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Devo dire che sono stata attirata dalla brevità dell’opera, ogni tanto si ha voglia di leggere qualcosa al volo, in poco tempo. Ma non mi aspettavo un opera così toccante e intricata.
Muori e ti riportano in vita, il tuo corpo non lo senti più tuo, ma ti è data una seconda possibilità di vita, che fai? Cerchi di vivere la vita a pieno: cattive amicizie e compagnie, magari uno sport estremo, e stravizi. Ma se poi lungo la via ti imbattessi nell’amore? Scegli di buttarti a capofitto, pur non spendo quanto questo corpo artificiale possa durare. Ovviamente non puoi rivelare la verità alla persona amata, ma la tua amata a sua volta nasconde segreti. Infatti Made in Heaven non è solo una storia d’amore, ma anche la storia dei pesanti trascorsi di due ragazzi, del loro bagaglio di esperienze drammatiche.
Il primo volume racconta la storia dal punto di vista di Kazemichi, mentre il secondo dal punto di vista di Juri.
Per il tema trattato riguardo alla fallibilità del corpo robotico o “androide” mi ha ricordato Absolute Boyfriend (Zettai Kareshi), ma solo per questo particolare, perché qui i toni e le tinte sono molto più forti e profondi, josei + che shoujo, appunto.
Mi piace il character design che è del genere che solitamente apprezzo.
Lo consiglio!