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9.0/10
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Solanin è una miniserie di due volumi che nella tradizione dei migliori slice of life nipponici riesce a raccontare la quotidianità di ragazzi alle prese con la domanda "Cosa farò da grande?".
Il pubblico a cui è rivolto è proprio il ragazzo appena diplomato o laureato (o che è in procinto di farlo) e non sa ancora quale sarà la sua strada in questo sventurato mondo, nell'eterno conflitto tra i sogni e la realtà. Solanin è tutto questo e molto di più.
Solanin è il motivo per cui a ventitré anni continuo a leggere manga e a guardare anime di una cultura così distante da quella italiana. È l'esatta espressione della capacità di molti autori nipponici, spesso più di quelli occidentali, di riuscire a far risuonare in mezzo al rumore del mondo una voce flebile e delicata che racconti i più segreti sogni e incubi di noi "adolescenti adulti".
Adolescenti adulti? Non a caso utilizzo questa accoppiata di termini solitamente antitetici, infatti più che in ogni altro tempo, nell'età contemporanea l'adolescenza si prolunga fino all'età adulta in una società che invecchia sempre di più, in cui c'è sempre meno spazio per i giovani e per i sogni, e in cui rimanere un po' adolescente (o un po' bambino) è forse l'unico modo per non abbandonare i propri sogni, la propria originalità, la propria sensibilità.
Ammiro la delicatezza di questa storia, per cui non mi soffermo sugli ottimi disegni, sulla buona edizione della planet, né sui difetti dell'opera (come può essere la brevità dell'opera che abbozza alcune storie e personaggi senza concludere davvero). La sensibilità con cui è trattato un tema così complesso e così "poco fumettistico" rende Solanin un must per tutti i ragazzi interessati ai temi esistenziali, al passaggio dall'adolescenza all'età adulta, alle storie profonde.