Recensione
<b>[ATTENZIONE HO MESSO ALCUNI LIEVI SPOILER RELATIVI AI CAPITOLI ANCORA INEDITI IN ITALIA]</b>
Dopo Episode G, ecco un altro manga prequel incentrato stavolta sulle vicende della Guerra Sacra contro Ade cui come si accenna nel manga classico parteciparono Sion e Dohko. Autrice di testi e disegni è stavolta Shiori Teshirogi, una mangaka al suo primo lavoro di un certo spessore. Detto brevemente dei disegni, in stile abbastanza classico e più particolareggiato rispetto a quelli dell'inventore di Saint Seiya, anche se forse a volte un po' troppo fanciulleschi, è più importante analizzare la trama. C'è da dire che questa presenta aspetti sia positivi che negativi; la Shiori è molto brava a pennellare i vari personaggi che fa muovere sul palcoscenico, riuscendo a recuperare quel senso di epicità e grandeur che pervade l'opera originale, facendo i vari personaggi di sentimenti nobili, segreti dolorosi e animi puri e pronti al sacrificio. In questo,coglie l'occasione per valorizzare al massimo molti personaggi, fra cui il Cavaliere dei Pesci settecentesco Albafica, che in soli sette capitoli è riuscito a divenire un beniamino del pubblico, molto più di quanto Kurumada aveva fatto col suo bistrattato parigrado del manga classico. Per ottenere questo risultato la Shiori punta i riflettori su diversi personaggi a turno, che per un po' di capitoli risultano essere i protagonisti quasi assoluti delle vicende; in questo modo però, nonostante i fili in qualche modo vengano riannodati, si va un po' a discapito dell'unità narrativa della trama, che sembra essere composta di una serie di tante battaglie individuali anziché costituire la narrazione organica di una guerra corale, anche se è un difetto che secondo me non pesa più di tanto. Molto meno sopportabili sono a mio parere alcune scene fanservice estemporanee ed assolutamente inutili, tese a mostrare atteggiamenti ambigui o donnine discinte (specie negli ultimi capitoli che in Italia verranno pubblicati molto più avanti), che con Saint Seiya non c'entrano molto. Ancor meno sopportabile è l'assoluta identità di aspetto dei Gold Saint settecenteschi ed in generale dei personaggi con i loro corrispettivi di 200 anni dopo della serie classica (per esempio Sasha,la reincarnazione di Athena di questa epoca, è identica a Saori Kido/Lady Isabel), nonché le evoluzioni di armature. Tuttavia per questi ultimi due aspetti non mi sento di criticare l'autrice, poiché sono intuitivamente ascrivibili ad imposizioni di marketing (ad esempio, nel manga è comparsa la God Cloth di Pegasus, quella che Seiya indosserà 200 anni dopo, proprio nel momento in cui sul mercato è stato lanciato il modellino della medesima armatura). In definitiva, considerando tutti i pro ed i contro, lo ritengo un prodotto ben fatto, consigliabile ai fan di Saint Seiya, ma anche a chi ne è a digiuno e vuole scoprirlo, e meritevole di un voto piuttosto alto.
Dopo Episode G, ecco un altro manga prequel incentrato stavolta sulle vicende della Guerra Sacra contro Ade cui come si accenna nel manga classico parteciparono Sion e Dohko. Autrice di testi e disegni è stavolta Shiori Teshirogi, una mangaka al suo primo lavoro di un certo spessore. Detto brevemente dei disegni, in stile abbastanza classico e più particolareggiato rispetto a quelli dell'inventore di Saint Seiya, anche se forse a volte un po' troppo fanciulleschi, è più importante analizzare la trama. C'è da dire che questa presenta aspetti sia positivi che negativi; la Shiori è molto brava a pennellare i vari personaggi che fa muovere sul palcoscenico, riuscendo a recuperare quel senso di epicità e grandeur che pervade l'opera originale, facendo i vari personaggi di sentimenti nobili, segreti dolorosi e animi puri e pronti al sacrificio. In questo,coglie l'occasione per valorizzare al massimo molti personaggi, fra cui il Cavaliere dei Pesci settecentesco Albafica, che in soli sette capitoli è riuscito a divenire un beniamino del pubblico, molto più di quanto Kurumada aveva fatto col suo bistrattato parigrado del manga classico. Per ottenere questo risultato la Shiori punta i riflettori su diversi personaggi a turno, che per un po' di capitoli risultano essere i protagonisti quasi assoluti delle vicende; in questo modo però, nonostante i fili in qualche modo vengano riannodati, si va un po' a discapito dell'unità narrativa della trama, che sembra essere composta di una serie di tante battaglie individuali anziché costituire la narrazione organica di una guerra corale, anche se è un difetto che secondo me non pesa più di tanto. Molto meno sopportabili sono a mio parere alcune scene fanservice estemporanee ed assolutamente inutili, tese a mostrare atteggiamenti ambigui o donnine discinte (specie negli ultimi capitoli che in Italia verranno pubblicati molto più avanti), che con Saint Seiya non c'entrano molto. Ancor meno sopportabile è l'assoluta identità di aspetto dei Gold Saint settecenteschi ed in generale dei personaggi con i loro corrispettivi di 200 anni dopo della serie classica (per esempio Sasha,la reincarnazione di Athena di questa epoca, è identica a Saori Kido/Lady Isabel), nonché le evoluzioni di armature. Tuttavia per questi ultimi due aspetti non mi sento di criticare l'autrice, poiché sono intuitivamente ascrivibili ad imposizioni di marketing (ad esempio, nel manga è comparsa la God Cloth di Pegasus, quella che Seiya indosserà 200 anni dopo, proprio nel momento in cui sul mercato è stato lanciato il modellino della medesima armatura). In definitiva, considerando tutti i pro ed i contro, lo ritengo un prodotto ben fatto, consigliabile ai fan di Saint Seiya, ma anche a chi ne è a digiuno e vuole scoprirlo, e meritevole di un voto piuttosto alto.