Recensione
Spice and Wolf
8.0/10
Recensione di Doppelgänger
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In un'immaginaria Europa medievale, dominata dai grandi commercianti e dalla Chiesa Cattolica, un mercante ramingo, Lawrence Kraft, accetta di accompagnare fin nel lontano nord la dea lupo Horo.
Sono di sicuro interessanti e poco comuni i temi affrontati da Spice and Wolf. Raramente un anime tratta questioni come il ruolo della religione nella società e, soprattutto, i meccanismi dell'economia. Certo non stiamo parlando della VERA Europa medievale, come dimostrano gli stati, le monete, i personaggi inventati, ma di sicuro non si discosta eccessivamente da quella che poteva essere l'Europa del tardo Medioevo (se non più prossima).
Horo rappresenta tutto un sottobosco di culti pagani, risalenti a quando l'uomo era più debole e per questo, più che dominare la natura, cercava di conviverci. Con la diffusione del cristianesimo, però, gli uomini sembrano aver dimenticato in parte il tributo che devono agli antichi dei, cosa che ha fatto cadere questi ultimi nell'oblio. Horo, quindi, sentendo che il suo tempo tra gli uomini è ormai finito, decide di tornare alla sua terra natia nel nord. Allo stesso tempo, però, coglie l'occasione per viaggiare con un umano e approfondire la sua conoscenza di quest'animale bizzarro e arrogante che è l'uomo. E quale modo migliore per conoscerlo se non quello di viaggiare con un mercante, ogni giorno a stretto contatto con vari tipi d'umanità e soprattutto con la sua economia, specchio della società e della sua evoluzione?
Un avviso: parte del fascino della serie è legata alle lunghe discussioni sull'economia tra i protagonisti, che per quanto interessanti possano essere certe volte sembrano eccessivamente prolissi, ma visto il ritmo generalmente calmo della serie non è un grosso problema.
Tra i personaggi a rubare la scena è indubbiamente Horo, la cui caratterizzazione è meno ovvia di quanto non possa sembrare all'inizio. Di riflesso, Lawrence è un buon coprotagonista, che sa reggere all'esuberanza della prima.
Il fronte tecnico presenta alti e bassi. Un piacevole design cozza con un comparto d' animazioni nella media; nulla di scandaloso, ma una maggior cura sotto questo fronte non sarebbe stata sgradita. Poco da lamentarsi sul fronte sonoro. I brani sono tutti piacevoli (forse un po' ripetitivi), e a spiccare sono le sigle, d'inizio e soprattutto di chiusura.
A essere onesti, il più grosso problema di Spice and Wolf è di "non finire". Fin troppo chiaro che le vicende si concluderanno nella seconda serie, visto che questa finisce senza nessun particolare evento determinante. Quel che ho visto finora però mi è piaciuto, quindi il voto è anche basato sulla fiducia in una degna conclusione.
Voto: 8
Sono di sicuro interessanti e poco comuni i temi affrontati da Spice and Wolf. Raramente un anime tratta questioni come il ruolo della religione nella società e, soprattutto, i meccanismi dell'economia. Certo non stiamo parlando della VERA Europa medievale, come dimostrano gli stati, le monete, i personaggi inventati, ma di sicuro non si discosta eccessivamente da quella che poteva essere l'Europa del tardo Medioevo (se non più prossima).
Horo rappresenta tutto un sottobosco di culti pagani, risalenti a quando l'uomo era più debole e per questo, più che dominare la natura, cercava di conviverci. Con la diffusione del cristianesimo, però, gli uomini sembrano aver dimenticato in parte il tributo che devono agli antichi dei, cosa che ha fatto cadere questi ultimi nell'oblio. Horo, quindi, sentendo che il suo tempo tra gli uomini è ormai finito, decide di tornare alla sua terra natia nel nord. Allo stesso tempo, però, coglie l'occasione per viaggiare con un umano e approfondire la sua conoscenza di quest'animale bizzarro e arrogante che è l'uomo. E quale modo migliore per conoscerlo se non quello di viaggiare con un mercante, ogni giorno a stretto contatto con vari tipi d'umanità e soprattutto con la sua economia, specchio della società e della sua evoluzione?
Un avviso: parte del fascino della serie è legata alle lunghe discussioni sull'economia tra i protagonisti, che per quanto interessanti possano essere certe volte sembrano eccessivamente prolissi, ma visto il ritmo generalmente calmo della serie non è un grosso problema.
Tra i personaggi a rubare la scena è indubbiamente Horo, la cui caratterizzazione è meno ovvia di quanto non possa sembrare all'inizio. Di riflesso, Lawrence è un buon coprotagonista, che sa reggere all'esuberanza della prima.
Il fronte tecnico presenta alti e bassi. Un piacevole design cozza con un comparto d' animazioni nella media; nulla di scandaloso, ma una maggior cura sotto questo fronte non sarebbe stata sgradita. Poco da lamentarsi sul fronte sonoro. I brani sono tutti piacevoli (forse un po' ripetitivi), e a spiccare sono le sigle, d'inizio e soprattutto di chiusura.
A essere onesti, il più grosso problema di Spice and Wolf è di "non finire". Fin troppo chiaro che le vicende si concluderanno nella seconda serie, visto che questa finisce senza nessun particolare evento determinante. Quel che ho visto finora però mi è piaciuto, quindi il voto è anche basato sulla fiducia in una degna conclusione.
Voto: 8