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8.0/10
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“Rg veda” (Seiden - Rigu Veda) rappresenta il primo manga delle Clamp ad aver dato ampia visibilità all'oggi celebre quartetto di mangaka (che all'epoca era ancora formato da sette membri), ponendole definitivamente sull'Olimpo dei grandi autori.

Per quanto ancora le Clamp fossero relativamente alle prime armi, “Rg veda” è forse una delle loro storie meglio calibrate, sia a livello narrativo che grafico. In seguito il gruppo di autrici darà prova certamente di grande creatività, capacità di gestione della storia, notevoli disegni, ma a mio parere nessun'altra loro storia è coerente e compiuta come questa: mancano stravolgimenti temporali, tempi morti, allungamenti infiniti, finali inesistenti o tirati via.
Di certo in “Rg veda” non c'è la dolcezza malinconica di “Tokyo Babylon”, la levità di “Kobato”, i personaggi amabili e indimenticabili di tante altre opere delle Clamp, eppure il racconto risulta estremamente gradevole. Il successo dell'opera è probabilmente da ricercarsi nell'equilibrio che le autrici sono riuscite a creare fondendo insieme i paradigmi dello shonen e dello shojo, anche per questo “Rg veda” è forse l'opera delle Clamp che, per quanto di base essenzialmente shojo, è piaciuta e continua a piacere anche al pubblico maschile: l'azione, gli intrecci, gli eroi e i guerrieri di un manga per ragazzi uniti all'attenzione fra le dinamiche interpersonali fra i personaggi, i sentimenti e le paure umane (o divine, in questo caso) sono alla base della "poetica clampiana".

L'intreccio narrativo è di sconcertante semplicità, rasenta addirittura la banalità: il gruppo di protagonisti si trova ad affrontare il tipico viaggio verso una meta prestabilita, il castello del malvagio antagonista di turno, del quale tutti, per diversi motivi, vogliono vendicarsi, ma non tutto è sempre come sembra e i protagonisti lo impareranno a loro spese.
La storia, coerente e lineare, non ha una struttura episodica ma si sviluppa in un continuum narrativo che vede il susseguirsi di eventi, incontri, rivelazioni, fino ad arrivare al colpo di scena conclusivo che si rivelerà davvero il punto capace di riabilitare un manga di per sé piuttosto scontato e senza particolari colpi di scena.
L'ambientazione, suggestiva ed esotica, ed i personaggi vengono ripresi dalla mitologia induista contenuta nei libri Veda, gi inni sacri dell'induismo, da cui si riprende il titolo (anche se, benché internazionalmente conosciuto con il sottotitolo “Rg veda”, il manga in Giappone è chiamato “Seiden”). Naturalmente le vicende narrate sono molto diverse rispetto alla mitologia e le Clamp riprendono solo alcune linee base e i nomi delle varie divinità, modificando o ricreando alcune delle loro caratteristiche tali da renderle funzionali alla trama; per il resto la storia è pienamente "clampiana": personaggi dal sesso incerto (in questo caso giustificati dal fatto di essere dei o demoni), amori tragici, esiti drammatici, il concetto di predestinazione e di fatalità e soprattutto l'impossibilità di porre una netta distinzione fra bene e male. Dalla lettura appare infatti evidente, come in altri lavori delle autrici, che la distinzione fra i cosiddetti buoni e cattivi non sia sempre così netta. Anche le azioni più disperate, malvagie e ingiustificabili possono essere dettate da motivazioni nobili o comprensibili, tali da riabilitare in parte alcuni personaggi agli occhi del lettore; ne risultano così personaggi non monodimensionali e piatti, dotati di loro sfaccettature e soprattutto di motivazioni personali che li fanno agire con o senza colpa.

Certo, sono da sottolineare i difetti, pur esistenti, di un manga di autrici, se non proprio agli albori della loro carriera, neanche del tutto esperte: la storia pecca di qualche ingenuità, qualche cliché. Un punto a sfavore, sul piano narrativo, è quello dell'eccessiva drammatizzazione di alcune situazioni ed avvenimenti: morti prevedibili, catastrofi evitabili e dialoghi talvolta forzati da tragedia greca che tendono ad esasperare; ma si potrebbe anche sottolineare che il tono complessivo della storia è abbastanza apocalittico e in parte giustifica certe intemperanze nella trama.

Il lato artistico è sicuramente quello che raggiunge l'eccellenza, ad opera dell'allora disegnatrice principale del gruppo, Mokona Apapa, particolarmente abile nella tecnica dei retini.
Le tavole di “Rg veda” curate, ma con qualche visibile difetto nei primi volumi, si fanno via via che la storia prosegue sempre più belle, ricche di particolari, "piene" grazie al sapiente uso dei retini e dei chiaroscuri che rendono le figure a tutto tondo e quasi palpabili.
Per quanto la storia non risparmi scene splatter e violenza il disegno, soprattutto nella caratterizzazione grafica dei personaggi, è molto shojo, con personaggi bellissimi e lungo chiomati, occhioni languidi e corpi agili e filiformi; lo stesso protagonista Ashura, forte della sua ambiguità sessuale, viene rappresentato in modo molto femmineo e con lineamenti delicati.
Tipiche delle Clamp sono anche le famose tavole doppie che si estendono per due pagine e ricreano la sensazione di spazio : è, insomma, una delle opere delle Clamp artisticamente più belle e suggestive, perlomeno della loro "old school", paragonabile probabilmente solo al contemporaneo X.

Consigliabile a chi volesse iniziare la lettura di queste eterogenee autrici che proprio in “Rg veda” hanno fuso i canoni essenziali della loro arte.
N.B Si tenga presente che il mio voto sarebbe sette e mezzo, in quanto reputo questo manga più che discreto ma non tale da giustificare un otto; il mezzo punto lo aggiungo anziché toglierlo perché “Rg veda” è un lavoro che personalmente ho gradito.