Recensione
Berserk
9.0/10
Gatsu sa solo combattere.
E non è poco nel mondo di Berserk.
Ha uno spadone più alto di lui che nessun normale essere vivente potrebbe padroneggiare, eppure lo maneggia con destrezza contro enormi mostri che generano dal centro del male stesso.
Ci sono dei cattivi da distruggere nel manga di Kentaro Miura e detta così Berserk sembra uguale a tantissime altre opere. Solo che qui le creature orripilanti e feroci sono come uscite direttamente da bestiari medievali messi al bando per la loro malvagità. Miura dà il meglio di sé quando deve disegnare queste oscene forme di vita, deformi e sanguinarie, le quali impreziosiscono di molto il manga. I mostri forniscono dunque l'occasione per numerose - e memorabili- scene Splatter, ma non sono che un contorno nell'economia della storia.
E' un mondo cattivo quello di Berserk, dove combattere è una necessità, per fare valere le proprie ragioni, e più di ogni altra cosa il proprio diritto ad esistere. Spesso sentendo parlare di Berserk ho notato che vengono evidenziate le tematiche religiose, quelle sul destino, quelle legate ai valori (amicizia, amore, lealtà, fratellanza). Tutto giusto, per carità, ma provate a rileggere l'opera seguendo il filo del rapporto tra 'potere' e 'sopravvivenza'. Ne viene fuori quasi una versione illustrata a tinte macabre della filosofia di Elias Canetti. Con questo non voglio di certo dire che Miura si sia ispirato direttamente a questo o a quel filosofo (come fa pensare la profondità e la bellezza dei dialoghi), quanto piuttosto che è tipico delle grandi opere di lasciarsi leggere e attraversare in molteplici sensi e direzioni. E Berserk è una grande opera.
Nello pseudomedievo che ci propone Miura troverete rispecchiato e trasfigurato il mondo di oggi: se un ponte collega il mondo degli uomini con la dimensione parallela di potentissime e feroci creature, un altro ponte collega il manga ai giorni nostri. Lì dove ancora prosperano le arti oscure, l'alchimia e la magia può accadere che portare fino alle estreme conseguenze i propri ideali provochi la trasformazione vertiginosa di un amico in un nemico. Qui dove si chiamano maghi Otelma e Vanna Marchi può accadere la stessa identica degenerazione dell'ideale. La differenza è che nel nostro mondo il Bejelit è invisibile.
Unica nota negativa e la periodizzazione delle uscite. Davvero lunghissima ed estenuante. Ce la farà Gatsu a consumare la sua vendetta? C'è un Time Looking come in Kill Bill, ma quando verrà ucciso qui Bill?
Berserk è uno dei fiori all'occhiello del mondo dei manga, disegnato magistralmente e sceneggiato ancora meglio. Consigliato a tutti e specialmente a chi vuole farsi uno stomaco di ferro.
E non è poco nel mondo di Berserk.
Ha uno spadone più alto di lui che nessun normale essere vivente potrebbe padroneggiare, eppure lo maneggia con destrezza contro enormi mostri che generano dal centro del male stesso.
Ci sono dei cattivi da distruggere nel manga di Kentaro Miura e detta così Berserk sembra uguale a tantissime altre opere. Solo che qui le creature orripilanti e feroci sono come uscite direttamente da bestiari medievali messi al bando per la loro malvagità. Miura dà il meglio di sé quando deve disegnare queste oscene forme di vita, deformi e sanguinarie, le quali impreziosiscono di molto il manga. I mostri forniscono dunque l'occasione per numerose - e memorabili- scene Splatter, ma non sono che un contorno nell'economia della storia.
E' un mondo cattivo quello di Berserk, dove combattere è una necessità, per fare valere le proprie ragioni, e più di ogni altra cosa il proprio diritto ad esistere. Spesso sentendo parlare di Berserk ho notato che vengono evidenziate le tematiche religiose, quelle sul destino, quelle legate ai valori (amicizia, amore, lealtà, fratellanza). Tutto giusto, per carità, ma provate a rileggere l'opera seguendo il filo del rapporto tra 'potere' e 'sopravvivenza'. Ne viene fuori quasi una versione illustrata a tinte macabre della filosofia di Elias Canetti. Con questo non voglio di certo dire che Miura si sia ispirato direttamente a questo o a quel filosofo (come fa pensare la profondità e la bellezza dei dialoghi), quanto piuttosto che è tipico delle grandi opere di lasciarsi leggere e attraversare in molteplici sensi e direzioni. E Berserk è una grande opera.
Nello pseudomedievo che ci propone Miura troverete rispecchiato e trasfigurato il mondo di oggi: se un ponte collega il mondo degli uomini con la dimensione parallela di potentissime e feroci creature, un altro ponte collega il manga ai giorni nostri. Lì dove ancora prosperano le arti oscure, l'alchimia e la magia può accadere che portare fino alle estreme conseguenze i propri ideali provochi la trasformazione vertiginosa di un amico in un nemico. Qui dove si chiamano maghi Otelma e Vanna Marchi può accadere la stessa identica degenerazione dell'ideale. La differenza è che nel nostro mondo il Bejelit è invisibile.
Unica nota negativa e la periodizzazione delle uscite. Davvero lunghissima ed estenuante. Ce la farà Gatsu a consumare la sua vendetta? C'è un Time Looking come in Kill Bill, ma quando verrà ucciso qui Bill?
Berserk è uno dei fiori all'occhiello del mondo dei manga, disegnato magistralmente e sceneggiato ancora meglio. Consigliato a tutti e specialmente a chi vuole farsi uno stomaco di ferro.