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9.0/10
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Parlare di "America" manga di Keiko Ichiguchi pubblicato in patria nel lontano 1997, in Italia un anno dopo, mi riporta alla mente tanti ricordi e sensazioni contrastanti ma nel contempo tutte positive tra loro, cercherò di essere più chiaro.
La storia narra lo spaccato di vita di sei ragazzi giapponesi (tre ragazzi e tre ragazze tutti adolescenti) che in una "assolata" Osaka nell'estate del 1988 avevano un sogno comune, riuscire ad andare in America.
Si parla di sogni, speranze e paure che tutti a quella età abbiamo avuto.
Pian piano veniamo introdotti, con molta delicatezza, nel mondo di questi ragazzi, dove la Ichiguchi (bravissima) ci presenta uno ad uno caratteristiche, personalità, sogni, sbagli e famiglie che non sempre sono all'altezza del ruolo che gli spetta di genitori.

Anche se la storia è corale, facciamo subito la conoscenza di Nae Togawa, una dei sei protagonisti, che sarà la voce narrante dell'intera storia; vorrebbe diventare giornalista e seguire le orme del suo reporter preferito, riuscendo ad andare come lui in America e vivere le sue stesse esperienze, ma per il momento questo è solo un sogno che non riesce ad avere voce se non tra quel gruppo "familiare" di amici, non riuscendo neanche a dirlo ai suoi.
L'unica cosa che al momento la fa sentire vicina al suo sogno è vivere una relazione clandestina con il suo ex professore, scultore, che è riuscito ad esporre delle sue opere negli Stati Uniti, con l'illusione che un giorno la porti con lui.
Amici di Nae sono Koji Tazawa, ragazzo con la passione per la musica ed i concerti che si è trasferito ad Osaka ed ora lavora al Jeremy's bar, dove lavora anche Naoyuki Ogawa che ha lasciato la scuola per poter diventare un chitarrista professionista.
La musica è un altro elemento fondamentale in questa opera, l'intera storia è intrisa di brani musicali di artisti del calibro di David Bowie, Rolling Stones, Led Zeppelin che ci accompagnano per tutto il tempo scandendo il ritmo dell'opera.
Naoyuki è follemente innamorato di Takako Shima, l'unica del gruppo che è riuscita ad andare negli Stati Uniti per studio; chiudono il gruppo di amici Mariko Kurahashi, ragazzina di 16 anni da molti definita "tonta" sempre allegra e cliente fissa del bar, con una situazione familiare non proprio felice come si scoprirà nel corso della storia, che frequenta il suo "nuovo" ragazzo, un quasi gaijin di nome Huey proveniente da una famiglia disagiata, abbandonato dalla madre da piccolo e con un padre che non riesce a legarsi con lui perché i suoi lineamenti stranieri gli ricordano troppo la moglie.

La storia procede scorrevole forse a tratti lenta ma non per questo tende ad ammaliare, forse quelle pause racchiudono e scandiscono meglio le emozioni che l'autrice voleva narrarci quasi come se fossimo sospesi in una dimensione e tempo al di fuori del mondo.
La storia alterna momenti leggeri e scanzonati, quelli di un gruppo di amici che si diverte nelle vacanze estive, a quelli pieni di speranza che porteranno loro a decidere cosa fare per il proprio futuro, portando anche alle prime delusioni e quella paura che li fa sentire non adatti, non ancora pronti, non all'altezza di riuscire ad affrontare quella vita che a quella età si sogna, ma che si ha paura di afferrare, lottare, perché in alcuni casi sembra molto più facile un sogno che la vera vita.
Si arriverà anche a momenti molto forti, angoscianti, che non faranno sperare a nulla di buono, che non racconto per non fare troppi spoiler.
Assisteremo anche alla nascita di più amori, non purtroppo tutti corrisposti, che aiuteranno a farli crescere e maturare, ed alla fine si concretizzerà solo per uno di loro la possibilità di andare in America.
Non per questo quelli che non sono riusciti a realizzare i propri obbiettivi avranno un finale negativo, anzi l'autrice lascia intravedere per loro uno spiraglio, una possibilità, che prima o poi riusciranno a coronare il loro sogno.
Per concludere consiglio vivamente la lettura di questo albo a tutti sia agli adolescenti, pre-adolescenti che ai più "maturi" anagraficamente visto che secondo me è l'opera migliore di Keiko Ichiguchi.
I disegni sono molto belli sopratutto i primi piani, le tavole sono molto pulite dettagliate dove il gioco di bianco e nero delinea bene i momenti ed il periodo in cui la storia si svolge, i protagonisti sono ben caratterizzati psicologicamente è sono disegnati con un tratto molto elegante e slanciato, in questa storia la Ichiguchi supera se stessa...
Forse l'unica nota dolente è un errore nella rilegatura ad opera della Star Comics, cioè che pagina 42 va letta prima della pagina 33.