Recensione
Judge
6.0/10
"Judge" è un manga di Yoshiki Tonogai, autore di "Doubt". Si tratta di un thriller psicologico, non sovrannaturale, che presenta gli elementi tipici del giallo alla "10 piccoli indiani" e alcuni tratti horror probabilmente ispirati a film slasher e splatter.
La trama è la seguente: un ragazzo perde il fratello per colpa sua. Un giorno si risveglia in un luogo chiuso e isolato, da cui non può uscire, insieme ad altre otto persone. Periodicamente queste persone dovranno sedersi in una sala e votare chi deve essere ucciso ad ogni giro (ci sono anche varie regole da seguire) perché di quelle nove solo quattro possono sopravvivere. Il ragazzo è buono e cerca un modo per salvare tutti, ma gli altri non vanno d'accordo. Inizialmente il "giudizio" va avanti e muoiono le vittime votate, ma i dubbi e i sospetti portano a scoperte che sconvolgono tutti e cambiano il "gioco" in una lotta per la sopravvivenza. Considerarlo un sequel di "Doubt" non è propriamente corretto poiché non vi sono legami espliciti a livello di trama. Gli elementi in comune invece sono: la maschera di coniglio che indossa il protagonista nelle prime pagine, l'atmosfera cupa dove degli sconosciuti si devono uccidere a vicenda e il tipico ambiente chiuso e isolato dove avvengono solitamente i giochi mortali.
I disegni non sono particolarmente belli e a volte disorientano la lettura, l'ambiente disegnato è sempre un lugubre tribunale abbandonato. La trama non presenta grandi spunti di originalità rispetto al sottogenere letterario-cinematografico dei thriller basati su "giochi" dove i partecipanti si devono uccidere a vicenda.
In sei volumi viene raccontata una serie di eventi che si svolgono in poco tempo in un luogo chiuso, che vengono presentati in ordine cronologico con qualche flashback non troppo esplicativo. I personaggi non vengono caratterizzati in modo adeguato per esigenze della trama, risultando quasi degli stereotipi.
È abbastanza chiaro che lo scopo dell'autore sia creare una storia carica di suspense, che alterna ritmi lenti e ritmi veloci, per poi culminare in una serie di colpi di scena. Per chi non conosce il genere sembreranno dei colpi di scena inaspettati. Per chi è appassionato di thriller probabilmente non saranno dei grandi colpi di scena, prevedibili non tanto per la trama quanto per la tempistica (sarebbe stato un colpo di scena più spettacolare se non ci fosse stato effettivamente nessun cliché). Per costruire i necessari ribaltamenti di prospettive legati ai personaggi, la trama perde alcuni passaggi logici, ma questo è quasi inevitabile se si vuole narrare una storia simile.
Commento personale: essendo un appassionato di slasher e thriller psicologici, ho comprato questa serie perché rispecchiava tutto ciò che volevo vedere in forma di manga: gente che si deve uccidere a vicenda in un gioco spietato senza magie e poteri vari, buoni che diventano cattivi, cattivi che diventano buoni e sorprese finali. Tutti elementi di un genere che non si trova mai nei manga.
Se volete leggere qualcosa che vi faccia rimanere incollati fino alla fine perché volete scoprire l'assassino, questo può essere consigliato, ma non soffermatevi troppo sulla trama perché non offre grandi novità.
Se vi è piaciuto "Doubt", vi consiglio "Judge" perché è simile ma più articolato e più interessante. Se non vi è piaciuto "Doubt", non vi consiglio "Judge" perché è simile e l'autore cerca solo di creare suspense e una sorpresa finale, senza sforzarsi di rendere i personaggi meno piatti.
Se lo si paragona ai normali shonen o seinen, questo manga risulta inferiore in tutto (trama, personaggi, narrazione, disegni) ma essendo un genere poco proposto, è più utile paragonarlo ai classici libri gialli "whodunit" o ai film che non puntano all'oscar ma a riempire le sale di spettatori che vogliono solo vedere qualche scena da brivido. L'autore di "Judge" non aveva certo intenzione di insegnare qualcosa o di creare un manga "di qualità", la sua opera è comunque godibile e leggera.
Trama: 6-
Disegni: 5,5
Voto complessivo: 6 (di incoraggiamento. Essendo uno dei pochi di questo genere, non ci sono molti esempi con cui confrontarlo)
Avendo letto i volumi in giapponese non posso dare un giudizio sulla versione italiana.
La trama è la seguente: un ragazzo perde il fratello per colpa sua. Un giorno si risveglia in un luogo chiuso e isolato, da cui non può uscire, insieme ad altre otto persone. Periodicamente queste persone dovranno sedersi in una sala e votare chi deve essere ucciso ad ogni giro (ci sono anche varie regole da seguire) perché di quelle nove solo quattro possono sopravvivere. Il ragazzo è buono e cerca un modo per salvare tutti, ma gli altri non vanno d'accordo. Inizialmente il "giudizio" va avanti e muoiono le vittime votate, ma i dubbi e i sospetti portano a scoperte che sconvolgono tutti e cambiano il "gioco" in una lotta per la sopravvivenza. Considerarlo un sequel di "Doubt" non è propriamente corretto poiché non vi sono legami espliciti a livello di trama. Gli elementi in comune invece sono: la maschera di coniglio che indossa il protagonista nelle prime pagine, l'atmosfera cupa dove degli sconosciuti si devono uccidere a vicenda e il tipico ambiente chiuso e isolato dove avvengono solitamente i giochi mortali.
I disegni non sono particolarmente belli e a volte disorientano la lettura, l'ambiente disegnato è sempre un lugubre tribunale abbandonato. La trama non presenta grandi spunti di originalità rispetto al sottogenere letterario-cinematografico dei thriller basati su "giochi" dove i partecipanti si devono uccidere a vicenda.
In sei volumi viene raccontata una serie di eventi che si svolgono in poco tempo in un luogo chiuso, che vengono presentati in ordine cronologico con qualche flashback non troppo esplicativo. I personaggi non vengono caratterizzati in modo adeguato per esigenze della trama, risultando quasi degli stereotipi.
È abbastanza chiaro che lo scopo dell'autore sia creare una storia carica di suspense, che alterna ritmi lenti e ritmi veloci, per poi culminare in una serie di colpi di scena. Per chi non conosce il genere sembreranno dei colpi di scena inaspettati. Per chi è appassionato di thriller probabilmente non saranno dei grandi colpi di scena, prevedibili non tanto per la trama quanto per la tempistica (sarebbe stato un colpo di scena più spettacolare se non ci fosse stato effettivamente nessun cliché). Per costruire i necessari ribaltamenti di prospettive legati ai personaggi, la trama perde alcuni passaggi logici, ma questo è quasi inevitabile se si vuole narrare una storia simile.
Commento personale: essendo un appassionato di slasher e thriller psicologici, ho comprato questa serie perché rispecchiava tutto ciò che volevo vedere in forma di manga: gente che si deve uccidere a vicenda in un gioco spietato senza magie e poteri vari, buoni che diventano cattivi, cattivi che diventano buoni e sorprese finali. Tutti elementi di un genere che non si trova mai nei manga.
Se volete leggere qualcosa che vi faccia rimanere incollati fino alla fine perché volete scoprire l'assassino, questo può essere consigliato, ma non soffermatevi troppo sulla trama perché non offre grandi novità.
Se vi è piaciuto "Doubt", vi consiglio "Judge" perché è simile ma più articolato e più interessante. Se non vi è piaciuto "Doubt", non vi consiglio "Judge" perché è simile e l'autore cerca solo di creare suspense e una sorpresa finale, senza sforzarsi di rendere i personaggi meno piatti.
Se lo si paragona ai normali shonen o seinen, questo manga risulta inferiore in tutto (trama, personaggi, narrazione, disegni) ma essendo un genere poco proposto, è più utile paragonarlo ai classici libri gialli "whodunit" o ai film che non puntano all'oscar ma a riempire le sale di spettatori che vogliono solo vedere qualche scena da brivido. L'autore di "Judge" non aveva certo intenzione di insegnare qualcosa o di creare un manga "di qualità", la sua opera è comunque godibile e leggera.
Trama: 6-
Disegni: 5,5
Voto complessivo: 6 (di incoraggiamento. Essendo uno dei pochi di questo genere, non ci sono molti esempi con cui confrontarlo)
Avendo letto i volumi in giapponese non posso dare un giudizio sulla versione italiana.