Neon Genesis Evangelion, che piaccia o meno, è uno di quei franchise che ha segnato l'immaginario collettivo dei fan di anime e manga. Ha diviso, unito, fatto discutere ma la sua influenza su tutto il settore è stata indiscutibilmente davvero importante, e questo si riflette ancora oggi, nonostante i decenni passati. Ne è la prova l'attesa paziente dei suoi fan e il gran parlare da mesi intorno all'ultimo capitolo di questa avventura, il film che mette la parola fine non solo alla tetralogia del Rebuild ma a tutta la storia principale che noi conosciamo da anni: Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time.
Un'attesa lunga 9 anni (il terzo film era infatti uscito nel 2012) e davvero snervante anche a causa dei continui rimandi dovuti all'attuale situazione sanitaria. Attesa che però finalmente è stata premiata questo 13 agosto con lo sbarco del film su Prime Video in 140 paesi, in molti dei quali, come da noi, doppiato.
Ora però fatemi uscire dai panni di Direttore editoriale del sito, perché ciò che sto scrivendo (le ore immediatamente dopo la visione del film, a seguito di una maratona personale di tutto il Rebuild) non può essere una fredda recensione da distaccato addetto ai lavori: sono troppe le emozioni provate durante quella che considero la fine di un viaggio.
Quelle che scriverò di seguito saranno mie personali considerazioni in ordine sparso, idee e spunti post visione da condividere con voi, fan dell'animazione e appassionati come me. Ci saranno altre sedi per fare approfondimenti su ogni minimo dettaglio di questo titolo. Stiamo parlando di Evangelion, credete davvero che finirà entro breve la discussione?
Discussione che non può prescindere dal creatore di questo universo narrativo, quel Hideaki Anno che ci ha messo 9 anni a dire addio al SUO titolo, quello che lo ha reso famoso ma anche odiato e discusso. Alla fine ce l'ha fatta, prendendosi, con con due ore e mezza di film, tutto il tempo per dipanare la sua visione artistica e lanciare e il proprio messaggio, nella sostanza molto simile a quello che traspariva con veemenza da The End of Evangelion ma diverso nella forma, frutto del pensiero di un uomo che ha in parte superato i suoi demoni e che vive una vita diversa, anche grazie alla importante figura della moglie Moyoco.
Foto tratta dal documentario speciale della NHK dedicato al regista in occasione dell'uscita del film di Evangelion
Anno è sempre lui, quello delle citazioni alle grandi opere del passato e della continua metanarrazione , ma al contempo, e fortunatamente oserei dire, non lo è più, è maturato, cresciuto e diventato adulto esattamente come Shinji. Maturazione umana e artistica che non possiamo non notare in un film sontuoso, visivamente una gioia per gli occhi ma anche capace di regalare sorprese e far uscire la lacrimuccia al fan più incallito. Film che si divide in tre importanti spezzoni subito dopo lo scoppiettante inizio iper citazionistico (qualcuno ha detto Nadia?), con una prima parte riflessiva e bucolica, chiaro omaggio all'universo ghibliano che tanto ha formato il nostro Anno, per proseguire poi in crescendo verso un finale che questa volta gioca a carte scoperte. Il regista infatti non si nasconde e ci mostra questa stessa tetralogia per quello che realmente è: un teatro di maschere che racconta la stessa storia (anche a livello visivo, autocitandosi più volte) in maniera differente per giungere alla medesima conclusione.
I personaggi, quelli che abbiamo imparato a conoscere e amare nella serie e le cui azioni avevano iniziato a differenziarsi in maniera decisa già nei precedenti film del Rebuild, qui arrivano a chiudere definitivamente la loro parabola. Una chiusura diversa ma per alcuni splendida e raccontata con grande cura e dolcezza a cominciare da Gendo, che finalmente vediamo nella sua umanità, fuori dalla macchietta rigida di padre snaturato che il tempo e i meme gli hanno costruito addosso. Gendo che diventa anche alter ego dello stesso regista con tanto di splendida dichiarazione d'amore alla moglie, l'unica in grado di farlo uscire dallo stato di autoisolamento che si era imposto.
Ed è incredibile che sia proprio Shinji alla fine, uscendo fuori da quel teatro da film live action che non è più metafora ma realtà tangibile (con tanto di distruzione dei set culto della serie), ad aiutare sia il padre che gli altri personaggi a trovare la propria strada.
Uno Shinji maturato, che come dice Mari (piccola grande deus ex machina di questa parte finale) è diventato adulto grazie alla forza di chi gli vuole bene e crede in lui (splendido l'abbraccio finale con Misato). Personaggi che smettono di recitare un ruolo da marionette, ruolo imposto che crea solitudine e sofferenza, trovando la forza di voltare pagina. Quanto già si poteva dedurre da The End of Evangelion, l'appello cioè a superare le paure personali e a non chiudersi in sè stessi qui è spiegata con una dolcezza narrativa quasi paterna da Anno che ci spinge ancora una volta a uscire per vivere la nostra vita con la piena coscienza di quello che siamo e possiamo fare (la stazione che poi diventa luogo reale).
Questo per me è il messaggio chiave che ho sempre recepito da questo titolo, un messaggio che è stato sempre per me più importante delle mille teorie e elucubrazioni da fan circa la natura stessa di questo Rebuild, quella del loop in primis che credo quest'ultimo film chiuderà per sempre (la parola "loop" verso la fine è frutto dell'adattamento italiano e non c'è in giapponese)
Un capitolo finale che è un manifesto di quello che questa opera rappresenta per il regista, svolto con una perizia registica che unisce anche certi trucchetti da live action, il presente vivo di Anno.
Evangelion meritava un film tanto bello visivamente, infatti a mio modesto avviso sono poche le sbavature se non forse in alcuni momenti concitati in cui la CG mi è parsa non adeguata. Il tutto però sopperito da sfondi fantastici che diventeranno quasi certamente magnifici walpaper per i fan
Ottimo anche il comparto musicale, capace di sottolineare tutti i vari momenti e le relative emozioni che arrivavano dallo schermo. Non ultima la bellissima canzone della Utada, quell'ultimo bacio che noi stessi ci sentiamo di dare a un titolo che abbiamo amato, discusso e aspettato e che ora esce, accompagnando per l'ultima volta questi personaggi fuori dalle nostre vite.
È stato un bellissimo viaggio e mai come ora spero davvero che unisca tutti i fan dell'animazione. Per una volta godiamoci quanto un regista e un artista ci ha dato, discutiamo pure su quello che per noi è stato il suo messaggio. Almeno a film concluso parliamo di animazione, senza le eterne discussioni sul doppiaggio italiano che (a parte qualche sbavatura) non si discosta di molto, a mio avviso, per adattamento e lavoro dei doppiatori, da quello del terzo film. So che ognuno di noi su questo argomento ha la sua idea e non ho nessuna intenzione di aprire l'ennesimo dibattito, almeno non in questa sede. Faccio solo un grande plauso ai doppiatori che, trovandosi di nuovo dopo 9 anni su questi personaggi, hanno fatto un gran lavoro da professionisti seri quali sono, d'altronde i loro curriculum non sono frutto del caso.
Un'attesa lunga 9 anni (il terzo film era infatti uscito nel 2012) e davvero snervante anche a causa dei continui rimandi dovuti all'attuale situazione sanitaria. Attesa che però finalmente è stata premiata questo 13 agosto con lo sbarco del film su Prime Video in 140 paesi, in molti dei quali, come da noi, doppiato.
Ora però fatemi uscire dai panni di Direttore editoriale del sito, perché ciò che sto scrivendo (le ore immediatamente dopo la visione del film, a seguito di una maratona personale di tutto il Rebuild) non può essere una fredda recensione da distaccato addetto ai lavori: sono troppe le emozioni provate durante quella che considero la fine di un viaggio.
Quelle che scriverò di seguito saranno mie personali considerazioni in ordine sparso, idee e spunti post visione da condividere con voi, fan dell'animazione e appassionati come me. Ci saranno altre sedi per fare approfondimenti su ogni minimo dettaglio di questo titolo. Stiamo parlando di Evangelion, credete davvero che finirà entro breve la discussione?
Discussione che non può prescindere dal creatore di questo universo narrativo, quel Hideaki Anno che ci ha messo 9 anni a dire addio al SUO titolo, quello che lo ha reso famoso ma anche odiato e discusso. Alla fine ce l'ha fatta, prendendosi, con con due ore e mezza di film, tutto il tempo per dipanare la sua visione artistica e lanciare e il proprio messaggio, nella sostanza molto simile a quello che traspariva con veemenza da The End of Evangelion ma diverso nella forma, frutto del pensiero di un uomo che ha in parte superato i suoi demoni e che vive una vita diversa, anche grazie alla importante figura della moglie Moyoco.
Foto tratta dal documentario speciale della NHK dedicato al regista in occasione dell'uscita del film di Evangelion
Anno è sempre lui, quello delle citazioni alle grandi opere del passato e della continua metanarrazione , ma al contempo, e fortunatamente oserei dire, non lo è più, è maturato, cresciuto e diventato adulto esattamente come Shinji. Maturazione umana e artistica che non possiamo non notare in un film sontuoso, visivamente una gioia per gli occhi ma anche capace di regalare sorprese e far uscire la lacrimuccia al fan più incallito. Film che si divide in tre importanti spezzoni subito dopo lo scoppiettante inizio iper citazionistico (qualcuno ha detto Nadia?), con una prima parte riflessiva e bucolica, chiaro omaggio all'universo ghibliano che tanto ha formato il nostro Anno, per proseguire poi in crescendo verso un finale che questa volta gioca a carte scoperte. Il regista infatti non si nasconde e ci mostra questa stessa tetralogia per quello che realmente è: un teatro di maschere che racconta la stessa storia (anche a livello visivo, autocitandosi più volte) in maniera differente per giungere alla medesima conclusione.
I personaggi, quelli che abbiamo imparato a conoscere e amare nella serie e le cui azioni avevano iniziato a differenziarsi in maniera decisa già nei precedenti film del Rebuild, qui arrivano a chiudere definitivamente la loro parabola. Una chiusura diversa ma per alcuni splendida e raccontata con grande cura e dolcezza a cominciare da Gendo, che finalmente vediamo nella sua umanità, fuori dalla macchietta rigida di padre snaturato che il tempo e i meme gli hanno costruito addosso. Gendo che diventa anche alter ego dello stesso regista con tanto di splendida dichiarazione d'amore alla moglie, l'unica in grado di farlo uscire dallo stato di autoisolamento che si era imposto.
Ed è incredibile che sia proprio Shinji alla fine, uscendo fuori da quel teatro da film live action che non è più metafora ma realtà tangibile (con tanto di distruzione dei set culto della serie), ad aiutare sia il padre che gli altri personaggi a trovare la propria strada.
Uno Shinji maturato, che come dice Mari (piccola grande deus ex machina di questa parte finale) è diventato adulto grazie alla forza di chi gli vuole bene e crede in lui (splendido l'abbraccio finale con Misato). Personaggi che smettono di recitare un ruolo da marionette, ruolo imposto che crea solitudine e sofferenza, trovando la forza di voltare pagina. Quanto già si poteva dedurre da The End of Evangelion, l'appello cioè a superare le paure personali e a non chiudersi in sè stessi qui è spiegata con una dolcezza narrativa quasi paterna da Anno che ci spinge ancora una volta a uscire per vivere la nostra vita con la piena coscienza di quello che siamo e possiamo fare (la stazione che poi diventa luogo reale).
Questo per me è il messaggio chiave che ho sempre recepito da questo titolo, un messaggio che è stato sempre per me più importante delle mille teorie e elucubrazioni da fan circa la natura stessa di questo Rebuild, quella del loop in primis che credo quest'ultimo film chiuderà per sempre (la parola "loop" verso la fine è frutto dell'adattamento italiano e non c'è in giapponese)
Un capitolo finale che è un manifesto di quello che questa opera rappresenta per il regista, svolto con una perizia registica che unisce anche certi trucchetti da live action, il presente vivo di Anno.
Evangelion meritava un film tanto bello visivamente, infatti a mio modesto avviso sono poche le sbavature se non forse in alcuni momenti concitati in cui la CG mi è parsa non adeguata. Il tutto però sopperito da sfondi fantastici che diventeranno quasi certamente magnifici walpaper per i fan
Ottimo anche il comparto musicale, capace di sottolineare tutti i vari momenti e le relative emozioni che arrivavano dallo schermo. Non ultima la bellissima canzone della Utada, quell'ultimo bacio che noi stessi ci sentiamo di dare a un titolo che abbiamo amato, discusso e aspettato e che ora esce, accompagnando per l'ultima volta questi personaggi fuori dalle nostre vite.
È stato un bellissimo viaggio e mai come ora spero davvero che unisca tutti i fan dell'animazione. Per una volta godiamoci quanto un regista e un artista ci ha dato, discutiamo pure su quello che per noi è stato il suo messaggio. Almeno a film concluso parliamo di animazione, senza le eterne discussioni sul doppiaggio italiano che (a parte qualche sbavatura) non si discosta di molto, a mio avviso, per adattamento e lavoro dei doppiatori, da quello del terzo film. So che ognuno di noi su questo argomento ha la sua idea e non ho nessuna intenzione di aprire l'ennesimo dibattito, almeno non in questa sede. Faccio solo un grande plauso ai doppiatori che, trovandosi di nuovo dopo 9 anni su questi personaggi, hanno fatto un gran lavoro da professionisti seri quali sono, d'altronde i loro curriculum non sono frutto del caso.
Si chiude quindi un pezzo della storia dell'animazione giapponese, forse in futuro qualcun altro riprenderà parti del mondo di Evangelion per approfondirle, ma credo davvero che questo sia il commiato definitivo di Anno alla sua opera, un commiato maestoso che chiude un viaggio metanarrativo che personalmente ho apprezzato e amato e che mi ha fatto crescere come persona e appassionato. Un addio triste ma che non lascia l'amaro in bocca, solo tanto amore per quel tipo di animazione che molti davano per morta e che invece è viva e vegeta
Pro
- Ottimo comparto tecnico
- L'evoluzione dei personaggi
- Si chiude un capitolo storico dell'animazione giapponese
- Il messaggio
Contro
- Qualche sbavatura sulla CG
- Non tutto risulta spiegato o chiaro anche dopo diverse visioni
(No non sono una detrattrice dei Rebuild, ho sempre amato questa nuova saga cinematografica e per dire ho amato davvero molto il 2.22).
Il risultato è corretto ma mancano i passaggi per cui si arriva a quel finale.
Questa nuova versione di Eva è la stessa cosa, il finale è quello giusto, Shinji che matura (ma lo era già con il congratulazioni della serie storica) ma alla fine, ora che la tetralogia è conclusa, si può dire che mancano troppi passaggi dello svolgimento per poter considerare l'esercizio sufficiente.
Infatti. E poi, anche ammettendo che il ciclo riguardasse solo il Rebuild e non l'anime in toto, è chiaro che tutto il mondo è coinvolto nel loop temporale. Che sia coinvolto il solo Kaworu, o solo Kaworu e Shinji, è un'idea molto bizzarra. Perchè allora Shinji non ricorda nulla di lui? In questo la teoria del loop (reset globale della realtà, e quindi amnesia collettiva) avrebbe molto più senso (anche all'interno del solo Rebuild).
E poi basta pensare anche solo a Rei, che è il clone della madre di Shinji e di Lilith; Kaworu è il clone di Adam e di...? Beh non so per gli altri, ma per me adesso inserire il nome mancante al posto di quei puntini non è mai stato così semplice. Diamine, nel finale li vediamo pure insieme alla stazione felici e contenti.
Questo è il modus operandi di Anno, che certo non è un dilettante che non sa come mettere insieme le storie. Evangelion non mostra, ma spinge lo spettatore a creare da sè le proprie risposte.
Torniamo alla storia: non ci ho capito nulla. Anno dirige i film come se ogni fotogramma nascondesse un dettaglio che, se non notato o capito, rende la storia criptica. Immagini esagerate e Eva, astronavi, personaggi che compaiono senza sapere nè da dove nè perchè. Il film non cerca di spiegare nulla di quello che accade: Second Impact, Third Impact, Adam, Lilith, tutto buttato con la velocità con cui un mitra spara e o lo capisci o amen, e questa cosa non va esattamente bene, perchè non è sempre il frutto di scarsa attenzione dello spettatore ma è il frutto di una scelta stilistica un po' altezzosa. E non specifico per non fare spoiler.
Insomma, Anno soprende ma allo stesso tempo no. E' un regista maturato? Non riesco a dirlo. Forse è solo l'animazione ad essere cambiata dalla serie TV di Evangelion, e Anno si è solo adeguato.
Se devo dare un mio giudizio personale, a tutta la Rebuild io do un 7 e 1/2, e se il terzo film non mi avesse fatto schifo, le avrei dato un 8 totale. Ma giusto perchè adoro Evangelion e riconosco un lavoro enorme alle spalle che da un finale all'opera, anche se pure quello non è rpoprio chiaro. La serie TV resta una spanna o due sopra, per evoluzione, trama e tempi, oltre che per alcune scene iconiche non trattate nei film, benchè il film The End of Evangelion sia stato più un mero compromesso con i fans che un vero finale. Finale che, senza dubbio, è maggiormente presente nella Rebuild, rovinato solo dalla eccessiva narrativa criptica di Anno che non consente neanche di capire appieno la trama. Unica cosa che si capisce, è il messaggio reso in maniera comunque sensibile nel personaggio di Shinji.
Un anime può piacere o non piacere, ci si può vedere un qualcosa o solo rilassarsi.
Le opere d'arte vi sono anche nell'animazione, ma, a mio giudizio, non è questo il caso.
non so se hai visto shin godzilla, li a parte alcune trovate assurde (ma che ci sanno molto di più a vedere milioni di eva con lo 02 ecc) li anno spiega minuziosamente come funziona godzilla, ed è magnifica la cosa, shin godzilla è nettamente il miglior film kaiju dei ultimi anni.
e proprio per questo che non mi capacito perchè ha voluto sfanculare il mondo di evangelion con il 3.0 in poi
Tutto quel ripetersi e mutarsi degli elementi tipici di Evangelion e le "auto-citazioni" non sono manierismo fine a se stesso, ma una chiave fondamentale per capire il senso di questo finale e di tutta la tetralogia: Evangelion è un ciclo perpetuo di rinarrazioni su un palcoscenico, dove i personaggi, gli spettatori e Anno stesso erano come intrappolati, e dal quale riescono infine a liberarsi. Rebuild va perciò necessariamente analizzato anche sul piano metanarrativo ed è praticamente inutile cercare di unire i puntini tra ogni versione della storia ed ostinarsi a confrontarli (il 3.0 aveva stravolto tutto proprio per spingerci ad arrivare a questa considerazione).
Ho sempre sostenuto che Neon Genesis Evangelion e gli Evangelion Shin Gekijouban andassero considerate opere separate, soprattutto a chi si scagliava contro i secondi perché "la serie originale è meglio". Il senso del ripetersi e del palcoscenico era già chiaro da un po' e per i più duri di testa ci ha anche messo letteralmente il palcoscenico/set cinematografici. Ma d'altronde lo aveva esplicitamente detto Anno stesso nel "manifesto" che aveva scritto nel 2006 per lanciare il progetto dei Rebuild ("Evangelion è una storia che si ripete"). Quindi su questo sono perfettamente d'accordo con te.
Infatti non ho detto nulla sulle ripetizioni, altrimenti avrei usato l'aggettivo "ridondante". Non è assolutamente un film ridondante. L'ho trovato manieristico in quanto molti elementi (grafici e non) sono a mio avviso superflui, come l'ennesimo intreccio di un merletto, e realizzati solo per dimostrare competenze tecniche o soddisfare un certo tipo di pubblico. Il manierismo non è una questione di sostanza (quella che giustamente poni tu), ma di forma.
poi non ho apprezzato il continuo aumento dei vari impact sembravano più buttati la che realmente necessari
un pò di delusione è arrivata dal fatto che mi aspettavo qualcosa "di più" dal film dopo tutti gli anni di attesa forse è quello che non mi fa digerire tanto questo film
forse tra un anno riguardo tutta la tetralogia senza aspettative e magari il giudizio cambierà per adesso c'è più delusione che altro
Concordo pienamente. Noto come la maggioranza dei commenti e delle recensioni utenti (sia su Animeclick che altrove) stiano interamente sorvolando il concetto che Anno ha (a mio parere) espresso molto chiaramente dal punto di vista dello storytelling in Evangelion. "3.0 + 1.0" è la metanarrativa fatta materia: il concetto di Rebuild viene chiaramente reso concreto narrativamente e collega tutte le opere precedenti, incluso il manga, per dare una visione che presa nel dettaglio può sembrare caotica, ma che complessivamente rende chiaro il concetto di rinarrazione della storia; rinarrazione che porta alla creazione di un nuovo universo narrativo - questa volta non immerso nella negatività della vita.
Qui davvero in pochi hanno capito che il livello di pupazzosità della CG in certi pezzi era proprio voluto. Vedi la battaglia tra i due Eva con i grattacieli plasticosissimi PERCHè si rivela poi essere il set di un kaiju film -dove i mostroni erano attori in costume e le città dei plastici. O la famosa testa di Rei Lilith che ridefinisce il concetto di uncanny valley perchè è un elemento 3D che si inserisce di peso in un contesto 2D ->la vita reale che per quanto tu possa fuggire in storielle di cartapesta verrà sempre a cercarti.
Il lavoro tecnico speso dietro a questo film in particolare è monumentale. Ma soprattutto sensato. L'animazione giapponese si muove da sempre entro paletti di budget o di tecnica. Saperli sfruttare per raccontare una storia è un'opera di ingegno.
è il motivo per cui un Fate-Zero, nonostante i mille effetti speciali e le lucine, risulta già invecchiato- si guardi Berserker- ma questo film sarà preso a modello per decenni, come forma, se non come contenuto, come fu The End prima di lui.
Invito a guardare il documentario della NHK dove viene proprio palesato la volontarietà di certe scelte in 3.0+1.0, tempo soldi e mezzi non mancavano di certo.
sono sicuro che khara sappia fare di meglio anche perchè l'hanno fatto nei corti del japan animator expo o con shin godzilla , ma in un film con 8 anni di produzione non è accettabile.
vorrei ricordarti che fate/zero a differenza era una serie tv ,il discorso è palesemente diverso con i film di kara no kyokai come si vede in questa scena che nonostante del 2008 è invecchiata maledettamente bene
[/youtube]
Tre. L'animazione vera e propria è iniziata nel 2017, dopo anni di defezioni e ripensamenti dove dubito abbiano potuto mettere mano alla CGI.
Invito ad avviare il video che ho linkato. TUTTO il film è in CGI rotoscopiato. Se non ve ne siete accorti, come me, vuol dire che il livello è alto.
a dire il vero solo la prima parte è palesemente in rotoscopio, come ho detto nel mio primo commento ci sono immagini che sono poster, si vede lontano un miglio che ci sono immagini bidimensionali sovrapposte su uno sfondo. il punto è che non ha senso fare un film mezzo in rotoscopio, mezzo in cg, mezzo a disegni ecc persiono il CD dei personaggi è diverso, sembra che abbiano preso i vecchi disegni della serie e li abbiano appiccicati alle scene ed aggiunto personaggi caratterizzati in altro modo. orrida la dottoressa Akagi. in questo anime non c'è unità di intenti, non è un lavoro fatto bene gli anni non aiutano, se non hai i soldi per fare un lavoro decente non farlo. oppure aspetti e lo fai fare unitariamente non a pezzi e bocconi.
poi se tu vuoi difendere uno brutto film perchè la pupazzosità dei disegni è voluta... mhe... se ti è piaciuto ok va bene ma non dire cose che non son vere suvvia, non è voluto nulla, non ci hanno nemmeno pensato a sta cosa, semplicemente non avevano soldi il resto è fuffa.
Amen
Concordo su ciò che hai detto: se ti piace lo guardi, altrimenti non lo riguardi, ma prima citi un commento che parla di analisi narrativa e poi concentri la tua risposta sul concetto dell'intepretazione personale, demolendo del tutto il concetto di intepretazione, e screditandolo come "pratica inutile" - prima analizzi e poi interpreti; l'interpretazione è soggettiva e utile - ed è ciò che per molti è l'apoteosi del "consumo" di storie. Non vorrei suonare aggressivo, ma non ha senso quello che dici nei confronti delle risposte da te citate e neanche in generale. Non si tratta di far passare le cose come un credo o buttarci l'esoterismo dentro, qui il punto è che se si commenta/recensisce/consiglia qualcosa si deve tener conto degli occhi di chi osserva: se guardi un anime puramente per divertimento/intrattenimento come hai specificato (e nulla di male nel farlo) o se lo guardi anche per poter usufruire al 100% della narrazione interna - ciò non toglie la complessità effettiva, non è questione di opinioni e di "voler interpretare come un gioco quello che si vuole" - l'interpretazione è soggettiva e si pratica da quando esiste l'uomo. Ed il fatto che tu non veda profondità non implica che "non ci sia da nessuna parte", per semi-citarti. Il tuo commento ha letteralmente screditato il concetto di analisi e interpetazione applicabile a qualsiasi cosa nella vita e a qualsiasi tipo di arte. Per il resto, ripeto, alla fine l'importante è guardare nuovamente o meno in base ai propri gusti e motivi.
Non si sta parlando di brutto o bel film. Mica ve lo devo far piacere. Ma qui siamo almeno in cinque che hanno recepito lo stesso messaggio e stanno provando a spiegare la narrazione per immagini di questo film, cinque utenti che non si conoscono personalmente e non si sono parlati in chat prima di scrivere qua. Cinque utenti che hanno visto le stesse lucciole per lanterne a quanto pare. Di cui una che ha massacrato il progetto Rebuild per più dieci anni prima di vederne la fine, sbagliando -ci sono ancora le mie recensioni, se vi va di controllare.
Ma su questo sito, da almeno dieci anni, si stanno ad elogiare le belle animazioni del titolo di punta-animazioni che anche nel loro picco sono meno belle di quelle di dieci anni prima, e a ritroso, perchè è un settore in continua crisi di mezzi e risorse umane, e appena si vede qualcosa di un filo più elaborato, coraggioso e autoriale lo si massacra al grido di "non si capisce un ca" "non è coerente" "eh vedi alla fine X non ha fatto Y" "la ciggiiiiiiii!"
Se il clima in Giappone è vagamente simile a quello che si legge qui, non mi stupisce che i vari Anno, Ikuhara, Oshii stiano appendendo la matita al chiodo. Io sono amareggiata, ma chi glielo fa fare.
Temo purtroppo che invece sarà un unicom, un'ultima scintilla di un certo tipo di animazione, rappresentata da una generazione di registi, che vuole superare i limiti, nascendo con questa precisa ambizione. Fra dieci anni si rimpiangeranno film di questo genere, specie se gli Ufocosi vengono considerati il top, col blob del Mugen Train che pare uscito da un FMV di Parasite Eve II..
Bravi mestieranti capaci solo a fare fuochi d'artificio.
Tristemente concordo.
Una teoria per essere accettata dovrebbe essere la più convincente possibile, che alcune scene come quella sul set siano volutamente fatte così mi pare palese (altrimenti tutte le parti in CG dovrebbero essere fatte a quel modo, e non lo sono), così come credo sia palese che le parti con i genga verso la fine siano così per volontà di Anno e non perché non sono riusciti a finire in tempo o non avevano i soldi. Non so quanti anime con problemi produttivi tu abbia visto, ma le similitudini con 3+1.01 praticamente sono nulle e quando scrivi "se non hai i soldi per fare un buon lavoro, non farlo" onestamente a me sembra che il film ti indicava la luna mentre tu eri intento a guardare il dito.
Poi se mi dici che in Tenshi no Tamago Oshii ha messo i riferimenti per fare atmosfera onestamente stai facendo confusione, a parte che non c'entra con il discorso in essere ma basterebbe leggersi una qualunque delle interviste di Oshii per verificare che tutti i riferimenti sono stati messi perché a livello simbolico li credeva appropriati per quello che voleva raccontare.
Poi sei libero di dire che non ti piace (ci mancherebbe) o come l'altro utente credere che sia manierismo (e a mio modo di vedere non lo è, se Anno avesse voluto fare del manierismo avrebbe ripreso in toto il lavoro precedente, a partire dalle tecniche di animazione per arrivare all'intreccio perché era quello che ai fan piaceva e che volevano rivedere).
P.S. Non credo ci siano scene veramente fatte in rotoscopio, a meno che non ci sia un documentario dove vengono mostrati gli animatori tracciare le figure a me sembra proprio che la performance in MoCap sia stata usata per dare una linea guida per i movimenti dei personaggi (come avviene quando gli animatori prendono ispirazioni da danze o coreografie esistenti, cito giusto la ending di Hoshiai no Sora come esempio).
Onestamente non è che ne sia così convinto.
Forse è vero per i film, ma più che altro perché non c'è più Ghibli, al di fuori di Ghibli con quei budget non si è praticamente mai visto nulla, giusto Akira, Honneamise (flop), Steamboy (flop).
Per le serie tv onestamente il discorso non esiste, un Violet Evergarden o un Mob Psycho 100 te li scordavi 10 anni fa e ancora più 20 anni fa, il passaggio al digitale da questo punto di vista ha aiutato in modo enorme a contenere i costi sulle serie tv (poi il problema è che se ne fatto troppe e che registi e animatori di talento sono un numero ridotto del totale).
Concordo (ancora) tristemente. Purtroppo, e dico purtroppo, si fa di ogni analisi/opinione un attacco, negli ultimi anni e con molti spettatori/lettori. Si sta creando un ambiente/industria tossica basata sul consumismo del "bello visivo" ripetitivo - che di unico non ha nulla - e stiamo arrivando a vedere i concetti di interpretazione e analisi come nemici della fruizione. Basta il doversi sforzare oltre il letterale sguardo, da far divenire qualcosa "inutilmente complessa". Sono solo speranzoso del fatto che negli anni registi che hanno rischiato ce ne son stati e spero che abbiano ispirato nuovi anarchici della narrativa animata.
Quindi neanche i tuoi anime preferiti sono arte, specialmente un paio.
Avresti dovuto mettere almeno un titolo di Oshii o di Yuasa nella tua lista se proprio volevi tirartela, fail. XD
E pensa che sono così ignorante che quando guardo un anime non mi interesso dell'autore o chi sta doppiando chi, guardo l'anime e, se mi piace, lo vedo fino alla fine e lo aggiungo alla mia lista, altrimenti smetto di guardarlo e cerco altro. Questo è stato giusto l'eccezione che conferma la regola: la prossima volta troco lì e passo ad altro. Altro errore che ho commesso è stato entrare in questa discussione mancando ad un altro proposito: crogiolarmi nella mia ignoranza.
Lol, non ti conosco e quindi non so se tu sia ignorante o meno nè quali siano le tue abitudini. L'unica cosa è che non ci si può aspettare di essere presi sul serio quando si mette in discussione Evangelion (o un qualsiasi altro "mostro sacro") avendo ben due titoli moe tra i preferiti e dando 8 a Kodomo no Jikan... Se proprio si vuole buttare giù un monolite ci vogliono bombe non pietre e bastoni, deal with it. XD
E ti è andata bene che non siamo su una certa community che frequentavo ogni tanto anni fa e ora non esiste più... Avresti dovuto affrontare la Santa Inquisizione al completo, anche per molto meno.
Non sia mai che voglia buttar giù un monolite, è che, a volte, i monoliti vengon giù da soli.
Ho un anno più di Hideaki Anno e lo "conosco", artisticamente parlando, da un bel po' di tempo. Forse, dico forse, questa volta ha messo troppa carne al fuoco. E per quanto riguarda la community di cui parli, non esiste più per una valida ragione, non pare anche a te?
Tolto il fan service spicciolo, quella che fa da padrone é il messaggio intrinseco sia in questo finale che in tutte le precedenti opere a cui Hideaki Anno ha supervisionato con gran cura , immedesimandosi in esso a tal punto da trasmettere senza troppa difficoltá il miglioramento fisico ed emotivo che lui stesso ha avuto nel corso della sua vita, cercando al tempo stesso di aiutare, anzi condurre, lo spettore verso la propria di felicitá .
Sembra di essere stati trasportati nell'esistenza stessa dell'autore, un qualcosa di catartico che mai ho avuto in altre opere multimediali simili : se vogliamo parlare di veri e propri sentimenti , l'anime "Voglio mangiare il tuo pancreas" ha suscitato in me davvero un emozione straripante difficile da contenere, per questo film invece si fa letteralmente l'inverso , poiché é anche una lettera d'amore a sé stesso, ai propri parenti, alla propria famiglia ... insomma , non cerca solo di suscitare gioia o tristezza allo spettatore ... non scaturisce mai nell'egocentrismo come fanno parecchi altri autori .
Seppur la storia sia incomprensibile se non approfondita a dovere, é il mistero e la mitologia e l'immaginazione stessa usata nella produzione che contribuisce a rendere la serie di Evangelion una vera e propria pietra miliare dell'animazione giapponese, il tutto condito con un unica e semplice parola : felicitá, l'essere felici.
PS: non metto in dubbio sulla poca qualitá di alcuni dialoghi ed elucubrazioni avuti durante la serie che magari tradotti dal giapponese in italiano hanno perso il loro fascino originale, peró ció non influisce sulla totalitá dell'opera, a dir poco mastodontica seppur trattata in pochi, ma complessi, episodi e film riassuntivi/reimaginazioni o veri e propri seguiti .
NB : "Oggi, però, Hideaki Anno non è più Shinji. Oggi è Gendo."
Lo é genitorialmente, ma é chiaro quanto sia piú simile ad un Shinji adulto che col tempo é maturato (putroppo attraverso numerosi traumi e spiacevoli eventi vissuti nella sua vita), divenendo pian piano un uomo migliore di suo padre, il cui unico desiderio egoistico , giusto per un qualsiasi individuo, non ha potuto nulla in confronto a ció in cui credeva suo figlio .
Te lo dico, nella parte spoiler sei il mio eroe! Sono tutte domande che ci siamo fatti anche io e due miei amici dopo la visione. In più, uno di loro ha sofferto (e ancora ha delle scorie) di depressione, ha persino tentato il suicidio, quando era adolescente, e ancora non lo conoscevo, e mi ha detto che una persona depressa non cerca mai di distruggere gli altri, quando soffre davvero, ma se stessa (cosa che contraddice la visione di Anno, che a me sembra semplicemente una persona che era insoddisfatta da sempre della sua vita, fino a quando ha conosciuto la moglie, quindi più un fobico che un depresso).
A me il film è piaciuto a metà, con troppo fumo e poco arrosto, tante domande che non avranno mai risposta
Ps: il mio amico sta bene da anni e mi ha permesso di parlare della sua situazione passata perché si possa comprendere che, se si empatizza con Anno per la sua presenta depressione, in realtà lui probabilmente soffriva di altro.
Se avessi guardato il documentario invece di fare lo psichiatra di una persona che non conosci sapresti che lì Anno ha candidamente ammesso di aver meditato il suicidio in due occasioni.
E forse vale la pena di ricordare che Evangelion non è un trattato medico né la riproposizione dello stato mentale del suo creatore.
Non è neanche un'autobiografia, è un anime, non mi pare davvero il caso di usarlo per fare psicologia spiccia.
E non capisco perché fare un what if su cosa uno farebbe o non farebbe in una situazione di lutto, a parte che la reazione è assolutamente personale (a meno che non si voglia banalizzare il discorso facendo finta che tutte le persone a uno stesso stimolo rispondano nel medesimo modo) non vedo cosa ci sia di offensivo nel raccontare di un'elaborazione complicata del lutto che cambia del tutto la persona colpita alterandone completamente i valori, perché succede.
Eviterei di usare le proprie (o di amici) esperienze per dare giudizi netti su questioni che esulano dalla semplice esperienza personale ma che dovrebbero essere date dopo un percorso di studio e analisi del caso.
E' vero, chi è depresso non ha interesse a distruggere gli altri, ma solo finchè questi altri non lo feriscono (volontariamente o meno), o lo hanno fatto in passato, senza neanche chiedere perdono. I depressi non sono bombe pronte ad esplodere (se non in rari casi), ma neanche santi martiri; sono semplicemente persone, con pregi e difetti, e la loro tolleranza nei confronti del prossimo non è illimitata. Questo è importante ribadirlo.
Poi certo, dipende tutto dal tipo di depressione da cui si è affetti (perchè molti non lo sanno, ma ce ne è più di uno), dal temperamento della singola persona, dal suo vissuto e dall'ambiente che la circonda.
Nel caso di Gendo, però, parlare di depressione credo sia improprio. Penso che il suo sia vero e proprio male di vivere.
Shinji è simile a suo padre ma al tempo stesso diverso in quanto, anche se solo per i primissimi anni, ha avuto l'amore di sua madre. Respinge il contatto col prossimo, ma al tempo stesso lo cerca disperatamente. Aiuta Rei e vuole che sorrida (e lo farebbe anche con Asuka se solo, nella serie tv, lei non lo respingesse, sono due porcospini che non riescono a capirsi e si feriscono a vicenda), fa amicizia con Toji e Kensuke, si sente in colpa con Toji per aver causato l'incidente che ha ferito Sakura, si ribella con tutte le sue forze perchè non vuole uccidere una persona (e questo prima ancora di sapere chi c'è dentro all'Eva 03 infettato dall'Angelo), si confida con Kaji e con Kaworu. Tutte cose che Gendo non farebbe mai.
E poi c'è ancora gente che dice che Evangelion è stupido...
In generale mi è rimasta una sorta di mancata esaltazione come nella serie originale. Per me è come se Eva fosse l'Olanda degli anni '70: tanti complimenti, tanti elogi, tanti ricordi ma zero titoli. E tra l'altro con Anno mi è successo lo stesso con KareKano, da cui fu allontanato perché aveva scambiato Arima in uno Shinji 2.0 (caro Hideaki, solo con Nadia sono stato contento sino alla fine, non è che sarò stato io il problema? Non lo escludo...).
Se questo è stato un addio, mi dispiace tanto, Eva. Mi hai regalato personaggi che mi resteranno sempre dentro, ma nel guizzo finale potevi darmi di più di un mal di testa e di una sensazione di straniamento.
P. S.: mi auguro davvero che Asuka non sia stata ridimensionata per quel due di picche che gli rifilò la sua doppiatrice, perché se è così peccato davvero. Sarò sempre convinto che Asuka fosse uno dei motori più importanti di questa serie e che con Shinji formasse una coppia dannatamente perfetta e che alla fine, almeno ufficialmente, sia stata dannatamente sprecata (soprattutto in questi rebuild dove alla fine di dialoghi veri e propri da soli ne avranno avuti tre o quattro). Forse mi hanno fatto male il Re-Take e il finale di Sadamoto del manga, ma questo rimpianto rimarrà sempre.
Concordo pienamente.
Film di un livello altissimo. Bellissima conclusione per questo rebuild, per il concetto che sta dietro al rebuild stesso e per il percorso di vita che è Evangelion.
Dire che il 4° film non contenga nemmeno una scena degna di diventare iconica, quando già in tutta la parte conclusiva ci sarebbe l'imbarazzo della scelta, mi pare un filino esagerato. Per non parlare del meraviglioso affresco di vita rurale nella prima parte del film, che magari in un'altra opera sarebbe la normalità, ma che contestualizzata in questa saga acquista una forza incredibile, una letterale boccata d'aria (anche per lo spettatore), che finalmente segna un ritorno ad un'umanità e ad una sincera solidarietà collettiva che forse non si erano mai viste in Evangelion: io già so, per quanto mi riguarda, che ricorderò per sempre quella Rei Ayanami più di qualunque altra sua versione. E già so che ricorderò quella Asuka che si imbestialisce con Shinji imboccandolo a forza per farlo mangiare, e non per fare la tsundere. E sicuramente tanti altri aspetti e sequenze di un film che secondo me nella storia sarà ricordato eccome, anche se ci vorrà tempo perché ciò si possa dimostrare.
Sì, quella parte di certo anche a me rimarrà dentro.
Peccato che aumenterà il rimpianto per quel che (non) è avvenuto dopo.
In realtà non solo di quello: un po' per rinfrescare la memoria, un po' per notare meglio tutti i particolari, un po' per celebrare, ho visto i primi tre film in tre giorni e poi questo.
I primi due film sono sempre come me li ricordo, belli e potenti, non ho cambiato opinione su di loro, rimangono da 9/9.5. Col tempo penso di averla cambiata sul 3.0, forse ero preso un po' troppo da Evangelion in quel periodo e ho sottopesato alcuni difetti, ora non darei più di 7 come voto. Anche perchè già allora sapevo che una valutazione completa su 3.0 avrebbe richiesto la visione del film finale, appunto 3.0+1.0.
E purtroppo il sentimento principale che ho provato alla fine di 3.0+1.0 è la delusione (ma salvo la prima parte al villaggio).
Per sicurezza metto sotto spoiler:
Il problema è il dopo.
In maniera ancora più accentuata che in 3.0, cosa che la prima parte a Parigi lasciava intuire, il film vira verso una azione forsennata e caotica. Le sequenze di combattimento, invece che essere epiche, mi sono risultate... fastidiose. Quando si esagera così, quando si gettano termini e potenziamenti a caso, uno dopo l'altro, senza aver introdotto nulla in precedenza, lo scontro perde completamente pathos. E' tutto talmente esagerato che a un certo punto smette di importarti, perchè tanto sai che la soluzione magica salterà fuori. Siamo in difficoltà, ma sì che problema c'è, distruggiamo decine di Mark.07 o facciamo una lancia nuova ? Agli autori la scelta.
E' stato speso un sacco di tempo in scontri inutili, ma alla parte di esplorazione dei personaggi nel finale sono stati concessi appena pochi minuti. Se ho apprezzato l'approfondimento su Gendo, penso si sarebbe potuto dare più spazio alla storia di Asuka. Perchè parlare della sua vita passata così poco ? E per Rei II, dopo aver speso tempo a svilupparla in 1.0 e 2.0, dopo che Shinji si spinge a tanto per salvarla, dopo che il sapere di non averla salvata è la goccia finale per la sua disperazione in 3.0, Shinji finalmente la ritrova e... non dice quasi nulla, solo un "grazie, ora ci penso io". E un piccolo dialogo sul finale, carino ma troppo striminzito ( almeno Long-haired Rei è divenuta realtà ). Sì poteva fare molto di più, il tempo per tutti c'era.
Mari rimane ancora una grandissima incognita, a questo punto inutile ( salvo per il merchandising). Il suo personaggio praticamente non ha caratterizzazione nei tre film dove compare, per questo qualunque frase o suo comportamento risulta vuoto. Inutile dire che rappresenta tizio o caio, se il personaggio non viene costruito, a chi lo vede non susciterà interesse.
Della seconda parte del film ho apprezzato Asuka che svela il motivo del pugno al vetro in 3.0 (ci sta tutta come motivazione) e la decisione di ricominciare in un mondo senza Eva, che come finale ci sta ( anche se avrei voluto vedere qualcosina del futuro dei vari Children nel nuovo mondo).
Alla fine penso che si sarebbe potuti arrivare alla medesima conclusione, seguendo un percorso decisamente diverso, senza essere troppo eccessivi. Rivedendo i quattro film di fila, si nota lo stacco netto tra i primi e gli ultimi due. Sì nota che a un certo punto il progetto è stato completamente modificato, anche a più riprese forse, portando ad un risultato non soddisfacente. E il time skip, praticamente non spiegato, ha accentuato molto il problema. Sono molto legato ai primi due film del Rebuild, che insieme a qualche altra serie è stato il motivo che mi hanno portato a interessarmi di anime e media giapponesi (non conto il periodo da bambino). Vedere tanto potenziale gettato via, mi rende deluso e irritato. Non fosse per la bella mezz'ora iniziale, sarei per una sonora insufficienza, ma se peso molto quella, un 6 ci potrebbe stare.
Ora da quello che ho letto sembra che Anno, alla domanda se avesse desiderio di rivisitare Evangelion in futuro, abbia detto: "C'è sempre il time-skip di 14 anni nella storia, quindi in qualche modo, vorrei far luce su questo", quindi il "Bye-bye, all of EVANGELION" potrebbe essere più un arrivederci. Benchè non sembri interessato a continuare la storia successiva a questo finale. Non si sa se verrà mai fatto e in quale media, se se ne occuperà Anno o qualcun altro. Se sarà qualcosa di un po' più coi piedi per terra, sarò felice di vederlo.
Ad essere onesti Karekano anime fu castrato e fatto chiudere ante tempo dall'autrice Masami Tsuda perché non le piaceva la frivolezza e il tono comico dei primi episodi. Per lei il vero Karekano era quello melodrammatico e introspettivo dei volumi sei-undici (Big Love Edition).
Arima aveva appena mostrato la sua natura nella serie, ma nel manga è un personaggio molto più rotto e immaturo di Shinji. Quell'Arima degli ultimi episodi È 0% farina di Anno e 100%farina di Tsuda, anche se sarebbe stato bello vederne gli sviluppi animati con la sua regia. Basta leggere i commenti dell'autrice nell'edizione sopracitata per conferme.
P.S. non rispondo a chi posta meme sfottó
finalmente qualcuno dice le cose come sono e non cerca di giustificare in tutti i modi le scelte assurde fatte da anno dal 3.0 solo perchè ei è anno a lui tutto e concesso, o con la scusa del cavolo evanglion e introspezione dei personaggi tutto il resto è futile, giustificando la letteralmente distruzione del mondo su cui regge tutto il maledettissimo anime.
Indubbiamente il punto più alto raggiunto dai film è 2.0, ma anche nettamente.
io sinceramente spero che si fermi qui, anche perchè altre cavolate mi farebbero ancora più incacchiare
Non fosse che i tre problemi principali della quadrilogia (il personaggio di Mari, il Near Third Impact e robottoni che si mettono a far le capriole in volo manco fossero leggeri come una piuma) l'ultimo film li eredita tutti proprio dalla trama del secondo. A me onestamente il quarto è il film che mi è piaciuto di più perchè si assume l'onere di "rebuildare" effettivamente qualcosa di concreto (ad esempio dando maggior spazio ai personaggi di Toji, Kensuke etc. che nel primo film erano poco più che comparse) facendolo pure bene. Non condivido il cambiare in toto il tono del finale e l'andare a riabilitare Gendo Ikari (che in TEOE veniva giustamente decapitato dall'EVA O1, ossia da sua moglie), ma tant'è han fatto questa scelta.
Il terzo film è pessimo anche per me, tolti i primi minuti con Asuka. Di fatto Misato lo distrugge e seppellisce per intero con una sola frase: "ha causato il Near Third Impact ma non intendeva farlo, in più se non fosse intervenuto lui l'angelo ci avrebbe uccisi tutti quanti!". Eh grazie tante, io ho passato le due ore del terzo film a urlarlo ai quattro venti.
Avevo consultato fonti e discussioni qualche anno fa che mi avevano detto che i dissapori fra i due fossero stati causati per la maggior parte da quest'eccessiva introspezione del personaggio (che a me non dispiaceva affatto ma che ad un certo punto stava leggermente passando la parte). Se è vero questo retroscena allora assolvo Hideaki e domando venia (che comunque spesso e volentieri non aveva perso il vizio di far leva un po' troppo sugli aspetti psichici).
Rimane comunque il rimpianto che, Nadia a parte, non sia mai riuscito a vedere una sua opera perfetta da inizio a fine (per chi fosse pronto a dire che il capitolo delle isole di Nadia faceva pena ricordo che in quel frangente lui non era alla regia).
Ti risponderei con tre parole altrettanto semplici, ma non voglio farmi bannare.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.