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Dopo anni di lontananza dai battle shonen, genere del più ampio target shonen da me di solito evitato, ho deciso di intraprendere la visione e la conseguente lettura di tutte le serie de "Le Bizzarre Avventure di JoJo", presentatomi spesso come uno dei capostipiti degli shonen moderni.
In questa sede prenderò in esame la quinta serie, Vento Aureo, ovvero la prima che ho deciso di leggere in versione manga, in quanto l'anime non è ancora stato prodotto.
Lungi da me voler fare confronti con gli stili di disegno precedenti a Vento Aureo, mi limiterò solamente a commentare questa quinta serie dal punto di vista analitico. Serie che, ahimè, dopo le quattro precedenti, finora mi è sembrata la peggiore.
Inizio parlando con l'introduzione stessa della serie, che ci viene presentata come un sequel al pari delle precedenti, ma di sequel non ha essenzialmente nulla. Tant'è che può essere benissimo vista come uno spinoff a sé stante, tale è la mancanza di collegamenti.
Solo nei primi capitoli ci viene mostrato Jotaro alla ricerca del protagonista, Giorno, ma questo aspetto non verrà mai approfondito e il nostro caro nipote di Joseph verrà perduto nei meandri della narrazione.
Lo stesso Giorno, in quanto a caratterizzazione, si rivela essere un personaggio piatto, che non subisce mai una vera e propria evoluzione. Al contrario, invece di risultare il collante dei vari membri di Passione, viene spesso e volentieri oscurato da essi per favorire la presenza di altri personaggi, soprattutto Mista e Bucciarati.
Questi ultimi, infatti, sono gli unici con una caratterizzazione degna di essere chiamata tale, e Bruno forse l'unico che riesce ad avere un'evoluzione lenta e ragionata attraverso tutto l'arco narrativo.
A differenza di Stardust Crusaders, simile a Vento Aureo per la linearità della trama e la tematica del viaggio, al lettore risulta difficile empatizzare con i personaggi e affezionarsi ad essi, proprio per colpa di questo scarso approfondimento. Personaggi che, di punto in bianco, potranno anche uscire di scena, con una spiegazione ridotta all'osso, senza tornare mai più, inducendo il lettore a pensare che Araki abbia voluto togliere volontariamente di mezzo personaggi con poteri troppo forti e difficili da gestire in combattimenti a lunga durata.
I combattimenti sono l'unica cosa che salverei di questa serie manga: piuttosto ragionati e geniali in quanto a strategia, che in alcuni casi (rari, a dire il vero) però sfocierà quasi nella forzatura. Ad essi si accompagnano, sfortunatamente, tavole parecchio confusionarie, in cui è difficile comprendere cosa sta realmente accadendo. Io stessa, nonostante le tante riletture, ancora adesso non capisco le mosse o i colpi andati a segno negli scontri.
Nemmeno il finale è esente da difetti, accelerato, con power-up decisamente troppo overpowered, e uno stand nemico con un potere rimasto incomprensibile a molti.
Che dire, sono rimasta piuttosto delusa da Vento Aureo, come si può notare. Non è insufficiente, ma aveva un buon potenziale che è stato sprecato per far spazio ad una caratterizzazione scarna e ad una trama talmente lineare da risultare a tratti ripetitiva e noiosa.