Recensione
Giant Killing
9.0/10
Ero alla ricerca di un manga riguardante il calcio, ed ero in procinto di acquistare Angel Voice, ma poi vidi questo Giant Killing, non il solito manga sul calcio, basato sulla vita del singolo calciatore, stile Holly & Benji, ma finalmente una storia che fuoriesce dai soliti binari narrativi, ove il protagonista non è più il calciatore, ma bensì l'allenatore. Un allenatore tutt'altro che banale, anzi, un tipo molto pieno di sé, egocentrico, in alcuni tratti anche svogliato e irresponsabile ma che, all'occorrenza, diventa un master della tattica, sia in ambito calcistico che sotto il profilo del morale, della carica agonistica. Insomma una sorte di Mourinho giapponese.
Nonostante lo stile del disegno non sia poi un capolavoro, Giant Killing è un ottimo prodotto che io consiglio a mani basse, per chi in un manga di calcio non cerca il solito tiro della tigre, parate stratosferiche o cose che si allontanano dalla realtà...ma a chi cerca una storia di vero calcio, fatto di gare, interviste, ritiri, tensioni interne ed esterne, agonismo, e perché no...anche qualche risata.
Sostanzialmente il manga parte della storia di un giovane (35
anni) allenatore giapponese che, dopo una carriera da giocatore dell'ETU (East Tokyo United), decide di lasciare, nel momento migliore, il team giapponese per proseguire la sua carriera, non più da calciatore ma da allenatore, in quella della piovosa Inghilterra, alla corte di una squadra di basso rango. Il nostro mister è uno specialista della tattica, sa precisamente cosa fare e quando fare, e grazie a questo suo dono è divenuto uno specialista nel c.d. "Giant Killing", ovvero un ammazza giganti, termine calcistico che va a rappresentare la vittoria di una piccola nei confronti di una grande, insomma un Davide vs Golia su di un prato verde ed un pallone bianconero.
Comunque nonostante la sua carriera inglese, dopo varie peripezie, si convince di voler tornare nella sua città per allenare la sua squadra, nel frattempo sprofondata ai margini del calcio giapponese, avendo rischiato più volte anche la retrocessione.
Alla fine, il mio voto è un 9 pieno, visto che si tratta di una lettura molto scorrevole, interessante e a tratti anche divertente...che mette a tu per tu il lettore con la vita di un allenatore e di un calciatore; da un lato il peso della vittoria, delle scelte e dei rapporti con i suoi allievi, e dall'altro il peso della gara, dello giocare bene per guadagnarsi la possibilità di sorprendere e, perché no, fare la storia.
Nonostante lo stile del disegno non sia poi un capolavoro, Giant Killing è un ottimo prodotto che io consiglio a mani basse, per chi in un manga di calcio non cerca il solito tiro della tigre, parate stratosferiche o cose che si allontanano dalla realtà...ma a chi cerca una storia di vero calcio, fatto di gare, interviste, ritiri, tensioni interne ed esterne, agonismo, e perché no...anche qualche risata.
Sostanzialmente il manga parte della storia di un giovane (35
anni) allenatore giapponese che, dopo una carriera da giocatore dell'ETU (East Tokyo United), decide di lasciare, nel momento migliore, il team giapponese per proseguire la sua carriera, non più da calciatore ma da allenatore, in quella della piovosa Inghilterra, alla corte di una squadra di basso rango. Il nostro mister è uno specialista della tattica, sa precisamente cosa fare e quando fare, e grazie a questo suo dono è divenuto uno specialista nel c.d. "Giant Killing", ovvero un ammazza giganti, termine calcistico che va a rappresentare la vittoria di una piccola nei confronti di una grande, insomma un Davide vs Golia su di un prato verde ed un pallone bianconero.
Comunque nonostante la sua carriera inglese, dopo varie peripezie, si convince di voler tornare nella sua città per allenare la sua squadra, nel frattempo sprofondata ai margini del calcio giapponese, avendo rischiato più volte anche la retrocessione.
Alla fine, il mio voto è un 9 pieno, visto che si tratta di una lettura molto scorrevole, interessante e a tratti anche divertente...che mette a tu per tu il lettore con la vita di un allenatore e di un calciatore; da un lato il peso della vittoria, delle scelte e dei rapporti con i suoi allievi, e dall'altro il peso della gara, dello giocare bene per guadagnarsi la possibilità di sorprendere e, perché no, fare la storia.