La produttrice di TMS Entertainment, Minako Fujiyoshi (sulla destra in foto, insieme al regista Yo Moriyama), ha fatto un intervento al Femme National Film Festival, manifestazione che si promette di evidenziare il lavoro di registe, sceneggiatrici e produttrici in tutto il mondo. Fujiyoshi è la prima, e per ora unica, produttrice in TMS Entertainment e ha parlato delle condizioni delle donne nel business degli anime.
Secondo lei, il numero delle donne che lavorano nel campo dell’animazione è aumentato molto negli ultimi 20 anni. Da quando ha iniziato “non c’è più un ambiente troppo duro, sporco e in cui non puoi andare a casa [per il troppo lavoro]”.
Ha sottolineato, comunque, come questo accrescimento delle persone nel business non permetta di essere notati facilmente. Indipendentemente dal genere, è importante per ognuno sviluppare delle proprie abilità che permettano di essere riconoscibili. Sebbene le donne tendano ad adattarsi velocemente al ruolo di assistente produttrice, per via delle loro capacità di comunicazione ed empatia, comunque sono costrette a un forte sforzo per ricoprire cariche maggiori per un lungo periodo a causa di fattori come il matrimonio o la gravidanza.
Fujiyoshi sottolinea come lei sia l’unica produttrice nella sua azienda, dicendo che ci sono molte altre donne talentuose che però si sono fatte trasferire in altri reparti piuttosto che continuare sulla difficile strada di diventare una produttrice. “Penso che – continua la produttrice – se si riuscisse a creare un ambiente in cui sia più sicuro lavorare per lunghi periodi, tutta l’industria ne gioverebbe”.
Si evidenziano poi le gravi difficoltà per una donna di ritorno a lavoro dopo una gravidanza. La loro partenza libera un posto che verrà riempito da un’altra persona. Fujiyoshi spera che, in futuro, sia reso più semplice alle donne tornare nelle posizioni che hanno lasciato a causa della gravidanza. “Se avessi avuto dei figli tra i 20 e i 30 anni – racconta – questa intervista sul mio lavoro di produttrice non si sarebbe fatta”.
Si è poi passato a parlare di Megalo Box, serie che ha visto il debutto di Fujiyoshi come produttrice. Per la seconda stagione dell’anime (Megalo box 2: Nomad), nonostante sia d’uso che partecipino molte persone alla produzione di serie come questa, alle riunioni partecipavano solo lei, il regista e i due sceneggiatori; ciò le ha permesso di dare diversi input alla scrittura dei personaggi femminili riuscendo a sottolineare le individualità di Mara, Shirato e Ocho.
“Il regista e gli sceneggiatori sono maschi, dunque hanno descritto le donne in un modo ideale per gli uomini, attraverso ciò che dicono e che fanno. Però ho pensato, da donna: questo tipo di donne non mi piacciono. Avevo opinioni molto diverse a riguardo e le ho espresse fortemente quando parlavamo di personaggi femminili”.
Fujiyoshi ha specificato che i personaggi femminili che le donne trovano interessanti sono diversi da quelli che gli uomini trovano interessanti. Nonostante non ci sia un modo “corretto” di vedere questi personaggi, bisogna sempre confrontarsi e capire i sentimenti, le idee e i gusti di tutti quando si è in fase di creazione.
Sulla parte centrale della storia, che vede Joe (il protagonista) cercare di redimersi da un grave errore, Fujiyoshi ha sottolineato come anche qui ci siano state delle differenze tra la sua visione e quella dei suoi colleghi maschi. Gli uomini avrebbero voluto che gli altri personaggi perdonassero Joe in una fase iniziale della storia, mentre lei pensava che fosse troppo presto. Secondo Fujiyoshi, era importante evidenziare il sentimento di Joe nel cercare conferma nei combattimenti di Megalo Box; forse i maschi erano influenzati dal desiderio sentimentale di perdonare l’impulso spericolato del protagonista. Ha detto di essere stata “fastidiosamente severa” su questo argomento.
Ha infine espresso il desiderio di poter continuare a fare anime di questo genere con il regista Yo Moriyama e spera che i fan possano guardare avanti a futuri progetti.
Ricordiamo che la prima stagione di Megalo Box è disponibile sottotitolata su VVVVID e Netflix, mentre la seconda, Megalo Box 2: Nomad, è disponibile su VVVVID.
Fonte Consultata:
Anime News Network
Secondo lei, il numero delle donne che lavorano nel campo dell’animazione è aumentato molto negli ultimi 20 anni. Da quando ha iniziato “non c’è più un ambiente troppo duro, sporco e in cui non puoi andare a casa [per il troppo lavoro]”.
Ha sottolineato, comunque, come questo accrescimento delle persone nel business non permetta di essere notati facilmente. Indipendentemente dal genere, è importante per ognuno sviluppare delle proprie abilità che permettano di essere riconoscibili. Sebbene le donne tendano ad adattarsi velocemente al ruolo di assistente produttrice, per via delle loro capacità di comunicazione ed empatia, comunque sono costrette a un forte sforzo per ricoprire cariche maggiori per un lungo periodo a causa di fattori come il matrimonio o la gravidanza.
Fujiyoshi sottolinea come lei sia l’unica produttrice nella sua azienda, dicendo che ci sono molte altre donne talentuose che però si sono fatte trasferire in altri reparti piuttosto che continuare sulla difficile strada di diventare una produttrice. “Penso che – continua la produttrice – se si riuscisse a creare un ambiente in cui sia più sicuro lavorare per lunghi periodi, tutta l’industria ne gioverebbe”.
Si evidenziano poi le gravi difficoltà per una donna di ritorno a lavoro dopo una gravidanza. La loro partenza libera un posto che verrà riempito da un’altra persona. Fujiyoshi spera che, in futuro, sia reso più semplice alle donne tornare nelle posizioni che hanno lasciato a causa della gravidanza. “Se avessi avuto dei figli tra i 20 e i 30 anni – racconta – questa intervista sul mio lavoro di produttrice non si sarebbe fatta”.
Si è poi passato a parlare di Megalo Box, serie che ha visto il debutto di Fujiyoshi come produttrice. Per la seconda stagione dell’anime (Megalo box 2: Nomad), nonostante sia d’uso che partecipino molte persone alla produzione di serie come questa, alle riunioni partecipavano solo lei, il regista e i due sceneggiatori; ciò le ha permesso di dare diversi input alla scrittura dei personaggi femminili riuscendo a sottolineare le individualità di Mara, Shirato e Ocho.
“Il regista e gli sceneggiatori sono maschi, dunque hanno descritto le donne in un modo ideale per gli uomini, attraverso ciò che dicono e che fanno. Però ho pensato, da donna: questo tipo di donne non mi piacciono. Avevo opinioni molto diverse a riguardo e le ho espresse fortemente quando parlavamo di personaggi femminili”.
Alla fine, "Gearless" Joe è stato quello che ha regnato come campione di Megalonia, il primo torneo di Megalobox in assoluto. I fan di tutto il mondo sono rimasti incantati dall'ascesa fulminea di Joe che è balzato fuori dai bassifondi fino alla cima in soli tre mesi e senza l'uso di attrezzi. Sette anni dopo, "Gearless" Joe sta ancora una volta combattendo in partite clandestine. Adornato di cicatrici e ancora una volta indossa la sua attrezzatura, ma ora è conosciuto solo come Nomad...
Fujiyoshi ha specificato che i personaggi femminili che le donne trovano interessanti sono diversi da quelli che gli uomini trovano interessanti. Nonostante non ci sia un modo “corretto” di vedere questi personaggi, bisogna sempre confrontarsi e capire i sentimenti, le idee e i gusti di tutti quando si è in fase di creazione.
Sulla parte centrale della storia, che vede Joe (il protagonista) cercare di redimersi da un grave errore, Fujiyoshi ha sottolineato come anche qui ci siano state delle differenze tra la sua visione e quella dei suoi colleghi maschi. Gli uomini avrebbero voluto che gli altri personaggi perdonassero Joe in una fase iniziale della storia, mentre lei pensava che fosse troppo presto. Secondo Fujiyoshi, era importante evidenziare il sentimento di Joe nel cercare conferma nei combattimenti di Megalo Box; forse i maschi erano influenzati dal desiderio sentimentale di perdonare l’impulso spericolato del protagonista. Ha detto di essere stata “fastidiosamente severa” su questo argomento.
Ha infine espresso il desiderio di poter continuare a fare anime di questo genere con il regista Yo Moriyama e spera che i fan possano guardare avanti a futuri progetti.
Ricordiamo che la prima stagione di Megalo Box è disponibile sottotitolata su VVVVID e Netflix, mentre la seconda, Megalo Box 2: Nomad, è disponibile su VVVVID.
Fonte Consultata:
Anime News Network
"Ah, com'è bravo ed intelligente! Nel suo paese ha anche studiato..."
Però stava in magazzino a lavorare il ferro e non in ufficio con me nonostante questi vuoti complimenti
PS. Leggendo l'intervista devo dire che le osservazioni di Fujiyoshi mi convincono più di quelle dei suoi colleghi.
Grazie mille
Sono d'accordo, ma io ci metterei un anno a testa. Il primo, la madre, dato che anche lei deve riprendersi fisicamente, mentre contemporaneamente deve nutrire il bambino. Dopo i 12 mesi tocca al padre, per un anno. Scaduto questo tempo, il bambino diventa abbastanza grande per essere affidato a qualche baby sitter di fiducia, o all'asilo.
Possibilmente, darei anche 2 anni a testa, ancora meglio, sinceramente. (E lo considero un'aspettativa realistica, dato che nell'azienda dove lavoro io, una mia amica ha preso proprio 2 anni)
Il problema di non riconoscermi (io, donna) in personaggi femminili scritti da uomini l'ho sempre sentito. Non per tutti i personaggi o per tutti gli scrittori uomini, ma è palese che talvolta entri in gioco un fattore di idealizzazione che rende il personaggio femminile alienato al pubblico femminile che non ci si riconosce e/o lo trova irrealistico. Stessa cosa succede in senso opposto ovviamente (personaggi maschili scritti da donne).
È sempre utile avere una sana condivisione di idee e di ascoltare le opinioni di persone che provengono da background diversi, specialmente se si vuol fare un prodotto rivolto a tutti e/o che abbia al suo interno personaggi di un certo tipo.
Per spiegarmi: non necessariamente un personaggio femminile deve essere scritto da una donna (questo creerebbe tutta un'altra serie di problemi e ghettizzazioni). Ma se vuoi fare ad esempio una storia su una donna che fa carriera dentro una multinazionale, è utile ascoltare l'opinione di chi viene da quel contesto e/o sa darti dettagli realistici sulla sua ipotetica vita privata. Si aggiunge realismo e credibilità.
Questo ovviamente se vuoi scrivere un personaggio credibile e non "la mia donna ideale" (anche perché poi le due cose se fatte bene non devono necessariamente escludersi a vicenda)
Già il fatto che ci sia più consapevolezza ha portato ad un notevole cambiamento sul come vengono scritti i personaggi femminili oggi rispetto a solo dieci anni fa anche quando il processo creativo è nelle mani di una singola persona/uomo. Per esempio nello shonen si sente tantissimo
Vero ma non lo capisco, nel senso: non dovrebbe essere così difficile per un uomo scrivere di una donna (e viceversa), anche per il caso che hai esposto si possono ipotizzare diversi scenari di vita reale anche senza intervistare quella donna (senza togliere nulla all'utilità di quello che hai detto, che è giustissimo sotto diversi aspetti)
Le persone sono complesse. E quindi è complesso scrivere delle persone.
Poi dipende anche dal talento e dal background di chi scrive. Logicamente più scrivi di cose che conosci (anche per sentito dire o esperienza indiretta) più ti è facile.
Poi se il tuo pubblico è inesperto quanto te, può non vedere il problema. Ma appena ti legge qualcuno che conosce l'ambiente/il contesto ti "sgama" subito.
Ed è comunque carino percepire che, magari, il risultato non è perfetto, ma ci hanno provato.
Documentarsi o chiedere opinioni non è mai una cosa sbagliata, poi alla fine sei tu (autore) che decidi cosa e come scrivere.
Per dire, uno degli esempi migliori di scrittura di un personaggio femminile che ho mai visto in un medium animato/televisivo è Retsuko di Aggretsuko. Che è scritta da un uomo, Rarecho, il quale si è basato su esperienze personali e "storie di tante persone" per creare il suo personaggio.
A me spesso capita di sentirmi proprio a disagio quando vedo donne scritte da uomini. Molti, consciamente o meno che sia, non riescono proprio a vedere le femmine come persone vere e proprie ma sempre come decorazioni. Non vivono molte esperienze esclusivamente femminili, e non parlo di gravidanza e parto, ma di tutto quello che vivere in una cultura sessista comporta. Ovviamente non è il non viverlo il problema, ma il non voler ascoltare punti di vista diversi dal proprio o il vedere sempre i personaggi femminili in funzione di quelli maschili.
Due esempi a caso che mi vengono subito in mente parlando di questo discorso: i personaggi femminili di Naruto che, eccetto forse Tsunade, soprattutto da un certo punto in poi, non esistono in funzione di se stesse, vedi in particolare Sakura e Hinata; oppure in The Queen's gambit quando Beth tocca il fondo e il tutto è ritratto come uno spot di Intimissimi
Mah, ti dirò, credo che la sensibilità e la capacità dello scrittore siano molto più importanti. A me è capitato di leggere personaggi femminili molto ben esposti e validi da parte di autori uomini e, viceversa, autentiche porcherie con personaggi femminili asserviti e monodimensionali da parte di "scrittrici".
Nel primo numero di I'm hero un editor dice che chi ha avuto un passato interessante riesce a scrivere di storie interessanti (vado a memoria, le parole potrebbero essere leggermente diverse), ecco vale anche per il realismo caratteriale di cui parliamo.
@Mikoto vero in parte, molti personaggi, purtroppo, sono creati in modo superficiale non lo si può negare, per fortuna ci sono anche mangaka/scrittori che sanno regalare personaggi davvero reali.
@Nick87 Ti posso assicurare che talvolta si sono davvero sono reali, che siano manga, fumetti, libri, trasposti poi talvolta in anime o film, si può leggere e vedere di donne e uomini davvero reali.
Detto questo ritengo che il complimento più bello che una donna può fare al mangaka/scrittore uomo è "mi sono riconosciuta in quel personaggio".
Per il resto Megalobox (sia al prima che seconda stagione) devo ancora recuperarmelo.
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