Recensione
Persona - trinity soul
5.0/10
L'anime è pieno di elementi vincenti: il paranormale, una buona grafica, belle musiche, una trama articolata. Ma, ahimè, questi elementi diventano il suo stesso punto debole fino a infossarlo: un'ottima arma in mani maldestre, insomma. Uno spreco. Perché il paranormale diventa un fattore incomprensibile e confusionario, la bella grafica si dimentica di rendere vivi i personaggi mantenendoli espressivamente statici, e la trama articolata rimane soffocata e poco chiara fino all'ultimo episodio, dove si raggiunge l'apice della nebulosità. Eppure l'idea che in ognuno di noi ci sia una Persona, ovvero la materializzazione spirituale del nostro sub-inconscio, è accattivante. Non sarà nuova, ma sicuramente non perde il suo fascino. In "Trinity Soul" vi sono ragazzi che possono richiamare quello che si annida nel loro io più profondo: si tratta di guerrieri spirituali e angeli cyborg che agiscono secondo il puro istinto dei loro evocatori. Un'abilità di cui gli adulti non possono disporre: crescere infatti comporta l'incapacità di ricorrere al proprio Persona. Fortunatamente l'anime non si riduce a un susseguirsi di scontri tra Persona, i combattimenti in realtà sono davvero pochi (e poco lampanti, a volte), piuttosto queste entità trascendentali partecipano al meccanismo narrativo che dà forma agli eventi, proponendo il passato e il presente dei protagonisti. Emergono ferite, rimpianti, emozioni, sentimenti repressi. Un'ottima scelta, appunto, peccato gli autori riescano malamente nell'intento e lo spettatore spesso fatichi a seguire le evoluzioni della storia. Il problema non è il mistero, che non manca, ma com'è trattato e proposto. Ed è questo che è fatto davvero male.
Non ne consiglio la visione, purtroppo. C'è di meglio.
Non ne consiglio la visione, purtroppo. C'è di meglio.