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[<b> In questa recensione sono presenti spoiler, attenzione!</b>]
Davvero un peccato, l'idea con cui era partito Reborn mi era piaciuta molto.
Il manga parla (o avrebbe dovuto parlare) dell'ascesa al comando della famiglia mafiosa Vongola del X boss. In sostanza il tema principale è (dovrebbe essere) la malavita. Ho apprezzato l'idea del baby killer che va in Giappone per addestrare il ragazzo, ma la storia di fatto non c'entra nulla con la base dell'opera (la mafia, appunto); avrebbero potuto ambientarlo su Marte e parlare di scontri tra alieni e non sarebbe cambiato nulla.

-Introduzione
Andando con ordine, l'introduzione ai protagonisti è infinita, 8 volumi solo per introdurre i personaggi principali; per carità, non è un problema dedicare spazio alle presentazioni, ma l'opera non ne deve risentire. Per tutta la durata della saga introduttiva la trama non esiste, il tutto riguarda un susseguirsi di eventi banali, scollegati tra di loro, che si risolvono sempre nello stesso modo. Già qua ho faticato a proseguire nella lettura, ma convinto da altri appassionati di manga non ho interrotto Reborn.

-Post introduzione
Dopo i primi 8 volumi il manga sembra arrivare ad una svolta, ma in maniera quasi irreale, cioè avviene tutto di colpo, senza alcun tipo di evoluzione. All'inizio sembra tornare all'idea iniziale (quindi scontro tra famiglie rivali, casati in competizione, ecc...), ma è solo un'impressione; basta far passare la faida interna alla famiglia Vongola che, nuovamente, la trama si scosta dall'idea con cui era partito il manga. Da lì in poi l'opera diventa il più classico degli shounen. In alcuni casi comunque la saga è godibile; interessanti le idee con cui l'autrice sviluppa la trama (ad esempio i Vindice e la famiglia Shimon), ma ripeto che il nesso con l'idea di base è debole ed, in alcuni casi, inesistente. Il problema è che le saghe tra loro sono praticamente scollegate (se non fosse per la reintroduzione dei pg nelle nuove saghe) e quindi non portano a nessuna vera e propria svolta nella trama del manga secondo l'idea iniziale (e questo viene dimostrato anche dal finale di Reborn). Gli scontri si basano dapprima su oggetti per così dire "classici", come ad esempio spade, dinamite, ecc... (tranne il protagonista che sfrutta un tipo particolare di potere, generato da una sorta di proiettile magico). Successivamente si scoprono i poteri di particolari anelli, distintivi a seconda della famiglia di appartenenza e del carattere. Altra nota dolente, secondo me, sono i continui power up; veramente esagerati ed inverosimili (soprattutto nella saga del futuro...).

-Finale
Orrendo. Dubito che chiunque arrivi all'ultimo volume/capitolo si aspetti la conclusione del manga. In sostanza non si risolve niente, anche perché la trama principale non è quasi mai stata portata avanti dall'autrice. L'opera termina in maniera incomprensibile, non si dà una risposta a quella che è la domanda che penso tutti si siano posti: ce la fa il protagonista a diventare boss? In che modo? Come subentra al IX? In sostanza il manga, partito con l'idea di parlare di mafia, si concentra di più sulla scoperta dell'amicizia del protagonista (abbandonando quasi completamente il tema principale), creando una sorta di miscuglio mal orchestrato con avvenimenti a carattere indubbiamente ripetitivo negli shounen: "primo contro primo, secondo contro secondo", ecc... Oppure i pre-citati power up inverosimili.

-Conclusione
In conclusione Reborn è un manga partito con un'idea che reputo tra le più interessanti, ma l'opera non si attiene in maniera fedele al mondo della malavita. La trama, inizialmente piatta ed inesistente, viene poi ribaltata improvvisamente in maniera confusionaria e mal orchestrata dall'autrice ed i power up ad un certo punto iniziano a diventare veramente eccessivi, fino a rivelarsi quasi ridicoli. Ho trovato invece interessanti alcuni poteri e capacità di determinati pg (tuttavia sono poche quelle realmente caratteristiche). Belli gli scontri (seppur, come già detto, contornati da eccessivi power up).
Interessanti alcuni spunti in determinate saghe post introduzione (esempio già citato dei Vindice), ma sono casi abbastanza isolati.