Recensione
Guilty Crown
5.0/10
A mio avviso, Guilty Crown è il perfetto esempio di come sia possibile sprecare una grande opportunità. Quest'anime possedeva tutte le carte in tavola per divenire un'opera di tutto rispetto: una trama interessante, dei personaggi molto interessanti e variegati, una buona dose di mistero, un comparto audio degno di nota e dei disegni di altissimo livello. E allora come è possibile che abbia riservato un 5/10? Ecco perchè:
Il doppiaggio in generale è di ottimo livello, e insieme alle piacevoli canzoni della co-protagonista, il comparto audio è sicuramente un punto di forza della serie. Ho poi il dovere di menzionare la doppiatrice di Inori/Mana (Ai Kayano), la cui voce difficilmente la si può scordare (potete averla sentita doppiare Y'shtola in FFXIV o Roman Saotome in Sket Dance, per citarne un paio).
I disegni sono ben realizzati, e seppur con qualche discutibile scelta di design (dove sono finiti i nasi?), le scene d'azione sono veramente ottime.
Se avete dato un'occhiata alla trama, vi sarete accorti come questa non sia proprio il massimo dell'originalità, ma fornisce comunque dei buoni spunti. Spunti quasi totalmente ignorati... Fin dal primo episodio, gli eventi si susseguono con crescente rapidità ed eccessiva fretta, senza troppe spiegazioni alle innumerevoli domande dello spettatore, fino alla metà della serie (ep. 12), momento in cui si giunge ad una svolta. Tale momento è talmente marcato che si può tranquillamente parlare di una seconda stagione dell'anime stesso. La trama viene stravolta, e i toni e le ambientazioni si fanno estremamente più cupe (a la Darker Than Black, per fare un paragone), rendendo in effetti tutto ancora più interessante. Ed è questo il problema: l'intera trama è un susseguirsi di misteri e domande a cui si attende risposta, che alla fine vengono prese e gettate via.
Degli innumerevoli personaggi (alcuni estremamente interessanti) di cui fino alla fine si spera di sapere qualcosa in più, o vengono fatti sparire oppure proseguono il loro ingrato ruolo di comparse. La crescita emotiva del protagonista, particolarmente elaborata e progressiva nel corso della storia, sembra aver assorbito quella che avrebbero dovuto avere anche gli altri, insieme agli approfondimenti necessari per comprendere maggiormente i vari personaggi. Il senso di incompletezza e di opportunità sprecata in questo senso è sempre più forte, e finisce col rovesciare un bicchiere di cenere nella bocca dello spettatore quando, alla fine della storia, si rende conto che quasi ogni cosa buona è stata solo abbozzata e/o buttata lì, senza svilupparla e presentarla per quello che avrebbe potuto essere. "Perchè??" è una domanda che ci si pone fin troppe volte, guardando Guilty Crown. E la parte peggiore, è che quasi mai si ottiene una risposta.
Il finale è l'opposto di ciò che una fragola è sulla cima di una torta. Un pugno nello stomaco, dopo una brutta giornata, ma piena di speranze. Si potrebbe parlare di finale serio, oppure non scontato, o ancora di destino ("Così doveva andare"), ma se si è guardato con passione quest'anime, non si può che provare un senso di amarezza davanti alle ultime scene, che sembrano oltremodo forzate, per volere un finale insolito. In quel momento, ho provato un senso di rabbia e schernimento come mai era accaduto prima, al termine della visione di un anime.
Chiudendo, guardare Guilty Crown è stata un'esperienza nel complesso piacevole. Ho respirato aria di Code Geass e Neon Genesis Evangelion ad ogni episodio. Mio malgrado sono solito ad affezionarmi molto ai personaggi, e per le persone empatiche come me, Guilty Crown è un crescendo di emozioni, che però non giunge al culmine vero e proprio che meriterebbero: si accumulano nel corso della serie, arrivando allo zenith in cui ci si è ingoiato troppi rospi per non avere le risposte, gli approfondimenti, le spiegazioni e il finale che si è meritato.
Il doppiaggio in generale è di ottimo livello, e insieme alle piacevoli canzoni della co-protagonista, il comparto audio è sicuramente un punto di forza della serie. Ho poi il dovere di menzionare la doppiatrice di Inori/Mana (Ai Kayano), la cui voce difficilmente la si può scordare (potete averla sentita doppiare Y'shtola in FFXIV o Roman Saotome in Sket Dance, per citarne un paio).
I disegni sono ben realizzati, e seppur con qualche discutibile scelta di design (dove sono finiti i nasi?), le scene d'azione sono veramente ottime.
Se avete dato un'occhiata alla trama, vi sarete accorti come questa non sia proprio il massimo dell'originalità, ma fornisce comunque dei buoni spunti. Spunti quasi totalmente ignorati... Fin dal primo episodio, gli eventi si susseguono con crescente rapidità ed eccessiva fretta, senza troppe spiegazioni alle innumerevoli domande dello spettatore, fino alla metà della serie (ep. 12), momento in cui si giunge ad una svolta. Tale momento è talmente marcato che si può tranquillamente parlare di una seconda stagione dell'anime stesso. La trama viene stravolta, e i toni e le ambientazioni si fanno estremamente più cupe (a la Darker Than Black, per fare un paragone), rendendo in effetti tutto ancora più interessante. Ed è questo il problema: l'intera trama è un susseguirsi di misteri e domande a cui si attende risposta, che alla fine vengono prese e gettate via.
Degli innumerevoli personaggi (alcuni estremamente interessanti) di cui fino alla fine si spera di sapere qualcosa in più, o vengono fatti sparire oppure proseguono il loro ingrato ruolo di comparse. La crescita emotiva del protagonista, particolarmente elaborata e progressiva nel corso della storia, sembra aver assorbito quella che avrebbero dovuto avere anche gli altri, insieme agli approfondimenti necessari per comprendere maggiormente i vari personaggi. Il senso di incompletezza e di opportunità sprecata in questo senso è sempre più forte, e finisce col rovesciare un bicchiere di cenere nella bocca dello spettatore quando, alla fine della storia, si rende conto che quasi ogni cosa buona è stata solo abbozzata e/o buttata lì, senza svilupparla e presentarla per quello che avrebbe potuto essere. "Perchè??" è una domanda che ci si pone fin troppe volte, guardando Guilty Crown. E la parte peggiore, è che quasi mai si ottiene una risposta.
Il finale è l'opposto di ciò che una fragola è sulla cima di una torta. Un pugno nello stomaco, dopo una brutta giornata, ma piena di speranze. Si potrebbe parlare di finale serio, oppure non scontato, o ancora di destino ("Così doveva andare"), ma se si è guardato con passione quest'anime, non si può che provare un senso di amarezza davanti alle ultime scene, che sembrano oltremodo forzate, per volere un finale insolito. In quel momento, ho provato un senso di rabbia e schernimento come mai era accaduto prima, al termine della visione di un anime.
Chiudendo, guardare Guilty Crown è stata un'esperienza nel complesso piacevole. Ho respirato aria di Code Geass e Neon Genesis Evangelion ad ogni episodio. Mio malgrado sono solito ad affezionarmi molto ai personaggi, e per le persone empatiche come me, Guilty Crown è un crescendo di emozioni, che però non giunge al culmine vero e proprio che meriterebbero: si accumulano nel corso della serie, arrivando allo zenith in cui ci si è ingoiato troppi rospi per non avere le risposte, gli approfondimenti, le spiegazioni e il finale che si è meritato.