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6.0/10
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Per come la vedo io, si potrebbe fare quasi un paragone tra Bleach e Dragonball. Le prime due saghe di Bleach (quella della Soul Society e quella degli Arrancar) sono paragonabili agli avvenimenti antecedenti la morte di Freezer in Dragonball: belle o brutte che siano, le prime due saghe hanno un senso. Le successive sembrano attaccate solo per poter proseguire il manga.
Fino alla fine della saga della Soul Society il manga è piuttosto buono. I personaggi sono interessanti, restano in mente. Inoltre Tite Kubo riesce a tessere una sottile rete quasi invisibile di rapporti fra gli shinigami, si riescono a intravedere relazioni d'amicizia, amori, diffidenze ed odi, il tutto impercettibilmente e senza stufare o soffocare. Scopriamo poi le caratteristiche peculiari di ogni potere, gli organi della Soul Society e le gerarchie. I combattimenti non annoiano e senza forzature e si è sempre curiosi di sapere come continuerà la storia.
In seguito al colpo di scena sul finale della prima saga era ovvio che ve ne fosse una successiva per poter concludere il casino in cui il nostro sostituto shinigami si è impantanato. Tuttavia la seconda saga, quella degli Arrancar, diventa insostenibile. Gli avversari da sconfiggere sono infiniti e, fatta eccezione per qualche Espada interessante, la maggior parte non ti resta nemmeno in testa. Inoltre, se nella prima saga Ichigo aveva una crescita e imparava a conoscere i propri poteri, poi il resto delle tecniche e potenziamenti sembrano tirati fuori dal cilindro apposta per affrontare avversari che sono sempre più forti. Per non parlare del "boss finale" di fine saga: l'ultimo combattimento è una lista sfibrante di power up, tanto che ormai il cattivo in questione è talmente forte da rendere impossibile un finale ragionevole e che non sembri un rattoppo.
Tuttavia tale finale poteva essere risolutivo per porre fine definitivamente alla serie in maniera dignitosa, permettendo al protagonista di tornare alla vita di tutti i giorni dopo aver salvato il mondo, ma Tite Kubo probabilmente non era soddisfatto. Decide quindi di mettere in piedi la saga dei Fullbringer, che ha l'unico scopo di fornire a Ichigo gli strumenti per poter appiccicare la saga dei Quincy a proseguimento del manga. Infatti sui Fullbringer si sa poco o niente, sembrano saltati fuori dal nulla, e come sono comparsi spariranno senza lasciare traccia. E visto che Ichigo nei capitoli precedenti aveva acquisito solo una dozzina di poteri che questo manga offre, era giusto aggiungerne un altro.
Nella saga dei Quincy i problemi già elencati si ripresentano più forti che mai. Ichigo acquista giusto un altro paio di poteri, cosa inevitabile visto che i cattivi sono tanto forti che i nostri eroi al confronto sono utili come una siepe di pitosforo: solo decorativi. Gli antagonisti se possibile ti restano in mente ancora meno dei precedenti.
C'è da dire che però alla fine sto dando la sufficienza perché qualche lato buono questo manga ce l'ha.
Personalmente non adoro lo stile di disegno, perché piuttosto spigoloso, ma i disegni sono oggettivamente di buona qualità. Nella prima saga ci sono diversi personaggi che, volenti o nolenti, ti rapiscono il cuore e ti fanno venir voglia di sapere più di loro (a gusto mio Urahara Kisuke è uno dei personaggi più belli e misteriosi di cui io abbia letto). E forse sono proprio questi personaggi alla fine a permettere a questo manga di andare avanti, perché se c'è un solo motivo per cui continuo a comprarlo esso è la, seppur sporadica, presenza di flashback che ci illuminano sul passato e le esperienze dei personaggi che sono lo zoccolo duro della serie. Il problema di questo manga è che per ogni capitolo di trama vera ce ne sono venti di combattimenti (tra l'altro malfatti per i motivi sopra descritti). Questo manga andrebbe ripreso per intero e "asciugato", perché le potenzialità ce le avrebbe eccome.