A giudicare dal numero di commenti agli episodi, alle notizie con le prime impressioni e alle discussioni sulle varie schede utente del sito, possiamo constatare che sono in molti gli appassionati che seguono gli anime più recenti in diretta col Giappone, settimana per settimana. Oltre a questi, tuttavia, esiste una fetta non trascurabile che preferisce invece attendere la conclusione delle varie serie, per poi orientarsi sui titoli maggiormente apprezzati senza la necessità di sottostare alle uscite giapponesi, ma potendo gestire a propria scelta i tempi di visione. Questa rubrica nasce principalmente per questi ultimi, per dare una visione conclusiva della stagione e consigliare gli anime maggiormente apprezzati dai vari redattori del sito. In questa nuova impostazione della rubrica abbiamo preso in esame tutte le serie concluse nell'estate e ogni redattore ha consigliato le due serie preferite e le motivazioni del proprio apprezzamento.

Questa rubrica vuole anche dare l'occasione agli utenti che hanno seguito le varie serie in diretta di consigliare a loro volta i loro titoli preferiti. Pensate che qualche anime meritevole sia passato in sordina? Oppure non siete rimasti molto convinti da qualcuno dei successi stagionali? Ditecelo nei commenti.

N.B. Si è deciso di considerare quelle serie che arrivano ufficialmente in Italia in streaming con qualche mese di ritardo nella stagione del loro arrivo in Italia.
Zelgadis

Spice and Wolf: Merchant Meets the Wise Wolf

La domanda che tutti si facevano: era necessario un remake di Spice and Wolf? Certamente la serie del 2008 era ben riuscita aveva avuto un certo successo e si era un po' discostata dalla novel originale, ma non così tanto da poter pregiudicare un sequel che riprendesse da dove si era interrotta dopo 16 anni. Ecco forse questo lasso di tempo era davvero troppo e a ben vedere sono contento che Studio Passione non abbia ripetuto l'errore di Higurashi (per la necessità del remake era ben più grande) e abbia deciso di riprendere la storia dall'inizio. Nel rispetto dei vecchi fan ripropone Ami Koshimizu e Jun Fukuyama ad interpretare i protagonisti e impreziosisce le atmosfere con le musiche di Kevin Penkin. Esteticamente la serie ha anche un aspetto più pulito, ma l'aspetto migliore è che piuttosto che puntare su un effetto nostalgia, Passione punta a portare la storia soprattutto a chi non ha visto la vecchia serie. L'avventura altro non è che il viaggio e il rapporto che si viene a creare tra un umano e uno yokai in un'ambientazione medievaleggiante occidentale. Per alcuni potrà sembrare lento, ma più che l'azione, sono i battibecchi, i piccoli litigi e i capricci tra Holo e Lawrence ad essere il centro degli episodi. Spice and Wolf resta un pezzo di cuore, studio Passione il cuore per riprendere la storia (e sperabilmente completarla con le prossime stagioni) sembrerebbe avercelo messo, per cui il mio consiglio è di lasciarsi conquistare dalla saggia lupa Holo e dal mercante Lawrence e viaggiare con loro alla ricerca di Yoitsu. Holo, Lawrence, ci siete mancati tanto...



The Magical Girl and The Evil Lieutenant Used to Be Archenemies

Ero un po' indeciso nello scegliere il mio runner-up estivo. Da una serie che forse arriverà a conclusione ad una che invece rimarrà per sempre interrotta a causa della prematura scomparsa della sua autrice. Scelta curiosa quella di adattare una serie che non ha un finale e non proseguirà più, ma anche un bel modo per omaggiare e far conoscere questa pregevole opera dell'artista. Gli episodi sono brevi: 12 minuti sigle incluse, ma volano via in un baleno. Ci sono momenti dolci e momenti divertenti e non sono solo i due protagonisti Mira e Byakuya a farla da padroni, ma anche tutta una serie di personaggi secondari sempre più strampalati. Per quanto l'anime cerchi di dare una conclusione, la storia purtroppo rimane aperta, ma non è un buon motivo per snobbare questa serie che sicuramente saprà lasciarvi sorrisi e momenti di tenerezza.


Dasandwich

The Elusive Samurai

Abbiamo due garanzie in CloverWorks, per quanto riguarda le linee produttive: se hai Shota Umehara come Animation Producer di un cartone, non solo devi sperare che il team non finisca in ospedale (ricordando qualche spiacevole inconveniente durante la produzione di WONDER EGG PRIORITY), ma che il titolo in questione godrà di un'ambizione che si tradurrà in una visione artistica che lascerà a bocca aperta. Dopo il successo di BOCCHI THE ROCK!, il team è pronto a sorprenderci in The Elusive Samurai per la sua meravigliosa cura fin dai primissimi istanti. Il Character Design di Yasushi Nishiya combacia bene nel dare vita in animazione il buffo "Grupprente" , e se ciò non bastasse, l'ineccepibile direzione artistica e gli Storyboard di ciascun episodio sapranno rendere unici i 24 minuti che vedrete. Nonostante le tempistiche assai ristrette, la serie televisiva saprà regalare picchi veramente molto alti, seppure non tutto sia andato proprio per il meglio. Ben presto, si affiancherà all'animazione più tradizionale anche l'impiego della 3DCG per i cavalli e i modelli, soprattutto in diverse circostanze che vedono i personaggi alle prese con i movimenti a cavallo. Nonostante esteticamente io non abbia gradito molto l'integrazione, il movimento è rimasto ugualmente più o meno intatto. L'episodio 9 vede il talentuoso Arifumi Imai mettersi in gioco. Conosciuto soprattutto per le sue scene d'azione ne L'Attacco dei Giganti, la sua direzione regala alla battaglia tra Tokiyuki e il generale Shokan delle indimenticabili sequenze mozzafiato. Per ciò che riguarda la narrazione, la serie cadenza toni più demenziali a parti più seriose, con tematiche molto vicine anche alla morte. L'umorismo giocherà un ruolo fondamentale nella serie, e se non lo si dovesse apprezzare potrebbe creare non pochi problemi nel proseguimento delle puntate. Io sono rimasto piacevolmente colpito da questa trasposizione, regalando non solo diverse scene originali, ma amplificando tutto l'aspetto demenziale e quello più tragico. Proprio come nel fumetto, è stato un piacere immergermi nella fantastica Kamakura. Se si parla di Giappone feudale, per me è difficile dire di no. Se poi mi metti un simpatico cast di personaggi come questo, per me si tratta proprio di amore a prima vista! La prima stagione è l'introduzione che porta a presentare i personaggi. Chi ha letto il manga, sa che il meglio deve ancora arrivare. Per fortuna abbiamo la seconda stagione confermata!



Terminator Zero

Lo studio di animazione Production I.G non è noto soltanto per aver prodotto serie di stampo sportivo, ma anche fantascientifico. Il team Koichi Banjo, che ha messo mano a qualche titolo del franchise PSYCHO-PASS, darà a Terminator la sua controparte in animazione. Sono rimasto incollato per tutta la visione, ed è stato subito binge watching per me. La visione spazia dall'atmosfera horrorifica dell'intelligenza artificiale a viaggi nel tempo, con la tensione che non si allontanerà per tutta la durata. Ho apprezzato i momenti d'introspezione dei personaggi, ciascuno con le sue ragioni, anche se avrei voluto vedere un po' di più per alcuni di loro. Non mi dispiacerebbe affatto se la serie venisse rinnovata per più stagioni, quindi dita incrociate!


Focasaggia

Dead Dead Demon's Dededededestruction

In un contesto simil-apocalittico l'imprevedibile Inio Asano riesce a raccontare storie d'amore e di vita vissuta con grande naturalezza e abilità. Si scruta nel profondo dei rapporti d'amicizia e d'amore dei vari protagonisti quasi a dimenticarsi di una minaccia mortale sempre pendente (e non parlo metaforicamente) sulle loro teste. Gli esseri umani sono da subito minacciati dalla presenza di mastodontici congegni volanti popolati da forme di vita sconosciute. Ma questi fantomatici alieni costituiscono un vero pericolo per l'umanità o forse siamo tutte vittime? Interessante e arguta critica del sistema moderno giapponese e non solo. Tra i tanti personaggi, tutti importanti ai fini della storia, merita una menzione la folle Ōran Nakagawa. Personalmente suggerisco di vedere l’episodio 0 prima dell’ultimo episodio.



Kengan Ashura Season 2

Termina, con questo ultimo blocco di episodi, tutto l'adattamento del manga Kengan Ashura rimanendo abbastanza fedele nel complesso. In pratica i vari cambiamenti riguardano la parte estranea al torneo vero e proprio. Nella parte finale vediamo le sfide più attese, quelle più emozionanti e sicuramente tra le migliori. I danni subiti nei precedenti incontri si fanno sentire e potrebbero essere determinanti. Per quanto la trama sia semplicemente un torneo di lotta, con pochi e mal sfruttati elementi di contorno, rimane uno dei migliori nel suo genere, con scontri entusiasmanti e imprevedibili nell'esito, con diverse tecniche di lotta ben riprodotte e messe a confronto. Le particolari animazioni potrebbero infastidire e scoraggiarne la visione, ma ci si abitua velocemente. Per chi ama il genere l’opera è davvero consigliata.


ladynera

Oshi no ko seconda stagione

Questa seconda stagione di Oshi no Ko mi è piaciuta persino più della prima. Non so se dipenda dal fatto che faccio teatro anch'io ma ho trovato enormemente interessante la parte dove il focus era il dietro le quinte dello spettacolo: il trovarsi poco d'accordo con la scrittura di un personaggio ma mettercela tutta nell'interpretarlo; le difficoltà, l'emozione e la soddisfazione che può dare un'attività così corale, ammirando dal più profondo del cuore gli altri attori. Non mancano screzi e malumori, come il beccarsi tra colleghi e la frustrazione dell'autrice nel vedere la propria opera adattata in maniera poco soddisfacente. Oltre a tutto questo cosa dire dell'incredibile lavoro registico che pone un accento visivo agli umori dei protagonisti? Li vedi mutare ed aprirsi davanti ai tuoi occhi con guizzi artistici estremamente ispirati con un lato tecnico che rispetta le aspettative e non delude mai. Vi sono anche dei colpi di scena niente male. Insomma sono molto soddisfatta e tanto curiosa di vedere il seguito.


Albrechtseele

Makeine: Too Many Losing Heroines!

Personalmente, considero questo anime la grande sorpresa della stagione in esame. Tecnicamente, un gioiello uscito dal cilindro di A-1 Pictures, che inizialmente è forse passato un po' sotto traccia per imporsi poi, dopo poche settimane, tra le serie più seguite della stagione, non solo grazie all'aspetto tecnico, su cui tanto ci si potrebbe soffermare, ma anche e soprattutto per i personaggi. Sono le follie di Anna Yanami, e del resto del cast, a rendere questa serie un'opera che io consiglio caldamente. Se volete comunque dare uno sguardo veloce agli aspetti più legati alle animazioni, vi invito a guardare anche solo alla cura con cui sono stati realizzati i video delle diverse sigle, o ai cambi di camera nei momenti più "esilaranti" (non necessariamente visti così dai personaggi) dei primi episodi. O anche, a concentrarvi sull'attenzione agli ambienti, per cui è stato effettuato uno studio approfondito dei luoghi di cui rimane traccia sul sito ufficiale. Una commedia romantica, per il momento molto più commedia che altro, trattandosi della storia delle sconfitte, per cui mi auguro non ci sia fermati qui, con l'adattamento.



Shoshimin

Si tratta di un anime che attendevo molto, per via dell'autore, Honobu Yonezawa, che ha scritto in precedenza le "Kotenbu Series", il cui primo romanzo si intitola "Hyouka". E con qualche basso di troppo, soprattutto un episodio che pecca molto a livello di scrittura, debbo dire che rimane comunque una delle mie serie predilette della stagione. Non è assolutamente paragonabile al capolavoro di KyoAni, ma è comunque un investigativo interessante che porta lo spettatore a chiedersi cosa mai arriveranno a fare - o dedurre - i vari personaggi. Pur non eccellendo a livello tecnico, ha il pregio di non avere crolli ma di mantenere una costanza su buoni livelli, con alcuni momenti pregevoli. Il finale, su cui ovviamente non approfondisco, è aperto, in quanto è stata annunciata la seconda stagione, di prossima uscita.


Artax

The Elusive Samurai

Sicuramente uno degli anime di questa stagione che più ho apprezzato è Elusive Samurai. La storia di un nobilotto che non sa far altro che scappare porta con sè una tematica decisamente attuale e non mi sorprende che la serie riscriva la storia con gl occhi del presente, con gli occhi di chi con grandi responsabilità addosso, non riesce ad affrontarle "come fanno tutti". Il gioco squisitamente metanarrativo protato avanti dal veggente che parla allo spettatore come se conoscesse perfettamente usi, costumi, mode e culture del suo tempo è un di più che non si può non apprezzare, anche perché il cartone stesso fa uso di scene che spiegano cosa sta accadendo, a chi guarda, con metafore visive estremamente moderne (videogame, autovetture e via dicendo). A proposito di narrazione: un plauso enorme va allo storyboard, in cui abbiamo potuto vedere mostri come Arifumi Imai e Yusuke Kawakami, la direzione artistica e la regia di Yuta Yamazaki che hanno ricontestualizzato in maniera incredibile questa serie, dando un pacing e un contrasto decisamente interessante. Le animazioni supervisionate da Yasushi Nishiya hanno raggiunto picchi davvero soddisfacenti. Una pecca, sicuramente, è la CGI mal riuscita utilizzata, spesso, in momenti e posizioni decisamente evidenti, laddove nemmeno il compositing più volteggiante è riuscito a cancellare la bruttura dei volti artificialmente poco amalgamati e mal riusciti.



Dead Dead Demon's Dededededestruction

Fantascienza e solipsismo. L'adattamento animato del fumetto omonimo di Asano aveva giusto quelle premesse (e parlo da analfabeta anime only) che sin da subito catturano la mia attenzione. La narrazione ai limiti dell'assurdo coinvolge quei discorsi apocalittici che l'animazione giapponese ci ha abituato a conoscere, figlia di un retaggio culturale vittima dell'attentato del 1995 alla stazione metropolitana di Tokyo, dello scoppio della bolla economica, e delle forti pressioni della generazione di adulti nei confronti dei ragazzi. Ragazzi che non vogliono che la loro estate finisca e che farebbero di tutto per impedirlo. Ai momenti di pathos, drammaticità e speculazione geopolitica si associano dei momenti di assurda naturalezza e introspezione, che ci fanno capire quale sia il vero fulcro della storia; laddove, mentre il mondo sta per essere invaso da creature aliene indistinguibili dagli umani, le protagoniste non hanno occhi che per la loro vita personale, sentimentale, e le loro fantasie. Forse un titolo difficile da comprendere senza conoscere il contesto in cui è calato, ma non per questo meno degno di nota, suppongo.


Swordman

The Cafe Terrace and its Goddesses

In quanto sponsor e organizzatore dell'annuale torneo delle Miss Anime non potevo non raccomandare questo fresco anime tratto dall'omonimo manga di Kouji Seo (ancora inedito in Italia).
Avremo qui a che fare con il marpione Hayato Kusakabe che eredita de-facto il ristorante gestino dalla defunta nonna e, insieme a esso, anche le cinque dipendenti che lì vi lavorano, cinque ragazze una più bella dell'altra, una più waifu dell'altra (ma Akane è la più bella e waifu di tutte, Tiè Riho...). Gestore e cameriere inizieranno quindi una più che vivace convivenza e piano piano i rapporti si faranno quindi sempre più "familiari".
La serie viaggia quindi sulle ali della commedia ma realizzando un interessante mix di situazioni divertenti, family drama, momenti romantici e anche qualche situazione un po' più pepata (ma non troppo). La grafica pulita e vivacemente colorata rende la visione ancor più gradevole. Per chi vuole un Harem-time ma anche con un po' di sostanza, o magari un alternativa / successore delle famose "gemelle", questo è senz'altro un titolo raccomandato.



Narenare -Cheer for you!-

Fascino arcano e ancestrale per le opere con soggetto originale della P.A. Works.
È onesto dire che ho puntato questo titolo principalmente per la parte visuale che per altro, non certo per la storia (che per altro non si conosceva). E da questo punto di vista l'anime certamente non delude con il collaudato design dello studio, molto morbido e carino sui personaggi femminili, ma il meglio arriva con il disegno degli sfondi e delle ambientazioni dall'assetto cromatico abbastanza insolito, quasi da pop-art, ma comunque bello a vedersi.
Ah, comunque c'è anche una giovanil-sportiva che bene o male si fa seguire al netto di qualche esagerazione e assurdità come la Suzuha che è evidentemente la figlia segreta dell'uomo ragno, oppure l'idea proprio di base delle cheerleader da competizione che per noi italici è proprio strana. Ma ci sono anche momenti carini e piuttosto moe, e la Shion è una super waifu (dev'essere il nome, Shion-ne ndr...)


Julaaar

Yatagarasu: The Raven Does Not Choose its Master

Devo essere sincero, quando questa serie è stata annunciata ero abbastanza incuriosito dalla trama ma non avevo particolari aspettative a riguardo. Mai mi sarei aspettato che questa serie diventasse la mia preferita della stagione. Con un'ambientazione che mi ha ricordato in certi frangenti "Il monologo della Speziale" ed il altri "Raven of the Inner Palace" la storia ha come protagonisti due secondogeniti che vengono ritenuti dai più degli semplici inetti: Yukiya è uno dei figli di uno dei governatori della Casata del nord che viene visto come un ragazzo primo di ambizioni ed interessi, superato in tutti campi dai fratelli; Il giovane principe invece è malvisto dalla maggior parte della corte perchè ritengono che il suo ruolo gli sia stato concesso solamente per la profezia del kin'u e non per reali capacità, sostenendo che il vero principe ereditario dovrebbe essere il rispettato fratello Natsuka. Quando il destino dei due si incrocia le premesse non sembrano delle migliori, però basta pochissimo tempo per capire che entrambi sono ben altro rispetto a come vengono "disegnati" da coloro che li circondano mostrandoci due personaggi ben costruiti sia nei loro caratteri sia nel rapporto che si verrà a creare fra di loro. La serie composta da venti episodi copre tre romanzi della serie: i primi tredici (due volumi) ci mostrano tutti gli intrighi di corte che vanno dalla scelta della consorte alla lotta intestina fra le fazioni in gioco, negli ultimi sette (terzo volume) ci si concentra soprattutto su un grosso wordbuilding che personalmente ha praticamente aperto la strada ad un seguito (che purtroppo non credo vedrà mai la luce) visto tutte le rivelazioni che sono state fatte. Nel complesso è stata una serie che mi ha tenuto incollato per tutto il tempo, anche se posso capire se ad alcuni non è andata molto a genio la seconda parte... in fin dei conti il cambio di atmosfera è fin troppo evidente ma io l'ho trovata altrettanto interessante. Se non avete grosse aspettative a livello tecnico ma apprezzate le storie con un'ottima costruzione dovete dare una possibilità a Yatagarasu, è stata veramente una splendida sorpresa.


Makeine: Too Many Losing Heroines!

Per la mia seconda scelta ho pensato per tanto se mettere Dead Dead Demon's Dededededestruction o Makeine. Alla fine ho deciso di premiare quella che mi ha sorpreso di più fra le due... perché io questa serie inizialmente non avevo intenzione di vederla, poi a causa del passaparola generale l'ho provata con parecchia diffidenza. Per fortuna che l'ho fatto. Una serie che mi ha divertito dal primo all'ultimo episodio con un livello tecnico veramente inaspettato ed un gruppo di personaggi che ho adorato dal primo all'ultimo. Dai momenti totalmente idioti (dove Anna è senza dubbio testa di serie) a quelli più riflessivi (splendido come hanno gestito Chika) ogni puntata sembrava finire sempre troppo velocemente. E soprattutto alla sua conclusione ho sentito la mancanza di tutto questo gruppetto. Sento, so che sembra esagerato, la necessità di vedere come continua questa "avventura" di Nukumizu ed il suo gruppo di eroine perdenti.... il materiale c'è, non rimane che attendere speranzosi. Date una possibilità a questa serie, potreste perdervi una piccola perla.


metaldevilgear

Days with My Stepsister

Questa serie è stata per me una sorpresa nella sorpresa: una prima sorpresa, strettamente personale, l'avermi fatto riprovare genuino interesse per un cartone giapponese in un momento di debole entusiasmo da parte mia per il medium; la seconda, il fatto che da un soggetto tratto da light novel, intitolato "La vita con la mia sorellastra" e presentato con design e visual non proprio esaltanti, non mi sarei mai aspettato, né avrei preteso, di trovarmi davanti ad un'opera che si distinguesse nel suo genere.
Invece Gimai Seikatsu è stata questo, una produzione capace di trattare, una volta tanto, uno dei contesti straabusati delle romcom (nello specifico, una nuova convivenza fratello-sorella nata da parentela acquisita) con la dovuta sensibilità ed una giusta dose di serietà, in più facendo sfoggio di uno storytelling visivo che se in parte è dettato da limiti produttivi piuttosto evidenti, mostra tuttavia il tentativo del regista Takehiro Ueno di adottare uno stile "diverso", decisamente più accostabile al cinema orientale dal vivo che non al prodotto animato commerciale televisivo.
Ed è così che la dilatazione delle scene e dei silenzi, il distanziamento dell'inquadratura dai soggetti, la centralità dello spazio domestico, o altri espedienti di regia e di montaggio, favoriscono una narrazione altamente intimistica che si focalizza al massimo sulle attività quotidiane, sul flusso di pensieri, sugli stati emotivi dei due giovani (ma decisamente maturi) protagonisti: Yuta e Saki sono due coetanei dal carattere abbastanza riservato, combattuti tra la graduale (ma mai troppo scontata) venuta a patti coi sentimenti reciproci, ed il senso di responsabilità nei confronti dei genitori (nonché della reputazione sociale), a cui si aggiungono le consuete pressioni della vita del liceale giapponese.
Le interazioni e riflessioni dei due, che costituiscono senz'altro il cuore dell'opera, mi hanno molto colpito per la genuinità (a eccezione di qualche scambio leggermente "cerebrale"), e la pacatezza espresse, attraverso tanto il parlato (bravissimi anche i doppiatori) quanto il non detto, gli storyboard e le musiche, perfettamente in grado di muoversi su terreno così delicato.
Al netto della collocazione un po' più approssimativa di alcuni personaggi secondari, e di un'animazione prevalentemente scarna - che riesce ciononostante a risultare espressiva a tratti, anche grazie alla sopracitata regia - la visione non mi ha mai stuccato come accade in contesti narrativi simili, dove in genere si pone l'accento su una di queste opzioni: sbandieramento del dramma e della retorica, leggerezza a tutti i costi, o apoteosi dell'"ecchi sakuga".
Days with My Stepsister come si suol dire non sarà un capolavoro, ma è una storia capace di trattare con assoluto rispetto i suoi interpreti e temi portanti, e che ripaga con altrettanto riguardo lo spettatore (se cinefilo, ancora meglio). Entra in punta di piedi in questo 2024, e ci uscirà sicuramente allo stesso modo... ma è giusto valorizzarne la presenza, in mezzo a un mare ricolmo di produzioni che raramente sorprendono più.


Olimpea

Senpai is an Otokonoko

Trattare tematiche così delicate non è così semplice. Il rischio è quello di cadere nel polemico e/o nel banale, soprattutto in un periodo storico in cui vi è un impegno maggiore nel conoscere e accettare il prossimo in qualunque sua forma e convinzione. Mostrare persone, in particolar modo dei maschi, indossare abiti femminili, era un modo, in serie ormai datate, per creare una simpatica gag comica. I tempi però cambiano, e da omoni alti e muscolosi che indossano gonnelline e accarezzano i loro capelli boccolosi siamo passati ad un’opera che affronta il tema del “cross-dressing” con una delicatezza, una semplicità e soprattutto con una sensibilità che fa venire la pelle d’oca.
Makoto, il protagonista, si veste da ragazza e adora le cose carine, eppure non si sente una ragazza. Desidera semplicemente essere e fare ciò che gli piace, e i suoi amici Ryuji e Saki lo apprezzano per quello che è (beccati questo mamma di Makoto!). Certo, quando si tratta di amore, in contesti simili può esserci una confusione iniziale, nascono spontanee delle domande, e considerando i vari problemi che i personaggi devono affrontare per conto loro sono in qualche modo anche giustificati nel comportarsi in una certa maniera. Ma nonostante tutte le difficoltà e qualche piccolo conflitto di interesse, si accettano, si vogliono bene e cercano in tutti i modi di rimanere uniti. Una vera amicizia che va oltre l’apparenza, perché “l’abito non fa il monaco”.
E parlando delle dinamiche tra i tre, non si può non voler bene a questi “patatini”. Le loro interazioni sono adorabili e l’anime spinge molto con lo stile semplificato e chibi per le scene comiche. Se per voi, come per me, questa tenerezza non è abbastanza, allora vi consiglio di comprare il manga annunciato recentemente da J-POP.



Alya Sometimes Hides Her Feeling in Russian

Finalmente una rom-com diversa dal solito. Una bella boccata di aria fresca che mantiene i classici canoni del genere ma che allo stesso tempo infrange qualche stereotipo e crea degli scenari piacevoli e divertenti da guardare.
L’implementazione di una lingua straniera come il russo, infatti, rappresenta non solo un jolly per creare scene buffe tra un malinteso e l’altro, ma anche un buon pretesto narrativo per mostrare uno scorcio della lontana Russia, avvicinando di più lo spettatore al carattere freddo e distaccato della “principessa solitaria” Alya. Kuze, dal canto suo, sebbene possa inizialmente sembrare un annoiato, un dormiglione e uno scansafatiche è in realtà un ragazzo molto intelligente e perspicace. Conosce il russo, ha svolto incarichi importanti durante le medie, e cerca di essere sempre di supporto per sua sorella e anche per Alya.
I due condividono una caratterizzazione ben scritta, con motivazioni logiche, storie tristi che portano sulle loro spalle. Personalmente, posso dire di essermi vista molto in Alya e nella sua costante voglia di migliorarsi, di eccellere, e non posso nascondere che quando ho visto la scena dell’ombrello (senza fare spoiler, ma chi sa, sa) ho dovuto prendere un bel po’ di fazzoletti.
Purtroppo l’anime ha visto qualche taglietto di qua e di là, focalizzandosi maggiormente sulle scene ecchi (che per carità, come avrebbe detto Preminger dal film Barbie - La Principessa e La Povera: “Come rifiutar?”). Consiglio quindi di “arricchire l’esperienza” con la lettura del manga, annunciato di recente da J-POP, e se siete curiosi e masochisti come la sottoscritta perché non imparare a leggere il cirillico per insultare la propria crush in russo per una vera tsundere?


Riri

Yatagarasu: The Raven Does Not Choose its Master

“Orfana” della speziale, appena terminato, Yatagarasu, con la sua ambientazione di corte, mi era sembrato un degno sostituto. Ed effettivamente è stata la serie che più mi ha appassionato durante la stagione primaverile ed estiva. Una serie ricca di intrighi, misteri e colpi di scena. Protagonisti sono due “secondogeniti inetti”: il giovane principe, ritenuto da tutti senza cervello, e Yukiya, lo scapestrato figlio di una famiglia nobile che si ritroverà suo malgrado come aiutante di quest'ultimo. Yukiya viene catapultato nel mondo della corte imperiale, dove sembra essere uno dei pochi alleati del giovane principe, ostracizzato da coloro che vorrebbero vedere sul trono il fratello maggiore e che lo considerano un inetto. In realtà il giovane principe è tutt'altro che senza cervello, ma è un personaggio ben costruito che, nonostante possa apparire sconsiderato, non lascia nulla al caso ed agisce con intelligenza ed astuzia per il bene del suo paese e del popolo, sul quale è chiamato a vegliare. Tra trame e complotti, il primo cour della serie ruota principalmente attorno alla scelta della consorte mentre nel secondo ci si sposta su problemi più concreti che affliggono il paese. Se vi piacciono le storie ambientate a corte, gli intrighi politici e le tinte soprannaturali, Yatagarasu è una serie da non perdere!



The Magical Girl and The Evil Lieutenant Used to Be Archenemies

A 9 anni dalla scomparsa della sensei Cocoa Fujiwara, il suo ultimo manga, rimasto incompiuto dopo la sua prematura scomparsa, viene trasposto in una serie di episodi brevi, di circa 12 minuti l'uno. Inizio col dire che nonostante l'originale non abbia un finale, l'anime si chiude in una maniera tutto sommato accettabile, per cui vale la pena guardarlo. Una giovane, per sbarcare il lunario, accetta di diventare una maghetta, accogliendo un losco famiglio in casa. Nella sua quotidiana lotta contro il male incrocerà sulla sua strada il tenente Mira. Per il tenente scatta subito il colpo di fulmine e non riuscirà più a combattere seriamente contro Byakuya, la dolce maghetta che ha conquistato il suo cuore. Questo ovviamente innescherà una serie fraintendimenti, situazioni imbarazzanti e comiche al limite del ridicolo, da sbellicarsi dalle risate. I due protagonisti sono poi circondati da altri personaggi, altrettanto assurdi come loro come, ad esempio, la maghetta sboccata o i bizzarri collaboratori di Mira. Accanto ai momenti divertenti non mancano le scene dolci e tenere tra i due protagonisti. Una commedia romantica divertente e dolcissima.


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