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6.0/10
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Frasi celebri tratte da “Il Filo Rosso”: “A ripensarci ora la prima impressione che ebbi di lui fu pessima”. E poi: “adesso è l'unica persona in grado di farmi battere il cuore”.
Leggendo frasi del genere che tipo di trama vi viene in mente? Quella della storia di un complicato rapporto tra una cardiopatica ed il suo medico? Di un rapporto nato fra mille diffidenze (magari a causa delle salate parcelle di lui) ma che poi è cresciuto col tempo fino a diventare l'unica vera speranza per il futuro della povera ammalata? Se davvero avete pensato una cosa del genere (ma ci credo poco) sarò costretto a deludervi: “Il Filo Rosso” è ovviamente il solito shoujo manga che riesce, dopo sole due pagine, a far capire come si evolverà e addirittura come si concluderà la storia d'amore tra i due protagonisti principali.
Se qualcuno dopo questa introduzione sta esclamando frasi del tipo ”Oddio, che pizza!” sappia che ha tutta la mia comprensione; anzi lo invito ad avere lo stesso atteggiamento anche nei confronti del recensore, costretto per la milionesima volta a cercare di trovare parole nuove per descrivere sempre la stessa storia.
Però comprensione non vuol dire anche “approvazione”. Gli shoujo manga, infatti, nel 99% dei casi hanno sempre la stessa impostazione: c'è una lui, c'è una lei, in genere c'è una scuola, c'è un evento che li fa incontrare e ci sono i classici fiori d'arancio a chiudere il cerchio. Chi ne compra tanti non solo sa già benissimo a cosa va incontro ma, anzi, sa che è proprio questo il tipo di storia che ama leggere. Ovviamente esistono anche una serie di elementi il cui grado di sviluppo e le cui varianti sono importanti per poter elaborare un giudizio sul livello di godibilità complessiva dell'opera, ossia per decidere se la storia è bella o brutta; tuttavia si tratta di elementi che nella sostanza non hanno il compito di smuovere le fondamenta su cui si regge questo genere. Per cui se avete comprato un manga di questo tipo e poi vi lamentate del suo contenuto “di genere”, non potete dare la colpa di questo né all'autore, che pensava ad un tipo di pubblico diverso dal vostro, né alla fumetteria o all'edicola a cui vi siete rivolti, il cui compito è solo quello di vendere ciò che espone, ma solo a voi stessi che l'avete comprato senza informarvi prima.
Detto questo, torniamo al manga in questione e cominciamo l'analisi con qualche breve cenno sulla trama.
Cihiro è la manager del club di Kendo della scuola media Minami ed ha una cotta per Nanjo, il capitano della squadra; Hinase, invece, è una delle speranze del club di Kendo della scuola media Kita. I due si “scontreranno”, sia fisicamente che verbalmente, all'interno di un ristorante e questo evento farà nascere in Chihiro una certa antipatia nei confronti di Hinase. Le loro strade, però, finiranno per incrociarsi nuovamente in diverse occasioni; i due avranno così modo di approfondire meglio la loro conoscenza con conseguenze facilmente prevedibili.
“Il Filo Rosso” ha una trama un po' povera e non molto articolata: gli eventi rappresentati sono quelli classici della vita quotidiana di una coppia di studenti giapponesi (o almeno di quella che generalmente viene rappresentata nei manga) senza grandi novità o particolari colpi di scena. In verità, ogni tanto l'autrice cerca di introdurre qualche variazione sul tema per dare un po' più di pepe alla storia, ma poi fa rapidamente marcia indietro per evitare pericolosi deragliamenti.
Quando si adotta un modello ultra-tradizionale come questo, quindi, devono essere i personaggi a fare la differenza; e da questo punto di vista “Il Filo Rosso” punta molto sulla loro caratterizzazione. E questi, pur non avendo nulla di particolarmente originale, risultano essere abbastanza divertenti: Chihiro viene presentata come una ragazza con uno sguardo “non intenzionalmente” cattivo, decisamente paranoica quando si tratta di affari di cuore, goffa ma non per questo stupida. In genere attende che sia Hinase a prendere l'iniziativa ma non per questo è il tipico soggetto passivo che si limita a subire senza passare mai al contrattacco. Hinase, invece, è un personaggio più standardizzato (oddio anche quello di Cihiro in fondo lo è, ma ogni tanto qualche elemento di novità in lei ce lo trovi): è il classico belloccio sciupa femmine dal cuore onesto e gentile, a cui piace stuzzicare continuamente il proprio partner ma che, allo stesso tempo, cerca sempre di farlo sentire al sicuro.
Il loro rapporto, gli equivoci, le situazioni in cui si vengono a trovare sono, ancora una volta, quelli classici di uno shoujo “modello base”; ma l'incrocio delle loro personalità, dal punto di vista comico, funziona a dovere per cui molto raramente la narrazione diventa noiosa.
Cosa dire, invece, a proposito degli altri personaggi? Bastano solo due parole: non pervenuti. La cosa è talmente evidente che la stessa autrice, alla fine di ogni volumetto, ci scherza su ipotizzando la fondazione di un club dei “personaggi che non compaiono mai”. E in certi casi forse era davvero meglio non farli comparire affatto, dato che la loro introduzione sembra essere forzata e il loro comportamento non segue nessun filo logico.
Ma il difetto più importante di questo manga è un altro: pur essendo composto da soli nove volumetti (e quindi non è che ci volesse molto ad evitarle) la trama de “Il Filo Rosso” soffre di evidenti e clamorose amnesie. Dato che i personaggi secondari sono utili a questo manga come la forchetta col brodo accade spessissimo che vengano mostrate scene o situazioni che li coinvolgono e che meriterebbero un approfondimento (sennò perché ce le hai messe?); ed invece niente, all'improvviso tutto viene dimenticato e la storia va avanti come se nulla fosse successo.
Tirando le somme “Il Filo Rosso” è un manga divertente ma che presenta tantissimi difetti, alcuni anche piuttosto gravi. Tuttavia non mi sento di bocciarlo, in quanto devo riconoscere che nonostante tutto la sua lettura si è rivelata abbastanza gradevole; per cui almeno una sufficienza stiracchiatissima voglio concedergliela. Se vi piace tanto (ma proprio tanto) il genere potrei perfino consigliarvi di dargli un'occhiata; ma se siete solo un po' più tiepidi verso questo tipo di storie allora è meglio cercare altro.