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"Ousama Game", un manga horror nei progetti di Nobuaki Kanazawa, è il racconto di come una storia interessante possa rovinarsi velocemente quando il proprio autore non ci mette tutto l'impegno, l'amore e soprattutto il tempo per farne esplodere il potenziale.

La storia parte da una semplice email, mandata a tutti i componenti di una classe da parte di un fantomatico "Ousama" e contenente un ordine; quello che sembra un semplice scherzo diventerà, con la morte della prima persona che non obbedirà agli ordini del re, un gioco sadico che metterà i compagni gli uni contro gli altri... O almeno così sembrerebbe promettere. Se nei primi capitoli, infatti, la storia prende e intriga, pur senza cercare il colpo di scena a tutti i costi, fermandosi anche a tratteggiare qualche personaggio secondario (oltre a quelli principali) colpiti dagli "ordini del Re", giunti un po' dopo la metà dell'opera le cose cambiano in peggio. L'autore (forse stanco della sua stessa opera, forse perchè pressato con i tempi di consegna o forse perchè ha scoperto che gestire 32 personaggi era abbastanza difficile) decide di accelerare per arrivare rapidamente alla resa dei conti finale, gettando in questo modo alle ortiche ogni possibile buon sviluppo narrativo (dilemmi morali, le reazioni delle persone messe in situazioni di vita o morte, chi o cos'è veramente "Ousama") e sostituendoli con morti sempre più scenografiche ma irreali; scelta che, di fatto, ridicolizza l'opera. Con un "ordine" ancora oggi per me incomprensibile l'autore fa strage della miriade di alunni della classe ancora non apparsi (morti per cui la polizia non mostra alcun interesse), poi manda il protagonista a fare una escursione notturna per scoprire il luogo di origine del gioco e come combatterlo (anche se ci vuole un atto di fede spropositato per credere che quella visita sia realmente decisiva) e infine giunge al finale, l'ultimo grande balzo verso il basso dell'opera, che lascia al lettore l'amaro in bocca e un'espressione di incredula delusione sulla faccia. Se fino a quel momento, infatti, l'illusione di un buon finale poteva mitigare l'irritazione per l'accelerazione improvvisa, la spiegazione su chi sia veramente l'Ousama è talmente senza senso che riesce a rovinare anche buona parte delle cose buone apparse nella prima parte.

"Ousama Game", quindi, è l'esempio perfetto del male che un autore può infliggere alla sua opera se la tratta con troppa superficialità. Probabilmente prendendosi molto più tempo per raccontare la storia o per revisionarla (non ho idea di come funzionino i meccanismi dell'editoria dei manga, quindi potrebbe essere stato anche una imposizione estranea alla volontà dell'autore) l'opera sarebbe diventata un ottimo Horror, che non si fermava agli elementi splatter, ma che usava la paura per scavare nei rapporti tra le persone. Sfortunatamente non lo sapremo mai.