Recensione
Si alza il vento
10.0/10
"La sua giovane vita è come una scia d'aeroplano", così recita un verso della canzone che accompagna i titoli di coda. Il film racconta la vita di Jirou, un giovane ragazzo giapponese che, fin da quando era piccolo, ha sempre avuto una passione per gli aeroplani e il volo. La sua ambizione di diventare un pilota svanisce sul nascere, in quanto miope; ma la sua passione e l'attrazione che questa rappresenta induce il giovane a scegliere una diversa strada. Ed è in un sogno che avviene l'incontro con Caproni (personaggio al quale sarà legato per tutta la vita) e che, incoraggiato da questi, prende la decisione di diventare un progettista. Una decisione che risulterà sofferta, in quanto come dice Caproni "costruire aeroplani è un sogno maledetto". Così la vita di Jirou sarà una maledizione, e gli toccherà scoprire le gioie e i dolori che comporta vivere un mestiere del genere in un'epoca dove la guerra regna sovrana.
"Si alza il vento" è l'ultimo film di Miyazaki, un vero gioiello dell'animazione tradizionale, dominato da lunghi momenti di silenzio e una colonna sonora (composta da Joe Hisaishi, che come al solito non delude) in grado di accompagnare il pubblico in un percorso che dura una vita, tra paesaggi immersi nella natura e paesaggi artificiali, tra momenti di speranza e momenti di disperazione.
Ma è la componente onirica, che andrà avanti per tutta la durata del film, a rappresentare un po' il fulcro di tutto il film. In un luogo a metà tra il paradiso, ove i progetti prendono vita come uno desidera che siano, e l'inferno, poiché fonte di turbamento e sede di quei lavori che risulteranno un fallimento o che costeranno la vita a migliaia di vittime innocenti. Lì, il protagonista rinnova con fermezza la sua volontà di diventare un progettista e, sempre lì, si rende conto degli errori commessi e di quanta sofferenza gli avrebbe provocato seguire quella strada particolarmente irta e spesso invisibile, la via per chi sceglie di realizzare il proprio sogno maledetto. Nel sogno poi, un po' come in "Porco Rosso", si incontrano i piloti che con orgoglio son morti cavalcando le creazioni del giovane, che non scenderanno mai più sulla terra, dato che, dopo aver preso il volo, il cielo li inghiottirà per sempre. Nonostante ciò, talvolta il sogno si mescola alla realtà; ma ad ogni successo corrisponderà un ulteriore fallimento, determinato soprattutto dalle circostanze e dai motivi per cui gli aeroplani all'epoca venivano creati. Si dovrà ridurre il peso e la velocità di un aereo per inserire le bombe che verranno utilizzate in guerra, a discapito della gioia che l'uomo dovrebbe avere nel poter coronare il suo più grande sogno: volare rapido e libero nel cielo, laddove si alza il vento.
Al vento si potrebbero anche associare i vari personaggi, tutti caratterizzati in maniera sublime. Protagonista indiscusso è ovviamente Jirou, giovane talentuoso, dotato di una determinazione e di un impegno senza limiti, che somiglia un po' a un uragano, in grado di scuotere gli animi di coloro che lo seguono e di rivoluzionare il proprio paese. Caproni, fonte d'ispirazione per Jirou, rispecchia invece le qualità di una folata di vento, in grado di "agitare" sia il mondo, con le sue invenzioni, sia gli altri progettisti, a seguir le sue orme. Nahoko, la giovane ragazza di cui Jirou si innamora a prima vista, può essere paragonata a una brezza gentile, che coglie il protagonista nell'attimo in cui ha più forza, per smuoverlo e dargli ulteriore coraggio. Persino i personaggi secondari o quelli che hanno un piccolo siparietto, alla fine rimangono impressi nella mente di chi ha visto il film. Come dimenticarsi Castorp? Una persona per così dire "magica", dotata di un fascino enigmatico, che differisce totalmente dalle persone che Jirou incontra in Germania e che gli offre supporto in un momento per lui cruciale. O di Kayo, la sorella minore del protagonista, che in un'epoca in cui l'emancipazione femminile ancora non esisteva, riesce a diventare medico e che più volte vediamo rimproverare quell' "insensibile" di suo fratello, al fine di fargli comprendere i propri errori.
Insomma, "Si alza il vento" è un film a dir poco stupendo, in grado di conciliare i diversi aspetti della vita di Tokyo negli anni '20 del '900 e in grado di far eco e in parte superare gli altri grandi titoli del maestro Miyazaki, accentuandone la magnificenza e introducendo, al contempo, una figura del tutto nuova: Jirou, il giovane ragazzo che, consapevole delle sue scelte, affronta senza alcun indugio le avversità della vita, senza mai sentire il bisogno di voltarsi indietro, cavalcando la scia del suo più grande sogno; che riprendendo la citazione di prima coincide proprio con la scia di un aeroplano.
Per le ragioni sopra elencate, non posso che consigliare questo film a chiunque. Coloro che hanno già apprezzato le altre opere di Miyazaki non potranno di certo che elogiare questo titolo; ma anche coloro che ignorano un tale maestro dell'animazione sapranno riconoscere il valore che questo titolo possiede. Tuttavia, vorrei aggiungere che c'è bisogno che questo film lo si ascolti in silenzio, poiché il silenzio molte volte ci sussurra delle cose, ci fa capire il significato di queste e tramite esso i personaggi ci raccontano le loro storie, le loro visioni e i loro sogni.
"Si alza il vento" è l'ultimo film di Miyazaki, un vero gioiello dell'animazione tradizionale, dominato da lunghi momenti di silenzio e una colonna sonora (composta da Joe Hisaishi, che come al solito non delude) in grado di accompagnare il pubblico in un percorso che dura una vita, tra paesaggi immersi nella natura e paesaggi artificiali, tra momenti di speranza e momenti di disperazione.
Ma è la componente onirica, che andrà avanti per tutta la durata del film, a rappresentare un po' il fulcro di tutto il film. In un luogo a metà tra il paradiso, ove i progetti prendono vita come uno desidera che siano, e l'inferno, poiché fonte di turbamento e sede di quei lavori che risulteranno un fallimento o che costeranno la vita a migliaia di vittime innocenti. Lì, il protagonista rinnova con fermezza la sua volontà di diventare un progettista e, sempre lì, si rende conto degli errori commessi e di quanta sofferenza gli avrebbe provocato seguire quella strada particolarmente irta e spesso invisibile, la via per chi sceglie di realizzare il proprio sogno maledetto. Nel sogno poi, un po' come in "Porco Rosso", si incontrano i piloti che con orgoglio son morti cavalcando le creazioni del giovane, che non scenderanno mai più sulla terra, dato che, dopo aver preso il volo, il cielo li inghiottirà per sempre. Nonostante ciò, talvolta il sogno si mescola alla realtà; ma ad ogni successo corrisponderà un ulteriore fallimento, determinato soprattutto dalle circostanze e dai motivi per cui gli aeroplani all'epoca venivano creati. Si dovrà ridurre il peso e la velocità di un aereo per inserire le bombe che verranno utilizzate in guerra, a discapito della gioia che l'uomo dovrebbe avere nel poter coronare il suo più grande sogno: volare rapido e libero nel cielo, laddove si alza il vento.
Al vento si potrebbero anche associare i vari personaggi, tutti caratterizzati in maniera sublime. Protagonista indiscusso è ovviamente Jirou, giovane talentuoso, dotato di una determinazione e di un impegno senza limiti, che somiglia un po' a un uragano, in grado di scuotere gli animi di coloro che lo seguono e di rivoluzionare il proprio paese. Caproni, fonte d'ispirazione per Jirou, rispecchia invece le qualità di una folata di vento, in grado di "agitare" sia il mondo, con le sue invenzioni, sia gli altri progettisti, a seguir le sue orme. Nahoko, la giovane ragazza di cui Jirou si innamora a prima vista, può essere paragonata a una brezza gentile, che coglie il protagonista nell'attimo in cui ha più forza, per smuoverlo e dargli ulteriore coraggio. Persino i personaggi secondari o quelli che hanno un piccolo siparietto, alla fine rimangono impressi nella mente di chi ha visto il film. Come dimenticarsi Castorp? Una persona per così dire "magica", dotata di un fascino enigmatico, che differisce totalmente dalle persone che Jirou incontra in Germania e che gli offre supporto in un momento per lui cruciale. O di Kayo, la sorella minore del protagonista, che in un'epoca in cui l'emancipazione femminile ancora non esisteva, riesce a diventare medico e che più volte vediamo rimproverare quell' "insensibile" di suo fratello, al fine di fargli comprendere i propri errori.
Insomma, "Si alza il vento" è un film a dir poco stupendo, in grado di conciliare i diversi aspetti della vita di Tokyo negli anni '20 del '900 e in grado di far eco e in parte superare gli altri grandi titoli del maestro Miyazaki, accentuandone la magnificenza e introducendo, al contempo, una figura del tutto nuova: Jirou, il giovane ragazzo che, consapevole delle sue scelte, affronta senza alcun indugio le avversità della vita, senza mai sentire il bisogno di voltarsi indietro, cavalcando la scia del suo più grande sogno; che riprendendo la citazione di prima coincide proprio con la scia di un aeroplano.
Per le ragioni sopra elencate, non posso che consigliare questo film a chiunque. Coloro che hanno già apprezzato le altre opere di Miyazaki non potranno di certo che elogiare questo titolo; ma anche coloro che ignorano un tale maestro dell'animazione sapranno riconoscere il valore che questo titolo possiede. Tuttavia, vorrei aggiungere che c'è bisogno che questo film lo si ascolti in silenzio, poiché il silenzio molte volte ci sussurra delle cose, ci fa capire il significato di queste e tramite esso i personaggi ci raccontano le loro storie, le loro visioni e i loro sogni.