Recensione
"Vorrei che tu esaudissi il mio desiderio"
La tragica morte di una dolce bambina (Meiko Honma, chiamata "Menma") sconvolge la vita dei suoi più cari amici, provocando una frattura che disgregherà il loro piccolo gruppo d'infanzia. Passano gli anni e i 5 "ex-busters della pace" (nome del gruppo), ormai in piena adolescenza, hanno intrapreso ognuno una strada diversa, perdendo ogni contatto con gli altri, con la speranza di dimenticare quei brutti momenti. Come un fulmine a ciel sereno, però, uno di loro (Jinta Yadomi, soprannominato "Jintan") riceve la sorprendente visita dello spirito di Meiko, la quale gli chiede di esaudire un suo desiderio (che, a quanto pare, non riesce a ricordare). In ricordo di una vecchia cotta nei suoi confronti, Jinta decide di aiutarla a raggiungere il Nirvana, coinvolgendo anche tutti gli altri suoi compagni quasi - dimenticati, cosa che farà riemergere rancori e amori passati.
"Anohana" (Ano hi mita hana no namae o bokutachi wa mada shiranai titolo completo) è stato il mio primo anime che ho visto completamente, direi il mio "primo passo" in questo particolare e affascinante mondo (anime e manga) e confermo che è stata una scelta azzeccata. Però, ad essere franchi, ammetto che ci ha messo un po' a convincermi. Infatti dopo i primi 4 episodi ero sinceramente deluso da quello che stavo guardando. Io scelsi questo titolo per il suo genere tragico, mi aspettavo una storia triste, con scene drammatiche, con un certo livello di pathos, ma questi non erano presenti, anzi sembrava una vera e propria commedia. Inoltre la trama risultava lenta, noiosa, con personaggi piatti, già visti e anonimi. La cosa che mi fece storcere di più il naso era che il tema della morte non fosse per niente percettibile (neanche dalla diretta interessata), lasciando il posto ad una atmosfera "caramellosa" da darmi il fastidio. Poi venne il quinto episodio, e il treno cambiò binario, finalmente cominciai a sentire un'aura di pessimismo e tristezza più le scene scorrevano e, soprattutto, la storia ingranò la marcia. E' in questo momento che i personaggi mostrano il proprio essere, i loro pensieri, i vecchi rancori che serpeggiavano dentro il gruppo. Amori non corrisposti (anche se questo argomento è un po' tirato per i capelli), gelosie, invidia, frustrazioni che mostrano un'evoluzione della loro psicologia (chi più, chi meno), che li rende quantomeno interessanti. Quello che più spicca è senza dubbio il personaggio di "Yukiatsu", un ragazzo con un senso di "inferiorità" nei confronti di Jintan (sia da piccolo, che da grande), causato da un amore non corrisposto per Menma a vantaggio dello stesso Jintan. In più non riesce ad accettare il fatto che il suo amore sia morto, cosa che lo porterà a travestirsi come Meiko, pur di sentirsi vicino a lei. Un altro esempio è la madre di Menma, anche se non ha avuto molto spazio, ma sufficiente per colpirmi. Con il passare degli episodi aumentano le scene drammatiche insieme al livello del pathos, che raggiunge il suo apice nel finale, il momento più toccante di tutto l'anime. Non sono un tipo che cede alle lacrime davanti a un film, o a una storia in generale, ma so riconoscere quando un'opera fa piangere o meno e Anohana è una di queste. Molta gente può non essere d'accordo, visto che qui ogni scena drammatica è seguita con il pianto o dalla classica confessione (a volte tutte e due) di uno dei personaggi (addirittura ce ne è una in cui tutti piangono) e che alcuni temi non vengano approfonditi (tipo la questione della morte, del Nirvana, della reincarnazione...), ma non penso che quest'opera sia adibita a questo scopo. Anohana è un anime che si rivolge a una grande fetta di pubblico (il personaggio di Meiko Honma ha conquistato il cuore di tantissime persone) e certamente gli autori hanno puntato su di loro, ottenendo più consensi, che non sarebbe stato possibile con argomenti più "alti". Parlando dei disegni, devo dire che mi sono piaciuti molto, in particolar modo gli sfondi e i paesaggi, fatti veramente bene, le animazioni scorrono fluide ed è un piacere guardarle. L'audio adibisce perfettamente allo scopo di toccare il cuore di chi guarda e le sigle d'apertura e chiusura sono molto godibili.
Or dunque! All'inizio avevo deciso di dare ad Anohana un 7, ma andando avanti con la storia, mi sono ricreduto e penso che un 8 sia la scelta migliore. (Dal quinto episodio) Riesce ad intrattenere, simpatizzi per i protagonisti, sei curioso di sapere come andrà a finire, e alla fine dell'avventura rimani con un senso di agrodolce che ti rimane nel cuore. Perciò sono rimasto soddisfatto e lo consiglio vivamente a tutti coloro che (come me) vogliono addentrarsi nel mondo-anime e agli amanti del genere.
La tragica morte di una dolce bambina (Meiko Honma, chiamata "Menma") sconvolge la vita dei suoi più cari amici, provocando una frattura che disgregherà il loro piccolo gruppo d'infanzia. Passano gli anni e i 5 "ex-busters della pace" (nome del gruppo), ormai in piena adolescenza, hanno intrapreso ognuno una strada diversa, perdendo ogni contatto con gli altri, con la speranza di dimenticare quei brutti momenti. Come un fulmine a ciel sereno, però, uno di loro (Jinta Yadomi, soprannominato "Jintan") riceve la sorprendente visita dello spirito di Meiko, la quale gli chiede di esaudire un suo desiderio (che, a quanto pare, non riesce a ricordare). In ricordo di una vecchia cotta nei suoi confronti, Jinta decide di aiutarla a raggiungere il Nirvana, coinvolgendo anche tutti gli altri suoi compagni quasi - dimenticati, cosa che farà riemergere rancori e amori passati.
"Anohana" (Ano hi mita hana no namae o bokutachi wa mada shiranai titolo completo) è stato il mio primo anime che ho visto completamente, direi il mio "primo passo" in questo particolare e affascinante mondo (anime e manga) e confermo che è stata una scelta azzeccata. Però, ad essere franchi, ammetto che ci ha messo un po' a convincermi. Infatti dopo i primi 4 episodi ero sinceramente deluso da quello che stavo guardando. Io scelsi questo titolo per il suo genere tragico, mi aspettavo una storia triste, con scene drammatiche, con un certo livello di pathos, ma questi non erano presenti, anzi sembrava una vera e propria commedia. Inoltre la trama risultava lenta, noiosa, con personaggi piatti, già visti e anonimi. La cosa che mi fece storcere di più il naso era che il tema della morte non fosse per niente percettibile (neanche dalla diretta interessata), lasciando il posto ad una atmosfera "caramellosa" da darmi il fastidio. Poi venne il quinto episodio, e il treno cambiò binario, finalmente cominciai a sentire un'aura di pessimismo e tristezza più le scene scorrevano e, soprattutto, la storia ingranò la marcia. E' in questo momento che i personaggi mostrano il proprio essere, i loro pensieri, i vecchi rancori che serpeggiavano dentro il gruppo. Amori non corrisposti (anche se questo argomento è un po' tirato per i capelli), gelosie, invidia, frustrazioni che mostrano un'evoluzione della loro psicologia (chi più, chi meno), che li rende quantomeno interessanti. Quello che più spicca è senza dubbio il personaggio di "Yukiatsu", un ragazzo con un senso di "inferiorità" nei confronti di Jintan (sia da piccolo, che da grande), causato da un amore non corrisposto per Menma a vantaggio dello stesso Jintan. In più non riesce ad accettare il fatto che il suo amore sia morto, cosa che lo porterà a travestirsi come Meiko, pur di sentirsi vicino a lei. Un altro esempio è la madre di Menma, anche se non ha avuto molto spazio, ma sufficiente per colpirmi. Con il passare degli episodi aumentano le scene drammatiche insieme al livello del pathos, che raggiunge il suo apice nel finale, il momento più toccante di tutto l'anime. Non sono un tipo che cede alle lacrime davanti a un film, o a una storia in generale, ma so riconoscere quando un'opera fa piangere o meno e Anohana è una di queste. Molta gente può non essere d'accordo, visto che qui ogni scena drammatica è seguita con il pianto o dalla classica confessione (a volte tutte e due) di uno dei personaggi (addirittura ce ne è una in cui tutti piangono) e che alcuni temi non vengano approfonditi (tipo la questione della morte, del Nirvana, della reincarnazione...), ma non penso che quest'opera sia adibita a questo scopo. Anohana è un anime che si rivolge a una grande fetta di pubblico (il personaggio di Meiko Honma ha conquistato il cuore di tantissime persone) e certamente gli autori hanno puntato su di loro, ottenendo più consensi, che non sarebbe stato possibile con argomenti più "alti". Parlando dei disegni, devo dire che mi sono piaciuti molto, in particolar modo gli sfondi e i paesaggi, fatti veramente bene, le animazioni scorrono fluide ed è un piacere guardarle. L'audio adibisce perfettamente allo scopo di toccare il cuore di chi guarda e le sigle d'apertura e chiusura sono molto godibili.
Or dunque! All'inizio avevo deciso di dare ad Anohana un 7, ma andando avanti con la storia, mi sono ricreduto e penso che un 8 sia la scelta migliore. (Dal quinto episodio) Riesce ad intrattenere, simpatizzi per i protagonisti, sei curioso di sapere come andrà a finire, e alla fine dell'avventura rimani con un senso di agrodolce che ti rimane nel cuore. Perciò sono rimasto soddisfatto e lo consiglio vivamente a tutti coloro che (come me) vogliono addentrarsi nel mondo-anime e agli amanti del genere.