Recensione
Berserk
10.0/10
Recensione di Itachi-san
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Un'opera magistrale, il primo pensiero che ho avuto terminata la lettura dei 37 volumi. Perché questo è Berserk, un ricchissimo mosaico di incontri e di scontri, di logorante sofferenza e di gioia effimera, di amore e di odio.
TRAMA E TEMI
Le avventure di Gatsu si collocano in un tardo medioevo crudele e violento, che non di rado sfiora la distopia. Dopo i primi 3 volumi, in cui il guerriero nero ci darà l'assaggio della sua ferocia distruttiva e mortifera, una lunga analessi mostrerà il suo tetro passato, l'infanzia consumata tra campi di battaglia e forgiata nel sangue, nonché l'incontro con i mercenari della squadra dei falchi, destinato a segnare una svolta nella sua esistenza. Di più della trama non voglio dire, il ritmo trascinante vi consentirà di divorare volumi su volumi.
Lo sviluppo degli eventi manterrà una logica lineare e semplice, ma i temi proposti si faranno sempre più impegnati e complessi. Miura dimostra infatti una spiccata preparazione filosofica, che contempera elementi occidentali con il tipico spiritualismo orientale. Punti cardine della sua riflessione sono il problema del libero arbitrio, l'istinto di autoconservazione, la polemica religiosa. Una mia personale impressione è la ripresa, anche abbondante, di motivi della filosofia spinoziana, mentre è certo che dall'induismo Miura mutua il concetto di Karma come principio regolatore delle vicende umane.
Verrà inoltre mostrata una delle pagine più cupe del Cristianesimo, la "Santa Inquisizione", che permette al mangaka di esprimere il suo scetticismo e biasimo verso le religioni rivelate. Il Dio trascendente del Cristianesimo, ad esempio, sul modello delle tesi di Feuerbach e di Marx, viene visto solo come una proiezione di un uomo alienato dalle sue sofferenze, che cerca rifugio in un essere immaginario per sfuggire dalla sua infelicità, sprofondando però nel fanatismo e nella paura. L'autore pare molto più aperto verso orizzonti panteisti, che non escludono la magia, intesa come conoscenza più approfondita e diretta della natura. La violenza è un elemento peculiare, così come la sessualità, o più precisamente, la violenza sessuale. Sono esse infatti l'emblema della visione profondamente pessimistica di Miura: l'uomo è spesso preda del suo egoismo e delle sue pulsioni più bestiali. Eppure, anche in questa atmosfera da brividi emergono talvolta gli aspetti migliori dell'animo umano: l'amicizia, la gratitudine, l'amore. Inoltre il tema del sogno e della ricerca di se stessi è il motore dell'intera opera, con tutte le vicissitudini che tale percorso porta con sé.
IL DISEGNO
Ho pensato spesso che Miura sia un pittore mancato. Le sue tavole lasciano letteralmente sgomenti, sono sontuose. Nei primi 3 o 4 volumi in realtà il suo stile è ancora un po' legnoso e sbrigativo, ma col tempo il tratto si fa morbido, fluido e la cura dei dettagli diventa maniacale. L'espressività dei volti è pari alla profonda caratterizzazione psicologica dei vari personaggi e stupefacente è il realismo con cui vengono resi paesaggi, animali, armi e oggetti. Miura ha le idee chiare anche in ambito architettonico, come dimostra trasponendo con grande precisione nella sua pagina edifici gotici verosimili. Gli esseri mostruosi che popolano l'universo di Berserk inoltre sono credibili pur nelle loro fattezze impensabili, e ciò è geniale. Alcune tavole sembrano incisioni del Piranesi, mentre i temi compositivi ricordano il pittore olandese Hieronymus Bosh. Il suo è un disegno organico al contenuto, infarcito di citazioni di esoterismo, di alchimia, che mostrano l'immensa cultura generale di quest'uomo. Spettacolare!
Darei un 9 alla trama per il calo degli ultimi volumi, che non mi hanno comunque disgustato rispetto ad altri lettori, e un 10 pieno al disegno. Arrotondando per eccesso quindi do 10, perché è impossibile non riconoscere il valore di un fumetto come questo, anche se la pigrizia di Miura può rendere una delizia come questa una croce sempre più pesante. Lo consiglio vivamente a chi non lo conoscesse ancora, augurandoci di poter vivere abbastanza da vedere un finale.
TRAMA E TEMI
Le avventure di Gatsu si collocano in un tardo medioevo crudele e violento, che non di rado sfiora la distopia. Dopo i primi 3 volumi, in cui il guerriero nero ci darà l'assaggio della sua ferocia distruttiva e mortifera, una lunga analessi mostrerà il suo tetro passato, l'infanzia consumata tra campi di battaglia e forgiata nel sangue, nonché l'incontro con i mercenari della squadra dei falchi, destinato a segnare una svolta nella sua esistenza. Di più della trama non voglio dire, il ritmo trascinante vi consentirà di divorare volumi su volumi.
Lo sviluppo degli eventi manterrà una logica lineare e semplice, ma i temi proposti si faranno sempre più impegnati e complessi. Miura dimostra infatti una spiccata preparazione filosofica, che contempera elementi occidentali con il tipico spiritualismo orientale. Punti cardine della sua riflessione sono il problema del libero arbitrio, l'istinto di autoconservazione, la polemica religiosa. Una mia personale impressione è la ripresa, anche abbondante, di motivi della filosofia spinoziana, mentre è certo che dall'induismo Miura mutua il concetto di Karma come principio regolatore delle vicende umane.
Verrà inoltre mostrata una delle pagine più cupe del Cristianesimo, la "Santa Inquisizione", che permette al mangaka di esprimere il suo scetticismo e biasimo verso le religioni rivelate. Il Dio trascendente del Cristianesimo, ad esempio, sul modello delle tesi di Feuerbach e di Marx, viene visto solo come una proiezione di un uomo alienato dalle sue sofferenze, che cerca rifugio in un essere immaginario per sfuggire dalla sua infelicità, sprofondando però nel fanatismo e nella paura. L'autore pare molto più aperto verso orizzonti panteisti, che non escludono la magia, intesa come conoscenza più approfondita e diretta della natura. La violenza è un elemento peculiare, così come la sessualità, o più precisamente, la violenza sessuale. Sono esse infatti l'emblema della visione profondamente pessimistica di Miura: l'uomo è spesso preda del suo egoismo e delle sue pulsioni più bestiali. Eppure, anche in questa atmosfera da brividi emergono talvolta gli aspetti migliori dell'animo umano: l'amicizia, la gratitudine, l'amore. Inoltre il tema del sogno e della ricerca di se stessi è il motore dell'intera opera, con tutte le vicissitudini che tale percorso porta con sé.
IL DISEGNO
Ho pensato spesso che Miura sia un pittore mancato. Le sue tavole lasciano letteralmente sgomenti, sono sontuose. Nei primi 3 o 4 volumi in realtà il suo stile è ancora un po' legnoso e sbrigativo, ma col tempo il tratto si fa morbido, fluido e la cura dei dettagli diventa maniacale. L'espressività dei volti è pari alla profonda caratterizzazione psicologica dei vari personaggi e stupefacente è il realismo con cui vengono resi paesaggi, animali, armi e oggetti. Miura ha le idee chiare anche in ambito architettonico, come dimostra trasponendo con grande precisione nella sua pagina edifici gotici verosimili. Gli esseri mostruosi che popolano l'universo di Berserk inoltre sono credibili pur nelle loro fattezze impensabili, e ciò è geniale. Alcune tavole sembrano incisioni del Piranesi, mentre i temi compositivi ricordano il pittore olandese Hieronymus Bosh. Il suo è un disegno organico al contenuto, infarcito di citazioni di esoterismo, di alchimia, che mostrano l'immensa cultura generale di quest'uomo. Spettacolare!
Darei un 9 alla trama per il calo degli ultimi volumi, che non mi hanno comunque disgustato rispetto ad altri lettori, e un 10 pieno al disegno. Arrotondando per eccesso quindi do 10, perché è impossibile non riconoscere il valore di un fumetto come questo, anche se la pigrizia di Miura può rendere una delizia come questa una croce sempre più pesante. Lo consiglio vivamente a chi non lo conoscesse ancora, augurandoci di poter vivere abbastanza da vedere un finale.