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Solitamente guardo agli spin-off con molta diffidenza. Questo perché per lo più si rivelano essere delle mere operazioni commerciali che sfruttano il fascino di un'opera di successo senza aggiungervi niente.
Fortunatamente ci sono delle eccezioni a questa regola, tra cui La Leggenda di Raoul il dominatore del cielo (nome italiano della serie).
La serie storica di "Ken il guerriero" aveva la tendenza a dare per scontato alcuni passaggi fondamentali, certi personaggi spuntavano quasi dal nulla e le loro relazioni con i protagonisti sembravano piuttosto “artificiose”. Lo scopo di Raoh gaiden è quindi colmare queste lacune.

Come s'intuisce dal titolo il protagonista è Raoul, il maggiore dei fratelli di Hokuto, e ne viene narrata l’ascesa al potere che lo ha portato a essere il Dominatore di Fine Secolo che tutti conosciamo. Va precisato che quest’anime non è un prequel, quanto una storia parallela a quella di Kenshiro. Le vicende narrate si svolgono all’incirca dal rapimento di Julia alla liberazione di Toki da Pandora.

La storia rimane fedele ai canoni della serie originale, pur presentando alcuni elementi distintivi. Essa infatti si concentra sulle campagne militari, sulle strategie e sugli scontri tra eserciti molto più che in passato. Non mancano naturalmente anche i classici duelli ma, tranne forse l’ultimo scontro, questi non raggiungono mai la durata e la cruenza che avevano nella serie classica. Il Re di Hokuto in particolare appare palesemente più forte dei suoi avversari, e i suoi scontri si concludono per lo più con una sua schiacciante vittoria. Tale limite è però facilmente giustificabile: fare apparire il protagonista in difficoltà contro avversari secondari avrebbe cozzato con l’immagine di mostro invincibile a cui siamo abituati. Al contrario, è proprio la fedeltà alle fonti a caratterizzare tutta l’opera.
In generale, la narrazione procede fluida e piacevole. Dopo le prime due puntate piuttosto sottotono, le vicende appassionano lo spettatore invogliandolo a continuare la visione. La storia s'incastra perfettamente con quella della serie principale senza creare incongruenze, ma anzi facendo luce su alcuni punti oscuri della trama.

Anche i personaggi sono fedeli alla serie classica e ben caratterizzati. Particolarmente interessanti sono l’evoluzione di Raoul, che arriva a negare la propria umanità pur di seguire la sua ambizione, e il paragone tra lui e Kenshiro. Entrambi perseguono lo stesso obbietivo - riportare l’ordine e la pace nel mondo – ma con mezzi opposti: il primo con il terrore, il secondo con la benevolenza.
Oltre a Raoul fanno la loro comparsa numerosi volti noti, come Ryuga, Toki, Souther, Yuda, e viene spiegato il rapporto che li lega a Raoul. Degni di nota anche i due personaggi "inediti Souga e Reina che, mentre nella recente serie di film sembrano quasi dei terzi incomodi, qui diventano dei protagonisti importanti della scalata al potere del Re di Hokuto.

Passiamo adesso al punto debole di quest'anime: i disegni. Essi differiscono profondamente da quelli dei sopracitati lungometraggi e dal tratto di Tetsuo Hara, essendo molto più stilizzati, quasi infantili. Non se ne può fare una vera colpa in quanto riproducono lo stile di Yōko Osada, autore del manga da cui è tratto, ma personalmente li trovo poco adatti a una storia così matura e che non risparmia scene piuttosto crude. Discutibili anche le scelte cromatiche, con colori terrosi e slavati che alla lunga risultano monotoni. A questo vanno poi aggiunte alcune animazioni non sempre all’altezza.
Nessuno di questi difetti tuttavia è così marcato da pregiudicare la visione, ma all’inizio bisogna farci un po' l’occhio, soprattutto se si è abituati alle eccellenze della pentalogia cinematografica.

Tirando le somme, Raoh Gaiden Ten no Haoh risulta essere un’opera interessante e gradevole da guardare nonostante alcuni difetti grafici evitabili. E' una visione obbligatoria per tutti gli amanti di "Ken il Guerriero" e un buon punto d'inizio per chi vuole affacciarsi per la prima volta al suo mondo post-apocalittico.