Recensione
Recensione di Itachi-san
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Non capisco i molti giudizi negativi su questo manga. Certo, non è un capolavoro, non è qualcosa che lasci segni indelebili sul lettore, ma non è nemmeno spazzatura. Giudicare questa serie in stretta relazione a quella originale può sminuire molto " The Lost Canvas", ma io lo ritengo fuorviante. Iniziando a leggerlo, più per curiosità che per altro, non ho mai avuto l'illusione di trovarmi di fronte a qualcosa che si prefiggesse anche soltanto di superare la serie classica, semplicemente perché è palese che non è questo l'obiettivo ricercato. E' un'opera classicista se vogliamo, in cui cioè il modello viene tenuto costantemente in considerazione come paradigma, e lo scopo non è superarlo, ma riproporlo, rendendolo più moderno, senza creare incongruenze. Se visto in quest'ottica, questo manga non mi pare fallimentare.
L'ambientazione è collocata 243 anni prima della serie originale, cioè durante la precedente Guerra Sacra. Tenma, Sasha e Aron sono tre ragazzini cresciuti in un orfanotrofio nell'Italia del XVIII secolo, ma il destino li vedrà coinvolti in tutt'altra realtà: sono infatti i prescelti per la reincarnazione di Hades, di Athena e del cavaliere della costellazione di Pegasus, il deicida.
Se è vero che l'originalità è limitata e il pathos non è paragonabile alla saga classica, la lettura è comunque gradevole, tra scontri abbastanza frequenti e sprazzi di ricordo, tenerezza, nostalgia. Il disegno è di ottima qualità: le armature sono curate e plastiche, le scene dinamiche sono rese in modo ottimo e l'espressività è buona. Insomma, se si è troppo innovativi ci si lamenta di stravolgere gli originali, se si è troppo fedeli allora si è monotoni... Io cerco un po' di equilibrio dando un buon voto, anche se non così alto. Ciò che ho particolarmente apprezzato è la maggiore focalizzazione sui cavalieri d'oro e sulla loro umanità, intesa come fragilità, insicurezza, difficoltà. Eppure tutti i soldati di Athena mantengono il loro alone di potere e rispettabilità. Lo consiglio a chi è fan della serie, ma senza fare troppi paragoni e godendosi una lettura comunque piacevole.
L'ambientazione è collocata 243 anni prima della serie originale, cioè durante la precedente Guerra Sacra. Tenma, Sasha e Aron sono tre ragazzini cresciuti in un orfanotrofio nell'Italia del XVIII secolo, ma il destino li vedrà coinvolti in tutt'altra realtà: sono infatti i prescelti per la reincarnazione di Hades, di Athena e del cavaliere della costellazione di Pegasus, il deicida.
Se è vero che l'originalità è limitata e il pathos non è paragonabile alla saga classica, la lettura è comunque gradevole, tra scontri abbastanza frequenti e sprazzi di ricordo, tenerezza, nostalgia. Il disegno è di ottima qualità: le armature sono curate e plastiche, le scene dinamiche sono rese in modo ottimo e l'espressività è buona. Insomma, se si è troppo innovativi ci si lamenta di stravolgere gli originali, se si è troppo fedeli allora si è monotoni... Io cerco un po' di equilibrio dando un buon voto, anche se non così alto. Ciò che ho particolarmente apprezzato è la maggiore focalizzazione sui cavalieri d'oro e sulla loro umanità, intesa come fragilità, insicurezza, difficoltà. Eppure tutti i soldati di Athena mantengono il loro alone di potere e rispettabilità. Lo consiglio a chi è fan della serie, ma senza fare troppi paragoni e godendosi una lettura comunque piacevole.