Fena: Pirate Princess: prime impressioni

Fena Pirate Princess, nuova fatica dello studio di animazione Production I.G, si dimostra da subito un prodotto intelligente, pensato per piacere ad una buona fetta di pubblico, che mischia sapientemente i classici elementi d’avventura (come i viaggi alla ricerca di “Tesori Prezioso”) ad elementi Orientali, presi in prestito dalle leggende dei Ninja e dei Samurai, il tutto arricchito con una buona, e riuscita, dose di ironia che alleggerisce l’ambientazione che altrimenti risulterebbe, forse, troppo seriosa.
 
Fena fin da subito incarna la classica damigella in pericolo, che suo malgrado si ritrova prigioniera sull’isola di Shangri-la (che è a tutti gli effetti un’isola bordello) da quando anni addietro si è arenata con la sua scialuppa di salvataggio dopo un non precisato incidente in mare dove ha perso suo padre. Da allora cerca con tutte le sue forze di fuggire dall’isola progettando molteplici, strambi ed ironici piani di fuga che risultano uno più inefficace dell’altro.
Già da questo momento ci rendiamo conto che Fena Pirate Princess ha un qualcosa in più, la forte componente comica che risulta indispensabile, oserei dire quasi un protagonista (forse invadente in alcuni punti ma che non risulta mai un elemento di disturbo) utilizzato come narratore per illustrarci le avventure di questo folto gruppo di “moderni” pirati.
 
Proseguendo nella storia Fena, durante la notte, viene salvata da due anziani uomini (non so voi ma io già li adoro^^) che sembrano conoscerla molto bene, giunti sull’isola per portarla in salvo. Tra fughe rocambolesche, sempre condite da una demenziale ironia, ed aiuti inaspettati, giunti da figure misteriose bardati d’elmi che ricordano le figure dei samurai, arriveremo a fine puntata che avremo capito ben poco dello scopo dei protagonisti, ma saremo assolutamente rapiti dall’atmosfera avventurosa, misteriosa e sopra le righe che li circonda.
 
La sceneggiatura risulta essere molto scorrevole, di facile fruizione, misteriosa ma non per questo confusa anzi, sembra tutto ben pianificato già dall’inizio e questo lascia lo spettatore conscio che sarà portato per mano tra le pagine di questa storia senza che possa rischiare di smarrirsi. Le musiche, partendo dalla grintosa opening “Umi to Shinju” cantata da Junna, arricchiscono in maniera perfetta i vari momenti della storia (da quelli più ironici a quelli più animati) uniti ad un Character Design semplice e d’impatto che aiuta a rende la visione delle puntate comprensibile e immediate, senza che si abbia la paura poter perdere qualche dettaglio importante.
 
Perciò non ci resta che goderci la visione di Fena Pirate Princess sperando che il livello di scrittura rimanga sempre alto come in queste prime due puntate (disponibili in Italia grazie a Crunchyroll) e vedere dove ci porterà questa “atipica” avventura piratesca condita da elementi “tradizionalmente contemporanei”.