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6.0/10
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Tomoya Okazaki è uno studente dal carattere estremamente distaccato, ormai giunto all'ultimo anno del liceo da lui frequentato. Il primo giorno del nuovo anno scolastico, il ragazzo fa la conoscenza della minuta Nagisa Furukawa, una giovane ragazza che a causa delle proprie condizioni di salute instabili ha dovuto suo malgrado ripetere l'anno.
I due stringono, forse soprattutto a causa della loro natura così profondamente diversa, sin da subito una forte amicizia, decidendo di rimettere in sesto il club di recitazione e di puntare al compimento del sogno della ragazza, ovvero rappresentare il soggetto originale scritto da Nagisa stessa (basato su uno spettacolo che vide da piccola). Inizia così una lunga storia di amore e amicizia basata sulla relazione non solo tra i due protagonisti, ma anche degli stessi con i loro amici.

La commedia scolastica/slices of life, diciamocelo, è ormai da tempo un genere ampiamente abusato nel mondo dell'animazione giapponese, eppure c'è sempre chi, reinterpretando a proprio modo i canoni classici dello stesso, riesce a innovare parzialmente gli stereotipi di base, regalandoci delle piccole perle. "Clannad" in tale ottica può essere considerato come un successo solo a metà: se da una parte infatti la trattazione del ciclo scolastico dei due protagonisti e dei loro amici è ampiamente dettagliata, dall'altra le debolezze intrinseche derivanti dalla trasposizione visual novel-anime si fanno indubbiamente sentire, penalizzandone la resa sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi stessi sia per il ritmo narrativo.

Tra tutti è proprio la gestione dei personaggi forse il punto più dolente di tutto l'impianto; la scelta di basare la narrazione sulle vicende di un cast così nutrito come quello di "Clannad" appare sin da subito estremamente rischiosa, soprattutto contando la grande differenza che intercorre tra il minutaggio disponibile per la narrazione in un anime e quello di una visual novel. Il risultato? Vicende dagli spunti interessanti, ma che purtroppo finiscono per essere strozzate dalla necessità di destinare a ogni ciclo (che di volta in volta va a introdurre un personaggio) un determinato lasso di tempo, fallendo allo stesso tempo sia nello scopo di fare conoscere in modo approfondito i personaggi, sia in quello di portare avanti un ritmo narrativo adeguato - che al contrario spesso si rivela eccessivamente piatto, trasmettendo a tratti anche un certo senso di irritazione.
Ultima parentesi da dedicare senz'altro all'atmosfera globale del racconto, sapientemente in bilico nella sua perenne ricerca del realismo tra la volontà di trasmettere un messaggio relativo alla gioia di vivere e lo spettro dei drammi personali che incombono sui vari personaggi.

Sebbene non ne apprezzi molto il character design, soprattutto l'uso di occhi sproporzionati e un viso così innaturale, è pressoché innegabile la qualità grafica del lavoro in questione, soprattutto per quanto riguarda l'uso di effetti luminosi e la cura degli scenari. La musiche strumentali sono di buon livello, perfettamente adatte al contesto di uso.
Voto: 6 e mezzo - La scommessa di puntare sul massimo realismo possibile in uno slice of life purtroppo si rivela in parte un'arma a doppio taglio per "Clannad", un'opera che volendo presenta veramente mille spunti, ma che nei fatti manca del giusto respiro temporale per svilupparli al meglio. Se si fosse puntato su un adattamento basato su meno personaggi, credo che il risultato sarebbe stato decisamente migliore.