Recensione
Fairy Tail
7.5/10
Parlare di "Fairy Tail" per me è tanto una gioia quanto un dolore.
Ebbi modo di scoprire il manga a opera ben avviata, nel 2012, attratto dall'ambientazione fantasy e dal nome che si era fatto il manga nel corso degli anni, e me ne innamorai subito, al punto tale da macinare diverse centinaia di capitoli in una sola settimana. Questa può sembrare una cosa molto contraddittoria, dal momento che il numerino svettante su questa recensione indica un'opera sopra la sufficienza si, ma che non è in grado effettivamente di ergersi a capolavoro, a un vero e proprio must-read per gli amanti del fumetto orientale. Ebbene, questa vuole essere una recensione critica, finalizzata a far capire alla gente a cosa sta per imbattersi il futuro lettore mentre si appresta ad entrare nella vivace e quanto mai burrascosa "Fairy Tail", e che quindi tiene conto delle (tante) problematiche di questo manga.
Anzitutto partiamo con il grandissimo pregio del manga: il disegno; il tratto di Mashima risulta essere estremamente pulito, piacevolissimo da vedere e in grado di far capire esattamente cosa sta succedendo anche durante i combattimenti più frenetici, oltre a saper chiaramente valorizzare i momenti più importanti grazie allo stesso tratto precedentemente citato.
"Fairy Tail" è quindi una gioia per gli occhi sì, anche nei modi che però non vorremmo, infatti qui si introduce una delle prime criticità del manga, ovvero: fanservice, fanservice ovunque. Sia ben chiaro, il fanservice finalizzato a caratterizzare momenti puramente comici è sempre ben accetto, anche per rifarsi gli occhi, ma diventa irritante e in talune situazioni addirittura inammissibile nel momento in cui viene inserito in quasi ogni capitolo e persino in fasi chiave ai fini della trama.
Dal momento che ci siamo, forse è il caso di parlare di trama: inizialmente la trama del manga risulta abbastanza semplice, ma man mano che si prosegue nel corso della lettura viene gettata molta carne al fuoco, dando l'idea che tutto avrà una spiegazione nell'immediato futuro e possa dare un senso alle vicende dell'intero manga, una sorta di giustificazione. Questo effettivamente avviene, ma ahimè, solo in parte. La mole enorme di personaggi che viene presentata fa sì che ognuno apporti elementi nuovi alla storia e con ogni probabilità l'autore stesso si è ritrovato imbrigliato in questa matassa, al punto tale da non riuscire a scioglierla neppure nel finale. Sia ben chiaro, il finale di "Fairy Tail" rivela l'essenziale, ma non pone nessuna risposta a tutti gli interrogativi che il lettore si pone nell'arco della lettura. Un vero peccato.
I personaggi sono il cuore di "Fairy Tail". Non esattamente un cuore in salute, ma almeno batte bene e forte.
Chiariamo una cosa: sono troppi. E non è un male, anzi è una cosa estremamente gradevole, ma allo stesso tempo non consente di affezionarsi unicamente ad un unico personaggio e allo stesso tempo impedisce all'autore di sviluppare al massimo delle potenzialità ognuno di essi. Nonostante tutto Natsu, Erza, Gray, Wendy, Lucy e tutti gli altri membri della gilda sapranno entrare di prepotenza nel vostro cuore, con tutti i loro pregi e difetti.
Ma allora se il manga presente queste gravi criticità, perché dargli un 7,5 e non bocciarlo direttamente?
Questo perché "Fairy Tail" ha lacune e imperfezioni a tratti gravissime (i combattimenti finali sono tra questi, ma non toccherò l'argomento per evitare qualsivoglia pericolo di spoiler), è vero, ma allo stesso tempo è un'opera impossibile da recensire a sulla base di elementi puramente razionali. "Fairy Tail" è cuore, è amicizia, è emozioni, è famiglia, cose effettivamente mai ho provato in un manga, il senso di vuoto incolmabile dopo la lettura del capitolo finale e la voglia spaventosa di immergersi nuovamente in quel modo così idealizzato e così maledettamente bello oggi, come 7 anni fa, sono qualcosa di cui io stesso mi sono sorpreso. Il coinvolgimento nel lettore, per quanto indiretto possa essere, lo si sente eccome.
Detto questo, placato il mio animo da fanboy, se cercate una lettura leggera, spensierata e che sappia strapparvi un sorriso con intermezzi di comicità semplice ma efficace, se cercate un "luogo" in cui sentirvi parte di una famiglia, se cercate scazzottate epiche e se siete a disposti a chiudere un occhio e mezzo sui frequenti momenti "vabbè" di "Fairy Tail", allora le porte della gilda sono e saranno sempre aperte per voi. Se siete lettori estremamente critici, beh, leggete comunque "Fairy Tail", al limite perderete solo del tempo.
"Fairy Tail" ha per me rappresentato il primo caso di gigantesco potenziale inespresso, ma che riesce a non prendersi comunque sul serio e in grado di trasmettere forti sentimenti al lettore e garantire comunque una lettura non impegnativa e divertente.
Ebbi modo di scoprire il manga a opera ben avviata, nel 2012, attratto dall'ambientazione fantasy e dal nome che si era fatto il manga nel corso degli anni, e me ne innamorai subito, al punto tale da macinare diverse centinaia di capitoli in una sola settimana. Questa può sembrare una cosa molto contraddittoria, dal momento che il numerino svettante su questa recensione indica un'opera sopra la sufficienza si, ma che non è in grado effettivamente di ergersi a capolavoro, a un vero e proprio must-read per gli amanti del fumetto orientale. Ebbene, questa vuole essere una recensione critica, finalizzata a far capire alla gente a cosa sta per imbattersi il futuro lettore mentre si appresta ad entrare nella vivace e quanto mai burrascosa "Fairy Tail", e che quindi tiene conto delle (tante) problematiche di questo manga.
Anzitutto partiamo con il grandissimo pregio del manga: il disegno; il tratto di Mashima risulta essere estremamente pulito, piacevolissimo da vedere e in grado di far capire esattamente cosa sta succedendo anche durante i combattimenti più frenetici, oltre a saper chiaramente valorizzare i momenti più importanti grazie allo stesso tratto precedentemente citato.
"Fairy Tail" è quindi una gioia per gli occhi sì, anche nei modi che però non vorremmo, infatti qui si introduce una delle prime criticità del manga, ovvero: fanservice, fanservice ovunque. Sia ben chiaro, il fanservice finalizzato a caratterizzare momenti puramente comici è sempre ben accetto, anche per rifarsi gli occhi, ma diventa irritante e in talune situazioni addirittura inammissibile nel momento in cui viene inserito in quasi ogni capitolo e persino in fasi chiave ai fini della trama.
Dal momento che ci siamo, forse è il caso di parlare di trama: inizialmente la trama del manga risulta abbastanza semplice, ma man mano che si prosegue nel corso della lettura viene gettata molta carne al fuoco, dando l'idea che tutto avrà una spiegazione nell'immediato futuro e possa dare un senso alle vicende dell'intero manga, una sorta di giustificazione. Questo effettivamente avviene, ma ahimè, solo in parte. La mole enorme di personaggi che viene presentata fa sì che ognuno apporti elementi nuovi alla storia e con ogni probabilità l'autore stesso si è ritrovato imbrigliato in questa matassa, al punto tale da non riuscire a scioglierla neppure nel finale. Sia ben chiaro, il finale di "Fairy Tail" rivela l'essenziale, ma non pone nessuna risposta a tutti gli interrogativi che il lettore si pone nell'arco della lettura. Un vero peccato.
I personaggi sono il cuore di "Fairy Tail". Non esattamente un cuore in salute, ma almeno batte bene e forte.
Chiariamo una cosa: sono troppi. E non è un male, anzi è una cosa estremamente gradevole, ma allo stesso tempo non consente di affezionarsi unicamente ad un unico personaggio e allo stesso tempo impedisce all'autore di sviluppare al massimo delle potenzialità ognuno di essi. Nonostante tutto Natsu, Erza, Gray, Wendy, Lucy e tutti gli altri membri della gilda sapranno entrare di prepotenza nel vostro cuore, con tutti i loro pregi e difetti.
Ma allora se il manga presente queste gravi criticità, perché dargli un 7,5 e non bocciarlo direttamente?
Questo perché "Fairy Tail" ha lacune e imperfezioni a tratti gravissime (i combattimenti finali sono tra questi, ma non toccherò l'argomento per evitare qualsivoglia pericolo di spoiler), è vero, ma allo stesso tempo è un'opera impossibile da recensire a sulla base di elementi puramente razionali. "Fairy Tail" è cuore, è amicizia, è emozioni, è famiglia, cose effettivamente mai ho provato in un manga, il senso di vuoto incolmabile dopo la lettura del capitolo finale e la voglia spaventosa di immergersi nuovamente in quel modo così idealizzato e così maledettamente bello oggi, come 7 anni fa, sono qualcosa di cui io stesso mi sono sorpreso. Il coinvolgimento nel lettore, per quanto indiretto possa essere, lo si sente eccome.
Detto questo, placato il mio animo da fanboy, se cercate una lettura leggera, spensierata e che sappia strapparvi un sorriso con intermezzi di comicità semplice ma efficace, se cercate un "luogo" in cui sentirvi parte di una famiglia, se cercate scazzottate epiche e se siete a disposti a chiudere un occhio e mezzo sui frequenti momenti "vabbè" di "Fairy Tail", allora le porte della gilda sono e saranno sempre aperte per voi. Se siete lettori estremamente critici, beh, leggete comunque "Fairy Tail", al limite perderete solo del tempo.
"Fairy Tail" ha per me rappresentato il primo caso di gigantesco potenziale inespresso, ma che riesce a non prendersi comunque sul serio e in grado di trasmettere forti sentimenti al lettore e garantire comunque una lettura non impegnativa e divertente.