Recensione
Fullmetal Alchemist: Brotherhood
10.0/10
<b>Attenzione: presenza di spoiler</b>
Mi suscita un certo imbarazzo iniziare questa recensione. Da dove si potrebbe iniziare a descrivere "Fullmetal Alchemist"? Da una struttura narrativa avvincente ed emozionante? Da una serie di personaggi uno più carismatico dell'altro? Dalla creazione di un mondo affascinante, dotato di una "mitologia" propria? Da dei disegni fluidi ed efficaci? Da una colonna sonora strepitosa? La verità è che, oltre tutto questo, è l'insieme a funzionare. E' quel "je ne sais quoi" che deriva dalla perfetta unione dalle parti. Per questo, a mio parere, "Fullmetal Alchemist" merita un 10, nonostante i piccoli difetti che ora andrò ad illustrare.
Partiamo parlando delle cose che non ho trovato adeguate allo standard dell'opera. Generalmente sono solo due: l'episodio 64 e il personaggio di May Chang.
L'ultimo episodio della serie stona incredibilmente con il resto della storia. Dopo il magnifico, sobrio e sintetico finale dell'episodio 63, l'epilogo della storia dei fratelli Elric viene stiracchiato per un'altra puntata in cui assistiamo a un raffazzonato e pomposo tentativo di mostrarci tutti gli sviluppi dei vari personaggi. è un episodio che manca di gusto e di sostanza messo come fanservice mal fatto, giusto per tentare di guastare la serie. Da parte mia, cerco semplicemente di considerarlo non-canonico (saggia scelta operata anche dai doppiatori italiani) e di pensare a quanto siano incredibili gli episodi che l'hanno preceduto.
May Chang è invece il personaggio peggio riuscito della serie. Non solo è irritante, ma le sue motivazioni e la sua utilità ai fini della trama rimangono dubbie (l'unico momento in cui è DAVVERO indispensabile è per dare indirettamente ai fratelli Elric un indizio sulla pista da seguire e andare a nord). E' strano come in un cast di personaggi così curati, sfaccettati e intriganti spunti anche questa figura. Tuttavia, essendo un personaggio secondario, la sua presenza non è invadente e non occupa mai troppo spazio nei singoli episodi.
Passata questa parte, ho solo elogi per questa serie. Persino le parti comiche, con le solite esagerazione tipiche degli anime, si incastrano bene, fanno sorridere e non sono quasi mai anti-climatiche. Le eccessive spiegazioni tipiche dell'animazione giapponese qui sono fortemente limitate (non assenti, ma quello sarebbe un miracolo) in favore di una trama scorrevole con pochissime battute d'arresto. Qualche calo di ritmo su sessantatré episodi è inevitabile, ma, nell'esatto momento in cui si comincia a pensare che la trama stia per incepparsi, ecco che "Fullmetal Alchemist" ti sbatte in faccia una rivelazione o una svolta che crea il giusto ritmo per i venti episodi successivi (di fatto, questa sensazione appare solo due-tre volte nella serie: nelle fasi iniziali, quando i fratelli Elric vanno verso Southern dalla loro maestra e prima del viaggio verso i monti Briggs).
Il doppiaggio italiano è sorprendente, tranne per un paio di eccezioni (Selim e la madre di Edward su tutti).
Per il resto, il viaggio dell'alchimista d'acciaio è un susseguirsi di momenti spettacolari, situazioni intense e rivelazioni che rischiano di slogare la mandibola. Con ogni probabilità è la migliore serie anime che avrò mai modo di guardare. Consigliatissimo a chiunque.
Mi suscita un certo imbarazzo iniziare questa recensione. Da dove si potrebbe iniziare a descrivere "Fullmetal Alchemist"? Da una struttura narrativa avvincente ed emozionante? Da una serie di personaggi uno più carismatico dell'altro? Dalla creazione di un mondo affascinante, dotato di una "mitologia" propria? Da dei disegni fluidi ed efficaci? Da una colonna sonora strepitosa? La verità è che, oltre tutto questo, è l'insieme a funzionare. E' quel "je ne sais quoi" che deriva dalla perfetta unione dalle parti. Per questo, a mio parere, "Fullmetal Alchemist" merita un 10, nonostante i piccoli difetti che ora andrò ad illustrare.
Partiamo parlando delle cose che non ho trovato adeguate allo standard dell'opera. Generalmente sono solo due: l'episodio 64 e il personaggio di May Chang.
L'ultimo episodio della serie stona incredibilmente con il resto della storia. Dopo il magnifico, sobrio e sintetico finale dell'episodio 63, l'epilogo della storia dei fratelli Elric viene stiracchiato per un'altra puntata in cui assistiamo a un raffazzonato e pomposo tentativo di mostrarci tutti gli sviluppi dei vari personaggi. è un episodio che manca di gusto e di sostanza messo come fanservice mal fatto, giusto per tentare di guastare la serie. Da parte mia, cerco semplicemente di considerarlo non-canonico (saggia scelta operata anche dai doppiatori italiani) e di pensare a quanto siano incredibili gli episodi che l'hanno preceduto.
May Chang è invece il personaggio peggio riuscito della serie. Non solo è irritante, ma le sue motivazioni e la sua utilità ai fini della trama rimangono dubbie (l'unico momento in cui è DAVVERO indispensabile è per dare indirettamente ai fratelli Elric un indizio sulla pista da seguire e andare a nord). E' strano come in un cast di personaggi così curati, sfaccettati e intriganti spunti anche questa figura. Tuttavia, essendo un personaggio secondario, la sua presenza non è invadente e non occupa mai troppo spazio nei singoli episodi.
Passata questa parte, ho solo elogi per questa serie. Persino le parti comiche, con le solite esagerazione tipiche degli anime, si incastrano bene, fanno sorridere e non sono quasi mai anti-climatiche. Le eccessive spiegazioni tipiche dell'animazione giapponese qui sono fortemente limitate (non assenti, ma quello sarebbe un miracolo) in favore di una trama scorrevole con pochissime battute d'arresto. Qualche calo di ritmo su sessantatré episodi è inevitabile, ma, nell'esatto momento in cui si comincia a pensare che la trama stia per incepparsi, ecco che "Fullmetal Alchemist" ti sbatte in faccia una rivelazione o una svolta che crea il giusto ritmo per i venti episodi successivi (di fatto, questa sensazione appare solo due-tre volte nella serie: nelle fasi iniziali, quando i fratelli Elric vanno verso Southern dalla loro maestra e prima del viaggio verso i monti Briggs).
Il doppiaggio italiano è sorprendente, tranne per un paio di eccezioni (Selim e la madre di Edward su tutti).
Per il resto, il viaggio dell'alchimista d'acciaio è un susseguirsi di momenti spettacolari, situazioni intense e rivelazioni che rischiano di slogare la mandibola. Con ogni probabilità è la migliore serie anime che avrò mai modo di guardare. Consigliatissimo a chiunque.