Recensione
La voce delle stelle
6.0/10
Recensione di Scricciola_x
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"La voce delle stelle" è un cortometraggio del regista ed autore Makoto Shinkai. Prima di vedere questo cortometraggio avevo già visionato due suoi film (“5 centimetri per second” e “Oltre le nuvole: il luogo promessoci”).
E devo dire che sono rimasta molto perplessa poiché questo artista viene considerato il nuovo Miyazaki, ma in base a cosa? In tutti i suoi film si riscontrano le medesime tematiche di “La voce delle stelle”, le medesime storie, medesimi o comunque molto simili finali, medesime impostazioni di dialogo, medesimi simboli “chiave”... E devo dire anche medesima capacità di conciliare il sonno.
In questi caso i protagonisti sono due ragazzi che si conoscono da piccoli alle scuole medie, nutrendo un sentimento reciproco che però non si riveleranno mai... Almeno fino a quando la ragazza, dopo essere entrata nell'esercito, è costretta a partire a bordo di un robot per una missione segreta nello spazio. Prima e seconda tematica che riscontreremo in tutte le altre opere del regista: l’amore a distanza ed il non “dichiararsi”, almeno non prima di un determinato “evento ostacolante” per la relazione.
Ciò che mi è piaciuto di questo film sono alcuni dialoghi molto riflessivi, con annesse frasi ad effetto che calzano a pennello.
Forse, come ho già detto, l’aver visionato precedentemente altri film dello stesso autore non mi fa essere pienamente oggettiva nel dare un giudizio su quest’opera, in quanto questa ripetitività e poca originalità mi ha deluso parecchio. Comunque il film ha alcune trovate molto interessanti e la durata di soli venticinque minuti lo rende fruibile e scorrevole nonostante il ritmo non proprio frenetico. Se siete fan di Shinkai, non potete lasciarvelo scappare.
E devo dire che sono rimasta molto perplessa poiché questo artista viene considerato il nuovo Miyazaki, ma in base a cosa? In tutti i suoi film si riscontrano le medesime tematiche di “La voce delle stelle”, le medesime storie, medesimi o comunque molto simili finali, medesime impostazioni di dialogo, medesimi simboli “chiave”... E devo dire anche medesima capacità di conciliare il sonno.
In questi caso i protagonisti sono due ragazzi che si conoscono da piccoli alle scuole medie, nutrendo un sentimento reciproco che però non si riveleranno mai... Almeno fino a quando la ragazza, dopo essere entrata nell'esercito, è costretta a partire a bordo di un robot per una missione segreta nello spazio. Prima e seconda tematica che riscontreremo in tutte le altre opere del regista: l’amore a distanza ed il non “dichiararsi”, almeno non prima di un determinato “evento ostacolante” per la relazione.
Ciò che mi è piaciuto di questo film sono alcuni dialoghi molto riflessivi, con annesse frasi ad effetto che calzano a pennello.
Forse, come ho già detto, l’aver visionato precedentemente altri film dello stesso autore non mi fa essere pienamente oggettiva nel dare un giudizio su quest’opera, in quanto questa ripetitività e poca originalità mi ha deluso parecchio. Comunque il film ha alcune trovate molto interessanti e la durata di soli venticinque minuti lo rende fruibile e scorrevole nonostante il ritmo non proprio frenetico. Se siete fan di Shinkai, non potete lasciarvelo scappare.