Recensione
Ghostface
7.0/10
Si narra che in tempi remoti, in qualche paese dell'Asia esistesse un'isola in cui venivano venerati gli "spiriti".
Questa era un luogo divino ed inviolabile sia da leggi che da sovrani. Di conseguenza erano molti i criminali che vi trovavano rifugio, i quali, dopo aver commesso un reato, si ritrovavano a scappare sull'isola.
Tuttavia, su Sodo v'era un'unica legge : chiunque vi facesse approdo, non avrebbe mai più potuto lascia. I "reietti" che violavano questa legge vengono ricercati e marchiati come "Ghost Face".
Questa è la trama di fondo introdotta nella prima pagina di "gGhost Face" manga di Hyung Min Woo, artista, se non sbaglio coreano, conosciuto per manga di livello come "Priest" del 1998 o "Musin Cheonjeng" del 2007.
In Italia la Flashbook ha per ora messo in distribuzione il primo volume. Il manga che più o meno è grande quanto un foglio A4 è venduto al giusto prezzo di 9,90 e contiene pagine interamente colorate e plastificate, più una pagine con riflessioni dell'autore e descrizioni varie.
I disegni dei paesaggi sono molto belli e affascinanti, colorati in modo scuro e tetro, conforme ad uno scenario pericoloso e misterioso.
I personaggi risultano un po' meglio dettagliati in alcuni punti, ma la differenza si nota molto poco.
Una considerazione che mi viene da fare è che in questo primo volume è difficile e impegnativo riuscire a capire il filo logico e i gli obbiettivi del personaggio che per ora sembra sia quello principale.
Inoltre speravo che l'autore avesse messo un po' più sostanza in questo primo volume per sollecitare la voglia del lettore di andare a prendere il secondo, ma nonostante questo la la prima parte promette bene, e fa intendere che nella seconda succederà tutto e di più.
Questa era un luogo divino ed inviolabile sia da leggi che da sovrani. Di conseguenza erano molti i criminali che vi trovavano rifugio, i quali, dopo aver commesso un reato, si ritrovavano a scappare sull'isola.
Tuttavia, su Sodo v'era un'unica legge : chiunque vi facesse approdo, non avrebbe mai più potuto lascia. I "reietti" che violavano questa legge vengono ricercati e marchiati come "Ghost Face".
Questa è la trama di fondo introdotta nella prima pagina di "gGhost Face" manga di Hyung Min Woo, artista, se non sbaglio coreano, conosciuto per manga di livello come "Priest" del 1998 o "Musin Cheonjeng" del 2007.
In Italia la Flashbook ha per ora messo in distribuzione il primo volume. Il manga che più o meno è grande quanto un foglio A4 è venduto al giusto prezzo di 9,90 e contiene pagine interamente colorate e plastificate, più una pagine con riflessioni dell'autore e descrizioni varie.
I disegni dei paesaggi sono molto belli e affascinanti, colorati in modo scuro e tetro, conforme ad uno scenario pericoloso e misterioso.
I personaggi risultano un po' meglio dettagliati in alcuni punti, ma la differenza si nota molto poco.
Una considerazione che mi viene da fare è che in questo primo volume è difficile e impegnativo riuscire a capire il filo logico e i gli obbiettivi del personaggio che per ora sembra sia quello principale.
Inoltre speravo che l'autore avesse messo un po' più sostanza in questo primo volume per sollecitare la voglia del lettore di andare a prendere il secondo, ma nonostante questo la la prima parte promette bene, e fa intendere che nella seconda succederà tutto e di più.