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Lost Canvas è la serie che non ti aspetti, perché è un prequel/omaggio che riesce ad essere conservativo ed al contempo innovativo.

Partiamo dal character design, che è praticamente identico a quello della serie classica, ma con un tratto più gentile e moderno, assolutamente piacevole, inoltre anche se hanno aspetto e mosse simili spesso i personaggi hanno atteggiamenti diversi ma simili, una cosa che personalmente ho trovato piacevole nonché divertente; penso, per esempio, ad Albafica dei pesci, identico ad Aphrodite, ma infinitamente più profondo ed affascinante. La Tashirogi non si è mai distanziata molto dal maestro Kurumada, ma ha saputo far suo un disegno ed una trama, personalizzandola senza essere schiacciata.

La trama è scorrevole e sostanzialmente priva di buchi, persino il problema divinità viene gestito sicuramente meglio che nella serie classica, dove in effetti non c'era una vera ragione per cui Atea/Ade/Posidone non dovessero aprire i deretani ai cavalieri nemici come succulente albicocche (cit. nonciclopedia): qui Ade e Atena giungono allo scontro in vari modi e in vari momenti, il che è assolutamente meglio.

Un altro punto di forza di Saint Seiya era la commozione: se negli anni Ottanta avevano stupito i cavalieri che piangevano i compagni caduti, nel 2000 la Teshirogi implementa la cosa concedendo ai cavalieri un vasto spettro di emozioni che si vanno inevitabilmente a ripercuotere sul lettore, concedendo a quasi ogni personaggio il suo attimo di gloria, caricandolo di pathos a mille. Lodevole è anche come l'autrice rispetti la psicologia dei suoi personaggi: ognuno combatte per i propri ideali incarnati (quasi sempre) nella divinità che assistono, ma questi sono diversi tra di loro e come tali anche il percorso che li conduce al loro momento topico è profondamente diverso: il penultimo volumetto in questo è esemplare, per chi l'ha letto.

In sostanza Lost Canvas è da certi punti di vista anche migliore della serie originale, per un ragazzo del 2000, perché va a toccare le sue corde emotive esattamente come faceva la serie classica negli anni ottanta, in pratica lo ha svecchiato. Dieci stelle, anche perché tra tanti prequel e sequel inguardabili (la saga di hades inclusa), questo è l'unico lavoro davvero degno dell'originale