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Ho da poco terminato di leggere "Innocent" di Shinichi Sakamoto. L'evoluzione di quella che secondo me è tutto sommato un'ottima opera, ha confermato un pensiero che da tempo matura nel mio cervello, e che voglio esporre.

Nella creazione di un'opera, è quasi sempre difficilissimo essere all'altezza delle aspettative create se si parte da un inizio eccellente.
La magia dell'aspettativa di ciò che sarà, quando sapientemente calibrata, risulta troppo difficile da superare.

A mio modesto parere, questo vale per ogni forma di arte, per quella che può essere definita scienza astratta, e per la matematica.

Spesso, sarebbe meglio che alcune opere rimanessero incompiute.