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Ah, gli isekai. Genere oramai utilizzato in ogni salsa, accostato spesso a una scarsa qualità con un cast di personaggi poco brillante e un protagonista onnipotente con il corpo e il carattere di un ragazzino giapponese qualunque, tutto messo su di un vassoio d'argento e servito agli otaku come self insert. Esiste ancora un modo per svecchiare la formula del fallito che muore male e finisce in un altro mondo?

“My Next Life as a Villainess: All1 [ continua a leggere]