In vendita il primo numero di Manga Vibe, bimestrale a 5 euro di opere shonen fantasy italiane edito da Shockdom, che si pone il delicatissimo compito di portare a noi lettori italiani una rivista che possa ricordare quelle giapponesi. Ve ne abbiamo parlato largamente in questo articolo e in questa live, ma adesso che abbiamo il primo attesissimo numero ecco le mie prime impressioni, ne discuteremo oggi anche su Twitch alle 20.30, insieme agli altri argomenti di MangaClick.
Premessa: In tutti questi anni ho preferito “presentare” gli autori italiani a voi più che giudicarli o criticarli, sia perché li sentivo tutti un po’ figli (alcuni cugini vista l’età, altri fratelli ma avete capito) miei sia perché sono conscio che sul web ci sono già abbastanza haters e preferivo dargli una spinta, non fargli recepire negativamente le critiche pubblicamente ma supportarli il più possibile. Con Manga Vibe non avrò questo atteggiamento, è un progetto estremamente serio e la cosa più rispettosa che posso fare nei confronti dell’editore e degli autori stessi è essere obiettivo.
Sul sito ufficiale di Manga Vibe (CLICCATE QUI) potete votare l’opera che più avete apprezzato in questo numero, non farò una classifica ma esporrò con chiarezza il mio gradimento: la prima opera sarà quella che ho votato e poi andrò per ordine alfabetico. Cercherò di non spoilerare nulla ma sicuramente qualche elemento cardine potrebbe essere citato.
IL MIO VOTO
Il primo capitolo che ho apprezzato maggiormente è quello di questo duo di autrici, che già ho avuto modo di conoscere e apprezzare con Fr33d0m edito da Upper Comics. Fare un primo capitolo per una rivista a pagamento, che esce ogni due mesi, non è la stessa cosa di fare il primo capitolo per un capitolo per il tuo webcomic o per il tuo albo, nel quale sfogli la pagina e subito dopo ti ritrovi con un secondo capitolo, devi seguire certe regole, devi dare al tuo lettore qualcosa che ti sorprenda tantissimo: in Manga Vibe nessuna opera tranne una è riuscita a mio avviso in questo intendo, quell’opera è Shingan? No.
Shingan, nonostante abbia questo errore come quasi tutti gli altri, mi ha convinto più di tutte le altre opere. Intanto i disegni di Rossella sono perfetti per rispecchiare il “vibe” di questa rivista, uno shonen fantasy da manuale, con degli sfondi disegnati in modo ottimo, con i vari rimandi al classico mondo medievale di fantasia che non passano mai di moda, un setting semplice ma d’impatto sicuro. In questo caso aver ricercato una semplicità non è qualcosa di negativo, anzi mi ha dato quel sentore che avessi di fronte delle autrici con delle idee chiare e che si sarebbero mosse con sicurezza all'interno del mondo da loro creato.
Non posso che apprezzare come l’incipit della storia venga fatto scorrere dal canto di un menestrello, offeso dal protagonista e reso così parte attiva della storia, offrendo pure del foreshadowing. Io sono un grande amante delle storie che non ti prendono per mano ma nemmeno che ti buttano tonnellate di informazioni in faccia chiedendo al lettore di mettere i pezzi in ordine, quindi davvero complimenti per essere l’opera che a mio avviso ha trovato il modo più ingegnoso per accompagnarci dentro la storia. Forse è l'elemento per me più importante in un primo capitolo.
I due protagonisti li trovo interessanti e caratterizzati bene, è bastato proprio poco per farmi invogliare nel sapere più di loro, questo grazie al modo sapiente col quale hanno gestito la regia delle tavole che avevano loro come focus principale, che fosse per mostrare una smorfia infastidita o disperazione, ho visto nei loro occhi dei personaggi vivi che hanno voglia di dirci molto.
Il capitolo non si conclude nel modo migliore possibile, quel che accade non può incutere davvero stupore nel lettore, per noi è tutto nuovo, non abbiamo alcun motivo per dire “wow come mai è successo?!”, non sappiamo nulla di quel che sta accadendo del resto, sarebbe bastato poco… farlo finire con lei che attaccava lui e poi vediamo nel prossimo capitolo che è successo? Forse anche solo una splash finale con la faccia incazzata di lui? Le possibilità erano varie, comunque sia Shingan è un manga che per ora è riuscito a trasmettermi qualcosa più di chiunque altro, a partire dal setting semplice ma molto curato e continuando con i personaggi. Ci sarà tempo per giudicare quanto i temi trattati saranno davvero interessanti, di certo non leggo (MAI) uno shonen cercando un qualcosa di estremo o che cambi le regole del genere, da un primo capitolo voglio certezze, voglio essere intrattenuto e incuriosito e Shingan ce l’ha fatta a pieni voti.
Questa era l’opera sulla quale avevo più hype e, con tutto rispetto, non per il motivo che la community crede, pure con fare trolloso a volte. Ninfadora è brava, ma tanto brava, da tanto tempo che aspettavo di vederla in azione come fumettista, con un’opera ad ampio respiro, perché lei fa parte di quelle bravissime disegnatrici che non ho potuto giudicare come fumettiste e la lista è proprio lunga, ovviamente ricolma anche di autori maschi.
La prima impressione è forte, diciamo che è l’unica opera che riesca davvero a dare “l’effetto wow” che si ricerca da una prima tavola. Essendo anche il manga che apre la rivista la responsabile era maledettamente alta ma Ninfadora non delude le aspettative, e già così sono felicissimo. Il character design è tra i migliori di tutta la rivista, la maggior parte delle tavole sono da premiare per la loro dinamicità, essendo questo un capitolo con pochi dialoghi e moltissima azione è un elemento essenziale. After Time è davvero un piacere ammirare, questo samurai con il suo spadone è figo e non c’è bisogno di stare a cercare altre parole per descriverlo, l’azione frenetica ti tiene bene in allerta e questo è un altro obiettivo importante da raggiungere.
I problemi arrivano a partire dalla seconda parte, il secondo scontro per quanto inizi per bene e sicuramente ha delle ottime tavole nella sua conclusione tende ad essere caotico, non reputo perfettamente riuscita la tavola nella quale vediamo la katana cadere e il ragazzo parlare con la ragazza. Troppe informazioni insieme, soprattutto considerando quel che era appena accaduto nella tavola precedente, che non viene menzionato nelle tavole successive, una tavola di sicuro impatto che però viene persa come se nulla fosse. La conclusione, allerta spoiler, vede il ragazzo non ricordarsi il suo nome e sipario… sinceramente dopo aver visto il samurai trafitto poco prima è davvero difficile far pensare che altro possa essere più interessante di quello, noi nemmeno lo sappiamo il suo nome, vista tutta la situazione si dà quasi per scontato fin dall’inizio che la situazione sia tra l’onirico e l’assurdo.
In genere ci sono problemi di pacing non troppo gravi, ma se Shingan per questa uscita ha vinto (secondo il mio gusto soggettivo, ovviamente) è perché è riuscito a sublimare la semplicità e il carattere dei suoi personaggi; allo stesso tempo mi pare ovvio che After Time abbia cercato di fare qualcosa di più particolare, con un capitolo molto più frenetico e d’impatto nel quale era più facile cadere in errore. Mi aspetto di più, un po’ di attenzione in più. Punti bonus perché la ragazza ha i capelli corti… oh, vi sorprendete ancora?
Alessia Vivenzio è una che sa, diciamolo immediatamente perché vale la pena ribadirlo per i meno attenti, riesce a raggiungere diversi risultati importantissimi al Silent Manga Audition (contest giapponese di grande importanza per gli autori internazionali) e a livello tecnico sa perfettamente come gestire un manga, le tavole, la composizione nel suo insieme. Un problema però che, a prescindere da ogni cosa, non posso che riscontrare con questa opera è che io mi sento sicuramente fuori target, questa mi pare l’unica opera dell’intera rivista che punti maggiormente a far breccia su un pubblico femminile che maschile, concetto che trovo giustissimo! In questa rivista ci vuole un’opera come questa ma allo stesso tempo il primissimo impatto non può che essere inferiore rispetto ad altre, nel quale sono in più in target.
Non so se l’intento di Alessia fosse quello di creare un’opera che avesse, appunto, un determinato pubblico in mente, però ritrovo in questo primissimo capitolo di Arkadian Oikos un richiamo anche ad un modo di fare manga più apprezzabile ad un pubblico che cerca qualcosa di differente da me, mi ricorda appunto uno shojo inizio anni 2000 e in tal caso sarebbe ottimo anche per prendere quella parte di lettori. L’uso dei retini in questo modo, la presenza numerosa di balloon in determinate tavole, il finale da “risveglio fatato dopo secoli di assopimento”, ma anche i tempi narrativi in toto sono distanti dalla dinamicità e l’impatto immediato dello shonen più moderno, che non è un qualcosa che cerco a tutti i costi ma allo stesso tempo sento non volermene distanziare troppo. Direi che anche solo paragonandolo ad After Time è ovvio che siamo di fronte ad opere diverse e non solo per questioni di stile. Va benissimo, si entra anche nel campo della soggettività e spero che il prossimo capitolo, quando sarà tutto più chiaro, potrà farmi divertire di più.
Anche qui mi sento di fare la classica critica: ma perché fermarsi a dire solo Lea nell’ultima tavola? Perché di spalle? Hai fatto 30… era meglio fare 31 e farcela vedere in volto, dire meglio al lettore chi fosse Lea. Non sono qui pensando di dare lezioni a nessuno, spero che questo sia chiaro, ma finire un primo capitolo con la tua protagonista di spalle e con un’identità che il lettore non può aver compreso (e che deve aspettare 2 mesi e spendere altri soldi per capirlo) non è una scelta che col tutto il cuore sento di condividere.
Eh, parlare di Sahaam è complesso. Perché questa è un’opera che conosco, è un fumetto già pubblicato da Kasaobake quando era “indipendente” e non una collana Shockdom, un’opera della quale ho pure già parlato in passato sul sito e quindi per questo inizio non ho in realtà tantissimo da dire. Posso dire che è un manga che si sposa perfettamente con lo spirito della rivista, Elena sicuramente è un’altra autrice capace che sa fare il suo, ha uno stile estremamente riconoscibile e questo può essere un grande pregio, soprattutto se consideriamo quanti haters amino parlare di scimmiottamento a prescindere.
Non ritengo però che il primo capitolo gestito così in questo contesto gli abbia dato modo di sfruttare al meglio le potenzialità dell’opera. Abituato al tankobon posso asserire che la narrazione si percepiva diversamente, leggere tutto in quel modo dava modo alla storia di evolversi al meglio, anche con meno pesi da parte dell’autrice. Personalmente avrei preferito una versione “rivista diversamente” di Sahaam… ma capisco assolutamente i motivi per i quali questo è impossibile.
C’è tanta carne al fuoco, non è un manga che può fare annoiare, ma forse è anche troppa? Tanti elementi vengono introdotti, tanti personaggi sono di fronte al lettore… ma davvero si ricorderanno tutto e tutti? Un primo capitolo in questo contesto dovrebbe essere più lineare e semplice, a mio avviso, ma capisco (ripeto) che Elena in realtà avesse abbastanza le mani legate, essendo un’opera pensata per una realtà totalmente diversa. Il lato positivo è che questo difetto probabilmente si esaurirà già dal prossimo capitolo.
Vi ricordate all’inizio? Quando dico che solo un’opera riesce a concludere il capitolo proprio come Dio (dei manga) comanda? Eccolo qua, Sharkboy. Partiamo quindi dal dire che la fine è bellissima, è l’unico capitolo per il quale riesco a dirlo, una costruzione avvincente che va sempre più a migliorare, un pathos che va sempre più a salire e poi BOOM, esplosione! Conclusione d’impatto, forte, divertente e a sorpresa. Brava signorina volpe notturna.
Il difetto che magari posso aver riscontrato con Sharkboy è che è un’opera folle, impossibile da inquadrare con questo primo capitolo e sinceramente non so se sarà più facile avere un’idea più chiara in futuro! Sicuramente sarà divertente, sicuramente non annoierà ma sinceramente non so proprio cosa aspettarmi… e per quanto di regola sia un qualcosa di positivo, preferisco premiare a questo giro chi ha mostrato costanza e mi ha dato delle certezze. C’è comunque del caos all’inizio, non le prime due tavole magari, ma quello scontro iniziale non so se sia stato trattato al meglio, è un po’ tutto un casino al quale è difficile stare dietro, però per fortuna tutto si azzera quando la storia si sposta sulla Terra e da lì comincia ad ingranare senza particolari difetti.
Sarà un manga di combattimento? Gag? D’amore? Letteralmente tutto questo insieme? Mi aspetto di tutto, per me lei può anche provarci, perché ha un cuore pazzesco come autrice e so che ci mette tutto se stessa in tutto quello che fa, però ahimè questo non basta, spero proprio che sia capace di rispettare le sue stesse aspettative, perché se riesce a tenere in riga tutto il marasma che ha buttato dentro può uscirne qualcosa di ottimo ma Sharkboy è sicuramente l’opera che sarà più difficile da portare avanti, a livello narrativo, si sta prendendo un rischio immenso, spero che sia pronta. Ti auguro buona fortuna.
Non dirò l’ovvio, lo facemmo già durante la live di Twitch e magari lo diremo in altre live di Twitch dove il mood è più da caciara, quindi nessuna battuta sul fatto che il COVID-19 sia stato causato da questo manga, andiamo oltre. Come ho detto in prefazione, escludendo il primo posto non farò una classifica ma Zara X2 vince il mio premio “sorpresa”, perché questo capitolo è davvero meritevole oltre ogni rosea aspettativa… e non perché avessi particolari dubbi sull’autrice o sull’opera ma più che altro perché conoscendo di più le altre autrici non credevo che, tirando le somme dell’albo a mente fredda, quest’opera mi rimanesse in mente più di quasi tutte le altre. Una menzione d’onore la merita sicuramente.
Quel che mi sento di dire è che questo è un manga molto più moderno di quanto comunque potessi pensare. Il concept, del resto, non è nulla di nuovo (in sto periodo storico poi) però riesce perfettamente ad essere in tono con gli Shonen di questo ultimo periodo, un’opera simile non è così distante da quello che potremmo vedere su un Jump+, ovviamente considerando l’opera per sommi capi, non voglio iniziare una disquisizione sul paneling o lo stile che comunque apprezzo, perché sento tanta fusione tra Giappone e Italia, più di altre opere, è un manga che mi trasmette molto e per i motivi più diversi.
La crudità di certe immagini non è eccessiva per gli standard degli shonen odierni, il protagonista è in perfetto stile shonen, viene introdotta subito una companion ragazza, c’è un altro belloccio come secondario e magari quel che manca è solo un pizzico d’ironia in più, se l’autrice fosse riuscita a stemperare di più l’attenzione, a giocare di più con il target narrativo avrei potuto solo alzare le mani di fronte a questo capitolo. C’è da dire che però Zara non era pensato per Manga Vibe con tutto quel che ne consegue, quindi è più che comprensibile che Talita non ci sia stata a pensarci, ma da amante di shonen allo stesso tempo non posso non dire che… cavolo, se solo lo avessi fatto.
Premessa: In tutti questi anni ho preferito “presentare” gli autori italiani a voi più che giudicarli o criticarli, sia perché li sentivo tutti un po’ figli (alcuni cugini vista l’età, altri fratelli ma avete capito) miei sia perché sono conscio che sul web ci sono già abbastanza haters e preferivo dargli una spinta, non fargli recepire negativamente le critiche pubblicamente ma supportarli il più possibile. Con Manga Vibe non avrò questo atteggiamento, è un progetto estremamente serio e la cosa più rispettosa che posso fare nei confronti dell’editore e degli autori stessi è essere obiettivo.
Sul sito ufficiale di Manga Vibe (CLICCATE QUI) potete votare l’opera che più avete apprezzato in questo numero, non farò una classifica ma esporrò con chiarezza il mio gradimento: la prima opera sarà quella che ho votato e poi andrò per ordine alfabetico. Cercherò di non spoilerare nulla ma sicuramente qualche elemento cardine potrebbe essere citato.
IL MIO VOTO
Shingan
Sceneggiatura di Ivana Murianni e disegni di Rossella Gentile
Sceneggiatura di Ivana Murianni e disegni di Rossella Gentile
Nick è un ragazzo che ama la vita tranquilla e non vuole che la sua quotidianità sia disturbata. Iris invece è una giovane ragazza peperina, solare e amante delle cose carine. I destini dei due giovani si incrociano quando l’Insania, un terribile male che affligge il mondo, giunge in città: da allora, la vita dei due protagonisti non sarà più la stessa!
Il primo capitolo che ho apprezzato maggiormente è quello di questo duo di autrici, che già ho avuto modo di conoscere e apprezzare con Fr33d0m edito da Upper Comics. Fare un primo capitolo per una rivista a pagamento, che esce ogni due mesi, non è la stessa cosa di fare il primo capitolo per un capitolo per il tuo webcomic o per il tuo albo, nel quale sfogli la pagina e subito dopo ti ritrovi con un secondo capitolo, devi seguire certe regole, devi dare al tuo lettore qualcosa che ti sorprenda tantissimo: in Manga Vibe nessuna opera tranne una è riuscita a mio avviso in questo intendo, quell’opera è Shingan? No.
Shingan, nonostante abbia questo errore come quasi tutti gli altri, mi ha convinto più di tutte le altre opere. Intanto i disegni di Rossella sono perfetti per rispecchiare il “vibe” di questa rivista, uno shonen fantasy da manuale, con degli sfondi disegnati in modo ottimo, con i vari rimandi al classico mondo medievale di fantasia che non passano mai di moda, un setting semplice ma d’impatto sicuro. In questo caso aver ricercato una semplicità non è qualcosa di negativo, anzi mi ha dato quel sentore che avessi di fronte delle autrici con delle idee chiare e che si sarebbero mosse con sicurezza all'interno del mondo da loro creato.
Non posso che apprezzare come l’incipit della storia venga fatto scorrere dal canto di un menestrello, offeso dal protagonista e reso così parte attiva della storia, offrendo pure del foreshadowing. Io sono un grande amante delle storie che non ti prendono per mano ma nemmeno che ti buttano tonnellate di informazioni in faccia chiedendo al lettore di mettere i pezzi in ordine, quindi davvero complimenti per essere l’opera che a mio avviso ha trovato il modo più ingegnoso per accompagnarci dentro la storia. Forse è l'elemento per me più importante in un primo capitolo.
I due protagonisti li trovo interessanti e caratterizzati bene, è bastato proprio poco per farmi invogliare nel sapere più di loro, questo grazie al modo sapiente col quale hanno gestito la regia delle tavole che avevano loro come focus principale, che fosse per mostrare una smorfia infastidita o disperazione, ho visto nei loro occhi dei personaggi vivi che hanno voglia di dirci molto.
Il capitolo non si conclude nel modo migliore possibile, quel che accade non può incutere davvero stupore nel lettore, per noi è tutto nuovo, non abbiamo alcun motivo per dire “wow come mai è successo?!”, non sappiamo nulla di quel che sta accadendo del resto, sarebbe bastato poco… farlo finire con lei che attaccava lui e poi vediamo nel prossimo capitolo che è successo? Forse anche solo una splash finale con la faccia incazzata di lui? Le possibilità erano varie, comunque sia Shingan è un manga che per ora è riuscito a trasmettermi qualcosa più di chiunque altro, a partire dal setting semplice ma molto curato e continuando con i personaggi. Ci sarà tempo per giudicare quanto i temi trattati saranno davvero interessanti, di certo non leggo (MAI) uno shonen cercando un qualcosa di estremo o che cambi le regole del genere, da un primo capitolo voglio certezze, voglio essere intrattenuto e incuriosito e Shingan ce l’ha fatta a pieni voti.
After Time
Sceneggiatura di Luca Molinaro e disegni di Ninfadora
Sceneggiatura di Luca Molinaro e disegni di Ninfadora
Una notte, un ragazzo si risveglia in un bosco. Non sa dove si trova, e pensa di star sognando. Ma mentre cerca di capirci qualcosa viene improvvisamente attaccato da delle strane entità che sembrano abitare la foresta. Per sua fortuna, un uomo misterioso arriva in suo soccorso…
Questa era l’opera sulla quale avevo più hype e, con tutto rispetto, non per il motivo che la community crede, pure con fare trolloso a volte. Ninfadora è brava, ma tanto brava, da tanto tempo che aspettavo di vederla in azione come fumettista, con un’opera ad ampio respiro, perché lei fa parte di quelle bravissime disegnatrici che non ho potuto giudicare come fumettiste e la lista è proprio lunga, ovviamente ricolma anche di autori maschi.
La prima impressione è forte, diciamo che è l’unica opera che riesca davvero a dare “l’effetto wow” che si ricerca da una prima tavola. Essendo anche il manga che apre la rivista la responsabile era maledettamente alta ma Ninfadora non delude le aspettative, e già così sono felicissimo. Il character design è tra i migliori di tutta la rivista, la maggior parte delle tavole sono da premiare per la loro dinamicità, essendo questo un capitolo con pochi dialoghi e moltissima azione è un elemento essenziale. After Time è davvero un piacere ammirare, questo samurai con il suo spadone è figo e non c’è bisogno di stare a cercare altre parole per descriverlo, l’azione frenetica ti tiene bene in allerta e questo è un altro obiettivo importante da raggiungere.
I problemi arrivano a partire dalla seconda parte, il secondo scontro per quanto inizi per bene e sicuramente ha delle ottime tavole nella sua conclusione tende ad essere caotico, non reputo perfettamente riuscita la tavola nella quale vediamo la katana cadere e il ragazzo parlare con la ragazza. Troppe informazioni insieme, soprattutto considerando quel che era appena accaduto nella tavola precedente, che non viene menzionato nelle tavole successive, una tavola di sicuro impatto che però viene persa come se nulla fosse. La conclusione, allerta spoiler, vede il ragazzo non ricordarsi il suo nome e sipario… sinceramente dopo aver visto il samurai trafitto poco prima è davvero difficile far pensare che altro possa essere più interessante di quello, noi nemmeno lo sappiamo il suo nome, vista tutta la situazione si dà quasi per scontato fin dall’inizio che la situazione sia tra l’onirico e l’assurdo.
In genere ci sono problemi di pacing non troppo gravi, ma se Shingan per questa uscita ha vinto (secondo il mio gusto soggettivo, ovviamente) è perché è riuscito a sublimare la semplicità e il carattere dei suoi personaggi; allo stesso tempo mi pare ovvio che After Time abbia cercato di fare qualcosa di più particolare, con un capitolo molto più frenetico e d’impatto nel quale era più facile cadere in errore. Mi aspetto di più, un po’ di attenzione in più. Punti bonus perché la ragazza ha i capelli corti… oh, vi sorprendete ancora?
Arkadian Oikos
Alessia Vivenzio
Alessia Vivenzio
Lea ha sempre avuto paura delle persone, e da dopo le scuole medie ha smesso di uscire di casa. A parte un paio di amiche, vive completamente isolata. Gli esseri umani le fanno paura, e si è sempre sentita come fuori posto. Ma un giorno come tanti, accade qualcosa: che la sua convinzione di essere “sbagliata” sia più di una semplice sensazione?
Alessia Vivenzio è una che sa, diciamolo immediatamente perché vale la pena ribadirlo per i meno attenti, riesce a raggiungere diversi risultati importantissimi al Silent Manga Audition (contest giapponese di grande importanza per gli autori internazionali) e a livello tecnico sa perfettamente come gestire un manga, le tavole, la composizione nel suo insieme. Un problema però che, a prescindere da ogni cosa, non posso che riscontrare con questa opera è che io mi sento sicuramente fuori target, questa mi pare l’unica opera dell’intera rivista che punti maggiormente a far breccia su un pubblico femminile che maschile, concetto che trovo giustissimo! In questa rivista ci vuole un’opera come questa ma allo stesso tempo il primissimo impatto non può che essere inferiore rispetto ad altre, nel quale sono in più in target.
Non so se l’intento di Alessia fosse quello di creare un’opera che avesse, appunto, un determinato pubblico in mente, però ritrovo in questo primissimo capitolo di Arkadian Oikos un richiamo anche ad un modo di fare manga più apprezzabile ad un pubblico che cerca qualcosa di differente da me, mi ricorda appunto uno shojo inizio anni 2000 e in tal caso sarebbe ottimo anche per prendere quella parte di lettori. L’uso dei retini in questo modo, la presenza numerosa di balloon in determinate tavole, il finale da “risveglio fatato dopo secoli di assopimento”, ma anche i tempi narrativi in toto sono distanti dalla dinamicità e l’impatto immediato dello shonen più moderno, che non è un qualcosa che cerco a tutti i costi ma allo stesso tempo sento non volermene distanziare troppo. Direi che anche solo paragonandolo ad After Time è ovvio che siamo di fronte ad opere diverse e non solo per questioni di stile. Va benissimo, si entra anche nel campo della soggettività e spero che il prossimo capitolo, quando sarà tutto più chiaro, potrà farmi divertire di più.
Anche qui mi sento di fare la classica critica: ma perché fermarsi a dire solo Lea nell’ultima tavola? Perché di spalle? Hai fatto 30… era meglio fare 31 e farcela vedere in volto, dire meglio al lettore chi fosse Lea. Non sono qui pensando di dare lezioni a nessuno, spero che questo sia chiaro, ma finire un primo capitolo con la tua protagonista di spalle e con un’identità che il lettore non può aver compreso (e che deve aspettare 2 mesi e spendere altri soldi per capirlo) non è una scelta che col tutto il cuore sento di condividere.
Sokar è un giovane Sahaamiano che sta per affrontare l’Arukash, la prova che nella sua cultura determina il passaggio dalla fanciullezza alla vita adulta. Loras è il suo rivale, e prima della prova lo ricatta in modo da fare bella figura durante la cerimonia. Ma Sokar non ha intenzione di lasciarsi intimorire, e farà in modo di essere lui il migliore! Intanto, lontano, due sorelle Helian si preparano a un qualche tipo di rituale…
Eh, parlare di Sahaam è complesso. Perché questa è un’opera che conosco, è un fumetto già pubblicato da Kasaobake quando era “indipendente” e non una collana Shockdom, un’opera della quale ho pure già parlato in passato sul sito e quindi per questo inizio non ho in realtà tantissimo da dire. Posso dire che è un manga che si sposa perfettamente con lo spirito della rivista, Elena sicuramente è un’altra autrice capace che sa fare il suo, ha uno stile estremamente riconoscibile e questo può essere un grande pregio, soprattutto se consideriamo quanti haters amino parlare di scimmiottamento a prescindere.
Non ritengo però che il primo capitolo gestito così in questo contesto gli abbia dato modo di sfruttare al meglio le potenzialità dell’opera. Abituato al tankobon posso asserire che la narrazione si percepiva diversamente, leggere tutto in quel modo dava modo alla storia di evolversi al meglio, anche con meno pesi da parte dell’autrice. Personalmente avrei preferito una versione “rivista diversamente” di Sahaam… ma capisco assolutamente i motivi per i quali questo è impossibile.
C’è tanta carne al fuoco, non è un manga che può fare annoiare, ma forse è anche troppa? Tanti elementi vengono introdotti, tanti personaggi sono di fronte al lettore… ma davvero si ricorderanno tutto e tutti? Un primo capitolo in questo contesto dovrebbe essere più lineare e semplice, a mio avviso, ma capisco (ripeto) che Elena in realtà avesse abbastanza le mani legate, essendo un’opera pensata per una realtà totalmente diversa. Il lato positivo è che questo difetto probabilmente si esaurirà già dal prossimo capitolo.
Sharkboy
Kitsune Yoru
Kitsune Yoru
Shi-ho è un ragazzo-squalo, appartenente a un lontano pianeta abitato da esseri a metà tra umani e animali. I popoli di questo pianeta sono in guerra, e Shi è uno dei combattenti che la portano avanti. Durante una sanguinosa lotta, però, Shi ha la peggio. Un vecchio saggio, per salvargli la vita, decide di mandarlo lontano dalla battaglia… ed è così che Shi arriva sulla Terra!
Vi ricordate all’inizio? Quando dico che solo un’opera riesce a concludere il capitolo proprio come Dio (dei manga) comanda? Eccolo qua, Sharkboy. Partiamo quindi dal dire che la fine è bellissima, è l’unico capitolo per il quale riesco a dirlo, una costruzione avvincente che va sempre più a migliorare, un pathos che va sempre più a salire e poi BOOM, esplosione! Conclusione d’impatto, forte, divertente e a sorpresa. Brava signorina volpe notturna.
Il difetto che magari posso aver riscontrato con Sharkboy è che è un’opera folle, impossibile da inquadrare con questo primo capitolo e sinceramente non so se sarà più facile avere un’idea più chiara in futuro! Sicuramente sarà divertente, sicuramente non annoierà ma sinceramente non so proprio cosa aspettarmi… e per quanto di regola sia un qualcosa di positivo, preferisco premiare a questo giro chi ha mostrato costanza e mi ha dato delle certezze. C’è comunque del caos all’inizio, non le prime due tavole magari, ma quello scontro iniziale non so se sia stato trattato al meglio, è un po’ tutto un casino al quale è difficile stare dietro, però per fortuna tutto si azzera quando la storia si sposta sulla Terra e da lì comincia ad ingranare senza particolari difetti.
Sarà un manga di combattimento? Gag? D’amore? Letteralmente tutto questo insieme? Mi aspetto di tutto, per me lei può anche provarci, perché ha un cuore pazzesco come autrice e so che ci mette tutto se stessa in tutto quello che fa, però ahimè questo non basta, spero proprio che sia capace di rispettare le sue stesse aspettative, perché se riesce a tenere in riga tutto il marasma che ha buttato dentro può uscirne qualcosa di ottimo ma Sharkboy è sicuramente l’opera che sarà più difficile da portare avanti, a livello narrativo, si sta prendendo un rischio immenso, spero che sia pronta. Ti auguro buona fortuna.
Zara X2
Talita
Talita
L’Italia è isolata dal resto del mondo. Dopo una tremenda epidemia partita dal sud Italia che ha infettato la maggior parte della popolazione, l’Europa ha isolato la penisola costruendo un enorme muro per tenere in quarantena gli infetti. Luca Parisi è un ragazzo italiano che si trovava all’estero durante lo scoppio dell’epidemia. Divenuto giornalista, ottiene il permesso di recarsi in Italia, ora ribattezzata “Zara X”. Cosa lo attenderà oltre il muro?
Non dirò l’ovvio, lo facemmo già durante la live di Twitch e magari lo diremo in altre live di Twitch dove il mood è più da caciara, quindi nessuna battuta sul fatto che il COVID-19 sia stato causato da questo manga, andiamo oltre. Come ho detto in prefazione, escludendo il primo posto non farò una classifica ma Zara X2 vince il mio premio “sorpresa”, perché questo capitolo è davvero meritevole oltre ogni rosea aspettativa… e non perché avessi particolari dubbi sull’autrice o sull’opera ma più che altro perché conoscendo di più le altre autrici non credevo che, tirando le somme dell’albo a mente fredda, quest’opera mi rimanesse in mente più di quasi tutte le altre. Una menzione d’onore la merita sicuramente.
Quel che mi sento di dire è che questo è un manga molto più moderno di quanto comunque potessi pensare. Il concept, del resto, non è nulla di nuovo (in sto periodo storico poi) però riesce perfettamente ad essere in tono con gli Shonen di questo ultimo periodo, un’opera simile non è così distante da quello che potremmo vedere su un Jump+, ovviamente considerando l’opera per sommi capi, non voglio iniziare una disquisizione sul paneling o lo stile che comunque apprezzo, perché sento tanta fusione tra Giappone e Italia, più di altre opere, è un manga che mi trasmette molto e per i motivi più diversi.
La crudità di certe immagini non è eccessiva per gli standard degli shonen odierni, il protagonista è in perfetto stile shonen, viene introdotta subito una companion ragazza, c’è un altro belloccio come secondario e magari quel che manca è solo un pizzico d’ironia in più, se l’autrice fosse riuscita a stemperare di più l’attenzione, a giocare di più con il target narrativo avrei potuto solo alzare le mani di fronte a questo capitolo. C’è da dire che però Zara non era pensato per Manga Vibe con tutto quel che ne consegue, quindi è più che comprensibile che Talita non ci sia stata a pensarci, ma da amante di shonen allo stesso tempo non posso non dire che… cavolo, se solo lo avessi fatto.
E questo per sostenere il fatto che nessuno sta dicendo che i giapponesi sono i più bravi o i manga siano più difficili da disegnare...
Avranno voluto ricreare un effetto Jump.
Nessun effetto Jump, per vendere un volume del genere ad appena 5 euro o fai carta di merda o fai carta di merda.
Ispirare non vuol dire copiare. Pure male tra l'altro. I retini base di Clip studio stanno ancora gridando vendetta.
Tutti iniziano copiando qualcun altro e se non gli si da il tempo e la possibilità di migliorarsi non arriveranno mai ad avere un stile proprio
- I capitoli sono troppo corti, ma così tanto da non avere nemmeno troppa voglia di sapere cosa succede dopo
- Io l'avevo presa pensando fosse una rivista contenitore di shonen, ma mi trovo in mano solo fantasy. Sinceramente ho fatto molta fatica a leggere tutte le storie, ogni capitolo ti ritrovavi puntualmente i classici personaggi con le orecchie a punta e nomi non troppo facili da ricordare (li ho già scordati tutti tranne per ZaraX2). Avrei preferito un maggiore assortimento, magari con un thriller, una commedia, un horror ecc...
- I disegni sono fatti bene e si vede che sono tutti bravissimi disegnatori, forse cerco il pelo nell'uovo, ma alcuni mi sembrano un pò troppo starter pack. Intendiamoci, riconosco tantissimo il valore di questi artisti e li ho comprati per supportarli, come "critica" direi solo di cercare di osare di più per rendere più unici i propri stili e non per forza disegnare ogni personaggio secondo i classici canoni del manga medio. Sarà comunque che per concetto di fantasy io penso subito a Berserk e quindi tendo a fare il paragone con una serie troppo di un'altra categoria
- Avrei gradito delle pagine di approfondimento in più, qualche pubblicità interessante anche di altri volumi italiani ed altro. Io non ho mai letto nulla di manga italiano e con la rivista presa ieri in pratica il mondo mi è rimasto ancora sconosciuto. Quando lessi Naruto la prima volta invece ho scoperto tante serie nuove grazie alle pagine che Planet Manga riservava alla pubblicità di altre uscite sia vecchie che nuove
Il numero 2 ancora devo decidere se prenderlo o meno, sinceramente per ora su 5 storie effettivamente 1 leggerei ancora (Zara) e attendo di leggere la sesta, se mi piacerà prenderò anche il 2,altrimenti poi prendo il tankobon di Zara
Di nuovo no, puoi iniziare copiando ( tutti lo fanno ) ma quando si parla di opere professionali non puoi permetterti di essere un mero clone, altrimenti meriti di essere giudicato come tale. E soprattutto parliamo pure di una rivista che dovrebbe lanciare i " manga italiani " pubblicando le opere più mediocri che sono riuscite a trovare. Non per dire ma della stessa identica casa editrice c'è Somewhere we belong ( che tra l'altro esce il primo marzo quindi potevi pure fargli pubblicità ) che non è di certo l'opera della vita ( anzi ) ma almeno tenta di creare qualcosa di interessante. Una protagonista che non ricalca lo stereotipo della ragazzina figa che in realtà viene fatta passare come brutta, retini messi con più criterio e copertine e font come Dio comanda. Ed il disegno è mediocre a dir poco eh, con vignette messe a belin di cane però dai, potrebbe nel tempo e con l'esperienza portare a qualcosa di buono.
Per farmi un'idea, sono andato in edicola oggi pomeriggio per sfogliarla, sui fumetti japstyle non mi esprimo visto che non mi piacciono molto; Ma dico una cosa: questi anno il coraggio di venderla a 5.00€??! No perchè per essere 190pp. in questo formato sottiletta, fanno proprio schifo! E' proprio carta velina! Io prendendolo in mano ho avuto paura che mi si sfacesse in mano! (se non sbaglio con 4.90€ ci si prende la versione da edicola di One-Punch Man che è proprio di tutt'altra qualità! )
Solo un Pro posso far presente, che per essere una novità di nicchia, è distribuita abbastanza bene, nelle tre edicole della mia città che ho visitato tutte e tre ce l'avevano, certo solo una copia, ma come distribuzione non è male.
Capisco il tuo punto di vista, ma ripeto, se non si dà un' opportunità quando potranno migliorare? In Italia abbiamo sempre messo la qualità prima di tutto e questo é un bene, ma ogni tanto é bene anche portare opere a basso prezzo ma mediocri. Non sto dicendo che dobbiamo diventare come i giapponesi, però la maggior parte dei manga sono harem, slice of life, Battle e isekai copia e incolla che chiamarli mediocri é un complimento, eppure fanno numeri che noi ci sognano e ogni tanto tirano fuori anche bei titoli. Credo valga la pena sperimentare un sistema diverso e nel frattempo cercare nuovi talenti, altrimenti finiremo nel paradosso del "cerco apprendista con esperienza"
Credo che il fatto di averlo paragonato al jump abbia creato delle aspettative molto alte, che poi non sono state minimamente mantenute.
Qui abbiamo il primo capitolo di alcuni titoli e bon. Nient’altro. Anche l’aver molto fortemente voluto enfatizzare il concetto di “manga italiano” è stata una mossa controproducente: qui di “manga” c’è ben poco, purtroppo.
E lo dico con rammarico avrei davvero voluto uno shonen jump italiano.
Posso dire che ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine della lettura... mentre, tanto per fare un esempio, il giorno prima ho letto i primi 5 tankobon di Nagatoro-San tutti di fila... perché un manga deve avere personaggi interessanti calati in storie interessanti. Qui nessuna delle serie proposte ne ha.
Vorrei ancora una volta ribadire che avrei davvero voluto un prodotto che potesse definirsi il jump italiano; non voglio sembrare un hater ne voglio sminuire la passione degli autori.
Ma dato che qui non stiamo parlando di una fanzine, ma di un prodotto commerciale, credo non sia sbagliato esigere professionalità e qualità.
Insomma, vorrei una rivista che contenga delle serie qualitativamente equivalenti al livello raggiunto da Radiant. Se non c’è questo livello di qualità, non si pubblica.
Per farsi le ossa ci sono le fanzine, i social, ecc.
Spero di non aver dato l’impressione di voler criticare e basta come un qualsiasi hater; in avrei davvero voluto un prodotto di successo ☹️
Continuando a lavorare per conto proprio fino a quando non si è ad un livello quantomeno presentabile, lavorando come assistente o facendo l'inchiostratore. Di Meo ha fatto da assistente a Mirka Andolfo prima di fare la prima storia di Topolino, e lo ha fatto come inchiostratore di un altro autore Disney ( Surroz) è poi passato a fare gli sfondi di questo fino ad arrivare ad un livello di roba pubblicabile ( che di per sè non vuol dire buono ma come ho detto presentabile ). Lo ripeto ancora, retini basic di Clip Studio.
Quindi il mondo del fumetto deve essere elitario ed esclusivo e se non hai lavorato già coi fumetti o non hai studiato all' estero non puoi farne parte? E tutti quegli altri che potrebbero farne parte, ma che non hanno i mezzi o le conoscenze vanno esclusi a prescindere? Non può essere un progetto come questo il campo di studio dove farli crescere e migliorare?
Eh, del resto un manga in cui l'autore non sa fare i retini chissà come sarà per il disegno, prospettiva etc. Ma del resto perché sbattersi ad imparare una tecnica ( tra l'altro tra le BASI del disegno giapponese) quando puoi mettere alla belin di cane i retini base ( gratuiti) di clip studio.
Quindi qualunque mestiere è elitario perché prima di praticarlo devi studiare?
Ma certo che no, ma ti pare che un paziente sia un progetto per migliorare da parte di un medico? La pubblicazione è L'ULTIMO passo per diventare professionista. Che non vuol dire che poi non si migliora, anzi. Però quando pubblichi devi aver raggiunto il minimo sindacale, così come un idraulico prima mi deve saper sistemare il lavandino, poi se migliora negli anni potrà benissimo istallare il sistema idraulico della Nasa.
Ma il punto è pure questo. LI HANNO autori di valore. Nel loro catalogo c'è merda ma anche buoni autori e punte di eccellenza come Zanchi.
Le opere qui presentate sono già uscite in formato di volumetto, alcune di esse da ANNI, bastano le vendite avute finora per sapere il gradimenti del pubblico.
Per chi non lo sapesse, FMA35 è odiata da più o meno tutti gli autori italiani manga (anche nomi grandi, sì) perché è dal 2014 (o era il 2015) che sputa veleno su praticamente chiunque, è bello perché lei è riuscita ad unire autori di diverse case editrici abbracciati contro di lei in tutti questi anni, e pure di scuole del fumetto.
Erano un po' di anni che stava più calma del solito e faceva flame solo su questioni di generi, felice che Manga Vibe l'abbia fatta tornare ai vecchi albori.
Intanto nel silent manga, concorso GIAPPONESE, diversi italiani hanno avuto piazzamenti importantissimi tra i quali anche ALESSIA VIVENZIO presente in questa rivista, ma vabbè ne capisce più un utente medio che fa fanart di Kim Possibile che i giudici giapponesi, no?
Io l'ho detto che le opere abbiano difetti, che l'opera di Viva mi sia piaciuta poco per X motivi ma da qui a dire che gli autori qui presenti non siano capaci e non meritino di presenziare qui (poi parlando di retini di una tavola, perché la maggior parte di chi critica l'albo manco lo ha letto) vuol dire nulla.
Gli editori francesi e spagnoli prendono i nostri autori e in alcuni casi le opere. Gente criticatissima ha avuto modo di lavorare direttamente in Giappone.
Dal 2014 che do spazio agli autori, dal 2014 che ci sono questi commenti, dal 2014 che il movimento italiano ha sempre più successo non solo in Italia ma a livello internazionale.
Non si tratta di non criticare le opere, perché sono il primo ad averle criticate TUTTE ma parlare come se fossero i primi cretini presi dalla strada. Che poi possono fare schifo ma qui si parla dall'alto di competenze tecniche che semplicemente non-si-hanno.
I discorsi sullo stile sono semplicemente sbagliati, discorsi che manco i giapponesi fanno e che anzi premiano gli italiani.
Dite che una cosa non vi piace e vi fa schifo, ma per il resto sono commenti basati sul nulla senza che possano avere nessun valore più alto.
Alex, prova a vendere 'sto Manga Vibe in Giappone e poi ne riparliamo, ok?
Magari mi sto attaccando tanto alla parola, ma è quella con cui viene pubblicizzata e spammata l'intera rivista...
Edit. Capisco benissimo quanto tu tenga al progetto, da parte mia non sto cercando di creare flame o dire "è come dico io, punto", ma solo esporre il mio pensiero in merito.
Dai commenti sto capendo che l'idea di base non era malvagia, e avete saputo dare anche consigli su come migliorare il tutto.
Uao che strano che essendo in contatto con le case editrici e chi vi lavora non sapessi di questo complottone XD. Meno male che ci sei tu XD. Ah, vorrei far presente alla moderazione che c'è un autore che diffama un utente perchè non dice sissignore ad ogni sua fissazione.
Ed un gnè gnè non ce lo metti?
Perchè non diciamo anche che gli autori che lavorano all'estero per case editrici hanno un tantino più di preparazione e che no, una rivista online che paga 20 centesimi a pagina ( tanto per citare uno degli autori su questa rivista che si vanta di pubblicare all'estero di cui non faccio il nome perchè a differenza TUA io non diffamo ) non è " pubblicato all'estero".
Più o meno da quando alcuni di questi autori hanno pubblicato il loro primo manga senza mai andare avanti.
Ma anche solo in Italia eh, o Shockdom tira fuori i pezzi da novanta ( che ripeto POSSIEDE ma qualcuno è troppo fanatico per accettare che non tutti quelli che fanno manga italiani siano di un buon livello e dunque se non osanni chiunque sei hater ) o è già tanto arrivare al terzo numero ( magari un pò di più se dimezzi le tirature )
Scherzi? O dici che è un'iniziativa perfetta o sei un hater e ti odiano tutti XD Comunque hai uno dei nickname più belli che io abbia mai letto.
Ok che FMA35 non passa inosservata quando scrive, ma sto gossippone potevi evitarlo o dirlo dalla d'Urso, non qui, e il fatto che sia stato scritto dallo staff rende il tutto un po' cringe.
Il discorso è semplice, ci si aspettava un prodotto filino serio tenendo conto che è uscito sul mercato, fine. Le aspettative hanno cozzato col contenuto. Non ho trovato il disegno accattivante e non è nulla di più di quel che vedo già su instagram da certi disegnatori italiani che postano gratuitamente per mostrare i progressi delle loro piccole opere.
Ovvio che si augura a loro ogni bene e la rivista è comunque comprabile, ma parlo da consumatore tirchio che non va in brodo di giuggiole appena legge "italiano".
Ma almeno fosse vero XD. Rendiamoci conto che ha detto che gente che lavora anche "nomi grandi " sta facendo da anni un megacomplottone contro qualcuno che scrive come utente su un sito XD. Comunque è inaccettabile che un membro dello Staff si comporti in questo modo, ripeto che la moderazione dovrebbe intervenire.
Dire “lo compro lo stesso perché voglia supportarli” secondo me può essere controproducente, non stimolando gli autori a migliorarsi.
Aggiungo che continuerò a comprare la rivista almeno fino al terzo numero, ma non perché voglio finanziare qualcosa che non reputo valido.
Anzi.
È che dopo tre numeri penso potrò dare un giudizio migliore, soprattutto perché spero gli autori leggano i vari giudizi e correggano gli errori del primo numero.
Se anche il secondo e terzo numero saranno come una fanzine, allora smetterò di seguire la rivista.
Auguri sinceramente agli autori/editori di risolvere tutti gli errori del primo numero, perché - ripeto nuovamente - vorrei moltissimo un jump fatto da autori italiani.
Gambare!
Niente diffamazione, dal 2014-2015 che si dice dovunque questo di te, la tua fortuna è che sei "fma35", quindi tranne qualcuno che ha fatto ricerche personali e private su di te (non io, ma determinate persone sì e me lo hanno ovviamente detto) molti non sanno chi sei nella vita reale.
E no, mai detto che è perfetto e l'ho criticato anche io.
Non si sta parlando di Manga Vibe ma del tuo da 6 anni sputare in faccia sul 90% degli autori manga (se non 95%), pure pensando di essere migliore di giudici giapponesi ed editori internazionali. Quello che dico io non è altro che quello che dicono in decine e decine di persone su di te da anni.
Per me la discussione è chiusa, sono 6 anni che dici le stesse cose e già avevo smesso di risponderti all'epoca, è stato un bel ritorno al passato ma l'effetto nostalgia dei vecchi tormentoni si esaurisce molto presto ed io non perdo tempo con determinati utenti.
Siete liberissimi di criticare Manga Vibe, ma pensare di essere qualcuno che possa dire chi in Italia può fare manga e chi non può farlo: NO non potete.
Chiunque può provare a fare "manga", ma bisogna anche rendersi conto che sono pochi forse quelli che potrebbero riuscire a fare qualcosa di decente. IMHO si intende, non ho letto tutto quello che è stato prodotto in Italia, mi baso su quello che ho letto (non molto devo ammettere) e quello che ho visto in giro nelle news, quindi se ci sono perle nascoste sarei lieto di vederle...
Poi come si suol dire "se son rose fioriranno", se son altro...mi sa di no.