Recensione
Rose Josephine
6.0/10
"Bara no Josephine", in Italia tradotto come "Rose Josephine" è la fatica più recente di Yumiko Igarashi, mangaka conosciuta per shojo di una certa fama quali "Candy Candy" e "Georgie", per alcuni vere e proprie pietre miliari del genere. Tale notorietà, tuttavia, se da un lato ha probabilmente contribuito a favorire l'esportazione di quest'opera in Francia e nel Bel paese, dall'altro ha creato negli acquirenti, a mio avviso, delle aspettative ben presto deluse, e per vari motivi. Partiamo da qualche cenno a proposito della trama.
TRAMA
L'intento delle autrici (Ochiai e Igarashi) è sostanzialmente quello di narrare la vita della prima moglie di Napoleone, Giuseppina di Beauharnais, dall'infanzia alla morte, avvenuta a soli cinquant'anni. Apprezzabile il fine; meno, come si vedrà, il risultato.
DISEGNI
Naturalmente, ancor prima di leggere i dialoghi, ciò che il lettore vede sono i disegni. Se le illustrazioni di copertina fanno ben sperare dal lato grafico, è sufficiente sfogliare poche pagine per accorgersi di una spiacevole realtà: ormai l'età si fa sentire, la mano della Igarashi non è più quella che ci ha regalato campi di fiori, vie cittadine, palazzi nobiliari colmi di dettagli e particolari. Paesaggi, animali e personaggi di sfondo, ad esempio, hanno tutta l'aria di essere stati realizzati in larga parte dalle sue assistenti, e non da lei. I protagonisti stessi, non fosse per gli occhi "al glitter", gli abiti (anche maschili) infiocchettati e l'"accompagnamento" floreale, non ricordano minimamente la bellezza di una Georgie, di un Abel, di un Lowell cui pure sono fisicamente ispirati. Spesso si ha l'impressione di essere davanti ad una sorta di... imitazione di se stessa della mangaka. Il tratto, nel complesso, non è sgradevole, ma non è paragonabile a quello delle opere già citate.
STORIA
Dietro a "Rose Josephine" c'è un attento lavoro di documentazione sulla vita dell'eroina della vicenda e sulla storia francese, e lo si percepisce. Peccato, però, che spesso importanti avvenimenti (la campagna di Russia, la spedizione in Egitto) vengano liquidati in poche pagine, o, peggio, in poche vignette, specialmente nel quarto volumetto, consentendo di capire per bene la situazione solo a chi ha buone conoscenze storiche e, in generale, trasmettendo una spiacevole idea di frettolosità. Un altro difetto sul piano della sceneggiatura è legato all'uso di alcuni personaggi secondari la cui introduzione non toglie né aggiunge alcunché all'economia narrativa e risulta così ingiustificata, o forse, chissà, dovuta a variazioni della trama in corso d'opera.
PERSONAGGI
Tra figure realmente esistite e meri parti della fantasia delle autrici, per un manga di soli quattro volumi il numero di personaggi è assai nutrito: in ogni caso, gli unici di autentica importanza sono Rose (la futura Giuseppina), il suo fratellastro (fittizio) Agathon e, chiaramente, Napoleone. La prima, nome e ruolo a parte, non ha quasi nulla della vera Imperatrice dei Francesi: tralasciata la questione del drastico e immotivato cambio di tinta (da mora a bionda), la "nostra" eroina appare fin troppo idealizzata. Niente rivalità, gelosie, invidie, intrighi amorosi, quando a tutti, o quasi, è noto che i coniugi Bonaparte non erano propriamente la fedeltà in amore personificata. Il medesimo discorso vale per il corrispettivo a fumetti del Corso, che niente possiede del carisma e della personalità dell'uomo che è stato capace, da solo, di sconvolgere gli equilibri dell'Europa intera. Abbiamo infine Agathon (Agatho nella traduzione italiana), narratore della storia e fratello illegittimo-servitore di Rose, il quale, sia moralmente che graficamente, fa pensare ad una miscela composta dai fratelli Buttman con una spolverata di André, miscela però malriuscita, poiché né si comprende se la sua devozione nei confronti della sorella sia puro amore fraterno o qualcosa di più, né lo si può apprezzare per qualcosa che non sia questo suo attaccamento canino verso la donna, dato che per il resto non pare avere altri pensieri o aspirazioni.
GIUDIZIO GLOBALE
A mio giudizio, il voto che questa serie merita è 6: la storia è godibile, i disegni sono graziosi e non mancano le caratteristiche stilistiche per cui la Igarashi è famosa. Ciononostante, sono altrettanto abbondanti le pecche. Consigliato ai fan della mangaka, a chi ha un debole per il "gossip" storico e a chi vuole godersi qualche ora di svago con un'opera non eccessivamente impegnata. Sconsigliato, invece, a chi esige la maggiore accuratezza storica possibile e a chi si aspetta un'altra Candy. Un titolo, in definitiva, senza infamia e senza lode.
TRAMA
L'intento delle autrici (Ochiai e Igarashi) è sostanzialmente quello di narrare la vita della prima moglie di Napoleone, Giuseppina di Beauharnais, dall'infanzia alla morte, avvenuta a soli cinquant'anni. Apprezzabile il fine; meno, come si vedrà, il risultato.
DISEGNI
Naturalmente, ancor prima di leggere i dialoghi, ciò che il lettore vede sono i disegni. Se le illustrazioni di copertina fanno ben sperare dal lato grafico, è sufficiente sfogliare poche pagine per accorgersi di una spiacevole realtà: ormai l'età si fa sentire, la mano della Igarashi non è più quella che ci ha regalato campi di fiori, vie cittadine, palazzi nobiliari colmi di dettagli e particolari. Paesaggi, animali e personaggi di sfondo, ad esempio, hanno tutta l'aria di essere stati realizzati in larga parte dalle sue assistenti, e non da lei. I protagonisti stessi, non fosse per gli occhi "al glitter", gli abiti (anche maschili) infiocchettati e l'"accompagnamento" floreale, non ricordano minimamente la bellezza di una Georgie, di un Abel, di un Lowell cui pure sono fisicamente ispirati. Spesso si ha l'impressione di essere davanti ad una sorta di... imitazione di se stessa della mangaka. Il tratto, nel complesso, non è sgradevole, ma non è paragonabile a quello delle opere già citate.
STORIA
Dietro a "Rose Josephine" c'è un attento lavoro di documentazione sulla vita dell'eroina della vicenda e sulla storia francese, e lo si percepisce. Peccato, però, che spesso importanti avvenimenti (la campagna di Russia, la spedizione in Egitto) vengano liquidati in poche pagine, o, peggio, in poche vignette, specialmente nel quarto volumetto, consentendo di capire per bene la situazione solo a chi ha buone conoscenze storiche e, in generale, trasmettendo una spiacevole idea di frettolosità. Un altro difetto sul piano della sceneggiatura è legato all'uso di alcuni personaggi secondari la cui introduzione non toglie né aggiunge alcunché all'economia narrativa e risulta così ingiustificata, o forse, chissà, dovuta a variazioni della trama in corso d'opera.
PERSONAGGI
Tra figure realmente esistite e meri parti della fantasia delle autrici, per un manga di soli quattro volumi il numero di personaggi è assai nutrito: in ogni caso, gli unici di autentica importanza sono Rose (la futura Giuseppina), il suo fratellastro (fittizio) Agathon e, chiaramente, Napoleone. La prima, nome e ruolo a parte, non ha quasi nulla della vera Imperatrice dei Francesi: tralasciata la questione del drastico e immotivato cambio di tinta (da mora a bionda), la "nostra" eroina appare fin troppo idealizzata. Niente rivalità, gelosie, invidie, intrighi amorosi, quando a tutti, o quasi, è noto che i coniugi Bonaparte non erano propriamente la fedeltà in amore personificata. Il medesimo discorso vale per il corrispettivo a fumetti del Corso, che niente possiede del carisma e della personalità dell'uomo che è stato capace, da solo, di sconvolgere gli equilibri dell'Europa intera. Abbiamo infine Agathon (Agatho nella traduzione italiana), narratore della storia e fratello illegittimo-servitore di Rose, il quale, sia moralmente che graficamente, fa pensare ad una miscela composta dai fratelli Buttman con una spolverata di André, miscela però malriuscita, poiché né si comprende se la sua devozione nei confronti della sorella sia puro amore fraterno o qualcosa di più, né lo si può apprezzare per qualcosa che non sia questo suo attaccamento canino verso la donna, dato che per il resto non pare avere altri pensieri o aspirazioni.
GIUDIZIO GLOBALE
A mio giudizio, il voto che questa serie merita è 6: la storia è godibile, i disegni sono graziosi e non mancano le caratteristiche stilistiche per cui la Igarashi è famosa. Ciononostante, sono altrettanto abbondanti le pecche. Consigliato ai fan della mangaka, a chi ha un debole per il "gossip" storico e a chi vuole godersi qualche ora di svago con un'opera non eccessivamente impegnata. Sconsigliato, invece, a chi esige la maggiore accuratezza storica possibile e a chi si aspetta un'altra Candy. Un titolo, in definitiva, senza infamia e senza lode.