Talvolta si dice che per comprendere in pieno il vero significato della vita bisogna guardare in faccia la morte, l’evento più nefasto, temuto e certo che pone la parola fine al ciclo di un essere vivente. I latini dicevano memento mori, ricordati che devi morire, un costante richiamo alla caducità dell’uomo e alla sua fragilità. Nulla è eterno, anche la realtà davanti a noi che ci può sembrare un fatto scontato: non solo le persone periscono, ma anche intere nazioni, popoli, ideali, stili di vita e convinzioni intime che a priori riteniamo insite nel nostro stesso DNA. Se c’è invece un qualcosa di peggiore della morte stessa, quella è la "vita-in-morte", termine coniato per indicare quello stato in cui, nonostante il cuore continui a battere, l’anima di una persona si va pian piano a spegnersi, ovvero quando ogni ragion d’essere abbandona il corpo di un uomo, riducendolo ad un guscio vuoto, privandolo della forza di alzare lo sguardo verso il futuro. Non rimane quindi che un’unica opzione se si vuole rimandare il più possibile il giorno fatale, ossia combattere, per il proprio bene e per quello degli altri.
Vita, morte e lotta sono alcune delle chiavi di lettura più suggestive di 86 Eighty-Six e quindi non potevamo che aprire questa recensione facendo loro un cenno. In realtà, gli argomenti su cui si può aprire una discussione sull’ultima grande fatica dello studio A-1 Pictures sono davvero molteplici, che essi siano relativi all’anime in sé o a tutto quello che è girato dall’inizio della sua produzione fino alla messa in onda del suo ultimo episodio. Quella che di sicuro è stata la serie anime sci-fi più seguita del 2021 ed uno fra i progetti più ambiziosi dell’annata passata ha avuto anche di certo una storia particolarmente travagliata alle spalle, sintomo di un problema ben più complesso. Analizzare ciò che è stato 86 Eighty-Six è un po’ come scalare una montagna, un lavoro che richiede pazienza, un percorso fatto di piccoli passi in avanti e anche qualche saltello all’indietro. C’è tanto di cui parlare, quindi rimbocchiamoci le maniche e immergiamoci in questo mondo fatto sangue e metallo, cercando di capire per bene quali sono stati i punti che, nel bene e nel male, hanno caratterizzato il risultato finale di questa serie da 23 episodi.
86 Eighty-Six prende vita nel 2016 come light novel originale scritta da Asato Asato, pubblicata sotto l’etichetta Dengeki Bunko di ASCII Media Works a partire dall’anno successivo. Le illustrazioni sono realizzate da due disegnatori distinti: Shirabii, che si occupa del character design, e da I-IV, che ha curato i modelli delle macchine. Inizialmente pensata come una storia autoconclusiva, l’opera ottiene la serializzazione anche grazie alla vittoria del Dengeki Novel Prize, diventando da subito una delle novità più promettenti all’interno della sua prestigiosa collana di titoli. Il successo, sia di pubblico che di critica, in Giappone e all’estero, non stenta ad arrivare e, di conseguenza, l’attenzione sulla serie inizia a salire. Spuntano, inoltre, i primi spin-off e adattamenti manga (fra cui uno che è arrivato anche in Italia per mezzo di J-POP Manga).
Nel 2020 viene annunciato un adattamento animato prodotto dall’acclamato studio di animazione A-1 Pictures, che già passato si era fatto carico di alcuni importanti anime tratti dalle light novel di Dengeki Bunko, uno fra questi Sword Art Online. Il progetto viene affidato ad un gruppo di talenti capitanati da Toshimasa Ishii alla sua prima esperienza come regista generale, ma allo stesso tempo con un curriculum molto interessante alle spalle. Il primo episodio dell’anime debutta nell’aprile del 2021, dopo vari rinvii dovuti alla pandemia e ad altri problemi di natura tecnica che, purtroppo, si verificheranno anche successivamente. Infatti, nonostante il primo cour di 11 episodi sia riuscito a rispettare la tabella di marcia, il secondo cour andato in onda nell’autunno successivo è stato tartassato da slittamenti e imprevisti che hanno in seguito costretto lo staff a rilasciare gli ultimi due episodi della serie solamente a marzo 2022. Tutte le 23 puntate di 86 Eighty-Six sono ora disponibili in streaming su Crunchyroll.
Gli eventi di 86 Eighty-Six sono ambientati in un mondo alternativo, su un continente (che ricorda molto l’Europa) dilaniato da una guerra mai vista finora. La Repubblica di San Magnolia è ormai in guerra da anni contro l’Impero di Giad, uno stato invasore che è riuscito a sviluppare un esercito, la Legione, composto unicamente da spietati droni autonomi dotati di un’avanzatissima tecnologia bellica. A questo conflitto, bisogna però aggiungere i dissidi interni alla stessa Repubblica, che, proprio in seguito allo scoppio delle ostilità, da nazione fondata su principi liberali si è trasformata in uno stato autoritario caratterizzato da una forte segregazione razziale. La loro società è, infatti, composta dallo strato egemone degli Alba, coloro che possiedono capelli e occhi argentati, e i Colorata termine usato per indicare tutti coloro che non appartengono alla prima categoria. Questi ultimi vivono relegati nel distretto 86 (in inglese eighty-six è uno slang che significa "scartato"), da cui prendono il nome, e sono gli unici che combattono sul fronte contro le forze della Legione, a bordo di gigantesche macchine di ferraglia denominate Juggernaut. Stando alla propaganda del regime, loro non vengono considerati come esseri umani e non godono di alcun riconoscimento: per la Repubblica questa è una guerra dove "non ci sono mai vittime", condotta a distanza da un'élite militare che non ha mai visto un campo di battaglia e che si limita a teleguidare, in qualità di Handler One, gli eighty-six attraverso un dispositivo di comunicazione detto Para-RAID.
Il primo cour dell’anime racconta le storie intrecciate di due giovani, un’Alba e un Colorata. Vladilena Milizé è un maggiore dell’esercito repubblicano, una ragazza che in poco tempo è riuscita a far carriera nelle armi grazie alla sua risolutezza e al suo forte idealismo, il quale si scontra spesso contro il pensiero vigente all’interno della sua società. Lei è da poco diventata l’Handler One dello squadrone Spearhead, uno fra i battaglioni più forti e duraturi fra quelli presenti nel distretto 86, ma allo stesso tempo uno dei più temuti. Il loro comandante è un tale Shinei Nouzen, soprannominato Undertaker, il becchino, per via dell’attaccamento ai suoi compagni morti in battaglia, e noto per aver posto fine alla carriera di numerosi Handler One a causa del suo spaventoso talento, il quale lo rende in grado di rintracciare le "voci" della Legione e di conseguenza anche i loro movimenti. Seppur a distanza, il loro incontro segnerà un punto di svolta nelle loro rispettive vite. Lena scoprirà le terribili verità dietro questa misteriosa guerra che sta devastando il continente, facendo anche i conti con l’ingiusta realtà che la circonda e la sua stessa ingenuità da privilegiata, mentre Shin dovrà capitanare i suoi in quella che è a tutti gli effetti una missione suicida dalla quale non si possono tirare indietro e, allo stesso tempo, continuerà nella ricerca del suo fratello maggiore scomparso in battaglia e con cui condivideva un legame assai particolare.
Gli undici episodi che adattano il volume uno della light novel originali si basano sulla contrapposizione di questi due racconti, ciascuno dei quali offre una prospettiva diversa degli eventi, influenzandosi a vicenda man mano che la storia prosegue su entrambi i fronti. Da un lato abbiamo Lena e la sua decadente Repubblica, dall’altro Shin e la sua inesorabile battaglia. Il filone che segue la vita della maggiore è arricchito di argomenti politici e morali, che ruotano attorno alla morte degli ideali liberal-democratici. Come potete ben intuire, si tratta di un tema abbastanza difficile da sviluppare all’interno di una serie anime che ha come target un pubblico relativamente giovane; in 86 Eighty-Six il problema, però, non si presenta grazie alla capacità dell'autrice di prendere spunto da situazioni che si sono presentate nella realtà.
I libri di storia ci insegnano come i simboli e i valori legati alla libertà e all’uguaglianza vengono strumentalizzati da coloro che invece vogliono sovvertirli. Quelli a cui assiste Lena sono i tipici processi che portano all’instaurazione di un regime basato sulle disparità: la corruzione di corpi neutrali (l’esercito), la propaganda incessante di chi detta le leggi dall’alto, l’indolenza della società civile, la stratificazione del popolo e così via. In tutto questo, ci sono le incertezze interiori della protagonista e il suo percorso di crescita che la porterà inevitabilmente a scontrarsi con un mondo che non riflette gli ideali in cui lei crede e ad accettare la sua condizione di impotenza davanti a problemi insormontabili.
Se prendiamo un episodio qualsiasi fra quelli del primo cour, noteremo come si passa velocemente fra i due fronti: in un determinato momento osserviamo la critica situazione della Repubblica e nell’istante dopo ci ritroviamo su un campo di battaglia dove regnano lacrime e sangue. La storia vista attraverso gli occhi di Shin è quella più movimentata, fatta di scene di azione e combattimento che potrebbero ricordare alla lontana una serie anime mecha, visto che parliamo pur sempre di scontri fra macchine di metallo. Ma non solo, perché lo scenario che vede protagonista lo squadrone Spearhead è contraddistinto dalla freddezza della morte in battaglia e dal velo di mistero che avvolge la vera natura e i veri scopi della Legione. La maggior parte dei soldati cadrà inevitabilmente come le foglie in autunno, mentre chi sopravvivrà un giorno di più si ritroverà faccia a faccia con un destino incerto. Meglio non affezionarsi a questo folto cast di personaggi, visto che i loro bei momenti di tranquillità fra una battaglia e l’altra sono veramente effimeri. Il tutto fa da cornice alla missione personale di Shin, intenzionato a porre una pietra sul suo oscuro passato, costi quel che costi, perché quella è la sua ragione di vita e anche di tormento. Inoltre, verranno forniti piccoli pezzi del puzzle che si cela dietro il mondo di 86 Eighty-Six e i suoi protagonisti, per la felicità di tutti coloro che si fanno intrigare da quel tipo di worldbuilding basato su enigmi e informazioni frammentate.
Piccola avvertenza prima di proseguire: saranno presenti qui sotto alcuni spoiler sulla trama e sui personaggi. Nello specifico, vi consigliamo di aver guardato almeno il primo cour prima di leggere il prossimo paragrafo.
Se il primo cour aveva fatto come suo cavallo di battaglia il gioco di contrapposizioni fra Lena e Shin, la seconda parte della serie anime, che adatta i volumi due e tre della light novel, assistiamo ad un cambio di registro per quanto riguarda la narrazione. Una larghissima parte dell’attenzione è ora spostata su Shin e i compagni che sono sopravvissuti al suo fianco alle prese con una nuova battaglia, questa volta combattuta sotto l’esercito della Federazione, nata dalle ceneri dell’Impero, all’interno di un nuovo capitolo della storia di 86 Eighty-Six dove sarà approfondito il personaggio di Undertaker. I toni dinamici della prima parte fanno spazio adesso alle lunghe introspezioni dei vari eighty-six scappati dalla Repubblica, alle prese con un futuro incerto e un passato drammatico che pesa ancora sulle loro spalle. Shin, in particolare, sarà messo alle corde dalla sua condizione di estrema passività nei confronti della vita, a causa del trauma provocato da suo fratello e la separazione che ne è conseguita dopo. Le parti movimentate dove si combatte a fil di spada non spariscono dalla scena, ma i ritmi vengono scanditi da lunghi periodi di transizione dove vengono versati fiumi di parole in merito alla condizione degli ultimi membri dello Spearhead, a qualche piccolo retroscena su cosa sta accadendo nella Federazione (seppur non con la stessa attenzione con cui è stata scrutinata la Repubblica), e al rapporto che unisce Shin, Frederica e l'antagonista principale di questo arco narrativo. Il secondo cour parte con un passo lento e di piombo fino a porre le basi di quello che sarà lo spettacolare climax finale, arrivato più tardi del previsto dopo i numerosi rinvii dovuti agli ormai noti problemi di produzione subiti dal progetto.
Nonostante ciò, l’anime di 86 Eighty-Six è andato avanti per la sua strada, pur fra mille dubbi e timori, ma alla fine il risultato che ne è venuto fuori è riuscito a rispettare tanti degli obiettivi preposti. Innanzitutto, ci siamo ritrovati davanti ad un buon adattamento della light novel originale, il quale ripropone con fedeltà e cura la prosa di Asato Asato, che ha supervisionato il lavoro di sceneggiatura condotto da Toshiya Oono. Certo, i compromessi ci sono stati: alcuni dettagli sui retroscena della guerra sono stati compressi il più possibile per non far risultare l’anime troppo pedante, così come sono state omesse le dettagliatissime descrizioni delle armi e tattiche belliche, e dimezzate le lunghe digressioni dei protagonisti. Quel che conta davvero è la sostanza, che è stata preservata e anche arricchita dalle scelte registiche di Ishii, il quale ha fatto sua la narrazione di 86 Eighty-Six e l’ha impostata secondo i suoi canoni artistici. Questo lo si è visto molto nella prima parte dell’anime, dove il regista si è impuntato molto sul contrasto e le transizioni fra la storia di Lena e quella di Shin, vertendo molto sui parallelismi e sui simbolismi, due elementi molto presente all’interno di tutto l’anime e che si evolvono con il passare degli episodi. Trasporre una light novel in un anime non è mai facile; perciò, un pregio che bisogna attribuire ad 86 Eighty-Six è quello di aver tradotto le parole in immagini, l’aver traslato ciò che viene spiegato attraverso la scrittura utilizzando il potere della rappresentazione visiva.
Altra nota positiva della produzione è stato l’apporto dell’eccellente colonna sonora realizzata da Yamamoto Kohta e Hiroyuki Sawano. Lo stile musicale, ormai da tutti riconoscibile, di quest’ultimo ben si sposa con la trama sci-fi di 86 Eighty-Six e le linee guida tracciate dalla squadra di lavoro. I momenti clou della serie vengono accompagnati dalle immancabili insert song che fanno entrare lo spettatore ancor di più nel vivo degli eventi, mettendo in risalto i sentimenti espressi dai personaggi. Da promuovere anche, in generale, il reparto delle animazioni, che si mantengono su buoni livelli e che appaiono abbastanza fluide durante le parti più dispendiose dove il ferro si scontra con dell’altro ferro. Sempre a tal proposito, c’è da citare lo sforzo fatto per ricreare al meglio il mecha design dei Juggernaut, della Legione e degli altri armamenti militari progettati da I-IV: ogni macchina ha il suo design unico che la contraddistingue, specie i "bestioni" che fanno da boss finale nelle battaglie decisive.
In definitiva, per chiudere il breve discorso che si è fatto sul comparto tecnico (che di sicuro meriterebbe tutto un articolo a parte, viste anche le mille vicissitudini affrontate dalla produzione), c’è da tirare un sospiro di sollievo: 86 Eighty-Six ha ricevuto l’adattamento che si meritava, nonostante le mille difficoltà che lo staff di A-1 Pictures si è trovato ad affrontare. Abbiamo dovuto aspettare circa tre mesi per vedere gli ultimi due episodi della serie, un’attesa che avrà pesato a molti, ma che per fortuna è stata ripagata vista la bontà registica, stilistica, di sceneggiatura e aggiungiamoci anche di impatto emotivo (per chi ha seguito con piacere l’anime) presente nell’epilogo; insomma, negli episodi andati onda nel marzo scorso ritroviamo tutto ciò che di buono era stato fatto nei mesi precedenti, a testimonianza di quanto lo staff abbia creduto in questo progetto fino alla sua conclusione. Ci auguriamo in futuro di non ritrovarci in situazioni come quella che abbiamo visto con 86 Eighty-Six, anche se gli insostenibili ritmi attuali dell’industria degli anime porteranno di certo a nuove problematiche simili in futuro. Le avversità possono pure aiutare a stimolare una squadra di animatori, spronarli a realizzare il proprio obiettivo rischiando il tutto per tutto, però lo stress eccessivo portano inevitabilmente ad un sovraccarico che mina il processo creativo e le energie, a partire da quelle dei singoli.
Vita, morte e lotta sono alcune delle chiavi di lettura più suggestive di 86 Eighty-Six e quindi non potevamo che aprire questa recensione facendo loro un cenno. In realtà, gli argomenti su cui si può aprire una discussione sull’ultima grande fatica dello studio A-1 Pictures sono davvero molteplici, che essi siano relativi all’anime in sé o a tutto quello che è girato dall’inizio della sua produzione fino alla messa in onda del suo ultimo episodio. Quella che di sicuro è stata la serie anime sci-fi più seguita del 2021 ed uno fra i progetti più ambiziosi dell’annata passata ha avuto anche di certo una storia particolarmente travagliata alle spalle, sintomo di un problema ben più complesso. Analizzare ciò che è stato 86 Eighty-Six è un po’ come scalare una montagna, un lavoro che richiede pazienza, un percorso fatto di piccoli passi in avanti e anche qualche saltello all’indietro. C’è tanto di cui parlare, quindi rimbocchiamoci le maniche e immergiamoci in questo mondo fatto sangue e metallo, cercando di capire per bene quali sono stati i punti che, nel bene e nel male, hanno caratterizzato il risultato finale di questa serie da 23 episodi.
86 Eighty-Six prende vita nel 2016 come light novel originale scritta da Asato Asato, pubblicata sotto l’etichetta Dengeki Bunko di ASCII Media Works a partire dall’anno successivo. Le illustrazioni sono realizzate da due disegnatori distinti: Shirabii, che si occupa del character design, e da I-IV, che ha curato i modelli delle macchine. Inizialmente pensata come una storia autoconclusiva, l’opera ottiene la serializzazione anche grazie alla vittoria del Dengeki Novel Prize, diventando da subito una delle novità più promettenti all’interno della sua prestigiosa collana di titoli. Il successo, sia di pubblico che di critica, in Giappone e all’estero, non stenta ad arrivare e, di conseguenza, l’attenzione sulla serie inizia a salire. Spuntano, inoltre, i primi spin-off e adattamenti manga (fra cui uno che è arrivato anche in Italia per mezzo di J-POP Manga).
Nel 2020 viene annunciato un adattamento animato prodotto dall’acclamato studio di animazione A-1 Pictures, che già passato si era fatto carico di alcuni importanti anime tratti dalle light novel di Dengeki Bunko, uno fra questi Sword Art Online. Il progetto viene affidato ad un gruppo di talenti capitanati da Toshimasa Ishii alla sua prima esperienza come regista generale, ma allo stesso tempo con un curriculum molto interessante alle spalle. Il primo episodio dell’anime debutta nell’aprile del 2021, dopo vari rinvii dovuti alla pandemia e ad altri problemi di natura tecnica che, purtroppo, si verificheranno anche successivamente. Infatti, nonostante il primo cour di 11 episodi sia riuscito a rispettare la tabella di marcia, il secondo cour andato in onda nell’autunno successivo è stato tartassato da slittamenti e imprevisti che hanno in seguito costretto lo staff a rilasciare gli ultimi due episodi della serie solamente a marzo 2022. Tutte le 23 puntate di 86 Eighty-Six sono ora disponibili in streaming su Crunchyroll.
Gli eventi di 86 Eighty-Six sono ambientati in un mondo alternativo, su un continente (che ricorda molto l’Europa) dilaniato da una guerra mai vista finora. La Repubblica di San Magnolia è ormai in guerra da anni contro l’Impero di Giad, uno stato invasore che è riuscito a sviluppare un esercito, la Legione, composto unicamente da spietati droni autonomi dotati di un’avanzatissima tecnologia bellica. A questo conflitto, bisogna però aggiungere i dissidi interni alla stessa Repubblica, che, proprio in seguito allo scoppio delle ostilità, da nazione fondata su principi liberali si è trasformata in uno stato autoritario caratterizzato da una forte segregazione razziale. La loro società è, infatti, composta dallo strato egemone degli Alba, coloro che possiedono capelli e occhi argentati, e i Colorata termine usato per indicare tutti coloro che non appartengono alla prima categoria. Questi ultimi vivono relegati nel distretto 86 (in inglese eighty-six è uno slang che significa "scartato"), da cui prendono il nome, e sono gli unici che combattono sul fronte contro le forze della Legione, a bordo di gigantesche macchine di ferraglia denominate Juggernaut. Stando alla propaganda del regime, loro non vengono considerati come esseri umani e non godono di alcun riconoscimento: per la Repubblica questa è una guerra dove "non ci sono mai vittime", condotta a distanza da un'élite militare che non ha mai visto un campo di battaglia e che si limita a teleguidare, in qualità di Handler One, gli eighty-six attraverso un dispositivo di comunicazione detto Para-RAID.
Il primo cour dell’anime racconta le storie intrecciate di due giovani, un’Alba e un Colorata. Vladilena Milizé è un maggiore dell’esercito repubblicano, una ragazza che in poco tempo è riuscita a far carriera nelle armi grazie alla sua risolutezza e al suo forte idealismo, il quale si scontra spesso contro il pensiero vigente all’interno della sua società. Lei è da poco diventata l’Handler One dello squadrone Spearhead, uno fra i battaglioni più forti e duraturi fra quelli presenti nel distretto 86, ma allo stesso tempo uno dei più temuti. Il loro comandante è un tale Shinei Nouzen, soprannominato Undertaker, il becchino, per via dell’attaccamento ai suoi compagni morti in battaglia, e noto per aver posto fine alla carriera di numerosi Handler One a causa del suo spaventoso talento, il quale lo rende in grado di rintracciare le "voci" della Legione e di conseguenza anche i loro movimenti. Seppur a distanza, il loro incontro segnerà un punto di svolta nelle loro rispettive vite. Lena scoprirà le terribili verità dietro questa misteriosa guerra che sta devastando il continente, facendo anche i conti con l’ingiusta realtà che la circonda e la sua stessa ingenuità da privilegiata, mentre Shin dovrà capitanare i suoi in quella che è a tutti gli effetti una missione suicida dalla quale non si possono tirare indietro e, allo stesso tempo, continuerà nella ricerca del suo fratello maggiore scomparso in battaglia e con cui condivideva un legame assai particolare.
Gli undici episodi che adattano il volume uno della light novel originali si basano sulla contrapposizione di questi due racconti, ciascuno dei quali offre una prospettiva diversa degli eventi, influenzandosi a vicenda man mano che la storia prosegue su entrambi i fronti. Da un lato abbiamo Lena e la sua decadente Repubblica, dall’altro Shin e la sua inesorabile battaglia. Il filone che segue la vita della maggiore è arricchito di argomenti politici e morali, che ruotano attorno alla morte degli ideali liberal-democratici. Come potete ben intuire, si tratta di un tema abbastanza difficile da sviluppare all’interno di una serie anime che ha come target un pubblico relativamente giovane; in 86 Eighty-Six il problema, però, non si presenta grazie alla capacità dell'autrice di prendere spunto da situazioni che si sono presentate nella realtà.
I libri di storia ci insegnano come i simboli e i valori legati alla libertà e all’uguaglianza vengono strumentalizzati da coloro che invece vogliono sovvertirli. Quelli a cui assiste Lena sono i tipici processi che portano all’instaurazione di un regime basato sulle disparità: la corruzione di corpi neutrali (l’esercito), la propaganda incessante di chi detta le leggi dall’alto, l’indolenza della società civile, la stratificazione del popolo e così via. In tutto questo, ci sono le incertezze interiori della protagonista e il suo percorso di crescita che la porterà inevitabilmente a scontrarsi con un mondo che non riflette gli ideali in cui lei crede e ad accettare la sua condizione di impotenza davanti a problemi insormontabili.
Se prendiamo un episodio qualsiasi fra quelli del primo cour, noteremo come si passa velocemente fra i due fronti: in un determinato momento osserviamo la critica situazione della Repubblica e nell’istante dopo ci ritroviamo su un campo di battaglia dove regnano lacrime e sangue. La storia vista attraverso gli occhi di Shin è quella più movimentata, fatta di scene di azione e combattimento che potrebbero ricordare alla lontana una serie anime mecha, visto che parliamo pur sempre di scontri fra macchine di metallo. Ma non solo, perché lo scenario che vede protagonista lo squadrone Spearhead è contraddistinto dalla freddezza della morte in battaglia e dal velo di mistero che avvolge la vera natura e i veri scopi della Legione. La maggior parte dei soldati cadrà inevitabilmente come le foglie in autunno, mentre chi sopravvivrà un giorno di più si ritroverà faccia a faccia con un destino incerto. Meglio non affezionarsi a questo folto cast di personaggi, visto che i loro bei momenti di tranquillità fra una battaglia e l’altra sono veramente effimeri. Il tutto fa da cornice alla missione personale di Shin, intenzionato a porre una pietra sul suo oscuro passato, costi quel che costi, perché quella è la sua ragione di vita e anche di tormento. Inoltre, verranno forniti piccoli pezzi del puzzle che si cela dietro il mondo di 86 Eighty-Six e i suoi protagonisti, per la felicità di tutti coloro che si fanno intrigare da quel tipo di worldbuilding basato su enigmi e informazioni frammentate.
Piccola avvertenza prima di proseguire: saranno presenti qui sotto alcuni spoiler sulla trama e sui personaggi. Nello specifico, vi consigliamo di aver guardato almeno il primo cour prima di leggere il prossimo paragrafo.
Se il primo cour aveva fatto come suo cavallo di battaglia il gioco di contrapposizioni fra Lena e Shin, la seconda parte della serie anime, che adatta i volumi due e tre della light novel, assistiamo ad un cambio di registro per quanto riguarda la narrazione. Una larghissima parte dell’attenzione è ora spostata su Shin e i compagni che sono sopravvissuti al suo fianco alle prese con una nuova battaglia, questa volta combattuta sotto l’esercito della Federazione, nata dalle ceneri dell’Impero, all’interno di un nuovo capitolo della storia di 86 Eighty-Six dove sarà approfondito il personaggio di Undertaker. I toni dinamici della prima parte fanno spazio adesso alle lunghe introspezioni dei vari eighty-six scappati dalla Repubblica, alle prese con un futuro incerto e un passato drammatico che pesa ancora sulle loro spalle. Shin, in particolare, sarà messo alle corde dalla sua condizione di estrema passività nei confronti della vita, a causa del trauma provocato da suo fratello e la separazione che ne è conseguita dopo. Le parti movimentate dove si combatte a fil di spada non spariscono dalla scena, ma i ritmi vengono scanditi da lunghi periodi di transizione dove vengono versati fiumi di parole in merito alla condizione degli ultimi membri dello Spearhead, a qualche piccolo retroscena su cosa sta accadendo nella Federazione (seppur non con la stessa attenzione con cui è stata scrutinata la Repubblica), e al rapporto che unisce Shin, Frederica e l'antagonista principale di questo arco narrativo. Il secondo cour parte con un passo lento e di piombo fino a porre le basi di quello che sarà lo spettacolare climax finale, arrivato più tardi del previsto dopo i numerosi rinvii dovuti agli ormai noti problemi di produzione subiti dal progetto.
Nonostante ciò, l’anime di 86 Eighty-Six è andato avanti per la sua strada, pur fra mille dubbi e timori, ma alla fine il risultato che ne è venuto fuori è riuscito a rispettare tanti degli obiettivi preposti. Innanzitutto, ci siamo ritrovati davanti ad un buon adattamento della light novel originale, il quale ripropone con fedeltà e cura la prosa di Asato Asato, che ha supervisionato il lavoro di sceneggiatura condotto da Toshiya Oono. Certo, i compromessi ci sono stati: alcuni dettagli sui retroscena della guerra sono stati compressi il più possibile per non far risultare l’anime troppo pedante, così come sono state omesse le dettagliatissime descrizioni delle armi e tattiche belliche, e dimezzate le lunghe digressioni dei protagonisti. Quel che conta davvero è la sostanza, che è stata preservata e anche arricchita dalle scelte registiche di Ishii, il quale ha fatto sua la narrazione di 86 Eighty-Six e l’ha impostata secondo i suoi canoni artistici. Questo lo si è visto molto nella prima parte dell’anime, dove il regista si è impuntato molto sul contrasto e le transizioni fra la storia di Lena e quella di Shin, vertendo molto sui parallelismi e sui simbolismi, due elementi molto presente all’interno di tutto l’anime e che si evolvono con il passare degli episodi. Trasporre una light novel in un anime non è mai facile; perciò, un pregio che bisogna attribuire ad 86 Eighty-Six è quello di aver tradotto le parole in immagini, l’aver traslato ciò che viene spiegato attraverso la scrittura utilizzando il potere della rappresentazione visiva.
Altra nota positiva della produzione è stato l’apporto dell’eccellente colonna sonora realizzata da Yamamoto Kohta e Hiroyuki Sawano. Lo stile musicale, ormai da tutti riconoscibile, di quest’ultimo ben si sposa con la trama sci-fi di 86 Eighty-Six e le linee guida tracciate dalla squadra di lavoro. I momenti clou della serie vengono accompagnati dalle immancabili insert song che fanno entrare lo spettatore ancor di più nel vivo degli eventi, mettendo in risalto i sentimenti espressi dai personaggi. Da promuovere anche, in generale, il reparto delle animazioni, che si mantengono su buoni livelli e che appaiono abbastanza fluide durante le parti più dispendiose dove il ferro si scontra con dell’altro ferro. Sempre a tal proposito, c’è da citare lo sforzo fatto per ricreare al meglio il mecha design dei Juggernaut, della Legione e degli altri armamenti militari progettati da I-IV: ogni macchina ha il suo design unico che la contraddistingue, specie i "bestioni" che fanno da boss finale nelle battaglie decisive.
In definitiva, per chiudere il breve discorso che si è fatto sul comparto tecnico (che di sicuro meriterebbe tutto un articolo a parte, viste anche le mille vicissitudini affrontate dalla produzione), c’è da tirare un sospiro di sollievo: 86 Eighty-Six ha ricevuto l’adattamento che si meritava, nonostante le mille difficoltà che lo staff di A-1 Pictures si è trovato ad affrontare. Abbiamo dovuto aspettare circa tre mesi per vedere gli ultimi due episodi della serie, un’attesa che avrà pesato a molti, ma che per fortuna è stata ripagata vista la bontà registica, stilistica, di sceneggiatura e aggiungiamoci anche di impatto emotivo (per chi ha seguito con piacere l’anime) presente nell’epilogo; insomma, negli episodi andati onda nel marzo scorso ritroviamo tutto ciò che di buono era stato fatto nei mesi precedenti, a testimonianza di quanto lo staff abbia creduto in questo progetto fino alla sua conclusione. Ci auguriamo in futuro di non ritrovarci in situazioni come quella che abbiamo visto con 86 Eighty-Six, anche se gli insostenibili ritmi attuali dell’industria degli anime porteranno di certo a nuove problematiche simili in futuro. Le avversità possono pure aiutare a stimolare una squadra di animatori, spronarli a realizzare il proprio obiettivo rischiando il tutto per tutto, però lo stress eccessivo portano inevitabilmente ad un sovraccarico che mina il processo creativo e le energie, a partire da quelle dei singoli.
86 Eighty-Six è stato nel suo complesso un interessante esperimento. La light novel di Asato Asato deve buona parte del suo successo ad una trama con basi solide ed un pizzico di originalità, che unisce la tradizione della fantascienza Made in Japan con un racconto di guerra di chiara ispirazione occidentale, racchiudendola in un palcoscenico che richiama tante suggestive tematiche vicine all’attualità, le quali vengono spesso tratteggiate con abbastanza attenzione e accuratezza nei dettagli. In più, bisogna aggiungere le storie personali dei due protagonisti Lena e Shin, che attraverso innumerevoli ostacoli provano a cercare le risposte per fermare il dolore che affligge il loro mondo, intrinseco di misteri, e le convinzioni per andare avanti su questa strada irta di pericoli e incertezze. L’anime riesce a ripercorrere fedelmente tutte queste idee e a riproporle in maniera creativa, cercando di rendersi il più possibile appetibile e ad aperto ad un giovane pubblico di spettatori. C’è voluto quasi un anno per trasmettere tutti gli episodi, complice soprattutto una sequela di difficoltà tecniche che però lo staff è riuscito, in qualche modo, a superare, portando a termine un lavoro di tutto rispetto che non ha nulla da invidiare ad altre produzioni presenti attualmente sulla piazza. Vista la specificità di cosa viene raccontato in 86 Eighty-Six, come viene raccontato e il perché viene raccontato, quest’anime è destinato a riunire intorno a sé una folta nicchia di appassionati piuttosto che una grandissima platea, e forse rimarrà questo il suo grande limite. Se ribaltiamo invece questo punto di vista, ci ritroviamo davanti ad una piccola perla che speriamo possa continuare a venire apprezzata anche negli anni a venire.
Pro
- Tematiche suggestive trattate in maniera attenta.
- Trama avvincente ricca di misteri.
- Ottima regia.
- Eccellente colonna sonora.
Contro
- Alcuni momenti lenti e stantii nella narrazione.
- Sovrabbondanza di tecnicismi nelle esposizioni.
Non c'è una singola cosa che narrativamente funzioni in questa serie, UNA!
Volete una serie ad ambientazione post apocalittica con mecha e intrighi geopolitici? Prendete un qualsiasi Gundam fatto negli ultimi 10 anni e avrete soddisfazioni di gran lunga maggiori, ma senza la paccata di fanservice dozzinale ed un finale rushato che manda alla malora tutto quanto "costruito" in oltre 20 episodi.
Lato tecnico non lo discuto, è animato bene e le musiche di Sawano reggono la baracca da sola, ma il resto è da cestinare senza alcuna pietà
Bocciato senza appello.
Per non parlare della principessina onnisciente, penso che sentirla stillare ogni due per tre sia una delle torture peggiori create nella storia dell’umanità.
Allora non voglio far partire lunghe discussioni o che altro, quindi dico solo che per me il tuo commento è esagerato ed influenzato un pò troppo in negativo dalla tua visione personale
Spero arrivi quanto prima una seconda stagione di questo Capolavoro, di questa perla di animazione giapponese.
Poi, oh, per musiche e comparto tecnico nulla da dire, quindi alla fine ad un 6.5 ci si arriva.
Mi sa che ti devi vedere più serie
Quoto
Le animazioni e disegni sono di altissimo livello, che è davvero un piacere per gli occhi.
Purtroppo la narrazione è il punto debole: se le vicende che seguono i personaggi sono interessati e avvincenti, spesso si incagliano su dei sentimentalismi e introspezioni per così tanto tempo e per così tante volte che risultano noiosi e quindi saltabili.
Io immagino sia stata la (giusta) scelta di rimanere fedeli alla novel, ma tutto sommato sono rimasto molto soddisfatto dall'anime e spero di vederne il proseguimento.
Edit: @Xenon78 abbiamo scritto praticamente la stessa cosa
Come al solito la tocchi piano ! 🤣
Vorrei avessi usato tutta questa determinazione e verve per stroncare Tokyo Revengers ! 😋
Ironie a parte, non tutti i Gundam sono ciambelle con il buco, vogliamo parlare dell'ultima perla su cui ha messo mano Tomino, la 'grandissima' reconguista ? 😂
Poi di rushato ho visto poco, anzi è praticamente una trasposizione 1:1 della novel, e questo comporta il fatto che alcuni episodi siano stati abbastanza ridondanti sull'introspezione dei personaggi, dimostrando che a volte adottare questa tipologia di trasposizione può ritorcersi contro.
Al di là dei problemi dello studios che hanno caratterizzato la produzione, sintomo di un'industria malata di cui spesso si è discusso tra appassionati in zona commenti, lato tecnico siamo di fronte ad un prodotto che si eleva dal contesto televisivo, accompagnato da un comparto sonoro di primo ordine, dovuto ai compositori da te citati.
Detto questo a titolo personale, trovo il voto di tenshi5100 un po' altino visto che non è una produzione esente da difetti, soprattutto a livello di trama, che molto probabilmente verranno limati con un'eventuale stagione successiva (?) in moda da colmare quei vuoti narrativi e quelle spiegazioni appena abbozzate sul world building.
Detto questo, ad avercene di produzioni così 'coraggiose' nel panorama odierno, fatto di produzioni a fotocopia.
Sono d'accordo con Thorgrim.... la grafica è ottima, ma la storia è il punto debole dell'anime
Non mi ha appassionato molto >_<
Su Frederica capisco che l'interpretazione della seyuu possa risultare a tratti fastidioso, ma pare che nella novel il personaggio sia anche così, pertanto sarebbe stato incoerente affibbiargli un'altra personalità e/o caratterizzazione.
Poi che ci abbiano calcato la mano per farne la mascotte-kawaii della trasposizione sono d'accordo anche io, ma nel panorama odierno quantomeno possiamo dire che è ben inserita, in confronto a certe produzioni in cui questo genere di personaggi vengono utilizzati come mero riempitivo.
vero! 😂
Ma che cacchio stai a dì. Narrativamente parlando è 10 anni avanti a quella porcheria di SAO, quindi bisogna fargli i complimenti solo per essersi migliorati (In SAO abbiamo fan service fino alla morte, qua è presente, ma è molto di meno! Sarebbe meglio se non ci fosse). Se bisogna fare un paragone con Gundam ovviamente perde, ma dire bocciato oppure fa schifo perché non è Gundam mi sembra senza senso. Bisogna valutare una serie non paragonarla ad un'altra. Sul finale rushato purtroppo succede con TUTTI gli anime moderni se non ricordo male è dal 2012 che sputano fuori queste serie da 12 episodi inutili come la mer....Nonostante ciò sono riusciti a non lasciare buchi di trama eccessivi e a creare un discorso abbastanza lineare e non contorto o astruso.
Lo sai, se non la tocco piano non sono io!
Ah, bei tempi in cui ero un flamer impenitente!
Scherzi a parte, quando parlo di Gundam ovviamente mi riferisco a Iron-Blooded Orphans del 2015. Non un capolavoro, ma la trama è decisamente più solida e strutturata di 86.
Comunque sia, tanto per riderci su, 86 può essere riassunto in un semplice meme:
Passo e chiudo.
Non capisco chi la accusa di fanservice (magari mentre si diletta beatemente con l'ennesimo harem copiaincolla senza battere ciglio, lol), quando ce n'è a malapena. Lo stile artistico è il solito moe con personaggi e situazioni kawaii, ma nell'animazione giapponese ormai è così e ce lo dobbiamo tenere perchè vende. I protagonisti sono adolescenti perchè è da sempre l'età media dei personaggi degli anime.
Forse in molti si aspettavano qualcosa di più leggero e saranno rimasti straniti dal contrasto tra il look della serie e le tematiche mature; ma a quanto pare molti altri sono fermamente convinti che questa sia la solita serie piena di fanservice con studentelli che si fanno la guerra mentre vivono le loro storie d'ammmore (qualcuno ha detto Darling in the Franxx?)... Mah.
Al contrario di molti, a me quella povera bambina che è dovuta maturare forzatamente per via dei suoi poteri, della sua posizione e del mondo in cui vive e che ha perso l'unica persona che le era rimasta al mondo in un modo orribile, fa solo tristezza e tenerezza. Però la voce è insopportabile, quello sì.
Riguardo la valutazione mi trovo pienamente d'accordo con il recensore, sicuramente non un prodotto per le grandi masse, ma quei pochi che come me hanno apprezzato la serie non la dimenticheranno facilmente.
Solo applausi per sawano che si è ancora una volta superato per le OST
C'è di meglio ma non è da stroncare (stroncherei altre di serie).
Bellissime le musiche!
Mi aspetto una nuova stagione al più presto!
Ma è proprio questo il punto interessante della serie: La crescita di Lena da "radical-chic" mangoliana a vero leader.
Allora la prima parte è buona, la seconda parte ha cose buone e altre letteralmente da BOH. Non so se è un problema di trasposizione, non iniziamo quindi con discussioni inutili sulle novel, come spesso accade, si parla dell'anime e non dovrebbe essere necessario attingere ad altre fonti per capire cose, concetti e worldbuilding. ma il world building è davvero poco curato e succedono una marea di cose a caso, in primis: la comparsa di una loli ( principessa??? Di un'altra nazione boh cose) psichica??? Con dei poteri con cui può leggere la mente, insomma l'arma definitiva in guerra, ma boh usa questi poteri per leggere i cazzi privati della gente e si perde in battaglia inoltre fa un po' ridere che pur potendo leggere i pensieri delle persone questa si stupisca delle loro azioni, ma Hey questo è solo l'aspetto marginale. In generale la seconda parte per me è tediosa, vuole portare forzatamente alla lacrima ( fallendo tranne che nel finale, molto bello),con momenti che potevano essere riassunti o addirittura eliminati. Finale come dicevo carino, si ma quello che c'è in mezzo e il come ci si arriva lo trovo tutto alquanto mal gestito e confusionario. C'è tipo un tizio che fa lo Sugar Daddy e si prende in custodia gli 86 che in qualche modo sopravvivono sempre e soprattutto una delle cose che mi ha fatto cagare nero è: mi fai la scena commovente della parte 1 dove SPOILER !!!!!!!!!!!!!!!????!muore fido!!!!!!!!!!!!!??, tutto molto bello, una puntata intera molto bella su quello e poi me lo resusciti letteralmente nella parte due, cioè dai indecente, magari a molti sta cosa è piaciuta, io l'ho trovata oltremodo sgradevole.
Non dico che la serie sia brutta ma per me la parte due è complessivamente insufficiente, mentre la parte uno è molto buona, insomma volendo farne una media per me non supera il 7/10
Punto 2 Federica ha un potere che è totalmente diverso da come l'hai descritto non legge assolutamente nel pensiero ma vede il passato e il presente delle persone con cui parla, vedendo solo le immagini e non percependo i suoni, tutte cose spiegate e dette che tu evidentemente non hai capito. Per quanto riguarda i motivi del perché ha questo potere non dice niente perché semplicemente siccome è in corso la storia verrà spiegato più avanti e quindi non potevano anticipare la rivelazione.
Mi è piaciuto, dire il contrario sarebbe una grandissima bugia. Però, però però... esatto, non so perché mi lascia quel "qualcosa" di meh. Senti nel primo arco narrativo un ingranaggio che funziona, e che a grandi versi funziona anche bene; ma poi.. boh. SI incastra qualcosa.
Tutto sommato rimango abbastanza d'accordo con quanto scritto, e confermo la mia idea. Non ha tante lodi, ma nemmeno tanta infamia.
a me fa ridere mettersi a fare i sapientoni su una serie che sarebbe smontata da un qualsiasi scrittore esperto in science fiction.
Fedele alla novel, quindi il problema è proprio l'opera originale
ebbè perchè l'animazione giapponese ci ha abituato a roba solo spiegata per filo e per segno , nella perfezione assoluta storicamente accurata e rispettosa della fisica...
maddai su
con quello che sono gli anime fantascientifici giapponesi degli ultimi 20 anni ci hanno abituato ai trainwrecking scritti con le chiappe.
Questa frase denota quanto sia palese il tuo intento trolleggiante, peccato che vi sia ancora qualcuno che stia dietro alle amenità che scrivi.
lol la carta magica del "troll".
Lo immaginavo che poteva rispondermi Ekros (che non è manco la prima volta), buona l'esca per pesci.
Una cosa che ti sfugge è che io ho volutamente esagerato proprio perché l'anime di concentra su inezie e discorsi totalmente saltabili, lasciando a margine cose importanti. Quello che mi hai spiegato lo avevo capito grazie, quello che forse avevo realmente frainteso era la natura dei poteri di Federica ma onestamente il worldbuilding è ancora così confuso che faccio fatica a stargli dietro.
Più volte mi sono trovato a sbadigliare mentre parlano per ore di cose che dovrebbero poi portare forzatamente alla lacrima, probabilmente hanno spiegato bene questi concetti in mezzo a questi momenti e me lo sono perso.
Come probabilmente mi sono perso la spiegazione di come gli 86 siano sopravvissuti tutti per ben due volte a una carneficina, devono averlo spiegato in mezzo a uno dei pianti di federica
La grafica è davvero ottima, si nota soprattutto nelle scene d'azione. Nei fermi immagine invece perde parecchi dettagli, cosa strana... Cmq top!
Ost perfetta e cura nel dettaglio dei rumori di fondo che ti lasciano immedesimare nella narrazione.
Fantastica la regia della prima parte, un po' lentina nella seconda, ma in generale è in linea con lo spirito dell'anime. Non va guardato giusto per passare il tempo, ma mettendosi ben seduti ed attenti. La sceneggiatura non è complicata, alla fine ci sono i nemici "robottoni", i tizi "buoni" che salgono sui loro robottoni, e dietro una marea di gente che si fa gli affaracci suoi. La parte migliore per cui ne vale la pena la visione sta nell'ambientazione generale che riesce a descrivere un mondo reale, in cui purtroppo la società umana fatica a potersi definire veramente "umana". I protagonisti (ben dettagliati) sono gli unici che riescono a sollevarsi dalla massa, ma anche loro sono pieni di difetti (però li ami lo stesso).
Difficile da descrivere e consigliare (anche se per me è un 9 pieno come voto), va visto se si è alla ricerca di qualcosa di emozionante e profondo, lontano dagli oramai troppi anime basati su comicità, ecchi e storie viste e riviste.
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