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Portato finalmente a termine il tanto agognato spettacolo teatrale scritto da Nagisa, le condizioni di salute della ragazza peggiorano improvvisamente, precludendole per il secondo anno di fila il superamento dell'anno accademico. Tomoya, promosso insieme al resto dei suoi amici, inizia intanto a lavorare, dando al contempo una mano alla famiglia della sua ragazza. Quali sorprese attenderanno il futuro dei due giovani fidanzati, ora che, finita l'età adolescenziale, la loro vita è a un punto di svolta?

I temi trattati nella prima serie sono ripresi e ulteriormente sviluppati in questo seguito, dove i due protagonisti, abbandonando il contesto della vita scolastica, iniziano ad affrontare per la prima volta in modo diretto gli ostacoli che si interpongono tra sé stessi e le proprie ambizioni, avvicinandosi così in modo definitivo al proprio futuro. L'aspetto "slices of Life" inizia quindi in "After story" a farsi gradualmente da parte dopo una prima metà della serie, favorendo l'emergere di aspetti tipici della "commedia di formazione" nell'esporre la crescita dei protagonisti.
Un ottimo sviluppo quindi quello della storia, che finalmente, alleggerita della necessità di dovere presentare nuovi personaggi, riesce a prendere veramente lo spettatore con un ritmo non certo intenso, ma comunque coinvolgente.

Il miraggio di un'opera perfetta trova tuttavia uno scomodo ostacolo ancora una volta nelle scelte fatte a livello di storia, instillando nello spettatore tutta una serie di interrogativi visto lo sviluppo della stessa. Che senso può aver avuto impiegare ¾ della narrazione (l'intera prima stagione più metà circa della seconda) per approfondire (e nemmeno così tanto poi) la conoscenza di personaggi che poi, nella parte più decisiva, scompaiono in toto? Perché non dedicare più tempo alla maturità dei due personaggi principali, invece che rallentare il ritmo narrativo con una puntata filler su partite di baseball e via dicendo?
Insomma, l'impressione purtroppo è che ancora una volta la conversione tra l'impostazione di narrazione di una visual novel e quella di una serie animata abbia portato con sé dei grossi problemi, che lasciano senz'altro l'amaro in bocca.
Trovo bello il finale, una sorta di ultimo inno alla vita e punto di convergenza dello spirito generale dell'opera.

La grafica migliora nettamente come qualità rispetto al precedente appuntamento, presentando dei colori e dei disegni più vivi, nonché raffinando in parte il character design, che per inciso non cambia, ma assume dei tratti un po' meno ovattati. Belle musiche, soprattutto nella parte finale, dove sarebbe stato quanto mai irrispettoso non fare corrispondere a un innalzamento dei temi trattati una colonna sonora degna di tale nome.
Voto: 7/ 7 e mezzo - Al di là della convinzione generale, è mia opinione non ritenere la saga di 'Clannad' come un capolavoro assoluto, ma semplicemente come una buona opera, capace di appassionare ma anche di creare una certa irritazione a causa dell'impostazione narrativa scelta. Sbaglierei dicendo che è un'opera consigliata a tutti, ma senz'altro, una chance, la merita.