Recensione
Jinbe
9.0/10
Solitamente non sono attratta e portata alle storie autoconclusive, a meno che non si tratti di un artista da me apprezzato per altre opere per così dire più "consistenti" (a livello di lunghezza, non sto parlando di contenuti).
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.