Il prossimo mese saranno ormai trascorsi tre anni dalla terribile tragedia avvenuta alla Kyoto Animation, ovvero l’incendio doloso nel quale hanno perso la vita 36 persone. Sebbene dopo molte difficoltà la compagnia sia ormai tornata alle sue normali attività, tre anni non sono un periodo di tempo sufficiente per consentire una completa ripresa dal punto di vista psicologico, né per riprendersi da quello che è stato il più grande omicidio di massa nella storia recente del Giappone.
Pochi giorni dopo la tragedia, il presidente della Kyoto Animation, Hideaki Hatta, aveva manifestato la volontà di far demolire quanto rimasto dell’edificio, per creare un parco pubblico con tanto di memoriale annesso. Pochi mesi dopo, tali sentimenti erano stati ulteriormente manifestati dalla madre di una delle vittime, che chiedeva venisse eretto un monumento nello stesso identico punto in cui si trovava lo studio, e non in altre parti della città.
Adesso, dopo ampie discussioni, il quotidiano giapponese Mainichi Shimbun ha pubblicato un articolo in cui spiega che è finalmente stata presa una decisione, ovvero, è stato costituito un comitato per creare un memoriale sul sito della tragedia.
Lo scorso dicembre, la Kyoto Animation ha tenuto un incontro con le famiglie delle vittime per discutere sulla possibilità di realizzare un monumento e, secondo quanto rivelato a Mainichi da una fonte anonima, la maggioranza delle famiglie sono state a favore della costruzione di un memoriale sul luogo della tragedia. È stato quindi formato un comitato composto da quattro familiari delle vittime, cinque dirigenti e otto dipendenti della Kyoto Animation. Il comitato si incontrerà regolarmente per discutere della progettazione del memoriale, nonché delle tempistiche con cui verrà eretto.
La Kyoto Animation non ha rilasciato alcun annuncio ufficiale riguardo al progetto, ma tra i motivi forniti dalle famiglie per cui desiderano un monumento, secondo la fonte, ci sono i seguenti: “Voglio evitare che la tragedia venga dimenticata dalle persone” e “Voglio un luogo in cui poter pregare”.
Questa notizia era stata da subito fonte di dibattito, tanto che l'associazione di quartiere di Momoyama-cho, del distretto di Fushimi, aveva scritto chiedendo di non iniziare i lavori perché non volevano assolutamente fosse eretto un monumento sul luogo della tragedia. Si teme in fatti che possa diventare un luogo di pellegrinaggio, e che la tranquillità della zona potrebbe esser turbata dal grande numero di persone che potrebbero recarsi sul sito.
Ricordiamo che lo studio non si trovava in una zona centrale della città, ma in un quartiere residenziale del distretto di Fushimi, in cui piccole case unifamiliari si affacciano direttamente dall’altra parte della strada in cui si trovava la sede dello studio d'animazione.
Per un riassunto dettagliato di tutti gli eventi, potete leggere questa nostra news.
Fonte consultata:
Soranews24
Pochi giorni dopo la tragedia, il presidente della Kyoto Animation, Hideaki Hatta, aveva manifestato la volontà di far demolire quanto rimasto dell’edificio, per creare un parco pubblico con tanto di memoriale annesso. Pochi mesi dopo, tali sentimenti erano stati ulteriormente manifestati dalla madre di una delle vittime, che chiedeva venisse eretto un monumento nello stesso identico punto in cui si trovava lo studio, e non in altre parti della città.
Adesso, dopo ampie discussioni, il quotidiano giapponese Mainichi Shimbun ha pubblicato un articolo in cui spiega che è finalmente stata presa una decisione, ovvero, è stato costituito un comitato per creare un memoriale sul sito della tragedia.
Lo scorso dicembre, la Kyoto Animation ha tenuto un incontro con le famiglie delle vittime per discutere sulla possibilità di realizzare un monumento e, secondo quanto rivelato a Mainichi da una fonte anonima, la maggioranza delle famiglie sono state a favore della costruzione di un memoriale sul luogo della tragedia. È stato quindi formato un comitato composto da quattro familiari delle vittime, cinque dirigenti e otto dipendenti della Kyoto Animation. Il comitato si incontrerà regolarmente per discutere della progettazione del memoriale, nonché delle tempistiche con cui verrà eretto.
La Kyoto Animation non ha rilasciato alcun annuncio ufficiale riguardo al progetto, ma tra i motivi forniti dalle famiglie per cui desiderano un monumento, secondo la fonte, ci sono i seguenti: “Voglio evitare che la tragedia venga dimenticata dalle persone” e “Voglio un luogo in cui poter pregare”.
Questa notizia era stata da subito fonte di dibattito, tanto che l'associazione di quartiere di Momoyama-cho, del distretto di Fushimi, aveva scritto chiedendo di non iniziare i lavori perché non volevano assolutamente fosse eretto un monumento sul luogo della tragedia. Si teme in fatti che possa diventare un luogo di pellegrinaggio, e che la tranquillità della zona potrebbe esser turbata dal grande numero di persone che potrebbero recarsi sul sito.
Ricordiamo che lo studio non si trovava in una zona centrale della città, ma in un quartiere residenziale del distretto di Fushimi, in cui piccole case unifamiliari si affacciano direttamente dall’altra parte della strada in cui si trovava la sede dello studio d'animazione.
Per un riassunto dettagliato di tutti gli eventi, potete leggere questa nostra news.
Fonte consultata:
Soranews24
l'egoismo purtroppo non ha confini
calmi dai
Non è facile vedere un quartiere "tranquillo" diventare un quartiere che per un determinato motivo diventa tappa di tanti turisti.
Ovvio che voglio il memoriale e pare anche la gran maggior parte della gente del quartiere lo voglia, ma non è assurdo pensare che magari anziani o persone molto riservate che hanno un determinato stile di vita non vogliano cambiare le proprie abitudini
Posso capire i loro timori... in effetti quando è accaduto, ci si è riversata tantissima gente, c'era un banchetto fisso di giornalisti, probabilmente persino di curiosi che forse non c'entravano niente...
insomma era qualcosa in un certo senso destabilizzante, per chi vive in zona, a maggior ragione dopo aver "subito" loro malgrado quanto accaduto.
Al tempo stesso, credo non ci sia da preoccuparsi per il memoriale. Non credo ci sarà una processione invasiva costante, penso che chi vorrà recarvisi, lo farà con il dovuto rispetto, silenzio e attenzione.
Essere presenti in quel luogo, per me, è stato qualcosa di devastante, ancora oggi onestamente fatico a mettere quel nugolo di sensazioni in parole. Ma sono grata di aver potuto porgere una preghiera di fronte a quell'edificio, pertanto spero che anche per chiunque altro lo desideri diventi un luogo di preghiera, di stima per quei talenti perduti e di ricordo.
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