mercato almeno 10 volte più numeroso di quello Giapponese. Ricordo anni fa il rifiuto dei giappi di una S2 di una serie (non ricordo il nome) perché aveva venduto poco da loro; i DVD nei soli Stati Uniti avevano venduto più delle prime 3 serie in classifica in Giappone.
2) Rifiutandosi di aprire gli occhi per capire l'estero, hanno lasciato spazio di manovra a competitors stranieri (specie i giganti come Netflix), che al contrario basano sulla globalizzazione dei contenuti il loro business.
3) Il rifiuto di aprire gli occhi ha anche portato ad una sclerotizzazione del sistema, non tanto nei contenuti ripetitivi (qualcuno ha detto isekai?), ma anche per quanto attiene il sistema di lavoro (sottopagato, precario, etc.).
4) La prima cosa che ipotizzavo avrebbero fatto (e che stanno facendo) le compagnie straniere sarà proporre stipendi molto più alti per poter "rubare" la manodopera specializzata e formare nuovi artisti locali capaci di una qualità quantomeno accettabile rispetto ai maestri giappi.
5) Nel medio-lungo termine è probabile che il monopolio giapponese, soprattutto sugli anime, possa venire meno. Del resto per loro l'anime è solo uno strumento per promuovere novel e vendere gadget; una visione quantomeno riduttiva e marginale del prodotto, che si riflette sul relativo comparto.
6) Se il monopolio culturale finisse, è probabile che assisteremo ad una autentica esplosione di nuove opere, molto meno stereotipate anche se non necessariamente della medesima qualità grafica attuale (almeno non nel medio periodo).
Sempre che non sia già troppo tardi, per evitare questo e la conseguente perdita della capacità di influenzare culturalmente i giovani del mondo (assieme alla Disney) i giappi dovrebbero riformare completamente le loro strutture produttive e di gestione aprendosi, almeno per progetti specifici, al resto del mondo (quantomeno quello anglofono-indiano e cinese per via dei numeri). Ma la vedo difficile visto il loro modo di pensare.
Non mi sorprenderei se continuassero così fino ad autodistruggere tutto il settore animazione, pur di non ammettere di aver sbagliato.
Lo stomaco non mangia il progresso o il benessere dell'azienda.
Ma da appassionata di animazione giapponese non può che dispiacermi. Non amo l'idea di seguire in modo continuo animazione fatta seguendo i dettami di una dittatura, per quanto ogni tanto possa vedere qualcosa (finora solo drama, anche se c'è una serie animata che mi interessa) e sebbene possa apprezzare lo stile di disegno non ricomincerò mai nella vita a seguire costantemente prodotti americani, almeno finché non passerà l'epoca del perbenismo a tutti i costi, che ovviamente finisce spesso e volentieri per portare a sua volta censura e mancanza di libertà di espressione (vedi la storia di Ishuzoku, per esempio). Non sono estremista e qualcosa lo vedo tuttora, ma in misura molto contenuta rispetto a una volta, e non cambierò in ogni caso questa abitudine a meno che non arrivino tempi migliori.
Poi capiamoci, se anche per assurdo l'animazione giapponese si riducesse drasticamente avrei comunque così tanti vecchi anime da bastarmi per una vita, quindi a livello personale non sarebbe un grande problema, ma mi auguro comunque che prima di ciò finalmente le condizioni di lavoro diventino decenti anche in Sol Levante.
Da un pezzo in qua questo purtroppo nella maggior parte dei casi non si può negare. Ci sono gran belle eccezioni ma sicuramente il grosso degli anime, anche quelli ben realizzati, vengono prodotti proprio come pubblicità.
Eh già :/
Quoto punto per punto.
Sull'animazione americana, non sono proprio d'accordo, ora ci sono prodotti altamente tragerizzati per differenti tipi di pubblico, come Bojack Horseman con una visione adulta e malinconica della vita, o anche cartoni per adoliscenti come Steven Universe ed Adeventure Time, per non parlare castelvania.
Bojack l'ho in lista da un tot in effetti! La mia purtroppo è una visione generale (vedi per esempio il disastro legato ai Cavalieri dello Zodiaco), ci sono casi in cui fortunatamente riescono a "dribblare" la cosa e infatti come dicevo io stessa seguo ancora alcune serie (live-action), ma in generale il trend ho da tempo la netta impressione che sia quello.
Adventure Time onestamente da quello che mi hanno raccontato è apprezzato da sjw e compagnia cantante, che è uno dei motivi per cui non lo provo neanche XD se tu invece hai un'opinione diversa meglio, magari è in una situazione meno drastica di quella che mi è stata dipinta ^.^
Ma di titoli ne esistono a iosa, tanto per citarne alcuni South Park (che resta una pietra miliare ogni stagione), Rick e Morty, Disincanto e via dicendo.
Non è che se il monopolio passa dai giappi a compagnie americane è necessariamente un male, anzi.
Il fatto che tu colleghi il periodo di perbenismo alla qualità e alla diffusione delle opere è sbagliato. Tanto per farti un esempio, la Disney è proprietaria di diversi canali pornografici su satellite negli USA. Le compagnie alla Netflix o alla Amazon seguono un solo valore: il profitto. Se producono un anime es. ecchi per uno specifico pubblico, investendoci soldi, stai tranquilla che al moige fanno una pernacchia che la sentono per tutto il pianeta.
Tra l’altro anche la stessa Disney a livello di animazione seriale trasmette gioiellini come la serie tv di Tangled(rapunzel) , e la nuova Ducktales, che oltre ad essere una goduria er le caratterizzazioni (Paperino in primis che riprende molto dalle sue caratterizzazioni fumettistiche), qua e la ci sono anche riferimenti anche se ti sfuggita agli anime.
In che senso?
Riguardo a Disincanto sono d'accordo, l'ho visto e poveretto si è salvato, ma pensa a quello che sono diventati i poveri Simpson (della vicenda delirante di Apu se ben ricordo si parlò anche qui), le polemiche pure riguardanti South Park (la prima che mi viene in mente era il doppiatore di un personaggio offeso perché a quel giro prendevano in per i fondelli la sua religione invece che quelle di altri)... per un prodotto a cui va di lusso ce ne sono sempre un tot di altri che hanno problematiche infinite.
Io purtroppo in questo periodo gli americani non li ho proprio in simpatia, anche se mi dispiace da morire per quelli di loro ancora lucidi e intelligenti che si ritrovano in una situazione orribile. Se prendessero il monopolio quindi continuerei a ignorare il grosso delle loro produzioni in ogni caso, anche perché dubito che se la sentirebbero di mantenere la forte impronta culturale di alcune serie giapponesi. Onestamente di vedere un anime, magari scolastico e quindi pensato per palati che cerchino qualcosa di leggero, ambientato in Giappone ma con impronta americana che oscura e mitiga gli aspetti secondo loro meno "corretti" in modo da far mandar giù la serie a tutto il mondo non me ne farei niente.
Sono d'accordo con te sul fatto che cercherebbero di creare serie che portino loro il massimo guadagno, quindi che presentino anche componenti con un forte appeal per gli appassionati, ma almeno per ora non credo siano pronti a ignorare la spinta wannabe-dittatoriale di certe frange estremiste, purtroppo.
Guarda gli abomini che compiono con i live-action, per esempio, o il delirio venuto fuori con I cavalieri dello zodiaco.
In altre parole, la pernacchia di cui parli spero tanto riescano a farla nel giro di una decina d'anni, ma ora come ora secondo me siamo in una situazione dove qualcuno riesce a cavarsela e a fare un po' come vuole (anche se pure colossi come i succitati Simpson a volte non ci riescono), ma in molti casi al massimo riescono giusto a mitigare l'effetto.
Poi non mi stupirei se facessero eccezioni come quella dell'ecchi, ma soprattutto nel caso delle serie che interessano a me, ergo magari storie di amore e amicizia o fantasy, dal momento che il target sarebbe più ampio per esperienza credo che la situazione sarebbe molto più pesante. Non per niente le serie più perbeniste che ho visto negli ultimi anni erano tutte comedy, non credo sia un caso.
Penso pure io che l'unico modo per farli tornare sui loro passi siano le cattive vendite, e da questo punto di vista forse c'è speranza, leggevo qualche tempo fa su - mi pare - Badtv che tutti i vari remake di vecchi film e serie in chiave "noi siamo tutti pazzerelloni e avanti, yeeeH" stavano andando male (vedi Ghostbusters al femminile per esempio, o lo schiaffo morale a una delle ultime proposte Marvel Comics). Ma finché non cominceranno a eliminare nettamente il pesante perbenismo che permea tante loro opere onestamente non perderò cinque minuti con la maggior parte di loro :/
A me purtroppo dà i brividi la grafica, quindi non riesco a vederla, e ancor meno mi piace la versione "bimba paxerella ribellina geniale" di Gaia XD In generale però ho messo un crocione su tutti i remake delle serie che guardavo anni fa provenienti da qualsiasi Paese, mi hanno stufato proprio in toto. Replicare l'effetto è impossibile perché sono in un'altra fase della vita, e le versioni "modernizzate" (si fa per dire) dei personaggi mi fanno un effetto di cringe pazzesco.
Idem la grafica di Rapunzel purtroppo, non sono proprio in linea con i miei gusti.
Cavoli, piuttosto mi vedrei tutti gli episodi di Masha e Orso di seguito X'D Se andrà così amen, ma alle mie views e soprattutto ai miei soldini possono are ciao ciao con la manina. Comunque in quel caso credo cambierebbe in parte anche il target, resterebbero più ragazzini e molti di quelli che ora seguono gli anime imho si rivolgerebbero ad altro.
Mi sto immaginando una specie di mostro di serie B: un isekai disegnato da autori giapponesi con un harem di donne tutte geniali, belle ma non bellissime, leggermente infatuate del protagonista ma non troppo XD
Io ormai alla povera Disney ho detto "addio" da anni, ormai di quello che era rimane giusto il nome.
Penso che sia molto simile all'azienda mostrata in una serie tv americana che fa perlopiù parte delle eccezioni, The Boys, e che il vecchio Walt si rivolterebbe nella tomba vedendo ciò che è diventata.
Io comunque avevo già smesso di vedere gli anime a inizio liceo perché le grafiche del tempo non mi piacevano affatto, nel caso di un passaggio agli americani con conseguente CGI/Flash non avrò alcun problema a farlo nuovamente XD tanto come dicevo hai voglia di serie da recuperare, lol.
Non è vero che gli adattamenti live action americani sono sempre abomini. Dipende essenzialmente da due fattori: a chi affidi il lavoro e la moneta che hai a disposizione. Un nome per tutti: Edge of Tomorrow che di fatto è l'adattamento/live action di All you need is kill, stupendi entrambi.
Ora immaginate Netflix che mette in mano ad un Chuck Lorre un live action di, chessò, Grand Blue con budget di un certo tipo: sarebbe probabilmente la serie comedy dell'anno per diverse stagioni...
La speranza è che il subentro delle company americane porti anche a spaccare definitivamente l'idea (che non è solo italiana purtroppo) anime=roba per bambini delle elementari. Di opere da cui fare blockbuster hollywoodiani o serie di successo ne esistono a pacchi (a partire dal più grande rimpianto della cinematografia mondiale, il film su Ken il guerriero che volevano fare Stallone e Schwarznegger nei ruoli di Ken e Raoh).
quando il mercato anime non era limitato solo al mercato otaku ma variava a tipo di pubblico, pensa ai meisaku.
Comunque forse stiamo un attimo esagerando. Netflix ad esempio rimane un semplice membro della commissione almeno per ora, e i budget non sono così più elevati per quanto ne si sa. Qui si parla di animatori che vanno all'estero non di aziende che vanno in Giappone, siamo forse andati un po' fuori d discorso. Certo il pericolo esiste.
Non son d'accordo, anche oggi ce ne sono molti e i prodotti otaku sono anche Steins;Gate piuttosto che le serie KyoAni, o prodotti di questa stagione come Kaguya o Kakushigoto, così come in passato praticamente tutte le serie mecha da Macross in poi lo erano. I meisaku son nati prima della nascita della cultura otaku, che risale comunque all'81
Il 90% degli anime sono tratti da manga e sono pensati per un pubblico giapponese. Se gli studi di animazione giapponese perdessero le produzioni, in favore di compagnie cinesi, i cartoni che ne uscirebbero sarebbero sempre tratti da manga e pensati per un pubblico giapponese. Le uniche perplessità possono al massimo riguardare il comparto tecnico, nel quale per ora il Giappone si mantiene mediamente sopra gli altri. Le uniche differenze riguarderebbero le produzioni nate direttamente come anime, che in caso di mancanza di studi forse verrebbe a mancare, ma anche qui è da vedere, perché considerando il mercato giapponese degli anime, non mi stupirei se gli studi cinesi realizzassero anime pensati primariamente per il mercato giapponese
Penso tu intenda Knights of the Zodiac Netflix.
Be, per Netflix non è stato affatto un disastro visto che ha fatto molte views tanto che Netflix ne ha ordinato subito una seconda stagione.
È come il brutto film di Death Note di Netflix che è brutto ma ha fatto molte views è ne faranno un secondo
Il disastro per loro è quando fanno un prodotto che non fa views.
Il disastro è quando spendi soldi con anime come Saintia Sho che in Giappone ha venduto pochissimi bluray, ed appunto è stato un disastro, oppure sempre con anime tipo Lost Canvas il quale andò male pure lui in Giappone vendendo pochissimo in home video.
Ai produttori interessano gli incassi, nient'altro, poi se il prodotto è bello o brutto è un altra cosa.
A livello ideale sarei d'accordo con te, il problema è che non possono prescindere dall'ambiente che li circonda al momento, infatti anche cose che hanno in cantiere adesso fanno venire i brividi al solo pensiero (non entro nel dettaglio sennò davvero non se ne esce più XD).
Ora come ora mai nella vita credo farebbero una cosa come Ken ad alto budget se non edulcorandola pesantemente (se fosse fatta in piccolo già sarebbe un altro discorso, ma ovviamente ne risentirebbe la qualità).
Sopratutto nelle opere per un vasto pubblico cercherebbero di "addolcire" la pillola il più possibile, sicuramente come dici tu ci sono state alcune opere che hanno funzionato, ma ne esistono comunque tantissime che hanno avuto immani problemi (vedi tutti gli esempi citati).
E riguardo a ecchi et similia, per esempio su Netflix o Amazon Video, anche tenendo conto del loro essere pensati per una nicchia pensa anche solo alla quantità di lamentele che sjw ed esagitati vari che frequentano quelle piattaforme tirerebbero in piedi per "le donne oggettificate" che figurerebbero su colossi dello streaming diffusissimi e ben visibili a tutti (sento già i vari "qualcuno pensi ai bambini!" che ignorano bellamente la presenza apposita di Netflix Kids XD)
Ripeto, magari tra qualche anno le cose saranno diverse ma ora come ora dubito che avrebbero la tempra e il coraggio di ignorare questo aspetto, proprio come non lo hanno avuto negli ultimi anni (Netflix è responsabile della storia di Death Note e se ricordo bene era una loro genialata anche quella dei Cavalieri). Io tengo l'abbonamento perché alcune cose sono effettivamente meritevoli e ci sono un sacco di vecchi film e serie per tutti i gusti, ma hanno ampiamente dimostrato di non essere affidabilissimi in campo anime, perché se da un lato trasmettono cose come Beastars dall'altro guarda te come è andata con gli altri esempi ^^''
Sì, intendevo un disastro dal punto di vista qualitativo : ) Per me possono continuare a tirare fuori i peggio abomini orientati in primis a gente con grossi problemi e sogni di magiche dittature in testa, tanto non regalerò loro il mio tempo in ogni caso XD Non per questo però auguro agli anime giapponesi di ridursi in mano a gente convinta che buttare in pasta alla massa roba del genere vada bene perché ehi, tanto se la guardano e i soldi arrivano comunque.
Poi ragazzi ripeto, se a voi fa piacere così va benissimo, sono gusti, ma che se si parla di libertà di espressione e mancanza di perbenismo nella fiction l'America ora come ora non sia esattamente un fulgido esempio della cosa direi che è sotto gli occhi di tutti. Se accadrà pace, a me personalmente non cambia niente, ma comunque non glielo auguro ^^
Sì hai ragione, siamo andati un po' ot.
Ok, allora si.
Ma se parliamo di mercato, loro non gli frega molto, loro hanno solo interessi commerciali, è cose come Death Note di Netflix o Knights of the Zodiac o altro nonostante la quantità se sono remunerativi continueranno a farli.
Qualche settimana fa si è espresso un grande produttore americano dicendo che nei prossimi anni verranno prodotti varie serie e film da licenze anime, ma in generale i più famosi e popolari in America attualmente tipo Naruto, one punch Man, one piece, attacco dei giganti, ecc
Vecchi franchising degli anni 80 e 90 in America difficilmente sono popolari quindi è improbabile che ne facciano un live action, quindi un film o serie live action di Ken è improbabile, come è improbabile per migliaia di altre serie anime di 10 o 20 o 30 anni fa.
Tra altro lui stesso ha detto che ci saranno prodotti che saranno fatti molto bene ma anche prodotti di qualità bassa.
Quindi aspettiamoci film e telefilm Hollywoodiani su anime che saranno alcuni belli ma anche alcuni brutti.
Comunque questo discorso vale appunto per Netflix, dove molti hanno sicuramente guardato anche per curiosità o gusto dell'orrido (senza negare assolutamente che qualcuno avrà pure apprezzato, i gusti son gusti), ma se guardi invece film come le comiche (nel senso che erano comiche di professione) acchiappafantasmi con Hemsworth che fa il segretario scemo sono andati malissimo, e ho letto che poco tempo fa c'è stato un casino immenso perché una nuova linea di correttissimi e modernissimi eroi sono stati spernacchiati in toto dal fandom Marvel. La situazione quindi comincia effettivamente a incrinarsi, anche se siamo solo all'inizio e c'è da vedere come proseguirà.
Io dei primi che citi ho seguito solo l'anime dei Giganti e salterei a piè pari l'adattamento americano, quindi personalmente vale il discorso di prima :/ Onestamente non fatico a credere che vogliano guadagnare dollaroni da questi anime, semplicemente li modificheranno e sceglieranno attori che in molti casi c'entreranno poco con quelli originali.
Se non faranno nulla sui vecchi anime bene dai, vorrà dire meno obbrobri in giro XD Anche se pure in caso contrario non sarebbe un problema, tanto come si diceva nel topic sulle censure della Disney ai propri cartoni, le versioni originali già le abbiamo e non possono toglierle a nessuno, quindi no problem ^^
Il problema è che per loro "fatti molto bene" significa tranquillamente anche "pieni di rimaneggiamenti a trama e personaggi per renderli appetibili ai peggio estremisti".
Il punto per me è quello, possono fare un miliardo di adattamenti da anime popolari, ma finché li adegueranno ai dictat americani attuali non ci perderò mezzo secondo, piuttosto uso i soldi del biglietto e il mio tempo per leggere un nuovo manga. Poi agli appassionati auguro davvero che questi siano dei gran bei film, ma ora come ora purtroppo mi sembra molto difficile.
Poi se qualcosa salterà fuori ovviamente non potrà che farmi piacere! ^^
Queste cose comunque mi danno sempre più l'idea di quanto siano disperatamente a corto di idee. Chissà cosa si inventeranno per fare i big money quando avranno munto tutti i franchise più grossi a disposizione.
Anche a me non piacciono per niente proprio a livello di stile grafico, ma giustamente come dicevano altri finché in tanti li guarderanno loro continueranno così. Comunque dai, pensa a tutte le opere che si hanno a disposizione anche senza di loro, io già così non riesco a vedere tutto ciò che vorrei XD
Questo potrebbe voler dire sicuramente meno prodotti ogni anno, ma se la qualità aumenta tanto di guadagnato.
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