Recensione
Tokyo Ghoul
8.0/10
Ho visto questo anime dietro consiglio di un amico per intero in una serata.
Inizialmente ho avuto proprio il desiderio di lasciar stare perché in varie parti, dopo aver catturato l'attenzione per l'idea, si sviluppa in modo lento, pure troppo, con dialoghi e scene di vita quotidiana di una qualsiasi serie scolastica o kanojo; poi, verso la fine, e in particolare le ultime due puntate, sale di giri e diviene davvero interessante.
Far convivere nella Tokyo moderna due razze simili esteticamente, ma ben diverse per modi di vivere, non è male. La razza umana, con tutti i pregi e difetti ben conosciuti, e i ghoul, che sarebbero delle "persone" (originate, a parte Kaneki, in qualche modo...) dotate di poteri paranormali e che per nutrirsi devono mangiare carne umana, poiché tutto il resto, per loro, è immangiabile. Ecco che qui, allora, si sviluppa, ovviamente un circuito in cui convivono nello stesso recinto i lupi e gli agnelli, con risultati che è facile immaginare in tema di scene di banchetti e sangue in genere.
All'interno di questa situazione scorgo il conflitto fra le parti che hanno dato all'opera qualcosa di più di una pura carneficina. Parlo del confitto fra umani e ghoul per la pura sopravvivenza, ivi incluse le squadre investigative e di caccia ai ghoul, il conflitto fra ghoul e ghoul per l'approccio alla "vita" e alla convivenza con gli umani. Caratterialmente, come gli umani, costoro possono essere più distruttivi e con poco/nullo rispetto della vita altrui e possono essere invece "collaborativi" nel limite del loro possibile menù, con gli umani e nei loro rapporti interni. I ghoul vengono quindi umanizzati, vengono resi simili all'altra razza sia quando viene mostrato il sadismo e la cattiveria, la morte di altri non per reale necessità ma per puro divertimento (come avviene del resto fra gli umani che uccidono altri uomini e animali) e quando viene mostrato l'amore (ai limiti dell'impossibile) in una coppia e l'amore materno/familiare che non conosce differenze fra le specie.
Altro aspetto che mi è rimasto nasce alla fine dell'opera, proprio nell'ultima puntata, con un avvitamento di scene, colori, sensazioni del protagonista e scoperta (accettazione?) del proprio "io" dopo puntate di dubbi, incredulità e incertezze.
Forse vedo una considerazione verso la società giapponese, molto rigida e molto formale, con una critica neanche tanto velata al karoshi, forse vedo il messaggio con la necessità di riuscire ad accettarsi così come si è, cosa che stando ad episodi di cronaca, in una società così inquadrata e così competitiva fin dall'infanzia, non riesce in più occasioni. Forse ho esagerato nel vedere tali indicazioni e sono stati solo momenti per costruire puntate e un seguito; in ogni caso un'opera, per me, da voto 8.
Inizialmente ho avuto proprio il desiderio di lasciar stare perché in varie parti, dopo aver catturato l'attenzione per l'idea, si sviluppa in modo lento, pure troppo, con dialoghi e scene di vita quotidiana di una qualsiasi serie scolastica o kanojo; poi, verso la fine, e in particolare le ultime due puntate, sale di giri e diviene davvero interessante.
Far convivere nella Tokyo moderna due razze simili esteticamente, ma ben diverse per modi di vivere, non è male. La razza umana, con tutti i pregi e difetti ben conosciuti, e i ghoul, che sarebbero delle "persone" (originate, a parte Kaneki, in qualche modo...) dotate di poteri paranormali e che per nutrirsi devono mangiare carne umana, poiché tutto il resto, per loro, è immangiabile. Ecco che qui, allora, si sviluppa, ovviamente un circuito in cui convivono nello stesso recinto i lupi e gli agnelli, con risultati che è facile immaginare in tema di scene di banchetti e sangue in genere.
All'interno di questa situazione scorgo il conflitto fra le parti che hanno dato all'opera qualcosa di più di una pura carneficina. Parlo del confitto fra umani e ghoul per la pura sopravvivenza, ivi incluse le squadre investigative e di caccia ai ghoul, il conflitto fra ghoul e ghoul per l'approccio alla "vita" e alla convivenza con gli umani. Caratterialmente, come gli umani, costoro possono essere più distruttivi e con poco/nullo rispetto della vita altrui e possono essere invece "collaborativi" nel limite del loro possibile menù, con gli umani e nei loro rapporti interni. I ghoul vengono quindi umanizzati, vengono resi simili all'altra razza sia quando viene mostrato il sadismo e la cattiveria, la morte di altri non per reale necessità ma per puro divertimento (come avviene del resto fra gli umani che uccidono altri uomini e animali) e quando viene mostrato l'amore (ai limiti dell'impossibile) in una coppia e l'amore materno/familiare che non conosce differenze fra le specie.
Altro aspetto che mi è rimasto nasce alla fine dell'opera, proprio nell'ultima puntata, con un avvitamento di scene, colori, sensazioni del protagonista e scoperta (accettazione?) del proprio "io" dopo puntate di dubbi, incredulità e incertezze.
Forse vedo una considerazione verso la società giapponese, molto rigida e molto formale, con una critica neanche tanto velata al karoshi, forse vedo il messaggio con la necessità di riuscire ad accettarsi così come si è, cosa che stando ad episodi di cronaca, in una società così inquadrata e così competitiva fin dall'infanzia, non riesce in più occasioni. Forse ho esagerato nel vedere tali indicazioni e sono stati solo momenti per costruire puntate e un seguito; in ogni caso un'opera, per me, da voto 8.