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Se non avessi letto interamente Angel Sanctuary probabilmente mi sarei accostata ad esso con una sorta di misterioso rispetto dovuto alla celebrità - credevo meritata - di questo manga talmente osannato, ammirato, innalzato agli onori dell'Olimpo come uno degli shojo più originali degli anni '90. Anche se non lo avessi apprezzato sotto tutti gli aspetti, se ne avessi subodorato gli inevitabili difetti, se non lo avessi salvato in toto, avrei comunque sottolineato i suoi meriti di manga con valore "storico" capostipite di molti lavori moderni: il problema è che di Angel Sanctuary non si può affermare neanche l'originalità di primo shojo dark della storia, e la cosa più sconvolgente è che nonostante i presupposti di capolavoro del fumetto giapponese io mi sia sentita ancora più delusa dal fatto che questo manga sia tutto fuorché un capolavoro. Non lo catalogherei neanche come un "buon" manga, interessante ma non eccezionale. Angel Sanctuary è uno dei manga più sopravalutati della storia, la cui mediocrità generale non è stata avvertita da tutti proprio perché offuscata dalle valutazioni comuni, che superficialmente sono rimaste abbagliate dalla trama epica, dai dialoghi altisonanti, dai disegni arzigogolati ma che poi, nella realtà, si trasvaluta in una pochezza inquietante.

Per dovere di cronaca ammetto che l'idea di partenza non era malvagia, la trama ha molti punti interessanti che se adeguatamente sviluppati avrebbero potuto dar luce a qualcosa di davvero originale e profondo; le riflessioni sul bene e sul male, il richiamo all'ideologia nazista- razzista (c'è una voluta analogia riguardante il modo di trattare gli angeli "impuri" da parte delle gerarchie più elevate e perfette) e infine la conclusione sulla natura della divinità. Purtroppo la Yuki preferisce ammorbare il lettore con il (tedioso) racconto dell'amore proibito fra i due protagonisti, con il presentare filler e personaggi usa e getta con storia personale annessa, a impelagarsi in una storia infinita e talmente ricca di sottotrame che finisce per perdere il filo originario e diventare incomprensibile.
La Yuki non si rivela una buona regista, non riesce a organizzare e gestire la trama in maniera chiara e lineare a scapito della piacevolezza e fluidità narrativa; anche i numerosissimi personaggi comparsa non fanno che togliere spazio a un maggiore approfondimento dei caratteri principali i quali raramente riescono a emergere e in molti casi rimangono come personaggi piatti sullo sfondo.

A questo proposito, se è vero che un manga può essere apprezzabile anche per i buoni personaggi, temo che neanche su questo frangente Angel Sanctuary sia da salvare: il protagonista Setsuna è statico, non matura durante il corso delle vicende e nella pratica fa molto poco a parte parlare; Sara è la tipica eroina di uno shojo, legnosa e lagnosa. Persino la loro storia d'amore maledetta alla fine non è così maledetta come sarebbe potuto essere, anzi, i due la prendono abbastanza alla leggera! L'unico personaggio che avrebbe potuto avere un tocco di carisma era Sakuya, ma anche i propositi speranzosi su di lui vengono abbandonati e ne viene fuori un personaggio trattato in maniera estremamente superficiale.
A ciò aggiungiamo l'incoerenza di fondo della trama, che parte da un punto per poi distaccarsene completamente e vogare verso altr - non ben precisate - rotte, aggiungiamo i dialoghi spesso altisonanti e retorici, aggiungiamo le scene splatter poco adatte, aggiungiamo infine i disegni.

Dal lato grafico la Yuki è un'ottima illustratrice (i disegni di copertina, i pin up, le illustrazione dell'artbook sono tutti bellissimi), ma nella tavola riesce a nascondere meno i suoi errori: mediocre l'organizzazione registica della tavola, di lettura non sempre chiara, disegni incerti soprattutto nella rappresentazione dell'anatomia (le proporzioni non corrette si notano a colpo d'occhio) e tavole troppo cariche di sfumature e retini che soffocano il disegno. Alla fine però il disegno è davvero l'ultimo problema, in certi punti anzi è molto bello, soprattutto i visi sono dolcissimi e davvero angelici, anche se la Yuki disegna il più terribile dei demoni.

Se vi piace lo shojo dark con personaggi belli e tormentati, trame intricate, azione, violenza e amore e siete psicologicamente pronti per sorbirvi venti volumi di tale levatura provate Angel Sanctuary, ma se siete alla ricerca di un fantasy, o comunque di una storia ben sceneggiata e con personaggi indimenticabili lasciate perdere. Magari lasciate perdere in ogni caso.